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Dopo due ore di stancanti ricerche e squallide battutine da parte di Lucas, terminammo il lavoro. Guardai l'ora, ed erano le otto di sera passate. Cavolo, dovevo correre a casa.
«Devo andare» dissi chiudendo il computer portatile e prendendolo il libro. Lucas si alzò dalla sedia, per accompagnarmi alla porta e scendemmo al piano di sotto.
Lucas stava per aprire la porta d'ingresso, quando sentimmo una voce maschile.
«Lucas, sai dov'è la...» si interruppe e noi ci voltammo.
Mi voltai e vidi un uomo, in piedi sulla porta della cucina. Avrà avuto una cinquantina d'anni, e pensai dovesse essere il padre di Rose. Avevano lo stesso colore di occhi, anche se quelli del padre erano più scuri.
Aveva i capelli brizzolati e un accenno di barba ed era abbastanza alto.
Teneva in mano una padella, che era ferma a mezz'aria.
Sorrisi timidamente e il signore ricambiò cordialmente.
«Non mi presenti la tua amica?» chiese rivolto a Lucas, sempre sorridendo.
La parola "amica" mi fece venire i brividi. Insomma, con tutte le ragazze che Lucas si portava a casa chissà cosa stava pensando ora suo padre di me...
Ma da quando mi importa dell'opinione degli altri?
Lucas si morse il labbro, e Dio...era sexy da matti.
Okay basta. Concentrati Tiffany.
«Ehm, stava andando via»
Annuii, d'accordo con ciò che aveva appena detto. Dovevo svignarmela da quella situazione più che imbarazzante e ritornare a casa per ben due motivi: il primo, non volevo passare un altro secondo di più in quella casa, visto che il patrigno di Lucas si stava già convincendo che avessi una qualche sorta di rapporto, più comunemente chiamato amicizia, con suo figlio; il secondo, non volevo essere bruciata viva dall'ira di mia madre.
Il patrigno di Lucas sembrò non dare molto peso alle parole di Lucas e avanzò stringendomi la mano e sorridendo.
«Io sono Tobias Smith, il padre di Lucas e Rose» si presentò.
«Piacere di conoscerla, signor Smith» risposi «sono Tiffany»
«Tiffany...» sembrò pensare dove avesse già sentito il mio nome, poi aggiunse: «Oh, si! Rose ci ha parlato molto di te»
Sorrisi ma non dissi nulla.
«So che hai riparato la mia vecchia Camaro» esordì, curioso.
«Oh, sì. Beh è una gran bella macchina, complimenti»
Lui sorrise compiaciuto. «Sei stata molto brava, dovrò sdebitarmi»
Oh sì, avrebbe dovuto, anche perché ho dovuto sopportare Lucas tutto il tempo, ed è come una palla al piede, se non peggio.
«Nessun problema» risposi però.
L'uomo ci guardò per un po', in silenzio, e dopo qualche attimo una lampadina parve accendersi nel suo cervello.
«Oh, voi siete...»
Lo sapevo! Temevo quella domanda. Per Dio, non sarei mai stata con un energumero del genere!
Sapevo dove voleva arrivare, così mi affrettai a scuotere la testa, fin troppo energicamente.
«No!» rispondemmo io e Lucas allo stesso momento. Ci scambiammo un veloce sguardo.
«Oh, quindi non ho interrotto nulla?» chiese guardandoci dubbioso.
«No assolutamente nulla» disse Lucas, aprendo la porta di casa. Scossi la testa ancora una volta, per negare.
Sembravo aver perso l'uso della parola da quanto ero imbarazzata.
«Bene, Tiffany ti inviterei volentieri a cena, ma purtroppo mia moglie non c'è, e Rose è uscita. E io non so neanche come si usa questa...» disse sollevando la padella per mostrarmela.
Sorrisi, leggermente divertita, poi scossi la testa.
«Stia tranquillo, stavo per andare a casa. Mia madre tiene molte alle cene in famiglia»
Il signor Smith annuì comprensivo.
«Una sera vi inviteremo tutti qui, allora.»
Sorrisi, augurandomi però che non accadesse mai.
Mai.
Lucas ci osservava, senza parlare, ma lanciava sguardi ammonitori al suo patrigno come per dire di smetterla.
Salutai il signor Smith, che tornò in cucina per finire la sua lotta con la padella.
Mi voltai verso Lucas.
«Simpatico tuo padre»
Lui mi guardò accigliato.
«Non è mio padre» disse a bassa voce per non farsi sentire.
Scossi la testa e alzai gli occhi al cielo, già scocciata dal suo comportamento. «Beh, ci si vede»
Lui sorrise e io lo sorpassai.
Stavo per uscire quando lui mi afferrò per il polso tirandomi indietro, e poi sentii solo più le sue labbra sulla mia guancia. Oddio.
Mi aveva appena dato un bacio?
Sulla guancia?
Dopo qualche secondo si staccò, mi lasciò il polso e sorrise maliziosamente. Sorrisi, sorpresa, poi lentamente mi allontanai e scesi le scale del portico, percorrendo il vialetto.
Cosa gli era saltato in mente?
E il peggio è che invece di insultarlo gli avevo sorriso.
Peggio ancora: mi era piaciuto.
Solo il suo tocco sul polso mi aveva fatto battere il cuore a mille, figurarsi un suo bacio.
Non avevo mai provato nulla del genere, soprattutto considerando che con i ragazzi ero stata poche volte.
Ma anche baciandoli non avevo mai provato nulla. Ma con lui...era tutto diverso.
Prima mi odiava, come io odiavo lui. Poi mi faceva ingelosire con Abby, poi mi aiutava e dormiva con me. Infine mi baciava...
Che cavolo mi stava facendo Lucas Gray?

Fall (sospesa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora