Sia Rose, alla mia sinistra, che Beth, alla mia destra, camminavano accanto a me il lunedì mattina seguente.
Sapevo che entrambe ci tenevano ad accompagnarmi in classe, soprattutto dopo quello che era successo tra me e Logan.
Continuavano a ripetere che capivano il mio stato d'animo, capivano il mio "momentaneo stato di shock", come lo chiamavano, e capivano il fatto che non volessi parlarne con nessuno.
La verità era che non sapevano cosa provavo. Il mio non era shock, nè uno stato d'animo negativo. Semplicemente mi sentivo salva. Il sentimento era simile alla felicità, quella felicità che si prova nel fuggire da una prigione o nel salvarsi la vita durante un incidente.
Se ne esce con alcuni danni forse, ma vivi.
Io mi sentivo all'incirca così, diminuendo ovviamente la dose di tragicità presente in questi esempi.
Era una cosa di cui loro non avevano idea, proprio perché io non volevo parlare dell'accaduto con nessuno.
Non lo sapeva nessuno al di fuori dei miei amici, e non ci tenevo a farlo sapere ai miei genitori.
Tuttavia, l'unica cosa che volevo fare era non vedere mai più Logan.
Non provavo il desiderio di vendicarmi, né di prenderlo a botte. Volevo solamente scordarmi della sua esistenza.
Sentii una mano poggiarsi delicatamente sulla mia spalla, e ciò mi riportò alla realtà, facendomi uscire dalla bolla di pensieri che si era creata attorno a me. Rose mi sorrideva invitandomi a entrare in classe.Tutti i giorni, per qualche mese, andò avanti così, era una lunga storia che si ripeteva sempre, all'infinito.
Mi svegliavo, mi vestivo, Beth e Rose arrivavano, andavamo tutti a scuola. Tornavo a casa, studiavo, dormivo.
Sveglia, scuola, casa, studio, letto.
Non uscivo più il sabato sera.
Non che fossi depressa o scioccata, ma non avevo più voglia di fare nulla. Non avevo più voglia di continuare a vivere sempre nello stesso posto, vedere le stesse facce, ascoltare le stesse persone.
Forse avevo paura di vedere Logan. Non sapevo cosa aspettarmi da lui, anche perché per un momento mi era piaciuto sul serio come ragazzo.
Quanto mi sbagliavo.
A volte Cody veniva a trovarmi, cercando di farmi ridere e ci riusciva anche se con un po' di fatica.
Mi portava in giro qualche volta, a mangiare un gelato o semplicemente a fare una passeggiata in centro.
Di Lucas non avevo più avuto notizie.
Il signorino era scomparso, e come al solito io ero quella ragazza neanche minimamente calcolata, con cui parlare occasionalmente.
Non ne ero sorpresa, ero abituata ai suoi lunatici cambiamenti di comportamento, anche se cominciavo a farmi l'idea che fosse psicopatico o avesse una doppia personalità.
Mi diressi verso l'uscita della scuola quando qualcuno mi fermò, tirandomi per un braccio, e non appena mi voltai per vedere chi mai potesse essere mi immobilizzai sul posto.
Era Logan, e mi stava tenendo per la manica della giacca.
Il suo viso era diverso dal solito: le occhiaie sotto gli occhi erano accompagnate da due lividi violacei sulle guance, e le labbra screpolate avevano un piccolo taglio.
Perché era ridotto così?
«Che cosa ci fai tu qui?» riuscii a dire, mettendo una parola dietro l'altra.
Fortunatamente c'era molta gente e non avrebbe potuto farmi niente. Giusto?
Cancellai dalla mia testa quella idea malsana. Non avrebbe potuto sfiorarmi neanche con un dito perché glielo avrei spezzato.
Strattonai il braccio, e lui mollò la presa senza esitazione.
Rimase in silenzio per qualche istante e poi mise le mani in tasca, guardandosi i piedi.
«V-volevo...» provò a spiegare, ma si bloccò, forse in cerca di coraggio, di fiato o di parole adatte. «Volevo chiederti scusa. Ma non il solito "mi dispiace tanto" e bla bla bla»
Rimasi in silenzio per farlo finire, anche se non gli avrei detto una parola.
Non mi servivano le sue scuse.
La scena della notte in cui aveva tentato di farmi del male prese vita nella mia mente ma cercai di cacciarla.
«Io non mi capacito di ciò che ho fatto...insomma non mi è mai passato per la testa di violentare una ragazza, n-non so cosa mi sia preso. Ero ubriaco e so che questo non giustifica ciò che ho fatto ma non ero in me»
Mi guardai attorno, perché mi sentivo in soggezione sotto il suo sguardo penoso.
In lui si leggeva pentimento e tristezza, vergogna per ciò che aveva fatto.
«Esatto, il fatto che eri ubriaco non giustifica nulla, hai comunque sbagliato e non sono pronta a perdonarti ora» dissi secca, tentando di chiudere il discorso, che stava già durando troppo.
Logan sentendo quelle parole incurvò ancora di più le spalle ma rimase in silenzio, giocherellando con i suoi pollici.
Sembrava veramente a pezzi.
Non riuscii a distogliere lo sguardo da quei brutti lividi sul suo volto.
Mi pentii già da subito per la domanda che stavo per fare.
«Chi ti ha fatto questo?»
Lui alzò lo sguardo velocemente, sfiorandosi appena lo zigomo violaceo.
Balbettò qualcosa, in agitazione, ma poi sospirò affranto.
«Non posso dirtelo, ho già fatto troppi errori» mormorò.
Avevo già qualche idea in proposito ma volevo sentirmi dire che non era ciò a cui stavo pensando.
Cambiai tono, rendendolo più duro del dovuto.
«Se non vuoi farne un altro, allora, dimmi chi ti ha fatto questo»
Sospirò e seguì un attimo di silenzio, riempito dalle chiacchiere e dai passi degli studenti. Ormai erano usciti quasi tutti.
Lo osservai mentre il cuore batteva a mille e dentro di me pregavo perché non fosse stato...
«È stato Lucas»***
«Lucas apri questa dannata porta!» urlai ancora più forte di prima.
Era da mezz'ora che sbattevo i pugni sulla porta, ma Lucas non si decideva ad aprirla.
Sapevo che era in casa, ne ero sicurissima, ne ero certa.
Me l'avrebbe pagata cara.
La porta si aprì d'un tratto, mente il mio pungo rimase sospeso a mezz'aria.•••••••
ECCOMI QUII!
DI NUOVO IO 😂
MI DISPIACE UN SAAACCO DI NON POTER AGGIORNARE COSTANTEMENTE MA HO VERAMENTE TROPPI IMPEGNI SIA SCOLASTICI CHE NON, CHE MI PRENDONO MOLTO TEMPO E NON MI PERMETTONO DI SCRIVERE.
SPERO CHE CONTINUIATE A SEGUIRE LA MIA STORIA E CHE CONTINUI A PIACERVI!
💋- THEHEADFULLOFMIND
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Fall (sospesa)
RomanceDopo quella sera, quella fottuta sera in cui mio padre ci abbandonò, tutte le mie certezze sparirono, sostituite da un vuoto. Una voragine. Tutti quegli anni passati a ereggere barriere invisibili intorno a me, tutti quegli anni passati a fidarmi d...