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«Ti, muoviti, il professore sarà incazzato nero» mi sollecitò Beth, mentre cercavo di cambiarmi il più veloce possibile.
Quella mattina ero arrivata in ritardo a scuola e avevamo educazione fisica, così mi stavo cambiando a una velocità che neanche Bolt poteva raggiungere.
Infilai le scarpe da ginnastica e raccolsi i capelli in una coda spettinata, e corremmo fuori dallo spogliatoio.
Appena arrivammo in palestra, il professore ci fece segno di avvicinarci.
Raggiungemmo la cerchia di ragazzi radunati attorno al professore e cercai di evitare lo sguardo di Lucas.
«Finalmente...ora che ci siete tutti possiamo andare»
«E dove andiamo?» chiese Beth curiosa, seguendo i nostri compagni.
«Beh fuori...è una bella giornata, il professore vuole farci fare ginnastica all'aria aperta» rispose Rose, unendosi a noi. La solita ragazza dallo spirito libero.
«Buongiorno Ti, di nuovo in ritardo?» aggiunse poi, sorridendomi.
«Già, la sveglia non funziona più» risposi senza rispondere al buongiorno.
«Qualcuno è di cattivo umore?» chiese la rossa a Beth, che fece spallucce.
«Da un po' è così, ci conviene abituarci» rispose scherzosamente.
Raggiungemmo il campo da football, e il professore suonò il fischietto per ordinarci di correre.
Glielo avrei fatto ingoiare quel fastidioso aggeggio.
Mi trattenni per non strapparglielo dal collo, e cominciai la mia corsa.
A differenza di molte altre ragazze della mia classe a me piaceva correre, lo facevo spesso non ed ero veloce, ma a scuola era una tortura.
Sia perché i ragazzi non facevano altro che dare sfogo alle loro fantasie sessuali con squallide battutine sul fisico delle ragazze, sia perché il professore ci faceva correre troppo, portando al limite la nostra resistenza.
Il sole era caldo, e correre non aiutava.
La giornata cominciava già a fare schifo dal principio. Ottimo.
«Seriamente Ti, che ti prende?»
Cosa? Mi voltai notando che le mie amiche stavano correndo di fianco a me. Non me ne ero neanche resa conto, da quanto ero presa a maledire l'intero mondo.
«Cosa?» domandai non sicura di aver capito bene.
Beth alzò gli occhi al cielo.
«È ovvio che hai qualcosa, ma cosa? Che ti prende?» ripeté Rose.
Non avevo voglia di rispondere così accelerai la mia corsa.
«Non provare a fregarci» mi avvertì Beth.
Mi conoscevano troppo bene.
Sbuffai spazientita. «Non ho assolutamente niente, solo che odio svegliarmi tardi e correre a scuola, odio il fischietto del professore e odio Lucas» sbraitai, rendendomi troppo tardi di aver fatto il suo nome.
«Cos...aspetta che c'entra Lucas?» chiese Rose incuriosita.
«Nulla.»
Feci per chiudere il discorso ma non me lo lasciarono fare.
«No no carina, ora ce lo dici.» insistette Beth.
Erano stancanti dopo un po'.
«Okay, ve lo dico se poi mi lascerete in pace.»
Entrambe annuirono, così continuai.
«Due giorni fa ho incontrato Logan, era venuto a scuola per scusarsi con me per ciò che aveva fatto. Era conciato malissimo, lividi dappertutto.»
«Oh mio dio e...» mi interruppe Beth.
«Già, è stato Lucas. Così sono andata da lui per parlarne ma c'era una ragazza quasi nuda. Probabilmente li ho disturbati a fare cose...impensabili» continuai. «Sono andata al bar e ho bevuto fin troppo, ma ho incontrato Cody, che fortunatamente mi ha portata a casa. Se non ci fosse stato lui avrei dovuto andare a piedi sotto la pioggia. Abbiamo parlato ed è un ragazzo perfetto...»
Loro due rimasero in silenzio.
Lanciai uno sguardo e in lontananza vidi Lucas, che correva veloce sulla pista.
«Wow...sei sicura che sia stato mio fratello» chiese Rose turbata.
«Sì, Logan non mente, e poi lui non ha negato quando l'ho accusato di averlo picchiato» continuai a correre mentre cominciavo a sentire la fatica intorpidirmi le gambe.
Non avevo neanche fatto colazione quella mattina. «E poi senza offesa Rose, ma me lo aspetterei da Lucas» aggiunsi.
Per l'amor di Dio il professore suonò il fischietto e ci fermammo, sfiancate.
«Già è vero» concordò Beth, appoggiandosi con le mani sulle ginocchia.
Rose ci guardò per un po' pensierosa. «Sì, forse avete ragione...»
«Basta chiacchiere!» ci rimproverò il professore.
Alzammo lo sguardo su di lui.
«Ci scusi» mormorò dispiaciuta Rose.
Lui sbuffò. «Ora faremo dei passaggi con la palla. So che siete incapaci a giocare a calcio, soprattutto voi ragazze, ma ce la faremo. Spero.»
Che pezzo di... Come si permetteva di giudicarci? Non lo avevo mai sopportato, ma dopo questa non potevo più trattenermi.
«Non è così. È lei che lo pensa, e mi sembra piuttosto maschilista come pensiero.» risposi guadagnandomi un'occhiataccia da parte sua.
Tutti i miei compagni si voltarono verso di me, compreso Lucas.
Il professore mi lanciò una palla da calcio e l'afferrai al volo.
«Vedremo, Morgan»
Gli sorrisi amaramente e girai i tacchi, raggiungendo il campo da football.
«Fanculo» mormorai tra me e me.
Dopo poco ci mise a coppie e cominciammo a passarci la palla facendo calci corti.
Inutile dire che mi trovai con un imbranato pazzesco, che non sapeva neanche da dove iniziare.
«Scusi ci sarebbe qualcuno di capace?» chiesi all'insegnante non appena si avvicinò.
«No non c'è» rispose disinteressato.
Me lo aspettavo, era un vero stronzo.
«Insomma, chiedo troppo?» chiesi, allegando le braccia spazientita.
«Non c'è problema»
Entrambi ci girammo verso la persona che aveva parlato.
Porca vacca, non lui.
Non Lucas.
«Prendo io il posto di Allan» aggiunse avvicinandosi a noi.
«Oh, fate come volete!» ci liquidò con un gesto della mano, allontanandosi.
«Ci ho ripensato»
Non persi tempo e mi allontanai subito da Lucas, tornando di fronte a Allan.
Lucas si avvicinò e fece segno a Allan di raggiungere una ragazza della nostra classe. Dannazione, preferivo l'imbranato.
«Non puoi ripensarci» disse Lucas sorridente. Mi stava prendendo in giro, era evidente.
«Non ho intenzione di parlare con te» dissi prima di calciare il pallone ai suoi piedi.
«Bel tiro. E mi parlerai invece.»
Non risposi, anzi, feci segno di cucirmi la bocca.
Palleggiò e mi lanciò indietro la palla.
«Ho picchiato Logan, sì. Nulla di personale, ma non so se hai capito cosa ha provato a farti. Non doveva torcerti un capello, lo sapeva ma lo ha fatto.» spiegò Lucas senza che io gli chiedessi nulla. Rimasi sconcertata dalla sua sincerità.
Notai che da lontano Beth e Rose ci stavano osservando. Se solo sapessero cosa mi stava dicendo...
«Ha avuto quel che meritava» concluse.
Rimasi immobile.
Come faceva a dirlo con così tanta tranquillità?
«Tu sei matto. Lo hai ridotto malissimo, dovevi vederlo!» alzai la voce arrabbiata, e mi avvicinai di qualche passo.
«Te l'ho detto, se lo meritava.»
«Non so davvero cosa pensare di te, Lucas. La cosa non ti riguardava minimamente!»
Alzò un sopracciglio, probabilmente non dava peso alle mie parole.
«Invece mi riguardava fin dall'inizio. Ma sei testarda e neanche quando ti ho avvertito mi hai dato retta» rispose avvicinandosi a me ancora di più. «E poi proprio tu provi pena per qualcuno che ha provato a farti del male?»
Gli lanciai il pallone addosso. Non ero senza cuore fino a quel punto.
«Ahi!» si lamentò, anche se sapevo di non avergli fatto realmente male.
«Si è scusato. Sei un idiota.»
Feci per colpirlo con la mano ma la fermò e la strinse nelle sue. Il battito del mio cuore accelerò, pronto a esplodere.
«Non sono un idiota. Se non lo avessi picchiato non si sarebbe mai scusato.»
«Lo dici tu» sibilai avvicinandomi pericolosamente a lui.
«E comunque, non avevi detto che non mi avresti parlato?» mi punzecchiò.
Sorrise in modo diabolico, il suo solito ghigno sexy.
Avrei voluto farglielo scomparire dalla faccia, ma in fondo, segretamente, amavo anche quello di lui.

Fall (sospesa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora