12° parte

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erano le 3 di notte e stavo leggendo un libro, trovato sul cassetto del comodino di Dylan, non vi dico cos'altro c'era la dentro, che ancora stava dormendo. O almeno ancora per poco.

Sento delle mani calde e grandi toccarmi i fianchi ed un soffio caldo vicino al mio viso.

<che leggi?> chiese con voce assonnata

<non so, l'ho trovato sul tuo comodino, carino però> rispondo girando pagina

sento Dyl strofinare la faccia sulla mia spalla per poi sbadigliare

<ma che ore sono?>

<le tre di notte>

<e tu cosa ci fai sveglia?>

<non avevo sonno>

Dylan mi chiuse il libro e me lo tolse dalle mani facendomi così girare verso di lui tentando di riprendermelo.

<dammi un bacio e te lo lascierò prendere>

<ma neanche per sogno>

<ah si? va bene> posò il libro dentro il cassetto alla sua destra e si voltò verso di me

<non lo finirai mai> disse con un sorrisetto divertito

mi porsi leggermente verso di lui e gli lasciai un bacio caldo a stampo sulle labbra

<grazie, molto piacevole, ma il tempo era scaduto quindi niente libro>

seriamente?

<stronzo> sbuffai e mi ributtai sulle lenzuola

<usciamo?> chiese dal nulla

<alle 3 di notte?>

<e qual'è il problema? andiamo a cenare fuori dai>

a pensarci bene quando sarei mai dovuta uscire da qua se Julia è 24h su 24 a casa? mi avrebbe sgamata, quindi meglio uscire ora.

<va bene, che mangiamo?>

<fammi fare una telefonata, tu intanto vestiti>

<con cosa precisamente? non ho vestiti>

<mettiti una mia felpa e un paio di pantaloncini, passeremo da casa tua a prendere qualcosa... dai muoviti!>

<sisi vado!>

scattai giù dal letto e scelsi una felpa bianca con un paio di pantaloncini neri a caso. Dylan invece indossava il sotto di una tuta nera con sopra una felpa marroncina.

Partimmo alle 3:15 ed arrivammo a casa alle 3:30. Salì solo io al piano di sopra mentre Dyl aspettava in macchina.

Scelsi un paio di jeans e mi lasciai la sua felpa addosso, mi lavai i denti, sistemai i capelli, messo un filo di correttore e mascara e soprattutto dato da mangiare a Ray.

uscì da casa e in 40 minuti arrivammo davanti ad un locale chiuso.

<è chiuso ovviamente, alle 4 del mattino cosa ti aspettavi> dissi ovvia

<ti stai mai zitta?>

prese delle chiavi dalla tasca della tuta e aprì la serranda del negozio

<ah...> rimasi stupita. Non credevo avesse le chiavi.

<sai fare la pizza?>

<più o meno> risposi ancora incredula

<vieni prepariamole che ho fame>

mi prese per mano ed entrammo. Accese tutte le luci e fece riscaldare il forno mentre io iniziavo ad ammorbidire l'impasto delle pizze.

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