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Okay. Ero pronta, così presi i libri e li misi nella borsa nera, poi scesi al piano di sotto, controllando i messaggi e le chiamate perse la sera prima.

"Torna a casa Tiffany"

Bla bla bla.

"Non fare la stupida, fai quello che vuoi, ammazza Luke, tiragli un pugno in faccia, ma torna ti prego torna." (Quello era di Ben ovviamente)

"Abbiamo parlato con Lucas, non ne vale la pena di soffrire per lui Ti"

Bene e ciò voleva dire che a lui non importava nulla di me, e non si sarebbe pentito di ciò che aveva detto.
Oggi ero poco più serena.
La conversazione con Eddy la sera prima aveva migliorato il mio umore, perché era molto simpatico. Mi ero sistemata meglio di ieri mattina, perché mi ero decisa a fargli vedere che non stavo male per lui.
Arrivata in sala da pranzo erano già tutti seduti attorno al tavolo di vetro, coperto da una tovaglia bianca. Maria stava mettendo in tavola un vassoio pieno di croissant, è una caraffa con del latte caldo, seguito dal caffè.
«Buongiorno a tutti» salutai sedendomi.
«Buongiorno» disse mio padre, seguito da Lisa e Eddy.
Presi un croissant e riempii la tazza di caffè, con un po' di latte, per poi sorseggiarla lentamente.
«A che ora torni da scuola oggi?» chiese Eddy bevendo il tè.
«Alle tre perché?»
Scosse le spalle «Volevo portarti a fare shopping, offerto gentilmente da Ryan»
Mio padre sorrise. Sembrava mi volesse comprare tutto ciò che volevo per conquistare qualcosa, la mia fiducia forse. Tuttavia accettai anche se non sapevano che non mi piaceva lo shopping.
Ma del resto potevo comprare qualcosa che mi facesse bella, e che facesse pentire Lucas di cosa mi aveva detto.
«Ti aspetterò all'uscita della scuola, accanto alla tua macchina, così mi vedrai subito»
«Va bene»
Non seguii le loro chiacchiere, e appena finito di mangiare mi alzai prendendo la borsa che avevo lasciato accanto all'ingresso.
«Devo andare» dissi per salutarli.
«Oh Tiffany» mi chiamò mio padre.
Mi voltai, così continuò: «le chiavi della tua macchina sono sulla mensola»
Mi guardai attorno e vidi le chiavi, sulla mensola, accanto a una foto che ritraeva Lisa, Eddy e mio padre abbracciati, ad una specie di ricevimento. Doveva tenere molto a loro.
Mi venne un groppo il gola, pensando che forse voleva più bene a loro che a noi. Presi alla svelta le chiavi, scacciando quelle idee.
«Buona giornata» dissero prima che uscissi.
Sì certo, come no...

***
Quella macchina era una figata, una Porsche bellissima e agevole. Ci aveva azzeccato, avevo solo paura che qualcuno la rigasse o la rovinasse.
Dopo aver parcheggiato scesi dalla macchina. Alcuni sguardi erano puntati su di me, soprattutto sulla mia nuova automobile. Ma non sentii lo sguardo di Lucas.
Purtroppo.
Oh andiamo non me ne poteva fregar di meno.
Certo certo...
Entrai subito a scuola, pronta a raggiungere il mio armadietto. Ovviamente sapevo che sarebbe stato difficile, ma non pensavo così tanto. C'erano tutti i miei amici accanto ad esso. Mossa furba, perché sapevano che sarei dovuta andare per forza li, prima o poi. Stronzetti che non erano altro...
Mi avvicinai con un nodo allo stomaco e appena mi videro le loro espressioni cambiarono. Alcune erano arrabbiate, altre sollevate e felici.
«Dovrei prendere i miei libri...» mormorai quando mi trovai di fronte a loro.
«É tutto quello che sai dire?» chiese Rose infuriata.
Feci spallucce. «Per favore spostati di lí Chris» intimai al biondo, che era appoggiato al mio armadietto.
«Dimmi che non sei tornata la Tiffany di un tempo» disse Beth con una luce di speranza negli occhi. Ovviamente si riferiva al fatto che una volta ero una stronza in tutto, per tutto e con tutti. Tranne che non lei.
Guardai i miei amici uno ad uno.
Mi mancavano così tanto...ma non potevo tornare da loro. Non ancora.
«Sarò sincera con voi» dissi deglutendo «Non sono tornata quella di prima»
Sentii un sospiro di sollievo da parte di tutti. Beh ero così male?
Chris si spostò dal mio armadietto, così lo aprii e ci misi dentro i libri e ne tirai fuori altri due.
«Ci dispiace per...»
Interruppi Tay prima che dicesse il suo nome. «Non dire quel nome per favore»
Si scambiarono tutti un'occhiata affranta.
«Non ti abbiamo mai vista così, Ti» mormorò Chris scambiandosi un'occhiata con gli altri.
Finsi una risata che purtroppo si incrinò.
«Io sto bene» sussurrai torturandomi i capelli. «Come sempre. Me la sono sempre cavata da sola, e anche ora sarà così»
Seguì un attimo di silenzio tra noi, gli unici rumori erano quelli degli armadietti che venivano chiusi e aperti, le risate e le voci degli alunni nel corridoio e i loro passi.
«Okay, ehm, d-dovresti...» osservai Rose che cominciò a balbettare, continuando a guardare alle mie spalle.
Mi voltai, e mi sentii morire.
Lucas stava avanzando a passo deciso verso di noi, e sembrava determinato a fare qualcosa. Troppo determinato. Chiusi l'armadietto sbattendolo per l'enfasi che ci avevo messo nel farlo.
«Ci si vede» mi sbrigai a dire.
Corsi praticamente via. Scappando da quello sguardo, da quegli occhi, da quel sorriso...Da lui.
Lo sentii imprecare, ma non mi seguì. Si fermò davanti ai miei amici. Non sapevo se era venuto lì per me o per loro, anche se era più probabile la seconda. Ma il mio cuore in quel momento aveva perso un battito che non avrebbe mai più recuperato.

Nella pausa pranzo avevo evitato il tavolo dove erano seduti i miei amici, e avevo optato per il giardino.
Mi diressi verso il grande campo di football dove si allenava la squadra, di cui facevano parte anche Ben, Chris e Lui.
Ma a quell'ora quel giorno non c'era nessuno. Mi distesi sugli spalti più alti, aggiustando la borsa sotto la testa come cuscino.
Il cielo era azzurro con pochissime nuvole bianche. Infilai gli occhiali da sole.
Era da giorni ormai che saltavo il pranzo in mensa. Mi era passata ancora di più la voglia di mangiare sbobba.
Sentii la suoneria del mio cellulare squillare, interrompendo il mio relax, così mi alzai e risposi al numero sconosciuto.
«Pronto?» chiesi seccata.
«Parlo con Tiffany Morgan?» chiese una voce femminile.
Chi cazzo era? Non si poteva avere un po' di pace? «Si sono io, chi parla?»
Mi ridistesi sulla panchina.
«Ciao, sono quella commessa del negozio in cui hai comprato il vestito dorato, ricordi?»
Oh ma certo! Non pensavo più che mi chiamasse.
«Oh si, salve» risposi battendomi una mano sulla fronte. «Mi dica»
Si schiarì la voce, poi parlò.
«Ricordi che ti avevo proposto di farti pagare meno il vestito, se avessi fatto i provini come modella per noi?»
Ma certo che lo ricordavo, come dimenticarselo. «Si ricordo»
«Ti ho chiamato come promesso per dirti che i provini sono stati fissati questo sabato, alle ore 10.00 spero parteciperai...»
Avevo dato il mio numero alla commessa per contattarmi, del resto ero di parola.
«Beh sì, faceva parte del patto» mormorai facendo spallucce e aggiustandomi il bordo della maglietta.
«Ci sarò» comunicai infine.
«Molto bene, va bene se mando io l'email con il tuo nome all'agenzia?» chiese felice.
«Ma certo, va bene»
«Benissimo, grazie. Ti contatterò presto, ciao»
«Salve» dissi riattaccando.
Tirai un sospiro. Beh avrei almeno provato, anche se non avevo un fisico così da urlo. Magari sarei passata e avrei guadagnato un po' di soldi ora, invece che lavorare in estate.
Si Tiffany, montati la testa, così rimarrai delusa di nuovo.
Già, la mia testolina aveva ragione.

***
LUCAS' POV
«Dai amore, andiamo» mi pregò Abby, afferrando il bordo della camicia per tirarmi. Odiavo queste cose, e odiavo il fatto che lei mi chiamasse così.
Tra noi c'era solo sesso, niente di più, ma lei non lo capiva, non lo aveva mai capito. Avevamo provato ad avere una relazione seria, ma era durata poco più di un mese e non aveva funzionato perché a me piaceva andare a letto con chi volevo.
«Abby smettila»
Mi liberai dalla sua presa. «Oggi non ho voglia di fare niente»
Mi aveva appena proposto di andare a casa sua ma non avevo voglia. Zero.
Non era per niente da me, non mi tiravo mai indietro.
Continuavo a pensare al fatto che Tiffany fosse scappata quando avevo cercato di parlarle, guadagnando gli insulti degli altri, che cercavano a loro volta di parlarci.
Mi avevano detto della conversazione avuta con lei all'inizio della giornata e ci ero rimasto male. Non sapevo il perché.
«Ma la voglia ti verrà...proprio perché è una giornata no migliorerò il tuo umore» cantilenò lei, con voce sensuale cercando di baciarmi.
Ma non era Tiffany. No aspetta che c'entra lei?
Scansai Abby allontanandomi e raggiungendo gli altri.
«Ciao Abby» dissi solamente, lasciandola lì.
Mi avvicinai agli altri che parlavano accanto alla mia moto. Il mio secondo amore dopo la Camaro.
Pensando alla macchina era inevitabile pensare a Tiff.
Era come se fosse per metà sua. Era come se fosse lei.
«Lucas che fai oggi?» chiese Tay.
«Se vuoi venire da me, puoi venire. Non ho voglia di studiare» gli risposi posando lo zaino nero sul sellino della moto.
«Oh ma certo perché tu studi...» mi prese in giro tirandomi una pacca sul petto.
Stavo per ribattere, quando Beth disse: «Ragazzi, guardate»
Seguii il suo dito per vedere cosa indicava. Un ragazzone biondo era appoggiato ad una bellissima macchina sportiva. Dove stava il problema? Era solo...
«Oh cazzo» sussurrò Nash.
Quella che lo raggiunse abbracciandolo era...TIFFANY?
Che cazzo ci faceva con quello?
«Non ha perso tempo vedo» mormorai d'un tratto incazzato.
«No, semplicemente qualcuno si è svegliato prima di te» sibilò Rose andandosene, non prima di avermi urtato con la spalla.
Era visibilmente dispiaciuta e incazzata di star perdendo un'amica.
Il biondo e Tiffany entrarono in macchina. Chissà chi era...
Ci passarono davanti, e vidi il finestrino del passeggero abbassarsi, un braccio si alzò per poi mostrare un dito medio. Sapevo che era stato quel farabutto e anche che il "vaffanculo" era indirizzato a me.
Prevedendo la mia reazione, ovvero quella di avvicinarmi e spaccare a quel cretino la faccia, Chris mi trattene per le spalle.
«Hoh» fece Beth. Alzò un sopracciglio compiaciuta dalla mossa dello sconosciuto e se ne andò soddisfatta.
Ma che cazzo, ce l'avevano tutti con me oggi?

Fall (sospesa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora