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Era il dodicesimo foglio di carta che lanciavo alle mie spalle. Ero distesa sul letto mentre invano provavo a disegnare il tatuaggio che Lucas mi aveva chiesto e a terra, sul parquet, c'erano i miei fallimenti.
Non riuscivo a concentrarmi, riuscivo a sbagliare anche il più piccolo particolare.
Le urla di Eddy mi fecero sobbalzare di colpo, facendomi tracciare una riga sull'intero disegno.
«Dannazione Eddy!» sbraitai incazzata e frustrata.
Cancellai la riga e sentii la porta aprirsi, ma continuai il disegno senza voltarmi a guardare chi fosse.
«Non sapevo che Eddy avesse una sorella»
Non avendo mai sentito quella voce smisi di disegnare per un attimo.
Lanciai uno sguardo alla porta spalancata, scorgendo vicino ad essa un ragazzo molto alto e longilineo, che sembrava però abbastanza imponente.
Aggrottai la fronte, pensando a chi cavolo potesse essere, e soprattutto: perché mi stava disturbando?
«Non sono sua sorella» rispondo seccata, riportando poi lo sguardo sul mio lavoro.
Al diavolo, chi me lo aveva fatto fare?!
Mi chiedevo ancora perché avevo accettato.
Oh, sì. Ero in ritardo e avevo urgente bisogno di un passaggio altrimenti Felix mi avrebbe probabilmente tagliato la testa.
«Beh lo so, non gli somigli per niente»
Mi voltai di nuovo verso di lui, squadrandolo da capo a piedi.
I capelli biondi e leggermente lunghi erano buttati all'indietro in modo disordinato, e gli occhi color ghiaccio splendevano.
«E tu saresti...?» chiesi poco interessata puntandogli la matita contro.
«Cody» rispose sorridendo imbarazzato e si portò una mano dietro al collo.
«Bene. Cody perché sei nella mia stanza?»
«Beh, ho sentito una voce urlare e sono venuto qui per vedere chi fosse.» tentò di spiegare.
Mi alzai dal letto velocemente, raggiungendo la porta.
«Cody, non so se sai cos'è l'educazione ma sai, di solito, si bussa prima di irrompere in una camera a caso» lo presi in giro quando mi trovai di fronte a lui.
Accennai ad un finto sorriso e lui rimase un attimo spiazzato, ma poi scosse la testa sorridendo timidamente.
«Oh no hai capito male. Eddy mi ha detto di venire a chiamarti, dice che dobbiamo aiutarlo a spostare i mobili»
Alzai gli occhi al cielo, sempre più infastidita dall'idea di Eddy. Era da una settimana che mi stressava, provando a convincermi ad aiutarlo ad organizzare una mega festa a casa di papà.
«Non se ne parla» feci per indietreggiare ma sentii afferrarmi per un polso.
«Tesorino, non vai da nessun parte»
Girai la testa sentendo la voce di Eddy. Era lui ad avermi afferrata. Scappai alla sua presa.
«Ho invitato anche i tuoi fratelli e i tuoi amici, quindi aiutami» aggiunse guardandomi con occhi scintillanti.
Cody ci osservava tranquillamente.
Sgranai gli occhi.
«Cosa hai fatto??» urlai.
Non avevo voglia di vederli, non ero andata alla festa in spiaggia la settimana scorsa proprio per evitarli e stare tranquilla e ora i miei tentativi erano miseramente falliti.
Lui si morse il labbro, aspettandosi quella reazione da parte mia.
«Ti uccido» sibilai infilandomi le dita tra i capelli sporchi.
Beh si avrei dovuto fare una bella doccia.
«Certo, ma prima mi aiuterai a sistemare la casa» provò a convincermi lui.
«Bene fatti aiutare da Cody e dalla banda di pervertiti che c'è al piano di sotto e che sta facendo questo casino infernale distraendomi dal mio fottuto disegno» dissi tutto d'un fiato, sospirando. Mi buttai a peso morto sul letto.
«Stasera ti distrarrai da tutto, ho invitato tutti i miei amici apposta, così potrai scegliere il tuo preferito.» mi spiegò entrando in camera e puntando le mani sui fianchi.
Era proprio gay...
In quegli ultimi giorni aveva fatto di tutto per addolcirmi e convincermi ad aiutarlo, anche se avevo negato ogni volta. Quindi, ovviamente, sfruttando la situazione gli ordinavo tutto ciò che volevo, e lui eseguiva come un cagnolino fedele. Ma purtroppo il momento dei servigi era finito.
Gli lanciai uno sguardo diffidente e sospettoso.
«Tutti completamente etero e single» aggiunse capendo il motivo del mio scetticismo.
Sospirai e poi mi alzai valutando la situazione.
Il mio sguardo cadde su Mr biondo-occhi-azzurri-e-modello. Non era poi così male...
«Un attimo. Anche Cody è etero?» sbottai stupita sgranando gli occhi.
Cody aggrottò la fronte, come se fosse ovvio e aprì le braccia.
«Stai scherzando?!» si lamentò per poi fare ricadere le braccia lungo i fianchi. Sminuii con un gesto della mano.
«Non si sa mai» borbottai, ma non mi sentirono. «E comunque no Eddy, N O, non ti aiuto»
Lo sentii schiarirsi la voce.
«Sai...potrei dire a tuo padre che ti sei fatta un piercing sul cap-»
«Che stronzo!» sbraitai interrompendolo per non farlo continuare, data la presenza di Cody. «Vaffanculo, va bene. Basta che mi lasciate in pace. Scendo tra dieci minuti» sbraitai scocciata.
Dopo che se ne furono andati chiusi il mio blocco dei disegni e mi infilai un paio di leggins, poi scesi al piano di sotto, dando uno sguardo al mio telefono.
Trovai un messaggio, da...Felix?!
Rilessi il nome per esserne sicura, e si, non avevo le allucinazioni.
Perché mi scriveva per sapere come stavo? E poi con quella inquietante faccina sorridente? Lo ignorai.
«Eeeeddy» lo chiamai per sapere dove fosse.
Non ricevendo risposta camminai verso il salone, e quando alzai lo sguardo dal telefono lo trovai sgombero da ogni cosa. Il piccolo e raffinato tavolino in vetro, i divani bianco latte, lo scaffale e la mega televisione.
Anche il tappeto era sparito, incredibile.
Alzai lo sguardo dal pavimento incontrando lo sguardo di cinque persone, tutti ragazzi, tutti altamente scopabili, compreso Cody.
Ma nessuno di loro mi faceva l'effetto che mi faceva Lucas...Oh mio dio, cosa ho appena pensato!
Meglio che sto zitta o sarò costretta a tagliarmi la lingua.
Mi spiaccicai una mano sulla fronte, dimenticando che mi trovavo di fronte a cinque maschi con gli ormoni a mille che spostavano le ultime cose.
«Finalmente» sentii dire da Eddy, che comparve alle mie spalle entrando in salone seguito da Robert. Immaginai già la scenata di papà e Lisa se avessero scoperto cosa stava architettando Eddy, e mi trattenni dalle risate.
«Ehi Ti» mi salutò posandomi un tenero bacio sulla guancia.
«Ciao Rob, come va?»
«Non c'è male» rispose alzando le spalle.
«Dunque ragazzi» cominciò a dire Eddy, allargando le braccia «e ragazza» aggiunse voltandosi verso di me.
«Potrei dire lo stesso di te» borbottai e tutti ridacchiarono.
Eddy mi mandò un bacio volante seguito da un dito medio e mi fece ridere.
«Abbiamo quasi finito; lei è Tiffany, la figlia del mio patrigno. Ad ogni modo dobbiamo pulire la piscina quindi, al lavoro!»

***

«Eddy noi dobbiamo lasciarci» gli spiegai mentre mi pettinavo i capelli bagnati davanti allo specchio di camera mia.
Lui di fianco a me, mi osservava pensieroso.
«Altrimenti come potrei provarci con uno dei tuoi fantastici amici? Cioè che poi tutti penserebbero da soli che ci siamo lasciati se io ci provassi con qualcun altro...» valutai posando la spazzola e tamponando i capelli con l'asciugamano. «Poi a Lucas non frega nulla, ci ho rinunciato!»
Lui fece spallucce.
«Se pensi sia la cosa giusta...va bene» disse avvicinandosi. «Devo fingermi addolorato? O menefreghista? Oppure potremmo raccontare che eravamo d'accordo sul rimanere amici»
«Concordo. Amici.» annuii risoluta.
«Ora sorge un altro problema. Cosa diavolo mi metto?»
Lui osservò la mia faccia sconvolta, poi scoppiò a ridere.
«Lavoro mio» rispose alzando una mano in aria, come fosse a scuola.
Mentre lui entrava nella cabina armadio io mi srotolai dall'asciugamano con cui mi ero avvolta e infilai velocemente reggiseno e mutande. Non mi vergognavo di Eddy, gay com'era l'unica cosa che avrebbe potuto dire era che dovevo fare risaltare le tette mettendo un push up.
Mi osservai allo specchio mentre asciugavo i capelli.
La mia mente corse a Lucas, non sapevo per quale motivo, ma pensai subito che il tatuaggio gli sarebbe stato benissimo sull'avambraccio. Spensi il phon.
«Eddy»
Lui rispose con un verso.
«Tu...tu sei innamorato di Rob?» aggiunsi timorosa.
Vidi la sua testa sbucare dalla porta della cabina armadio, il suo sguardo era incuriosito.
Valutò la situazione ma seguì il silenzio.
«Sì. Sì, sono innamorato di lui. Non so se anche lui...»
«Cavolo, puoi scommetterci!» lo interruppi, per non farlo rattristare. Sapevo quanto gli pesasse il fatto di non stare ufficialmente insieme a lui.
«Non vedi come ti guarda» gli confidai, tornando poi ai miei capelli.
Pensavo di continuo di essere innamorata di Lucas, ma volevo capire se era davvero così.
«Cosa si prova? Quando si è innamorati intendo» chiesi ancora scuotendo la testa.
«Senti che se quella persona non ci fosse, non fosse con te, potresti morire dal dolore. Ti senti senza fiato quando la vedi o quando ti sorride e dice qualcosa di dolce» spiega perdendosi a guardare fuori dalla finestra.
Sorrisi intenerita.
«Ei» mi voltai verso di lui «Lui ti ama. Starete insieme»
Cerco di rassicurarlo perché, oltre ad essere certa di quello che dico, non voglio vederlo così triste.
«E sai che non mento mai» aggiunsi dopo aver visto il suo sguardo indeciso.
Sbuffò emettendo un versaccio, poi si alzò dal mio morbido letto.
«Ad ogni modo, non ho la più pallida idea di come prepararti per stasera. Uh, hai il culetto più tonico vedo. Allora optiamo per un paio di pantaloni che lo mettono in risalto» osservò guardandomi per bene, poi tornò da dove era venuto, ovvero dalla mia cabina armadio.
Mi truccai per una volta accuratamente, facendo molta attenzione a non creare sbavature o altro, e indossai i vestiti che Eddy mi aveva portato.
Mi piacerebbe dire che mi sentivo a mio agio, nei jeans bianchi tagliati sul ginocchio e quella fastidiosa maglia che andava portata senza reggiseno, ma non era così.
Odiavo il mio look, e feci di tutto per allungare le cose.
Non volevo scendere al piano di sotto.
Avrei visto Lucas, e non volevo parlargli o incrociare quegli occhi color giaccio, che ti catturavano e ti tenevano prigioniero. Non volevo sentire il mio cuore fare "crick" o "crack" a ogni occhiata che lanciava ad una ragazza e non volevo festeggiare.
E poi, che senso aveva la festa di Eddy? Nessuna, semplicemente approfittava dell'assenza di Lisa e papà.
Sospirai. Eddy era sceso da un pezzo, e io ero ancora in camera mia a fare avanti e indietro come una stordita, pensando già ai postumi che avrei avuto la mattina successiva.
Okay, non dovevo bere troppo.
Presi un respiro profondo e mi infilai i tacchi, pensando che quella sarebbe stata la mia rovina.
Appena aprii la porta la musica si fece più forte e arrivò alle mie orecchie, facendo rimbombare il mio cuore.
La mia mente continuava a ripetere il suo nome mentre scendevo le scale. Lucas, Lucas, Lucas.

•••
Ed eccomi di nuovo qui con un nuovo capitolo!! (Mi sono venute alcune idee diaboliche muahaha)
Spero vi piaccia cuori miei

-Theheadfullofmind 💋

Fall (sospesa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora