Ripiegai l'ultimo paio di jeans nella mia valigia, anche se secondo me era troppo piena. In parte le mie amiche l'avevano riempita scegliendo loro per me e quindi ero al 99% ignara di cosa ci avevano messo dentro.
Il giorno seguente saremo partiti per Las Vegas e finalmente avrei potuto divertirmi, sperando che Lucas non mi avrebbe fatto da mamma. Non avevamo più parlato e forse era meglio così. Senza forse.
Era decisamente meglio così per entrambi.
Ma continuavo a non capire: lui aveva Abby, aveva altre mille ragazze che gli cadevano facilmente ai piedi, e allora perché mi considerava?
Perché mi controllava, mi impediva di fare ciò che volevo e di baciare qualche ragazzo alle feste? Una cosa però era chiara. Lui non mi avrebbe impedito di fare assolutamente nulla, decidevo io per me.
A Las Vegas Abby non sarebbe venuta e io avrei passato la vacanza migliore del secolo.
Quella sera io e gli altri ci saremmo dovuti trovare in un posto piuttosto isolato ma bellissimo. Era un bellissimo e ampio spiazzo che si affacciava sulla scogliera, dove nessuno andava mai. Ci eravamo andati solo una volta io e i miei fratelli per fumare erba, ed era stata una bella serata insomma, e beh si, anche Nash a volte si svagava in un modo o nell'altro.
Mi infilai un paio di jeans strappati e una maglia semplice e mi coprii le spalle con un cardigan molto strano, a maniche lunghe e leggermente pesante e lungo cucito a mano e che ricadeva morbido sulle spalle, bianco e nero.
A me piaceva molto anche se non lo mettevo spesso perché di solito faceva abbastanza caldo, ma quella sera essendoci un po' di venticello fresco era perfetto. Raccolsi i capelli in modo disordinato, non dandoci importanza e infilai le mie converse nere. Presi il telefono infilandolo in tasca e uscii dalla mia camera, senza neanche ritoccare quel poco mascara messo all'inizio della giornata.
Bussai alla porta di Beth, che subito aprì, e frettolosamente tornò in camera per infilarsi un paio di leggins. Scoppiai a ridere. Era lenta e così buffa!
«Dio Beth, un bradipo sarebbe più veloce di te»
Sbuffò e mi fece un cenno con la mano, come per sminuire il mio commento.
«Sai che a me serve tempo»
«Sì ma stiamo andando in un posto isolato in mezzo al nulla, nessuno potrà vedere come ti sei vestita» dissi esasperata cercando di farla ragionare.
Aspettai impaziente che lei si infilasse la camicetta lunga e le scarpe e ci precipitammo fuori casa, salutando mia madre.
Da fuori si sentiva già il clacson della macchina così salimmo velocemente ascoltando i commenti di Nash e Ben sul nostro ritardo.
In quei quindici minuti di tragitto mi continuavo a torturare gli strappi dei pantaloni, chiedendomi se ci fosse stato anche Lucas, e se si fosse deciso a rivolgermi la parola, oltretutto.
«Andiamo Ben, come fai a stare in astinenza dal sesso solo perché questa misteriosa ragazza vuole aspettare?» disse Beth sbuffando, in segno di disapprovazione.
«Che discorsi mi tocca sentire?!» quasi urlai. Tutti scoppiarono a ridere, ma io finsi un broncio e osservai la vista fuori dal finestrino.
«Oh, e fate schifo» aggiunsi ridendo anche io seguita dagli altri.
Attraversammo un boschetto.
La stradina sterrata ci faceva sobbalzare a causa del terreno irregolare e appena raggiungemmo lo spiazzo trovammo già la macchina di Tay ad aspettarci, da cui scesero lui, Chris e Rose. Continuai ad osservare la macchina aspettando non so cosa.
O forse non so chi.
Sì che lo sai, idiota.
Appena Nash spense il motore capii che ci eravamo parcheggiati di fianco all'altra auto, così scesi subito.
Rose venne a salutare me e Beth e poi raggiungemmo gli altri che ridevano di qualche battuta. Ma una domanda mi stava disgustosamente assillando. Lucas dov'era?
Avevo molte opzioni, ad esempio poteva essere con la sua troietta da quattro soldi, a casa a scopare con qualcuna, a bere, a festeggiare...
"Che libertà di scelta!" pensai ironica. Osservai Chris sedersi per terra, vicino al precipizio che dava sulla scogliera, con sotto il mare che si infrangeva sugli scogli e fu seguito dagli altri.
Io rimasi in piedi a godermi la vista delle stelle luccicanti che si accostavano perfettamente con il mare e il suo profumo.
La leggera brezza rendeva tutto ancora più bello e incantevole, così chiusi gli occhi, rilassandomi.
Subito però li riaprii quando sentii l'odore di sigaretta seguito dal rumore di passi provenire da dietro di me. Mi voltai e vidi Lucas camminare convinto verso la nostra direzione, mentre scuoteva la testa irritato e riattaccava il telefono in faccia a qualcuno.
Allora era qui.
Non so cosa provai quando lo vidi.
Mi sentii solo...meglio. Perché con lui, in un modo o nell'altro, era sempre così.
Tuttavia non parlai e prima di voltarmi di nuovo lui alzò lo sguardo che si incastrò con il mio, e non si decideva a staccarsi.
Volevo accennare a un sorriso, a un saluto, a un cenno, o semplicemente a un qualcosa, ma non potevo.
Era strafottente, prima mi baciava e poi faceva finta di niente, se ne fregava semplicemente. Ma vaffanculo.
Tornai seria e mi voltai, sedendomi a terra accanto agli altri, che componevano un semicerchio.
Mi trovai di fronte proprio quel figlio di buona donna, che mi guardava come se non capisse cosa mi fosse preso.
Oh ma certo, perché solo lui può prendersela quando vuole.
Rose si alzò in piedi.
«Ragazzi guardate che gioiello di amica che avete» disse attirando la
nostra attenzione.
Raggiunse di corsa la macchina di Tay e tirò fuori dal bagagliaio tre bottiglie di vodka.
Lei si che ci conosceva bene.
Tutti esultarono e io le diedi un bacio sulla guancia quando si risedette accanto a me.
«Lo so, sono la migliore» esultò stappando le bottiglie e facendole passare tra noi.
«Ehi non sei l'unica»
Ci girammo verso Chris, che tirò fuori dalla tasca della felpa un sacchettino con dell'erba dentro, sventolandocela davanti agli occhi.
«Ti amiamo, lo sai?» dissi afferrando la bustina e abbracciandolo. Ovviamente tutti erano d'accordo con me e lui sorrise.
Ci girammo le canne e ne uscirono poco più di una a testa.
Le rimanenti le avremmo conservate visto che erano poche e non si potevano dividere tra tutti.
Facendo il primo tiro mi sentii subito libera, così mi distesi.
«Ragazzi sapete cosa mi piacerebbe fare?» cominciò a dire Beth mentre mi passava una bottiglia di vodka.
«Sesso con me?» la interruppe Tay scherzosamente.
Ridemmo persino troppo, era una risata malata. Le più belle.
«No scemo» lo sgridò, salendogli in braccio e cingendo il suo collo con un braccio, mentre con l'altro portava la canna alla bocca.
«Mi piacerebbe scappare di qui, con voi»
«Vivere» aggiunsi subito dopo le sue parole. Lei annuì e distolsi per un attimo lo sguardo dal cielo.
Bevvi un lungo sorso dalla bottiglia e il liquido mi bruciò la gola dandomi però sollievo.
Osservai Lucas che stranamente fumava come noi.
Non era proprio lui che era finito nei casini con questa roba? Incoerente.
Pensando a come lo stavo riempiendo di critiche quella sera cominciai a ridacchiare e sentii il suo sguardo bruciarmi addosso.
Feci un tiro e buttai fuori degli anelli di fumo, osservando Tay e Beth baciarsi.
Aspetta, cosa?!
Rimasi a bocca aperta ma mi piacevano assieme, e mi facevano desiderare un bacio così.
Beh peccato, perché trovavo solo puttanieri dalle mie parti. E con questo pensiero i miei occhi si posarono su Lucas. Feci subito un sorso disperato dalla bottiglia.
«Beh potremmo farlo» disse ad un tratto lui.
Il suo profilo era delineato malgrado il buio della notte.
«Scappare intendo»
«E fare quel cazzo che vogliamo» aggiunse Ben, buttando indietro la testa, circondato dal fumo. Seguì un silenzio riempito da sbuffi di fumo denso, il rumore delle onde e il tintinnare delle bottiglie di vodka.
«Cosa ne sarà di noi dopo aver finito il liceo?» chiese Chris con aria assente.
«Io vi voglio fottutamente bene» ammisi. «Non voglio che diventiamo sconosciuti, in futuro»
«Nemmeno io» Era stata Beth a parlare.
«E io» disse Tay.
«Esatto»
Questo era Chris.
«Nemmeno io» dissero Nash e Ben all'unisono.
«La penso esattamente come voi» disse Rose scandendo bene le parole quasi come fosse matta. Mi voltai su un fianco e incontrando gli occhi di Rose spalancati come fanali scoppiai a ridere. Era impazzita.
Vidi Lucas sorridere e poi lasciarsi andare definitivamente.
Sì, era fatto, decisamente.
«Nemmeno io ragazzi» disse per ultimo.
Si avvicinò fino a distendersi accanto a me e guardarmi negli occhi. Sfiorò le mie labbra con un dito. Non riuscivo a ragionare, ormai ero andata, persa, fottuta.
Quella era una bella visione, altro che stelle e mare.
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Fall (sospesa)
RomanceDopo quella sera, quella fottuta sera in cui mio padre ci abbandonò, tutte le mie certezze sparirono, sostituite da un vuoto. Una voragine. Tutti quegli anni passati a ereggere barriere invisibili intorno a me, tutti quegli anni passati a fidarmi d...