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Parcheggiai di fronte casa mia, sospirando. Appena tornavo lì mi invadevano i ricordi.
Sospirai di nuovo, come se ciò potesse calmarmi, appoggiando la testa al sedile della mia bellissima e nuovissima auto sportiva.
Mi diedi un veloce sguardo allo specchietto. Aveva deciso tutto Eddy, ordinandomi di mettere eye-liner, mascara, rossetto color pesca e altri chili di roba.
I capelli erano pettinati in uno chignon che mi faceva schifo, sembravo una ballerina idiota, e indossavo un paio di skinny jeans neri e le mie buone vecchie Jeffrey Campbell nere, con tacco ovviamente, mentre sopra una camicetta bianca sbracciata, con scollatura a U, "molto cool" come aveva detto Eddy.
Feci una smorfia e mi sciolsi i capelli, togliendo le forcine e lanciandole sul sedile.
Molto meglio, sembravo più me stessa ora.
Forza e coraggio Tiffany.
Audrey Hepburn nel film ne avrebbe avuto no?
Scesi dalla macchina prendendo la borsa e percorsi il vialetto di casa mia. Suonai il campanello. Mi sembrava di essere un'estranea, anche se quella era casa mia. Poco dopo aprì Beth, che mi abbracciò subito.
«Tiff» aveva un sorriso tirato. Probabilmente sapeva qualcosa che io non sapevo.
«Ehi»
Entrai, e mi accomodai sul divano, sfinita.
«Io e te dobbiamo parlare» dissi a Beth, che si stava sedendo accanto a me.
Lei sorrise capendo che volevo parlare di Eddy e della festa.
«Perché a scuola hai detto a tutti che tra Eddy e me c'è qualcosa quando sai benissimo che non c'è niente?» chiesi incrociando le braccia al petto.
Lei sospirò, portandosi due ciocche di capelli dietro le orecchie. «Beh sai che io voglio indagare...volevo fare ingelosire Lucas. Anche se so che Eddy non è il tuo ragazzo e anche Rose lo sa»
«Come immaginavo» mormorai guardandola.
«Ti ricordi al pub cosa ti avevo detto?»
Lei aggrottò la fronte, pensando.
«Che se le mie " indagini" non avessero portato a niente avrei dovuto lasciar perdere?»
«Si esattamente, e non valeva solo per quella sera, ma in generale» deglutii sentendo un nodo formarsi in gola. Spostai lo sguardo altrove e continuai. «Lo hai visto anche tu che Lucas non prova nulla e che con me si divertiva semplicemente no? Ma voi non ci avete creduto finché non me lo ha detto.»
Mi mossi i capelli stressata da quella storia.
«Lo so Tiff...e a proposto di questo volevo chiederti scusa per averti in qualche modo messo in testa le mie convinzioni...sai, che tu gli piacessi. Un po' è anche stata colpa mia. Ma voglio anche che tu sappia che secondo me non è stato sincero con te...»
Mi accarezzò un braccio, mentre io alzavo gli occhi al cielo. Stava davvero penando anche lei che mi avesse mentito? «Oh andiamo» mormorai.
«No ascolta. Alla festa di ieri sera ti guardava sempre, e non hai visto come guardava Eddy! E quando vi baciavate lui andava completamente...»
La interruppi, scuotendo la testa, ma lei continuò: «andava completamente fuori di testa!»
Mi morsi il labbro cercando di calmarmi. Ripensare a Lucas mi faceva stare male. Era una cosa indecente.
«Fatto sta» mi appoggiai sconfitta allo schienale imbottito del divano «che ha portato quella Clarisse con sé, e odio dirlo ma non era affatto brutta. E anche se mi avesse mentito, come insinuate tutti, non mi dirà la verità. E finché non accadrà, e non accadrà mai, io ho chiuso con questa storia»
Spostai lo sguardo su di lei che mi osservava dispiaciuta. «Spero tu capisca» aggiunsi forzando un sorriso.
Lei annuì. «Uhm, per quanto riguarda stasera devi sapere una cosa» disse poi mordendosi la lingua. Cosa mi stava nascondendo? Stava per aggiungere altro, quando mia madre entrò in sala.
«Ciao tesoro!» mi salutò abbracciandomi. «Sei bellissima»
«Mamma» ricambiai l'abbraccio, stringendola a me. «Anche tu»
Indossava un completo elegante nero e un paio di décolleté color carne
«Dove andiamo?» chiesi sospirando guardando anche Beth.
Anche lei era bellissima, con i capelli sciolti, trucco perfetto, maglia nera e un paio di pantaloni bianchi.
Beth alla mia domanda si irrigidì, e mia mamma scambiò uno sguardo con lei.
«Avanti qualcuno mi dica qualcosa» le invitai alzando un sopracciglio.
E lì capii. No cazzo no.
Dio ti prego, io ti chiedo di fare in modo che non sia quello che sto pensando. Oh ti prego, ti...
«I genitori di Lucas ci hanno invitato a cena» disse Beth tutto d'un fiato.
Grazie Dio, oh andiamo, mi vuoi così male?
«Cazzo» sussurrai, osservando il soffitto. «Potevate benissimo non chiamarmi, insomma, sapete cosa è successo! Non vi pare che io ci stia già di merda?» sbraitai lanciando la borsetta sul divano.
Mi morsi il povero labbro che da prima chiedeva pietà.
«Mi dispiace amore, ma i suoi genitori volevano ringraziarti per aver riparato la macchina, e suo padre mi ha detto che aveva promesso di invitarci a cena» si giustificò mia madre abbracciandomi.
Ecco perché non aveva detto nulla sulla cena, perché sapeva che non sarei venuta. Ricordai il giorno in cui ero andata da Lucas per fare la ricerca di biologia e suo padre mi aveva detto di volerci invitare lì per una cena. Eccome se lo ricordavo, pensava stessimo insieme!
Mi vedevo già li, seduta e zitta mentre osservavo Lucas mangiare e non dire nulla, o in alternativa sfottermi per aver creduto sul serio che provasse qualcosa per me.
Imbarazzante.
«Ti prego vieni. Fallo per me» mormorò mia mamma, guardandomi con i suoi bellissimi occhi verdi.
Oh, vaffanculo!
Scossi la testa.
«Va bene. Va bene verrò.»
Beth e la mamma sorrisero emettendo un gridolino di gioia.
«Ma» le ammonii «sappiate che siete state scorrette e non ricapiterà un'altra volta.»
«Promesso» disse Beth abbracciandomi.
Aah, piccole stronzette incorreggibili.
Recuperai la mia borsa e
il mio giacchetto, infilandolo, per poi seguire la mamma e Beth.
Arrivammo alla porta della casa accanto, mentre sussurravo di continuo "vi prego ammazzatemi".
«Siamo ancora in tempo a tirarci indietro» dissi prima che il dito di mia mamma toccasse il campanello.
Alzò gli occhi al cielo, premendo il bottone.
Sospirai per non sparare una parolaccia dopo l'altra, mentre Beth per poco non scoppiava a ridere.
Oltre la porta si sentì la voce di qualcuno, poi di qualcun altro.
La porta si aprì svelando un perfetto cretino in jeans neri e maglia grigia.
Ti strapperei quei dilatatori a morsi piccolo stronzo.
«Buonasera signora» salutò sorridente mia madre.
Lo guardavo in cagnesco, ma lui fece finta di non farci caso.
«Ciao» disse spostando lo sguardo su di noi.
«Entrate pure»
Oltrepassai la soglia di casa, e mi diedi della stupida per non averlo ammazzato prima. Avevo avuto molte opportunità sin dall'inizio: con la palla da football, con una librata in testa, affogandolo, facendolo andare in coma etilico...
«Potete dare le giacche a me»
Venni distratta dalla sua voce roca e sexy. Beth e la mamma si stavano sfilando le giacche per darle gentilmente a Lucas, ringraziandolo. Mi tolsi la giacca seccata e gliela lanciai addosso con la mia solita eleganza.
Lo sentii mugugnare qualcosa, ma mi diressi a grandi passi verso la sala, dove provenivano le voci di Ben e Nash.
Appena misi piede lì, scoppiarono a ridere dopo avermi guardata in faccia.
Si vedeva così tanto che non volevo essere lì?
Il mio disagio cresceva a dismisura. Ben, Nash e Rose erano seduti su un divano color tortora di pelle. Era un salotto carino: i muri erano chiari e alle pareti erano appese due fotografie e un dipinto di un campo di grano. La televisione era posizionata davanti al divano, ed era accesa.
«C'è così tanto da ridere...» sbraitai aprendo le braccia.
«Non sapete quanto ho pregato perché questo non accadesse»
Loro scoppiarono a ridere. Ero così ridicola? Rose si alzò per abbracciarmi e confortarmi.
«La tortura finirà presto Ti» disse ridacchiando.
Alzai gli occhi al cielo, mentre quei due cretini dei miei fratelli mi prendevano in giro per la comicità della situazione.
«Siete dei brutti...»
Non feci in tempo a sparare la mia perla di saggezza, che la voce del padre di Rose e Lucas mi chiamò.
«Tiffany, che piacere rivederti» disse sorridente.
Mi voltai mostrando un finto sorriso, stringendo la mano che mi stava porgendo.
Uh, com'è che si chiamava già? Tony... No, Thomas forse.
Ah ecco, Tobias.
Dietro di lui vidi una donna bellissima avvicinarsi: occhi azzurrissimi e capelli castani. Un po' assomigliava a Lucas, soprattutto per gli occhi e la loro forma.
«Ciao cara, tu devi essere Tiffany, io sono Teresa. È un piacere conoscerti, i ragazzi mi hanno parlato così tanto di te...» sorrise, mostrando i denti bianchi e la bocca dipinta di rosso.
Ricambiai il sorriso, stringendole la mano.
«Anche per me lo è signora»
«Che ragazza gentile» mormorò girandosi verso mia mamma e guardandola intenerita.
Se solo conoscesse la vera me.
Sentii alle mie spalle Ben trattenere una risata.
Mi morsi il labbro per non ridere mentre mia mamma mi ammoniva con lo sguardo.
Dovevo trattenermi.
Teresa mi tirò a sé per poggiarmi due baci sulla guancia.
Davvero le avevano parlato di me? Avevano, che esagerazione. Di sicuro solo Rose aveva parlato di me ai suoi.
«Ho pensato di invitarvi qui a cena, come avevo già detto a Tiffany per conoscervi, visto che non ce n'è stata l'occasione.» spiegò Tobias gesticolando. Lucas ci raggiunse, appoggiandosi allo stipite della porta.
Cercai di non guardarlo, come facevo ormai da giorni, ormai ero più che abituata a fregarmene di lui e a fingere che non ci fosse.
Lui non sembrava granché turbato all'idea di avermi davanti, ma probabilmente non lo dimostrava e basta.
«Accomodatevi» disse Teresa guidandoci verso la sala da pranzo, al cui centro c'era un tavolo apparecchiato con tovaglia bianca, piatti piani e fondi, posate, calici per il vino e bicchieri per l'acqua.
Ci accomodammo a tavola, e guarda caso, come immaginavo (o temevo, dipende dalla prospettiva) mi trovai di fronte a Lucas.
«Porca put-»
Feci per alzarmi e cambiare posto con Beth.
«Cosa, Tiffany?» chiese innocentemente Teresa.
Mi risedetti al mio posto.
Merda. «Nulla, dicevo...che la tovaglia è molto bella! È ricamata a mano?»
Mi dovrebbero dare il premio per migliore attrice.
Lucas si tratteneva dal ridere, perché aveva sentito benissimo la mia imprecazione.
I suoi occhi si illuminarono. «Oh si! L'ho ricamata io»
Si dilungò su tecniche insegnatele da sua madre, ma che sicuramente aveva trovato su internet, cercando nei blog per nonne in pensione.
Tobias portò in tavola una teglia di pasta. Sembrava molto buona.
«Questa è pasta con gamberi, pomodoro e zucchine» spiegò lui.
Il profumo era buono, e avevo fame, e quando avevo fame qualsiasi cosa era commestibile per me. Tobias servì le porzioni, e dire che mi avventai sul mio piatto era un eufemismo.
Beth, affianco a me mi diede una gomitata. La fulminai con lo sguardo.
«Ti, sembri un camionista affamato» sussurrò.
«Io sono un camionista affamato» affermai ovvia. Continuai a mangiare, ascoltando le chiacchiere degli altri. Teresa spiegava che lavoro faceva, ovvero gestiva un negozio di abbigliamento che non avevo mai visto andando in giro. Avrei potuto chiederle di farmi lavorare un po' li, se non mi avessero preso come modella.
AH AH AH, certo che no.
Avevo partecipato per far felice quella commessa fuori di testa, che pensava fossi una fotomodella. Pensavo mi prendesse in giro all'inizio.
«Voi ragazzi, siete in classe con Rose e Lucas vero?» chiese Teresa posando la forchetta nel piatto e pulendosi la bocca.
«Sì esatto» rispose Beth sorridendole.
Lei annuì. «Andate bene a scuola?» chiese di nuovo.
Oh, sì splendidamente.
«Uhm, si abbastanza» rispose Ben.
Oh andiamo lui non apriva libro dalla mattina alla sera. Era già un miracolo che si presentasse a scuola.
«Parla per te» mormorai masticando. Beth mi lanciò un'occhiataccia, come per dirmi che nel galateo non era previsto parlare a bocca piena.
Io lo avrei stracciato tempo fa il galateo.
Tobias rise allegramente.
«Oh si è vero, Tiff va benissimo a scuola» confermò Rose rivolta ai genitori.
Loro mi guardarono compiaciuta, come se meritassi un premio.
«Oh, non...» cominciò a dire la signora Gray.
«Non si direbbe, lo so» la interruppi, annuendo.
«Oh no, è che sembri una ragazza che da molto peso all'apparenza, più che ad altre cose.» ridacchiò. «Mi sbagliavo, perdonami»
Scossi la testa alzando le spalle. «Veramente esco come mi capita, non guardo più di tanto il mio aspetto. Di solito ci pensano gli altri»
Gli altri ridacchiarono, mentre Rose portava in tavola la carne seguita da un contorno di patate al forno.
«Mamma, pensa che l'ho accompagnata a fare i provini da fotomodella» disse risedendosi.
Mm non si poteva parlare di qualcun altro?
Riempii il mio bicchiere di vino, e mandai giù un sorso.
«Davvero?» chiesero.
No, per finta.
«Uhm, si» mormorai.
«Ti hanno presa?» chiese Lucas.
Lucas Gray aveva parlato? No impossibile, mi sembrava si fosse mangiato la lingua assieme alla pasta.
Sospirai, evitando il suo sguardo mentre tagliavo la carne.
«Mi faranno sapere» risposi.
Gli altri cominciarono a parlare del lavoro che svolgevano, e di alte cose inutili e i ragazzi di altre.
L'unica cosa buona della situazione era il cibo. Oh e non dimentichiamo il vino.
Quello sarebbe servito.

Fall (sospesa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora