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Domenica mattina mi svegliai, osservando il soffitto della mia camera, di pessimo umore come al solito. Ero nella semioscurità, visto che le tende erano chiuse e non facevano entrare la luce.
Però mi piaceva, era rilassante.
Il giorno prima, verso l'ora di pranzo Lucas mi aveva riportata a casa, dove la mamma mi aspettava abbastanza incazzata.
Aveva ringraziato Lucas per essere stato "così gentile" e avermi riaccompagnata e poi mi aveva fatta entrare in casa.
Fui costretta a spiegarle che mi ero sentita male, e dato che lì in quel momento c'era solo Lucas, ero andata con lui alla casa sul lago, che era più vicina a noi.
Una mezza bugia ben architettata, e infatti la mamma ci aveva creduto. Non mi piaceva molto mentirle, ma a volte era meglio così.
Nash e Ben si erano poi assicurati che stessi bene, chiedendomi cosa fosse successo, e per non sentire ramanzine anche da loro gli raccontai la stessa cosa che avevo detto alla mamma.
Non avevo più sentito Beth, e questo mi dispiaceva. Era il tipo di ragazza che non stava per più di mezz'ora senza parlare o senza farsi sentire.
Mi alzai dal letto e aprii le tende, illuminando la stanza, e aprii la portafinestra per far prendere aria alla stanza. Intravidi Lucas e Rose che facevano colazione seduti al tavolo posizionato al bordo del prato, sul patio.
Mi spostai subito di lì, visto che ero in intimo. Mi infilai un paio di leggins neri e una maglia larga e lunga, poi scesi di sotto, salutando la mamma e i miei fratelli.
La mamma parlava di andare a fare la spesa, pulire la casa, cucinare...parlava talmente veloce, dicendo così tante cose che non la seguivo già più. Inoltre avevo un mal di testa martellante e il mio pessimismo mi avrebbe accompagnato per tutto il giorno.
Finita colazione la mamma mi pregò di andare a fare la spesa con lei, pur sapendo che odiavo i supermercati. Insistette tanto, e la cosa era strana, ma l'accompagnai comunque, senza neanche cambiarmi o truccarmi.
Infilai gli occhiali da sole per coprire quel velo di occhiaie comparse sotto i miei occhi e partimmo.
«Perchè hai insistito così tanto?» le chiesi dopo un po', abbassando il volume della radio.
La mamma sorrise scrollando le spalle e continuando a osservare la strada.
«Beh, a me piace passare del tempo con mia figlia»
Accigliata e sconcertata la osseravi per qualche secondo.
«E dovevamo per forza andare al...supermercato?» chiesi, come per assicurarmi che stesse bene. Mentalmente intendo, perchè i problemi psicologici di mia madre aumentano ogni giorno che passa.
Lei annuì come se non ci fosse nulla di strano.
Poco convinta spostai lo sguardo fuori dal finestrino, ma poi mi voltai di nuovo verso di lei.
«Ma il frigo era pieno» dissi, ricordandomi che quella mattina, prendendo il latte, avevo visto un bel po' di cose lì dentro.
La mamma sembrò un attimo indecisa su cosa dire, ma poi parlò sorridente.
«Ma non di ciò che serve a me»
Spostò lo sguardo su di me per un attimo, poi tornò a guardare la strada, mentre girava il volante per svoltare a destra.
Cosa mi stava nascondendo? Feci spallucce, dandoci poco peso. Magari mi stavo immaginando tutto.

***
La mamma portava due buste della spesa per braccio, e io ne avevo altre due.
Aprì la porta di casa, poi entrò e io la seguii in cucina, poggiando le buste sul tavolo, sfinita.
Mentre stavamo facendo la spesa Ben aveva chiamato la mamma un paio di volte, ma non so per cosa, perchè lei non me lo aveva voluto dire.
Ovviamente ero sospettosa, ma cercavo di nascondere la curiosità.
«Hai più sentito Beth?» mi chiese la mamma ad un certo punto, mentre metteva a posto lo zucchero.
Scossi la testa e feci per parlare, ma una voce arzilla mi anticipò.
«Qualcuno mi ha chiamato?»
Conoscevo quella voce. Sveglia e leggermente acuta. Allegra e tranquilla al tempo stesso.
Mi voltai, stupita e convinta di avere le traveggole. Ma era vero.
Beth era davanti a me che sorrideva, con le mani appoggiate sui fianchi, e dietro di lei c'erano anche Ben e Nash.
«Oddio, non ci credo!» urlai saltandole in braccio.
Lei mi afferrò e mi strinse in un abbraccio, mentre rideva.
«Ma...che ci fai qui?» chiesi felice, guardando prima la mamma e i miei fratelli e poi lei.
Bethany sorrise, facendo un cenno verso mia madre.
«Devi ringraziare lei»
Mi voltai verso mia madre, che sorrideva osservandoci. Mia madre aveva fatto questo per me?
Non ci potevo credere. Insomma, sapevo che mi voleva bene, ma farmi una sorpresa del genere era...incredibile. Non me lo aspettavo da lei, a dire il vero.
Mi avvicinai a lei e l'abbracciai. Inizialmente rimase sorpresa di quel gesto, ma poi si rilassò e ricambiò l'abbraccio, contenta.
Era una delle poche volte che la abbracciavo di mia spontanea volontà, sinceramente. Per la prima volta mi sentii vicina a lei e capii che mi voleva davvero bene, che al contrario di mio padre non ci avrebbe mai abbandonato.
Mi accorsi che non si meritava di avere una figlia come me, che non diceva mai la verità, e che approfittava di lei solo quando conveniva.
Ero stata stupida, e mi rispromisi di cambiare atteggiamento nei suoi confronti. Lei non si meritava di soffrire anche per me. Aveva sofferto abbastanza.
«Grazie mamma» sussurrai mentre la stringevo. Lei sorrise e piano piano sciogliemmo quell'abbraccio.
«Forza, andate a divertirvi, qui ci penso io» disse a me e Beth riferendosi alla spesa da riordinare.
La ringraziai con lo sguardo e lei sorrise. Beth prese le valigie che aveva posato dietro la porta e salimmo in camera mia.
«Come vi è saltato in mente di farmi una sorpresa del genere? E quanto starai qui? Quando sei arrivata e come avete fatto a...» cercai di chiedere ma fui interrotta dalla risata di Beth, che dopo aver chiuso la porta alle nostre spalle e aver posato le valigie a terra si era lanciata sul letto.
«Una cosa per volta, Ti»
«Hai ragione...racconta!»
Beth si mise più comoda e si guardò attorno, poi parlò: «Dunque. Un po' prima che partiste, tua madre aveva parlato con i miei genitori, dicendogli che sareste andati a Los Angeles per lavoro. In pratica tua madre voleva chiedere ai miei se potevo venire con voi, anche se sapeva già che avrebbero risposto di no»
«Tu lo sapevi già?» chiesi interdetta. Dalla faccia di Beth capii che non aveva capito cosa intendevo, così mi spiegai meglio. «Sapevi che dovevo partire prima ancora che lo sappessi io?»
Lei scosse la testa e la lasciai parlare.
«No, non lo sapevo. Infatti tutto questo mi è stato raccontato da mamma e papà, due giorni dopo la tua partenza. Mi dissero che malgrado loro non volessero lasciarmi la scelta era mia.» fece una piccola pausa, alzandosi dal letto. «E poi ho scelto di venire qui. Avrei avuto anche più opportunità per il futuro, sai, con l'università eccetera...Abbiamo chiamato tua madre, che ci ha detto che aveva posti in più in casa e voleva che il mio arrivo fosse una sorpresa»
Ora si spiegava tutto. Continuai io per lei: «Così Ben e Nash sono venuti a prenderti all'aereoporto e la mamma mi ha portata lontano da casa...» sorrisi, avvicinandomi a Beth «Astuti, sì.»
Lei sorrise e mi abbracciò «Mi sei mancata, Ti»
Anche lei mi era mancata molto. E finalmente, ora che era qui, avremmo potuto divertirci.
Avevo tante, troppe cose da raccontarle.

Fall (sospesa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora