Noctilucous Jade (GENSHIN IMPACT - Childe x Zhongli )

20: Fight

Childe sarebbe dovuto arrivare al Wanghu Inn molto prima. Forse, a quel modo, avrebbe avuto abbastanza tempo per convincere Xiao, per farsi ascoltare o per portarlo via di forza. Invece, adesso, i Fatui inviati da Signora stavano marciando verso di loro con passo deciso, addentrandosi tra i bambù e le dune di sabbia, senza dar alcun segno di esitazione.
-Xiao..dobbiamo andarcene, forza!- insistette Childe, riuscendo ad agguantargli il polso per tentare di spostarlo.

-Smettila! So che stai facendo il loro gioco per farmi prendere. Dovevo immaginarlo..tutti i giri con Zhongli e coi miei amici..- rispose Xiao, divincolandosi dalla sua presa con un brusco strattone e iniziando a correre nella direzione opposta, un primo accenno di panico sulla sua espressione. Childe si lasciò sfuggire uno sbuffo esasperato, mentre lo inseguiva: non c'era più tempo, e non aveva la più pallida idea di come salvare l'Adepto.

-Per ordine della Tsaritsa..fermi!- urló la voce metallica di un agent, che si mosse così velocemente da raggiungere Xiao e fermarsi di fronte a lui, con diverse paia di coltelli infuocati a danzargli incontro, come sostenuti da un vento invisibile.

Childe non poté fare a meno di rabbrividire, osservando anche la schiera di Fatui che aveva dietro: cicin mages incappucciate, circondate da pipistrelli e scariche elettriche, uomini alti con dei martelli e fucilieri con le pistole cariche di ghiaccio e acqua. Nessuno dei loro volti era distinguibile, al contrario dell'elemento che dominavano, e Childe sapeva esattamente perché: non erano Fatui in vesti normali, bensì sotto effetto delle delusion, visions artificiali create dalla loro Tsaritsa. Sotto quell'effetto, potevano manipolare un altro elemento e ottenere molta più forza, ma, naturalmente, c'erano delle controindicazioni: la mente sembrava farsi più debole,  l'empatia e l'autocontrollo più sfuggenti, sovrastati dal bisogno più forte di eseguire gli ordini.

-Cosa volete da me?- sbottó Xiao, senza mezzi termini, il corpo teso come una corda di violino, mentre indietreggiava lentamente. Nulla del suo volto trasmetteva paura o insicurezza, considerato come stava  sfoderando la sua espressione più feroce, con le sopracciglia inarcate e mascella digrignata. A Childe, però, non sfuggirono i suoi passi leggermente tremanti, né la sua mano rigidamente stretta alla lancia, che sembrava quasi volesse sbriciolare. Era nervoso persino lui, di fronte a una tipologia di nemico nuova, che mai aveva affrontato. E Childe era più che sicuro che sapesse quanto pericolose fossero le delusions.

-Farci parlare col tuo dio, Rex Lapis.- esordì una cicin mage, la voce graffiante come un disco danneggiato. -Sei il suo Adepto, no? E allora portaci da lui.-

-Perché diavolo dovrei farlo?- si stupì Xiao. -Cosa volete da lui?-

-Non sono affari tuoi. Devi portarci da lui.- rispose uno dei fucilieri di fuoco, con lo stesso tono secco.

-Certo che sono affari miei. Ho fatto un contratto con lui e ho il dovere di proteggerlo.- affermò Xiao, confermando a Childe ciò che Zhongli gli aveva raccontato: era totalmente fedele a Rex Lapis, leale come soltanto un amico e alleato avrebbe potuto essere. Totalmente diverso da coloro che Childe  aveva di fronte, della propria stessa fazione, che invece avevano eseguito gli ordini di Signora senza ascoltare il suo parere, pensò con una fitta di irritazione. Certo, era anche colpa sua, per non aver partecipato alla riunione, ma era bastata una sola assenza per rendere il proprio parere così poco influente?

 -Soprattutto senza dirmi cosa volete da lui.- aggiunse Xiao, nervosamente.

-Prendetelo. Lo porteremo via e lo faremo parlare come si deve.- disse improvvisamente uno dei fucilieri d'acqua, facendo cenno al resto della sua armata di seguirlo. Childe non ebbe quasi modo di sbattere le palpebre, prima che un attacco combinato e totalmente ben pensato si abbatté contro Xiao: il Fatui di Anemo scaglió il proprio vento contro all'Adepto, trascinandolo verso di sé, mentre quelli di acqua e ghiaccio lo bagnarono e congelarono, immobilizzandolo per un istante.