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POV ALAN

Guardo Lance per l'ennesima volta, e per l'ennesima volta gli ripeto di non preoccuparsi di nulla, che può riprendere il lavoro senza problemi, perché con Jace ci sarei stato io. Ma niente, è preoccupato all'idea di lasciare il figlio. si fida di me, lo so questo, probabilmente è nella fase dove non vorrebbe mai lasciare il bambino a nessuno. Quindi con tutta la calma possibile e immaginabile cerco di tranquillizzarlo e farlo andare a fare il turno di notte con serenità. Per farlo contento ho attaccato sul frigorifero tutti i numeri da chiamare per le emergenze, sperando almeno in quel modo di fargli capire che non c'era nulla da preoccuparsi. Ormai sono settimane che abitiamo insieme e Jace non aveva nessun problema a stare con me. Alla fine, non avendo altre motivazioni per non andare al lavoro ci lascia soli. Guardo il bambino, la copia in miniatura di Lance. Insieme prepariamo la cena e dopo ci guardiamo un cartone animato su netlix. Lo ammetto, sono emozionato, è la prima volta dopo tanto che posso comportarmi da padre. Ed è solo per merito di Lance che posso farlo. Non pensavo mi desse carta bianca con suo figlio. Certo, l'ultima parola aspettava a Lance, ma erano capitate delle situazioni in cui avevo ripreso il bambino, e se per un attimo Jace rimase interdetto di fronte alla mia voce decisa, accettò il rimprovero, e capì che mi aveva accettato nella sua vita.

Dopo due ore di film, me lo trovo addormentato sul divano. Lo prendo in braccio e lo adagio dolcemente nel suo letto. Borbotta qualcosa nel sonno ma non si sveglia. Lo copro e me ne vado a letto. Mando un messaggio a Lance, gli racconto quello che abbiamo fatto, la sua risposta arriva dopo un ora. Sorrido e mi metto comodo cercando di addormentarmi.

Improvvisamente mi sento scuotere, come apro gli occhi vedo Jace in piedi di fianco al letto. Ha gli occhi pieni di lacrime e mi si stringe il cuore vederlo in quello stato. Gli faccio segno con la mano di entrare nel letto. Non se lo fa ripetere sue volte, mi viene vicino, ed io me lo stringo vicino. Ai piedi del letto compare il fedele Flex, si accuccia e incomincia a russare. Addio sonno penso, ma non voglio rovinare quel momento dolce con Jace. Gli chiedo cosa possa aver sognato per farlo piangere e quello che mi dice mi fa spezzare il cuore.

-Sono un bambino cattivo? – mi domanda. Lo guardo negli occhi e gli rispondo che non lo è, gli dico che è un bambino meraviglioso. A quel punto pensavo di farlo star meglio invece si adombrò

-Se fosse come dici tu, la mamma non mi avrebbe abbandonato. – mi arrivò un macigno sul cuore e odiai Marnie senza averla conosciuta. Pensai a cosa gli potessi dire per farlo star meglio, volevo aiutarlo a capire che il problema non era lui ma l'immaturità della madre senza per questo mettergli in testa la mia antipatia nei confronti di Marnie.Sperai di non sbagliare nulla altrimenti Lance mi avrebbe ucciso.

-vedi Jace – incomincio - non è facile la situazione, me ne rendo conto –

-Alan,io voglio solo sapere perché se sono un bravo bambino, la mamma non mi ha voluto conoscere, neppure mia sorella.

-spero di non far danni – mormorai tra me e me, non dovevo dimenticare che aveva solo 6 anni, però dall'altra parte non era giusto farlo continuare a illudersi su sua madre. Lance sbagliava a non raccontare la verità, ma io che diritto avevo? Non ero nessuno in fin dei conti. In ogni caso mi ritrovai a raccontargli quello che sapevo, e Jace era pronto ad ascoltarmi.

-facciamo cosi Jace – esclamai sperando di fare la cosa giusta – ti posso dire quello che penso io. Poi se vorrai delle risposte più approfondite ne parlerai con tuo padre. ok? – e Jace annui

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