Tastai la superficie morbida sotto di me mentre mi giravo.
Un attimo.
Perché sotto la mia schiena era morbido? Aprii subito gli occhi sperando di non trovarmi veramente dove pensavo.
«Quando pensavo che avrei preferito trovarmi qui piuttosto che per terra non ero seria!» esclamai schifata scattando su per mettermi seduta sul letto.
Sentii una risata calda vicino a me così lanciai uno sguardo ammonitore a Lucas.
«Che schifo» sussurrai esasperata. Non sapevo se correre subito a farmi una doccia, picchiarlo o riaddormentarmi. «Bleah bleah bleah»
Alla fine mi alzai di corsa mentre Lucas ancora rideva.
«Prego non c'è di che» disse.
Pff, come se lo avessi ringraziato.
Entrai in bagno sempre di corsa.
«Non ti ho ringraziato!»
«Dovresti»
Presi un asciugamano ma mi bloccai a quelle parole.
«No tu dovresti ringraziarmi, visto che non ho commesso un duplice omicidio ieri notte» sentenziai affacciandomi con la testa dal bagno, che era di fronte al letto.
Lucas scosse la testa sghignazzando.
«La doccia me la faccio prima io» ordinò alzandosi dal letto.
Lo fermai quando arrivò alla soglia della porta, anche se mi sovrastava di brutto.
«No. Non sei tu quello che puzza di alcool e che ha dormito in un letto dove due persone ci hanno dato dentro, pieno di...» rabbrividii e feci una smorfia.
«Che schifo» aggiunsi.
Mi allontanai per non pensarci e mentre rideva gli chiusi la porta in faccia.
«Non far finta di non apprezzare» disse oltre di essa.
Ricordandomi del mio piano diabolico contro di lui mi tolsi il costume, che era l'unica cosa che avevo addosso, poi mi affacciai dalla porta e lo trovai ancora lì davanti.
La sua faccia cambiò, anche se il mio corpo era nascosto dietro la porta si notava che non avevo nulla addosso. Nei suoi occhi si leggeva desiderio.
Uno a zero, bastardo.
Gli lanciai in faccia il mio costume. «Potrei dire lo stesso di te» dissi osservandolo e richiudendo la porta.
Non sentii più una parola da parte sua, così mi feci velocemente una doccia fresca e uscii dal bagno con solo l'asciugamano a coprirmi. Gli altri dormivano ancora e probabilmente si sarebbero svegliati tardi.
Io avevo ancora il mal di testa causato dalla sbronza, perciò ero abbastanza rincoglionita. Lucas era seduto sul letto a rigirarsi tra le mani le mie mutande del costume osservandole con gli occhi luccicanti e mi trattenni dal ridere. Alzai gli occhi al cielo, avvicinandomi alla valigia e cercando tra l'intimo qualcosa di carino. Le mutande di pizzo bordeaux abbinate al reggiseno andavano bene così le presi assieme a un paio di pantaloni e una maglia molto, come dire, da troia.
Mi avviai in bagno e indossai il tutto. La maglia non era normale, ma corta, ma con quei jeans a vita alta, stretti e strappati stava bene. Appena uscii infilai le scarpe, recuperando cellulare e sigarette e infilandomele in tasca.
«Intendi uscire così?»
Alzai lo sguardo verso Lucas. I suoi occhi azzurri mi scrutavano interessati.
«Sì» dissi indifferente.
Lui si alzò dal letto e si avviò in bagno.
«Almeno ti fanno un bel culo» disse prima di chiudere la porta.
Spalancai gli occhi.
«Deficiente!» battei un pugno sulla porta, sentendo la sua risata. Ma del resto avevo scelto io di vestirmi così, e se lui aveva fatto quell'osservazione forse lo avrebbe notato anche qualche altro ragazzo.
Uscii dalla stanza lasciando dormire gli altri. Raggiunsi la camera di Beth e gli altri e bussai. Se erano svegli bene, se no me ne sarei andata da sola a fare colazione, avevo troppa fame.
La porta si aprì rivelando una Rose spettinata. Mi fece entrare e con mia sorpresa la loro camera sembrava meno un porcile della nostra. «Buongiorno» dissi a tutti, ricevendo in cambio i loro saluti.
«Tiff» disse Beth abbracciandomi.
«Va meglio?»
Erano ancora quasi tutti in pigiama, tranne Rose.
«Tutto bene?» chiese quest'ultima.
Annuii e Beth si infilò alla svelta una gonna e una maglietta, si mise un paio di sandali e prese me e Rose per un braccio.
«A dopo ragazzi» disse prima di uscire dalla porta con noi.
«Dove andate?» chiese Tay.
«Cose da ragazze» rispose lei trascinandoci fuori.
Raggiungemmo la sala da pranzo dove si svolgevano i pasti della giornata.
Era molto bella e ampia, con pareti dipinte molto finemente ed elegantemente. Prendemmo posto in uno dei tanti tavoli solo dopo aver passato in rassegna il bancone che esponeva cornetti, biscotti, panini, caffè, latte e spremute e molto altro.
«Dalla tua faccia si capisce come ti senti, e io penso che sia successo qualcosa. Ora dicci cosa.» disse Beth risoluta.
Morsicava il suo cornetto e mi guardava in attesa, come Rose.
Rassegnata raccontai tutto quanto, anche di stamattina.
«Stronzo» dissero all'unisono.
«Ma almeno ha mandato via quella ragazza» aggiunse Rose.
«Poteva anche non farlo, non mi deve nulla»
«Sarebbe troppo bello vederlo sbavare per te mentre tu ti diverti con altri ragazzi» confessò Beth finendo la sua spremuta.
Morsicai il mio cornetto, vedendo entrare nel salone anche gli altri, compreso Lucas.
«Zitte, arrivano» le avvertii prima che gli altri si sedessero al nostro tavolo.
«Potevate aspettarci» si lamentò Ben.
«Voi lo avete fatto con me l'altro giorno?» chiesi facendo la linguaccia, riferendomi al fatto che non mi avevano aspettato nè per fare colazione nè per andare in piscina, qualche mattina fa.
Perché se mi avessero aspettato non avrei avuto quella "cosa" con Lucas.
Parlammo della serata passata e di cosa fare durante la giornata e decisero che la mattina sarebbero andati in piscina e la sera di andare a fare un giro per la città e i casinò.
Io non avevo alcuna voglia di fare un bagno, così dopo colazione mi informai sulle attività dell'hotel, chiedendo un volantino del programma.
La ragazza alla reception mi consegnò un foglio con tutte le date e gli eventi, e mi avviai in camera leggendolo.
Era diviso in due parti: le attività sempre disponibili dell'hotel, come la spa,la palestra, la piscina, e altre mille salette; e le attività speciali per la festa di Natale e Capodanno, ovvero la festa serale con celebrità e musica e il gran pranzo.
Mi sedetti sul letto, ed essendo l'unica in camera decisi di chiamare il servizio pulizia per cambiare le coperte del letto in cui Lucas e quella ragazza avevano fatto le loro cose.
Poco dopo bussarono alla porta ed entro una donna sulla mezza età un po' grassottella.
Cambiò le lenzuola e ringraziai prima che uscisse.
Mi buttai finalmente sul letto pulito e osservai il volantino, decidendo che quella mattina sarei andata in palestra per scaricare la tensione.
Prima di trasferirci di solito andavo a correre nelle stradine isolate, ma da quando ero qui non ero più andata a fare sport.
Cercai nella valigia qualcosa che poteva essere comodo e trovai un paio di leggins e una canottiera. Mi legai i capelli indossando poi quegli indumenti e cominciai a cercare quella palestra.***
Tirai un altro pugno a quel sacco da box appeso al soffitto. Lo feci dondolare indietro e appena tornò in avanti sferrai un secondo pugno.
Continuavo a sentire la risata della ragazza che stava appoggiata al muro, e rideva ad ogni singola parola di Lucas.
Ecco dove le trovava tutte le ragazze da portare in camera.
E ovviamente loro cascavano ai suoi piedi.
Ma cos'era, una malattia? Erano tutte pazze per lui, era uno sciupa femmine. Tirai un calcio al sacco e Lucas distratto dal rumore si voltò ma feci finta di non farci caso.
Mormorò qualcosa alla ragazza con cui era e si avvicino. "No ti prego!" mi ripetevo. Fai che non venga qui.
«Ehi bellezza» si posizionò dietro al sacco per tenerlo fermo mentre lo colpivo. Tra poco però avrei colpito la sua faccia.
Finsi una risata da oca per poi smettere.
«Oh ma dai, pensi davvero che farò come quella ragazza che ti sta spogliando con gli occhi?» chiesi schifata.
Fece spallucce tenendo saldamente il sacco.
«Lo speravo...»
«Ti sbagli» tirai un pugno al sacco «di grosso»
Sospirai fermandomi e prendendo respiri profondi.
«Allora, intendi andartene?»
Lui non rispose, così continuai a parlare. «Sai stavo pensando che sarebbe un vero piacere prendere a pugni te, invece che il sacco. Che peccato...»
«Non sfido una ragazza» rispose sorridente.
Mi pigliava per il culo.
Feci spallucce. «Okay, tanto probabilmente vincerei...»
Tirai un forte calcio al sacco prendendo alla sprovvista Lucas e facendolo indietreggiare di qualche passo per colpa dell'urto.
Mi sorrise in un modo strano, come se fosse compiaciuto.
Mi fece un occhiolino e tornò dalla sua bionda-finta-palestrata.
«Pff idiota»
Mi sfilai i guantoni e uscii di e, raggiungendo camera mia per rinfrescarmi con una bella doccia fredda.
Vedrai, Lucas Gray, vedrai.
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Fall (sospesa)
RomanceDopo quella sera, quella fottuta sera in cui mio padre ci abbandonò, tutte le mie certezze sparirono, sostituite da un vuoto. Una voragine. Tutti quegli anni passati a ereggere barriere invisibili intorno a me, tutti quegli anni passati a fidarmi d...