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POV LANCE

Jace era in sala operatoria ormai da 3 ore, e l'attesa era snervante, camminavo avanti e indietro per la sala d'attesa dedicata agli interventi. L'orologio sulla parete segnava lo stesso orario, ed io non riuscivo più a mantenere la calma. Alan mi osservava preoccupato, gli ero grato per il suo silenzio, non sarei riuscito a mantenere una conversazione tranquilla. Quella mattina quando l'avevo accompagnato in sala pre-operatoria, il mio piccolo mi era sembrato tranquillo. Per mia fortuna, aveva smesso di chiedermi quando avrebbe potuto conoscere la sorella e la madre. Non sarei stato in grado di dargli una risposta senza causargli dell'altro dolore. Gli accarezzai i capelli tanto simili ai miei e mi sorrise, Jace aveva la capacità di rendere tutto più bello. Il suo sorriso era luminoso, gli baciai la fronte, e ringraziai l'infermiera per avermelo fatto tenere in braccio mentre gli iniettavano la pre- anestesia. In pochissimo tempo la sua testa cadde sulla mia spalla, non era anestetizzato del tutto ma non avrebbe visto la sala operatoria. Sarebbe stato sicuramente meno traumatico. Avevo lasciato che l'infermiera me lo prendesse dalle braccia e tornai dagli altri. Ora bisognava solo attendere. Tirai fuori dalla tasca la lettera che Gregory mi aveva dato la sera prima e la lessi.

Lance,

perdonami per il mio comportamento, so di non essere giustificabile per ciò che sto facendo a te e a tuo figlio.

Si, dico tuo figlio, perché non l'ho mai sentito mio. L'ho partorito e basta.

Sono egoista, me ne rendo conto, ma ho fatto il possibile per dimenticare l'attimo in cui mi sono rovinata la vita.

Mi sono sposata e ho avuto mia figlia Stella, ho vissuto la storia diversamente, la gravidanza è stata cercata, voluta e accettata.

Perdonami se non me la sento di conoscere tuo figlio e perdonami se non voglio farli incontrare. Farlo succedere vorrebbe dire mantenere un minimo di rapporto e per me sarebbe solo sofferenza. Gregory non è d'accordo con il mio comportamento, mi accusa di essere egoista a negare l'opportunità a tuo figlio di conoscermi. Ma adesso non me la sento. Forse un giorno, ma non ora.

Tu sei una persona meravigliosa, sei un' amico unico e so che rispetterai la decisione di non voler far parte della vostra vita.

Appena l'intervento finirà e mi diranno che Stella può essere dimessa, ce ne andremo.

Perdonami

Marnie

Ancora una volta rispettai la sua scelta. Avrei dovuto spiegare a mio figlio il motivo per cui sua madre non lo volesse conoscere. Non riuscivo a dare un nome al sentimento che stavo provando, se rabbia, odio o semplicemente mi sentissi sollevato, forse in cuor mio avevo avuto paura di un loro incontro, forse temevo di venire messo da parte da mio figlio una volta conosciuto Marnie e Stella. Sentivo la mano calda di Alan stringere la mia, e capì di aver avuto un pensiero davvero stupido, Jace ed io eravamo legati, nessuno ci avrebbe potuto dividere, ed ora avevamo nelle nostre Alan e saremmo stati una famiglia completa. 

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