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Tornai a casa quel pomeriggio, piena di pensieri. Lucas aveva pagato il conto del bar, ed era stato perfino troppo gentile.
Appena chiusi la porta di casa la mamma si precipitò ad abbracciarmi.
Stava ancora piangendo, così la strinsi a me.
«Se n'è andato?» chiesi accarezzandole la schiena.
Lei annuì. Raggiungemmo il divano e mi liberai della giaccia e della borsa.
Avrei dovuto farmi una doccia.
Ben e Nash scesero dalle scale che portavano al piano di sopra, e si accomodarono vicino a noi.
«Mamma» la chiamai accarezzandole la spalla.
«Come stai?»
Lei scrollò le spalle «Beh sapevo che prima o poi si sarebbe fatto vivo...quindi bene. Sono solo un po' sconvolta»
«A chi lo dici...» mormorò Nash.
La mamma ci sorrise, accarezzandoci i capelli.
«Venite qui» disse per poi abbracciarci forte.
«Sei il nostro eroe mamma» dissi.
Ben e Nash annuirono d'accordo con me, mentre vidi nascere sulle labbra di mia mamma un sorriso.
«E voi i miei»

***

«Quindi sta qui il tuo errore, non devi sottrarre ma aggiungere, capito?»
La professoressa di matematica stava correggendo un mio compagno continuando a indicare alla lavagna l'equazione che aveva scritto.
Per quanto riguardava me, ero presente fisicamente ma non mentalmente. Continuavo a guardare punti indefiniti per qualche minuto.
Poi accavallavo una gamba.
Guardavo fuori dalla finestra.
Accavallavo l'altra gamba.
Andavo avanti così dall'inizio della lezione, ma fortunatamente la professoressa non se ne era accorta.
Quando suonò la campanella della pausa pranzo finalmente mi alzai per uscire dall'aula il più in fretta possibile.
Raggiunsi il tavolo dove erano già seduti i miei amici, senza prendere neanche un vassoio.
Mi sedetti nel posto libero accanto a Rose e salutai tutti.
«Non mangi?» chiese Chris notando che non avevo nessun vassoio con me.
«Non ho fame...» risposi.
Erano passati due giorni da quando mio padre era venuto a farci visita e non mi ero ancora ripresa del tutto. Appena lo avevo raccontato a Beth era rimasta senza parole, e aveva cercato di consolarmi in tutti i modi, non riuscendoci.
Mentre mi mordicchiavo un'unghia alzai lo sguardo verso di lei, che sorrideva baciando Tay e il mio umore peggiorò ulteriormente.
Lucas in quei giorni mi aveva mandato un messaggio ogni tanto, per chiedermi come stavo, ma non ci avevo più parlato perché era sempre con Abby e non lo vedevo molto. Chissà se aveva portato anche lei papà casa sul lago.
Magari ci aveva ripensato e aveva portato anche lei, magari l'aveva fatta dormire sul letto dove noi avevamo dormito insieme, e magari loro non avevano solo dormito.
L'avevi visto solo nei corridoi a mangiare la faccia a quella gallina, o seduto al banco, a lezione.
Non perdevo neanche tempo a pensare che era strano e tutto il resto.
Non sarebbe mai riuscito a parlarmi per più di due giorni di seguito, ormai lo sapevo.
«Che ne dite di andare a lezione di surf in questi giorni? Il tempo è perfetto e abbiamo i pomeriggi liberi questa settimana no?» propose Ben bevendo dalla bottiglietta d'acqua.
Sarebbe stato bello, io avevo provato molte volte.
Ben aveva imparato un anno in cui era andato in vacanza con gli amici e diceva che era divertente ed era vero.
Annuii convinta.
«Ci sto» disse Nash seguito poi dagli altri.

***

«Cazzo Ben, come fai?» sentii urlare da Lucas.
Eravamo in piedi sulla spiaggia a guardare Ben solcare le onde con la sua tavola. L'acqua non era eccessivamente fredda, ma era increspata a causa del vento.
Misi una mano accanto agli occhi per proteggermi dal sole.
Mannaggia a me che mi ero dimenticata gli occhiali!
Ben aveva un'agilità che sorprendeva tutti, compresa me. Io non ero così brava, mentre lui faceva muovere quella tavola come voleva.
Non vedevo l'ora di mettermi alla prova.
Tirai su la mia tavola, affittata un'ora prima, e la misi al mio fianco.
La mia non era troppo pesante perché era proporzionale al mio peso e alla mia altezza.
Ben solcò l'ultima onda, poi ci raggiunse a riva, correndo sulla sabbia e tenendo la tavola sottobraccio.
«Ci metterete un po' ad imparare» disse ancora con il fiatone.
Era un sport molto faticoso ma allo stesso tempo bellissimo.
«Venite» ci invitò, cominciando a tornare in mare. Avanzai fin dove l'acqua arrivava alle ginocchia, poi mi distesi sulla tavola, a pancia in giù.
Infatti Ben subito spiegò agli altri.
«Ora, prima che l'acqua sia troppo alta, salite a cavalcioni sulla tavola»
Tutti lo fecero e io li osservavo in attesa. Beth e Rose non erano volute venire, trovando la scusa che "non era uno sport per loro".
Sapevo che in realtà dovevano andare a fare shopping.
«Ora coricatevi a pancia in giù e muovete le braccia per nuotare verso il largo»
Mi risvegliai dai miei pensieri e nuotai come gli altri.
«Raggiunto il largo dobbiamo solo attendere l'onda giusta» disse Ben passandosi una mano tra i capelli. «Prima che arrivi mettetevi seduti come prima, e al mio segnale nuotate verso di essa e alzatevi in piedi piano; se fate tutto correttamente prenderete l'onda. É molto importante mantenere l'equilibrio quando siete in piedi, piegare leggermente le gambe e molleggiarci su di esse. Per ora cominciate semplicemente a riuscire a stare in piedi senza cadere»
Poco dopo arrivò un'onda abbastanza grande per poterla cavalcare, così cominciai a nuotare verso di essa proprio mentre Ben dava il via.
Abbastanza vicina mi alzai lentamente di poco e quando l'onda raggiunse la tavola ero accovacciata e pronta per alzarmi. L'onda sollevò la mia tavola e quella degli altri e mi portò velocemente avanti. Non sapevo fare molte manovre, ma girare la tavola si.
Feci pressione coi piedi guidando la tavola verso sinistra.
Barcollai ma ripresi l'equilibrio proprio quando vidi Taylor cadere.
Aveva perso il controllo della tavola suscitando la mia risata.
Anche Lucas e Chris erano caduti e ora si reggevano alla tavola con il corpo a mollo nell'acqua.
L'onda si appiattì e così mi risiedetti sulla tavola. Nuotai per avvicinarmi ai miei amici, battendo poi il cinque con Ben.
Nash invece ci aspettava sulla spiaggia. Lo spaventavano queste cose, aveva paura di farsi male e non era un tipo che praticava molto sport. Era pigro, il ragazzo a cui piace dormire con la faccia spiaccicata sul cuscino e la bocca spalancata.
«Diventerò bravo come te amico, è una promessa» disse Lucas rimontando sulla sua tavola.
«C'è una cosa che non sai fare tu?» chiese poi indicando me e ridendo.
Mi aveva appena parlato, miracolo!
Allora mi guardava quando ero sulla tavola se aveva notato che ero capace.
Aah, ma che dico?
Abbassai lo sguardo ridendo.
«Oh sì, non è capace a cucinare» rispose Ben al posto mio.
Era vero, ero un disastro. Mi dimenticavo sempre della roba che mettevo sul fuoco e la lasciavo bruciare la maggior parte delle volte.
Il sole ci scaldava, e il vento alimentava le onde, così continuammo per tutto il pomeriggio a surfare.

***

LUCAS' POV
Uscimmo dall'acqua a passo svelto, con le tavole sottobraccio.
Era stato un bel pomeriggio. Soprattutto questo momento...
Tiffany era davanti a me e persi qualche secondo a guardare quel bel culetto. Mi morsi il labbro costringendomi a spostare lo sguardo su qualcos'altro che non fosse il suo sedere, altrimenti le conseguenze sarebbero state peggiori.
Quanto mi faceva sudare quella ragazza...era difficile da capire, ma poi quando ci stavo insieme sentivo che si creava un forte legame tra noi.
Lei era diversa dalle altre.
Non ci provava, non faceva la gatta morta... Ed era talmente bella che se lo sarebbe potuta permettere.
Era orgogliosa e convinta di ciò che faceva, e probabilmente non avevo mai conosciuto una ragazza più tosta di lei.
Faceva anche a botte.
Immaginando la scena di qualche sera fa mi venne da sorridere.
Inizialmente ero andato avanti con gli altri senza accorgermi di nulla, ma poi vidi che mancava qualcuno.
E quando mi voltai per vederla tirare quel perfetto gancio destro volevo esultare, perché quel coglione se lo meritava.
Vedevo come la guardava anche da lontano e mi dava fastidio, anche se non capivo il perché.
Sentii la risata di Tiffany e alzai lo sguardo per guardarla.
Era bellissima quando rideva.
Non c'era nessuna ragazza più bella di lei, e neanche Abby era così sexy in costume.
Okay Lucas, sei patetico.
Rallentai il passo, mentre lei correva via perché Nash la schizzava con l'acqua e gli tirava la sabbia addosso.
«Glielo dirai prima o poi?»
Mi girai verso destra, riconoscendo la voce di Chris.
«Cosa?»
Scesi dalle nuvole, tornando alla realtà.
Avevo sentito eccole e sapevo benissimo di cosa stava parlando, ma preferivo far finta di niente.
«Oh andiamo» rise asciugandosi il viso bagnato con la mano.
«Lo sai benissimo di cosa parlo»
Arrivò anche Tay, seguito da Ben.
«Anche noi lo sappiamo» disse il biondo posando la tavola a terra.
«E ti posso dire che la fai stare davvero male»
Alzò le spalle, sedendosi sulla sabbia, poi continuò.
«Lei non lo mostra perché é abituata a non far trasparire le sue emozioni. Ma ci tiene a te.»
La osservai per qualche secondo mentre lottava con il fratello nella sabbia. Non potevo, non ne ero più capace.
«Ed è evidente che tu tieni a lei» concluse Tay dandomi una pacca sulla spalla.
«E con questo?» chiesi alzando un sopracciglio.
«Lucas smettila di fare il coglione» sbuffò Chris. «Fatti avanti, non illuderla»
Scossi la testa, loro non capivano.
«Vi devo ricordare com'è finita con Jenny?»
Solo pronunciare il suo nome mi provocava ancora una fitta al petto, ma la ignorai.
«Se ne è andata come tutte. Io ero innamorato e lei se n'è andata. Mi ha lasciato solo e nella merda, causandomi solo problemi!»
«Amico, è acqua passata okay? Prima o poi dovrai dimenticartelo, o perlomeno passarci sopra» mi rispose gesticolando Ben.
Ci sarebbe voluto ancora tempo.
«Bisogna rischiare a volte Lucas. Bisogna aprire un nuovo libro e scriverci nuove pagine» disse Chris prima di allontanarsi con gli altri.
Che situazione di merda.

Fall (sospesa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora