Immagina Wyatt Oleff 💝✍️📚

221 7 2
                                    

⚠️Warning: questo capitolo è un immagina personalizzato su richiesta di Mya. Spero che sia di tuo e vostro gradimento e buona lettura a tutti!!⚠️

Mya's pov:
Non avrei mai pensato di dirlo, per lo meno non ad alta voce, ma sono orgogliosa della mia vita da studentessa liceale! Di certo non è il tipo di vita che mi sarei scelta o quella che avevo immaginato quando mi dicevano: "Ricordati di lasciare un po' di spazio per il divertimento!". L'unica cosa divertente cui riesco a pensare è la nota presa questa mattina da un mio compagno di classe che si è addormentato sul banco. Ma la nota non era per essersi addormentato, bensì per aver risposto male alla professoressa:
Prof: "La scuola non è fatta per dormire".
Finn: "E la casa non è fatta per studiare!".
Vi starete dunque domandando il motivo di tanto orgoglio. Se me lo chiedete, io vi risponderò: questo compito! Il compito per casa a cui sto lavorando già da ben tre ore consecutive: devo mettere a confronto la figura di Romeo, ideata da Shakespeare, con quella di Mr. Darcy, protagonista del romanzo "Orgoglio e Pregiudizio", facendo riferimento alla poetica dei relativi autori. Ok, forse il gioco non vale la candela, ma stiamo pur sempre parlando dei miei due romanzi preferiti in assoluto!!
Mi allontano momentaneamente dal computer per andare a prendere un bicchiere d'acqua in cucina. Sorseggiando l'acqua fresca del lavandino, mi soffermo un attimo a guardare, fuori dalla finestra, la casa di fronte alla mia. È rimasta vuota per circa tre anni ma, da un anno a questa parte, vi si è trasferita una nuova famiglia, tali Oleff, composta di soli tre membri: padre, madre e un solo figlio maschio, Wyatt, del quale ce ne sarebbero di cose da dire.
Non saprei da dove cominciare, o come esprimermi, ma c'è qualcosa di misterioso e, allo stesso tempo, intrigante in quel ragazzo. Personalmente, io provo sia attrazione sia repulsione nei suoi confronti. Ricordo come mi sono sentita la prima volta che l'ho visto: ho provato una sensazione di calore, conforto, calma ma soprattutto completezza; tralasciando un vago senso di felicità. Ma ogni volta in cui ho provato ad avvicinarlo per cominciare a conoscerlo, lui si è sempre allontanato, come infastidito o scocciato, o entrambe le cose. Mi ha trattata con superficialità, con freddezza, con diffidenza e con sufficienza. Ricordo di aver anche pensato, più volte, quanto fosse arrogante e presuntuoso!!
Torno a sedermi al mio tavolo per lavorare alla mia tesi fino a quando, circa una mezz'ora dopo, non vengo interrotta dal suono del campanello. Vado ad aprire alla porta e mi trovo faccia a faccia proprio con Wyatt.
Mya: "Ciao! Non mi aspettavo una tua visita".- esclamo sorridente, sorpresa di questa nuova svolta. Ma sono costretta a ricredermi non appena apre bocca per ribattere.
Wyatt: "A chi lo dici! Posso entrare o devo andare a prendere una sedia?"- ma che simpatico...! Mi risveglio dal sogno iniziale e, senza perdere la mia cortesia, lo invito ad accomodarsi.
Mya: "Come posso esserti utile?".
Wyatt: "Ascolta, non sono qui per una visita di cortesia, ma mi serve il tuo aiuto".
Mya: "Va bene, ti ascolto".
Wyatt: " Devi scrivere la tesi di letteratura anche per me. Io non ce la faccio per domani, ho troppe cose da fare":
Mya: "Ok, vedrò cosa posso fare. Certo, così su due piedi..."- prendo tempo, sorpresa dalla sua strana richiesta, chiedendomi se sia o meno la cosa giusta da fare.
Wyatt: "Eccoti un buon motivo per fare quanto ti ho appena chiesto"- mi allunga due banconote da 50 dollari.
Mya: "Non è una questione di soldi!"- ci tengo a precisare. È solo una questione di principio.
Wyatt: "Si si, come no. Ci si vede!". esclama, prendendomi con forza la mano destra e ficcandoci dentro i soldi, pronto ad andarsene. E così fa: apre la porta e la sbatte dietro di sé.
Rimango impalata esattamente dove ero pochi secondi fa, ancora sconvolta e straniata da quella visita tanto assurda quanto rapida. 
Mi siedo di fronte al computer, indecisa sul da fare. Forse non voleva essere così scontroso. Probabilmente avrà avuto dei problemi personali, familiari di cui non ha voluto parlare, proprio perché personali, più importanti e limitanti. E va bene, concludo. Scriverò qualche riga anche per lui, ovviamente cambiando le parole e la disposizione dei concetti e provando a ragionare come se fossi in lui.
Non mi riesce difficile, tanto che, dopo un'ora scarsa, ho già finito.
Sono le 22 e ho quasi finito di cenare. Porto i piatti sporchi nel lavandino e, giusto in quel momento, vedo la macchina della mia migliore amica parcheggiarsi sulla via. Contenta di quella visita inaspettata, apro il frigo per servirle degli avanzi. Ma, a quanto pare, non è per me la visita. Guardo meglio, aguzzando gli occhi per la scarsa illuminazione, ma facendo sempre attenzione a non essere vista (motivo per il quale nascondo parte del corpo dietro ad una tenda) e vedo che cammina sul vialetto di casa di Wyatt. Prima ancora che potesse suonare al campanello, il ragazzo le viene ad aprire la porta e la bacia attirandola a sé. Poi la porta si chiude e li perdo di vista per qualche istante, ovvero fino a quando non vedo le luci della camera di Wyatt accendersi e le tende chiudersi. 
Rimango pietrificata e letteralmente a bocca aperta. Mi cade un piatto dalle mani che, a contatto con il suolo, si rompe in mille pezzi. 
Mi sblocco immediatamente e ne approfitto per correre nella mia stanza, accendere il computer e modificare di proposito la tesi di Wyatt. Per fortuna non gliela avevo ancora mandata...! Dopo aver finito di scrivere le peggiori castronerie, clicco il pulsante di invio e, in un secondo, il compito arriva via mail sul suo pc. Ed ora, bello mio, sei fottuto!! Come faccio a saperlo? Se hai tempo per scopare, non hai tempo anche per leggere!!
Il giorno dopo, a scuola, nell'ora di letteratura: 
Il  professore è appena entrato nell'aula, la stessa che condivido con Wyatt e con Giulia, la mia migliore amica...si, la stessa di ieri sera che, a partire da oggi, non rientrerà più nemmeno nella categoria "conoscente".
Ecco che il prof apre la propria borsa in pelle marrone, estraendo una busta di plastica contenente dei fogli.
Prof: "Ho qui i vostri compiti corretti!"- annuncia festosamente.
Un sentimento di ansia e angoscia pervade il cuore di tutti gli studenti, ma non il mio, sicura di aver fatto un ottimo lavoro, e neppure quello di Wyatt, altrettanto sicuro di essere finito in buone mani...
Prof: "Complimenti Mya: compito davvero eccezionale!"- esclama il prof restituendomi il foglio. Guardo il mio voto: 9. Sorrido compiaciuta, trattenendo a stento gli entusiasmi.
Prof: "Wyatt, io avrei qui anche il tuo compito..."- dice il prof, sbattendogli in faccia il suo bel 3. Avreste dovuto vedere la sua faccia. Come godo!!
Non appena Wyatt lo vede, batte i pugni sul tavolo e scatta a sedere.
Wyatt: "Non è giusto prof!! Il compito era perfetto: avrei meritato almeno quanto Mya!!".
Prof: "Ah si? Perché a te sembra normale scrivere che Romeo è un morto di figa che, non appena vede passare la prima, pensa che sia l'unica sulla faccia della Terra e, siccome quest'ultima non gliela da, lui si suicida? Per non parlare di Mr. Darcy: addirittura lui farebbe bene a comportarsi in quel modo perché alle donne piacciono gli stronzi e, così facendo, se le può portare a letto tutte??".
Wyatt: "Cosa?"- chiede incredulo, sfogliando le pagine del suo scritto.
Wyatt: "Ci deve essere un equivoco".
Prof: "Carta canta".
Wyatt: "E va bene"- comincia a parlare- "questo non è il mio compito: ho chiesto a Mya di farlo per me! È colpa sua!"- esclama, puntandomi il dito contro.
Oh mio Dio. Non mi sarei mai aspettata che sarebbe arrivato a tanto. Devo assolutamente fare qualcosa, non posso rimanere in silenzio.
Mya: "Non è vero!!"- sono le uniche parole che mi vengono da dire.
Wyatt: "Si che è vero, sei solo una brutta...".
Il prof alza la voce, interrompendolo.
Prof: "Adesso basta: tutti e due in presidenza!!".
Più umiliata che mai, mi alzo, raccolgo lo zaino, e senza guardare in faccia nessuno, esco dalla classe seguita da Wyatt.
Ci sono quattro sedie davanti alla presidenza, io mi siedo sulla prima e Wyatt sulla quarta, il più lontano possibile da me, come se fosse lui a dover essere arrabbiato con me. 
Io guardo verso destra, lui, dalla parte opposta, verso sinistra, entrambi ammirando il nulla, con le braccia incrociate al petto, soffocando gli insulti, con il muso che arriva fino a terra, pronti a lanciare il primo sasso.
Mya: "Come cazzo ti è venuto in mente?"- domando, di botto.
Wyatt: "Se affogo io, affoghi anche tu! E comunque sono io a dover dire, come cazzo ti è venuto in mente?".
Mya: "Non mi è stato difficile: mi sono semplicemente calata nei tuoi panni e ci ho aggiunto del tuo. Se non ti stava bene, potevi sempre leggere e correggere. O forse avevi troppo da fare??"- chiedo sarcasticamente, facendogli capire che io so.
Wyatt: "Ora si che tutto torna: tu sei gelosa!"
Mya: "Io gelosa? Tu non stai bene".
Wyatt: "Quindi vorresti farmi credere che non avresti voluto essere tu al posto di Giulia??".
Mya: "Puoi scoparti chi ti pare: non me ne frega niente".
Wyatt: "Ma certo: peccato che il tuo sia il tipico comportamento della ragazza gelosa..."
Mya: "E tu invece sei la persona più egoista, narcisista e spregevole che sia mai esistita!!".
Poco dopo questa nostra rissa verbale, veniamo convocati alla presenza del preside, il quale, come ci si poteva aspettare, ci fa la solita ramanzina dicendoci che ci avrebbe abbassato il voto di condotta, annullato il compito e forse preso anche dei provvedimenti disciplinari per entrambi. Quando finisce e ci fa uscire, io cammino con passo più veloce del solito: ho un urgente bisogno di andare a casa a deprimermi. Ma, per puro caso, incontro nel corridoio Giulia che mi ferma, dicendomi:
Giulia: "Mya, hai un momento libero? Ti vorrei parlare".
Ed io, raffinata come sempre...
Mya: "Ma vaffanculo!!"- le urlo in faccia, con tanto di gesto, per poi continuare a camminare per la mia strada.
Quella sera, dopo cena:
Non riesco a prendere sonno: non mi sento stanca, le palpebre non sono pesanti e le gambe non stanno per cedere. Riempio un bicchiere di vino per rilassarmi e stendere i nervi. È stata una giornata pesante. Ma io dico: come cazzo ho fatto ad innamorarmi di uno stronzo del genere? Anche solo pensare che dopotutto sia cambiato o stesse per cambiare, è stato un grosso errore. Buttando giù un altro sorso di quella calda bevanda, bussano alla porta. Chi sarà mai a quest'ora? Mi alzo contro voglia e vado ad aprire, trovando davanti a me Wyatt con una rosa rossa in mano, davanti al volto, a coprire un livido sullo zigomo.
Mya: "Se sei qui per umiliarmi, te ne puoi anche andare: ho già subito l'umiliazione di un'intera classe e una ramanzina dai miei. Non ho bisogno di un'altra predica. E se quella rosa serve per chiedere un altro dei tuoi favori, sai dove te la puoi ficcare?? Anzi, riprenditi anche questo sporco denaro!!"- esclamo, buttando all'aria i 100 dollari che avevo ancora in tasca dalla sera precedente e facendo la mossa di chiudergli in faccia la porta. Ma lui mi ferma.
Wyatt: "Aspetta, ti prego. Sono qui per chiederti scusa: hai ragione, sono stato un coglione. Ma, per favore, dammi l'opportunità di ricominciare da capo".
Lo guardo attentamente negli occhi: sembra sincero. E se questa fosse la volta buona per chiarirsi definitivamente? Lo faccio accomodare senza troppi complimenti. 
Cammino per il soggiorno, indecisa se sedermi o rimanere in piedi; se offrirgli qualcosa da bere oppure no. Alla fine decido di spostare l'attenzione su un altro argomento...
Mya: "Cosa hai fatto alla faccia?".- domando, realmente interessata.
Wyatt: "Ho fatto a botte con un mio amico".
Mya: "Mi dispiace. Ti fa molto male?"- chiedo, andando a prendere subito del ghiaccio, senza attendere la risposta.
Wyatt: "Immagino tu voglia sapere quale sia stato il motivo della rissa...".
Mya: "Immagino tu non me lo voglia dire"- mi difendo.
Alla fine me lo dice...
Wyatt: "Ho tirato un pugno a questo mio amico che ha insinuato che tu fossi una puttana, perché ti sei venduta per 100 bigliettoni per un tema. "Pensa quanto ti chiederà per una scopata", diceva lui. Così non ci ho visto più e gli ho sferrato un destro che si ricorderà per un bel po' di tempo".
Mya: "Mi pare che anche l'altro non sia rimasto a guardare"- commento sarcastica, forse leggermente fuori luogo.
Mya: "Comunque, grazie per avermi difesa"- gli dico, porgendogli la busta contenente il ghiaccio.
Wyatt: "È il minimo che io potessi fare per te".- ribatte, appoggiando il ghiaccio sulla ferita.
Mi siedo accanto a lui sul divano. Ci guardiamo a lungo negli occhi, senza dire una parola. I suoi occhi sono, per me, un libro aperto: c'è molta sofferenza, molto dolore...ma anche molto amore. Mi mordo il labbro inferiore e avvicino pian piano la mia mano alla sua: l'intenzione sarebbe quella di prenderla, ma non ne ho il coraggio. Coraggio che invece ha lui poiché, sentendo la mia presenza, non ci pensa due volte ad avvolgere la mia nella sua. Alla fine, decido di rompere il silenzio, convinta di quello che sto per dirgli.
Mya: "Tu non sei ciò che vuoi apparire: che cerchi di tenere le persone lontane da te comportandoti con freddezza e maleducazione, è una maschera, e questo lo so di per certo. Dimmi chi sei. Ma se non me lo vuoi dire, sappi che io mi sono innamorata di quello che c'è sotto la maschera: ma forse, col tempo, imparerò ad amare anche essa".
Evidentemente, il mio discorso deve avergli toccato qualche corda emotiva perché, non appena finisco di pronunciare le mie parole, ecco che lui si toglie la busta di ghiaccio dal viso e comincia a raccontarmi la sua vita.
Wyatt: "La mia famiglia porta una maschera. I miei genitori ne sono un esempio: loro pensano solo alle apparenze. Da lontano, infatti, sembrerebbero dei modelli cui ispirarsi, dei punti di riferimento, la classica famiglia felice a cui tutti dovrebbero puntare. Ma la verità è che mio padre lavora tutto il giorno. È del tutto assente. A casa non lo vediamo per dei giorni interi. Non gliene frega niente della mia vita, così come non gliene importa quella di mia madre: tra un viaggio d'affari e l'altro, ha tradito mia madre una volta. Mia madre l'ha perdonato ma, come si può ben immaginare, lui continua a tradire la sua fiducia e mia madre lo sa talmente bene che affoga tutti i suoi dispiaceri nell'alcol. Ma tu, come tutti gli altri, questo non lo diresti mai semplicemente guardandoli in faccia. E così come loro, anche io ho imparato ad indossarne una. Io sono sempre stato solo. Mai nessuno si è preoccupato per me. Nessuno mi ha insegnato come ci si prenda cura di un'altra persona. Io non so gestire i miei sentimenti, né capirli. Non ho mai capito cosa significassero, né cosa farci. Così, non appena ho iniziato a sentir crescere un fuoco dentro di me, fuoco che si manifestava solo quando ero in tua presenza, mi sono preoccupato, sono andato nel panico. Ho capito subito che quell'ardore era amore e, per una stupida paura di soffrire, mi sono isolato e ho indossato la famosa maschera, senza rendermi conto che, così facendo, facevo solo soffrire te. Ho provato a distrarmi, seguendo l'esempio di mio padre: ho invitato a casa Giulia per vedere se il mio sentimento si fosse autodistrutto pensando ad un'altra ragazza. Ma non è andata bene: ogni momento passato con lei, sognavo di avere te accanto. E la cosa peggiore è che non sentivo nessun movimento nello stomaco: ho cercato di evitarlo, ma io voglio sentire il "reflusso gastrico" dell'amore. Per questo, non ho nemmeno dato un solo bacio a Giulia. Ora che sai tutta la verità, se vuoi, puoi prendermi anche tu a pugni!".- conclude il racconto, alzandosi di scatto e allargando le braccia in segno di sacrificio.
Io, commossa dalla sua dichiarazione, non posso far altro che alzarmi, avvicinarmi e sussurrargli all'orecchio:
Mya: "Se l'amore è un pugno allo stomaco, allora ti riempirò di pugni!!".- esclamo, per poi spostare le mie labbra sulle sue, prendergli la testa fra le mani e appiccicando il mio corpo al suo. 
Lui ricambia senza pensarci due volte, stringendomi e appoggiando le mani dapprima sui fianchi, per poi abbassarle fino a toccare quasi il fondoschiena.
L'atmosfera, la notte e il bacio, sembrano essere il frutto di una congiunzione astrale perfetta. 
Poco prima che finisse l'ossigeno, lui si ferma per un secondo per mormorarmi sulle labbra le seguenti parole:
Wyatt: "Allora, possiamo dire che fare lo stronzo funzioni?".- chiede ironico.
Mya: "Che cretino!!"- esclamo ridendo, minacciando di tirargli il ghiaccio dietro e facendo ridere anche lui.
Ricomincia a baciarmi teneramente. Con una mano spegne tutte le luci, facendo in modo che l'unica sorgente di illuminazione sia la luna, i cui raggi penetrano dalla finestra, splendente e alta nel cielo, spettatrice, insieme alle sue sorelle stelle, di quella scena. 
Questa notte non ci si riposa...o meglio, l'unica a riposare in eterno sarà la maschera gettata nel cestino. 

Spazio autrice: Colgo l'occasione per ringraziare tutti voi!! 677!! Davvero, non so come ringraziarvi o come ripagare il vostro affetto!! Posso solo promettere di tornare prestissimo con un altro immagina su richiesta. Piccolo spoiler?? Sarà su Finn!! 
Baci baci palloncini rossi miei!! 😘😘
By Giulia 💎🌈👑

IMMAGINA IT CAST Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora