«Penso che potremo tingere le punte di un colore più chiaro, che ne dici?» mi chiese Brandon, grattandosi la corta barba.
Era davanti a me e mi scrutava cercando di decidere quale cambiamento apportare ai miei poveri capelli. Il pensiero che qualcuno toccasse la mia folta chioma mi tormentava, perché io adoravo i miei capelli. Forse era l'unica cosa che mi piaceva di me, e avevo paura che li rovinasse. In più avevo dormito poco più di due ore quella notte, con il pensiero delle parole di Lucas.
«Dico che ho paura per i miei capelli» risposi alzando un sopracciglio e pregando Dio di fargli cambiare idea.
Mi avevano chiamato quella mattina per un servizio fotografico, e avevo dovuto correre per arrivare puntuale, visto che me ne ero completamente dimenticata.
«Oh andiamo io sono un professionista, tratto meglio i tuoi capelli di quanto lo faccia tu» si difese con la sua voce effeminata.
«Aah! Al diavolo ho avuto una nottata difficile, fai cosa ti pare di questi stupidi capelli» dissi avendo terminato la mia già inesistente pazienza.
Lui felice e soddisfatto batté le mani e si avvicinò saltellando.
Dopo più di un'ora i miei capelli ormai lavati tinti e asciutti erano stati messi in piega.
Mi fece voltare verso lo specchio, e quando vidi la mia immagine riflessa pensai che non erano poi così tanto male.
Mi aveva sfumato la parte bassa dei capelli con un colore più chiaro, facendo risaltare i miei occhi nocciola.
«Lo so, sei uno splendore» commentò Brandon leggendomi nel pensiero.
Sorrisi battendogli il cinque. Bel lavoro.«Okay perfetto, ora allunga la gamba» mi indicò il Felix, scattando poi due foto di fila.
Ci eravamo spostati sulla spiaggia, dove alcune persone, soprattutto ragazzi, si fermavano per osservare lo "spettacolo" e fare qualche fischio di approvazione.
Il che mi irritava molto, non sapevano farsi i cazzi propri? Andiamo, io noni sarei mai fermata per vedere una modella che fa sorrisi da ebete alla telecamera, fingendosi sexy o divertita.
«TIFF!» sentii urlare.
Mi voltai per vedere chi mi avesse chiamato, e vidi a qualche metro da me Beth, Rose, Lucas e Chris sventolare una mano nella mia direzione.
Beh Lucas non dava segni vitali, sembrava uno zombie che camminava.
Alzai un braccio e tornai a posare.
Odiavo quella situazione. Era imbarazzante fare pose strane davanti a tante persone in una spiaggia abbastanza affollata. Ma del resto era il mio lavoro e avrei dovuto farci l'abitudine.
Non che volessi fare questo per tutta la vita, ma finché non avessi recimolato un po' di soldi e finito il college era molto conveniente.
«Come stai?» si avvicinò Rose, rimanendo però a debita distanza.
Lucas mi osservava senza dire niente, con le sopracciglia aggrottate e gli occhi coperti dagli occhiali da sole.
«Benissimo» risposi velocemente. «Felix mi dai cinque minuti?» chiesi poi i volta al fotografo, facendo gli occhi dolci.
Lui annuì abbassando la macchina fotografica e allontanandosi per bere, e tutto lo staff fece lo stesso.
Mi avvicinai ai miei amici.
«Ma dove cazzo ti eri cacciata ieri sera? Ti abbiamo cercato ovunque» mi rimproverò Lucas.
Gli lanciai uno sguardo ammonitore, evitando di guardare i suoi bellissimi muscoli.
Proprio lui parlava?
«Sono andata via, non c'era più nulla da sentire» sbottai incazzata.
Stronzo, me la pagherai.
Beth capì la situazione e si affrettò a cambiare discorso. Sicuramente dopo mi avrebbe chiesto spiegazioni, come tutti.
«E così quello è il fotografo? Mm, che bocconcino» commentò allungandosi per guardare alle mie spalle. Si leccò le labbra.
«Ehi hai già Tay!» disse Rose schiaffeggiandole il braccio.
«Si Felix è figo...oh e molto gentile e bravo» commentai. Lucas si irrigidì, respirando profondamente. Sorrisi diabolica.
«Uh ti stanno benissimo!» si esaltò Beth nel vedere i miei nuovi capelli.
«Grazie. Beh sì sono stata costretta più che altro» considerai guardando tutti tranne Lucas.
Lisciai il top che portavo e i pantaloncini di pizzo molto belli.
«Beh eravamo venuti a fare un bagno» spiegò Chris.
«Io voglio abbronzarmi per la festa di sabato prossimo in spiaggia.» spiegò Beth accarezzandosi le braccia ancora pallide.
«Sei una mozzarella non abbronzerai mai, al massimo ti sciogli» scherzai facendole la linguaccia. Lei aprì la bocca sconvolta e mi spintonò scherzosamente.
«Oh ci sarà una festa?» chiesi poi aggrottando le sopracciglia.
Nessuno me ne aveva parlato, ma probabilmente perché ero scappata a gambe levate dalla partita. Non sapevo neanche chi avesse vinto, anche se probabilmente era la nostra squadra.
«Sì, comincia di pomeriggio e finirà molto tardi» spiegò Chris, pettinandosi i capelli bagnati con una mano.
Annuii.
«Verrai anche tu?» chiese Rose.
«Uhm non lo so, ora non sono molto in vena di feste, ma ve lo dirò presto.»
«Ma...» cominciò a dire lei, ma venne interrotta da Felix.
«Tiffany, riprendiamo»
Mi voltai verso di lui. Si accarezzò i capelli mossi, appendendosi al collo la fotocamera.
«Arrivo!» urlai di rimando.
Alzai gli occhi al cielo, stanca di fare foto, poi mi allontanai di qualche passo, salutandoli con la mano.
«Ci vediamo»
«Uh aspetta non ti girare ti sta guardando il culo» mi informò Beth sgranando gli occhi.
«E smettila!» dissi ridendo. Era normale che Felix lo facesse, non aveva mica 80 anni, ma ciò mi dava comunque un po' fastidio e anche a Lucas, perché a quelle parole si voltò, gonfiando il petto e se ne andò a grandi passi.
Trattenni una risata e raggiunsi Felix, riprendendo a lavorare.***
«Ti devo parlare»
Quelle parole uscirono automaticamente dalla bocca di Lucas.
In lontananza lo avevo visto appoggiato al suo armadietto, circondato da due ragazzi che avevo visto poche volte con lui e che non conoscevo, e da una ragazza. Abby, di sicuro.
Ma mai più avrei pensato che volesse venire qui a parlarmi. Chissà di cosa poi...
Mi bloccai un attimo, chiudendo il mio armadietto, e sistemandomi la borsa in spalla.
«Non mi parlare» sputai acida. Mi sistemai un ciuffo scappato dalla lunga coda di cavallo, sospirando per placare il caos che si stava creando dentro di me. Volevo al contempo saltargli addosso e baciare quelle labbra carnose, ma anche picchiarlo a morte.
«Andiamo Tiffany»
Incrociai il suo sguardo, malgrado i miei vani tentativi di evitarlo. I suoi occhi mi supplicavano, ma non avrebbe fatto leva sulla pena o sulla compassione, perché io non provavo nessuna delle due.
«Che vuoi?» chiesi cominciando a camminare verso l'uscita della scuola.
Dovevo andare velocemente al lavoro, Felix mi aveva appena chiamato ed ero a piedi.
Poteva andare peggio?!
«Ho un favore da chiederti» rispose Lucas esitante.
Oh sì che può andare peggio!
«Con quale coraggio me lo stai chiedendo, Gray?» lo attaccai guardandolo male. «Non voglio parlarti, né tantomeno fare qualcosa per te»
Lui sospirò. Sembrava dispiaciuto da ciò che avevo detto, sembrava timoroso di rispondermi. Forse si era accorto di non avere ragione e di essere stato stronzo?
Accelerai il passo per non sentire un'altra sua parola, e anche perché ero in ritardo, non avevo neanche il coraggio di guardare l'orologio.
«Ti prego, aspetta» mi supplicò parandomisi davanti. «Ti prenderò solo due minuti, poi potrai andare»
«Lucas, devo andare a lavorare e sono a piedi perché ho prestato la macchina a Eddy, non posso tardare!»
Feci per camminare ma lui me lo impedì.
«È importante» aggiunse cercando di convincermi.
«Anche i miei sentimenti lo erano ma tu te ne sei altamente fregato» mormorai abbassando lo sguardo.
Lo avevo detto ad alta voce? Mi allarmai subito ma cercai di non darlo a vedere. Cazzo cazzo cazzo.
Alzai subito lo sguardo cacciando indietro le lacrime.
Lui sembrò provato, sorpreso e ferito dal mio commento, tuttavia non smise di guardarmi negli occhi.
«L'altro giorno in classe ti è caduto questo dalla borsa...» tirò fuori dallo zaino un blocchetto.
Aspetta era il mio blocco dei disegni? Oh si che era lui!
«Non te ne sei accorta perché sei corsa via» aggiunse prevedendo la mia domanda.
Lo afferrai e lo strinsi al petto; non mi ero neanche accorta di non averlo, poiché non avevo più disegnato.
«Ehm, ho visto alcuni tuoi disegni e sono veramente fantastici, davvero. Volevo chiederti di disegnare per me un tatuaggio, anche se probabilmente non accetterai...»
Lui li aveva visti? Aveva sbirciato nel mio blocco?
Il mio istinto di insultarlo venne soppresso dalla stranezza della sua domanda.
«Perché io?» chiesi accigliata. Era pieno di tatuaggi di persone che disegnavano benissimo, perché lo stava chiedendo a me?
«Perché...» spostò lo sguardo altrove, poi continuò. «Perché mi piace come disegni. I tratti che usi, le emozioni che trasmettono i disegni...il loro stile»
«E perché dovrei farlo?» chiesi di nuovo senza cambiare espressione.
Seguì un attimo di silenzio. Sembrava non trovare una risposta valida.
«Beh, quello sta a te deciderlo»
Era elettrizzante l'idea di dover disegnare qualcosa per qualcuno, ma era anche ironico il fatto che proprio lui mi venisse a chiedere una cosa del genere.
Presi un respiro e mi decisi a buttare uno sguardo sull'orologio al mio polso. Merda ero in ritardo!
«Okay lo farò ad una sola condizione» dissi agitandomi e alzando lo sguardo verso il suo. Il suo viso si illuminò alla mia risposta.
«Devi portarmi assolutamente allo studio. Ora.» conclusi.
Sorrise indeciso se abbracciarmi o no.
Non lo fece e tirai un sospiro di sollievo. Avrebbe solo provocato ancora più confusione nella mia testa e nel mio cuore.
«Grazie» mi si fiondò addosso stringendomi tra le sue braccia muscolose e coperte di inchiostro, e mi inondò con il suo profumo buonissimo.
Ecco ora il mio cuore era andato a puttane, mi aveva fregato.
«Forza andiamo» aggiunse staccandosi e trascinandomi verso la moto.••••
Bellezze, buona sera!
Scusate se sono stata assente ultimamente ma ho avuto molto da preparare per l'inizio della scuola, ovvero l'inferno.
Hahah, comunque ecco il capitolo, so che non è chissà cosa e che è un po' più corto degli altri, ma prometto che mi farò perdonare.
Appena avrò tempo scriverò e pubblicherò un nuovo capitolo.
Vi ricordo di dire uno sguardo alla mia nuova storia "THE NERD" , mi farebbe un sacco piacere se la votaste e commentaste.
Bacini bacetti😘😘~Theheadfullofmind
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Fall (sospesa)
RomanceDopo quella sera, quella fottuta sera in cui mio padre ci abbandonò, tutte le mie certezze sparirono, sostituite da un vuoto. Una voragine. Tutti quegli anni passati a ereggere barriere invisibili intorno a me, tutti quegli anni passati a fidarmi d...