39: The past is a stepping stone

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Era almeno la decima volta che Zhongli si guardava allo specchio, quella sera.

Era quasi come se non riconoscesse più il proprio volto, dopo tanti mesi.

Da quando aveva deciso di mostrarsi con delle sembianze umane, aveva posto molta attenzione al proprio aspetto.

Non era tanto diverso da quando era ancora Morax, o Rex Lapis, ma aveva una differenza sostanziale: adesso, quando nascondeva i poteri, sembrava un vero e proprio umano. Non aveva più le iridi completamente dorate, nè segni d'oro sul volto, nè tantomeno corna da drago. Le sue braccia non avevano più il colore dell'ossidiana, nè erano segnate da striature luminose.

Sembrava un gentiluomo di Liyue, nient'altro.

E, per la prima volta, non era affatto contento di ciò. 

Nel primo periodo in cui si era mostrato come Zhongli, ai cittadini di Liyue, aveva provato una sensazione di totale libertà e emozione. Finalmente, il distacco forzato a cui era stato costretto per secoli era finito. Era una persona come un'altra, con innumerevoli possibilità e decisamente meno responsabilità. 

E grazie alla persona che era diventato assumendo quelle sembianze, aveva conosciuto Childe.

Adesso, però, che era stato accusato di essere un bugiardo, sentiva quell'aspetto soltanto come una maschera. Quella che mostrava al mondo non era più una convenevole copertura, ma una soffocante cappa che lo soffocava. 

Non era più sé stesso, non completamente: per quanto avesse amato vivere come Zhongli, ora più che mai si rendeva conto di aver soffocato una parte della propria identità. Ora che il suo regno era sempre più lontano, un senso di smarrimento lo stava pervadendo.

Chissà cosa stavano pensando di lui i cittadini di Liyue, dopo aver letto la lettera che aveva scritto a Hu Tao. Probabilmente, erano rimasti delusi da lui e dal complesso piano che aveva creato, e dal fatto che non li avesse prima messi al corrente del pericolo che li circondava. Anche se Zhongli aveva fatto tutto per il loro bene, gli aveva mentito e nascosto scomode verità.

Proprio come aveva fatto con Childe.

Zhongli si sciacquò il viso, concededendosi di allentare, per un istante, la presa sull'incantesimo con cui nascondeva la sua vera natura. I suoi occhi tornarono di una sfumatura più intensa, restituendogli di rimando un riflesso malinconico. 

L'Archon ripensò all'offerta che aveva fatto a Childe quella mattina, in preda all'emozione di averlo rivisto. Gli aveva proposto di cenare con lui, di ascoltare tutta la versione della storia, ora che poteva esporsi molto di più. 

Raccontargli la verità, il proprio passato e la propria identità sembrava un'opzione incredibilmente emozionante, per Zhongli, ma non era certo che Childe gliela avrebbe concessa. Se fosse venuto al corrente della verità in un altro modo, forse sarebbe andato tutto diversamente. 

Una parte di Zhongli, tuttavia, sperava che accettasse di ascoltarlo.

Era da quando aveva iniziato a frequentarlo che aveva sognato di potergli raccontare ogni cosa, senza più girarci intorno: gli anni che aveva passato come un Archon, la fondazione di Liyue, il motivo per cui era tanto legato agli adepti, o chi fosse stata veramente Guizhong.

 Voleva raccontargli di come aveva fatto amicizia con Venti o Nadja, e persino sfogarsi su ciò che lo aveva ferito: il dominio di Celestia, il disastro di Khaenriah o gli scontri con Osial.

Voleva essere al suo pari, rivelare totalmente sé stesso come Childe aveva fatto con lui.

E si augurava vivamente di riuscire a farlo.

Noctilucous Jade (GENSHIN IMPACT - Childe x Zhongli )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora