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POV ALAN

Sono incredulo! Guardo Morgan e Laura e non so cosa dire. Anche loro sono rimasti senza parole per quello che abbiamo sentito. Tutti quei mesi passati a lavorare fianco a fianco e non avevo capito un bel niente. Aveva mentito su tutto. Età, legami familiari, ogni parola uscita dalla sua bocca, erano solo menzogne. Mi alzo dalla poltrona, in corridoio, data l'ora non c' nessuno. Non so se raggiungere Lance e sputargli addosso ogni cosa che ho sentito, oppure andarmene a casa e cancellarmi una volta per tutte il sua situazione. Faccio per dirigermi verso la porta d'uscita quando Morgan mi ferma, vediamo il medico entrare nella camera dove poco prima è entrato Lance, e subito dopo i due escono fermandosi sulla porta. Probabilmente non vuol svegliare il bambino. Ancora non si è accorto di noi, è troppo preso nella conversazione per accorgersi di noi tre stalker. A le spalle curve, ogni tanto annuisce, altre scuote la testa, dalla mia postazione non riesco a vedere l'espressione del suo volto, ma posso immaginare il dolore che sta provando. Penso a mio figlio, e alla voglia che ho di poterlo rivedere, di abbracciarlo e vederlo crescere. Il medico gli da una pacca sulla spalla e lo vediamo allontanarsi. Sono combattuto! Mi decido di andare a parlarci, ma Laura mi ferma. Devo ancora chiedere in che relazione sono quei due, ma ora la mia priorità è sapere la verità. In ogni caso, ce ne andiamo. Ho bisogno di pensare a mente fredda, quindi usciamo dall'ospedale, una volta accompagnati a casa, mi dirigo verso casa mia. È stata una nottata strana. Stanco morto mi addormento sul divano. Vengo svegliato improvvisamente dal suono del campanello. Odio i risvegli cosi bruschi. Quando apro mi trovo davanti Morgan e Laura. Preparo la colazione, lascio che mangino in pace e vado a farmi una doccia. Fresco e riposato ritorno dai due.

-che si fa? – dico addentando una fetta di pane e marmellata -

-mi spiace per Lance – dice Laura, ha il cuore tenero, non pensa alle bugie dette.

-anche a me dispiace – interviene Morgan. Solo io vedo invece un bugiardo patentato? Senza mezze misure dico che non mi piace essere preso in giro. E Lance l'ha fatto. Su tutto! E non intendo lasciargliela passare liscia. Essere fregato da un diciottenne!. Mi sto inalberando, me ne rendo conto. È più forte di me!

-calmati adesso – Morgan mi mette una mano sul braccio - capisco...ma da quel poco che abbiamo sentito, ha dovuto mentire. Il nostro annuncio ... lo blocco e tolgo la sua mano. Gli ripeto quanto non mi interessano le motivazioni di quel bugiardo; l'annuncio per il posto di assistente era chiaro. Se Lance non possedeva i requisiti, allora avrebbe dovuto lasciare campo libero a chi realmente li avesse. Non ascolto altro. Anzi, forse sono stato troppo brusco quando l' ho cacciati di casa. Sarei andato in ospedale e gli avrei ripetuto quanto detto in precedenza. Era una nullità e un bugiardo!

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