era ormai più di una settimana che quotidianamente Dylan veniva a trovarmi sul posto di lavoro, contemporaneamente più di una settimana che stranamente Kyle mi stava attaccato costantemente.Aveva un evidente problema di fiducia e di gelosia nei confronti di me e Dylan, forse per ciò che è accaduto in passato fra noi due, ma sono sicura che ci sia qualcos'altro a turbarlo.
Ormai si può dire essere una cosa "seria" tra me e lui, tra virgolette perché da un lato non mi sento del tutto libera con ky. Mi tratta meravigliosamente, mi sento protetta e amata questo si, ma c'è qualcosa che non quadra, forse stiamo correndo troppo, o forse la ricomparsa di Dylan sta creando squilibri.
Squilibri che non partono da me, perché io non ci vedo malizia nel rapporto tra me e dyl, però Kyle ci vede qualcos'altro, qualcosa di più che semplici amici e questo lo rende perennemente frustrato.
è da un po' che ormai praticamente vive a casa mia, il che non mi da fastidio però ho bisogno pur sempre dei miei spazi, cosa che lui non mi lascia, mi segue in qualsiasi cosa io faccia e non mi convince.
<Ky io vado a lavoro, ci sentiamo dopo> dico dopo aver chiuso il diario per bene
<aspetta, ti accompagno> mi raggiunse subito con già le chiavi della macchina in mano
<non credi che io riesca ad arrivarci da sola? tranquillo e grazie, stai a casa e bada a Ray> risposi per poi aprire il portone che lui bloccò subito dopo
<Zoe, ti accompagno.> quell'affermazione mi fece riflettere, non può avere tutto questo potere su di me. adesso basta.
<ho detto di no. Ho i piedi? ci arrivo da sola.> chiudo il portone ed esco di casa
nel tragitto decido di prendere la solita via che prendevo quando andavo a piedi al bar i primi giorni di lavoro, era cambiata parecchio, non la percorrevo da tanto effettivamente.
Ero quasi giunta al termine quando una macchina di piazzò davanti chiudendomi l'uscita.
Una macchina sportiva, rossa, molto bella devo dire.
Da quest'auto scese un ragazzo con gli occhiali da sole, lo avevo già visto da qualche parte, ma non ricordo dove.
<ciao Zoe, come stai?>
e a quanto pare lui conosce me.
<ciao, scusami non ricordo perfettamente chi sei> risposi in modo gentile
<sono Diego, passavo da qui, ti ho vista e ho ricordato che lavori qui vicino, vuoi un passaggio?>
cercai velocemente di ricordare ma non ci riuscì, so di conoscerlo, ma chi è?
<ehm no grazie, faccio da sola>
non ho accettato da Kyle e devo accettarlo da uno sconosciuto?
<sicura, guarda che non ci metto niente ad-> lo fermai parlandogli di sopra
<sicurissima, come hai detto tu è qua vicino e comunque camminare non mi farà mica del male.> risposi diretta
sorrise debolmente ed io lo sorpassai. Mi diressi alla macchina, così da poter uscire dalla via sorpassandola
Diego, Diego... dove lo già sentito questo nome?
tutto ad un tratto mi venne in mente quella volta, e collegai il tutto, volevo correre, scappare, ma ormai era troppo tardi.
non feci in tempo a sorpassare la macchina che lui mi bloccò da dietro e mi tappò sia bocca che naso con un fazzoletto di tessuto, probabilmente voleva farmi perdere i sensi, e ci stava riuscendo.
Mi impanicai e iniziai a dimenarmi, tutto inutile perché la sua presa era salda
<sei davvero bella sai? peccato che Kyle non ti rivedrà più> finita quella frase un forte rumore metallico inondò le mie orecchie e poco dopo l'uomo lasciò la presa cadendo per terra.
stavo per cadere anch'io avendo quasi perso i sensi, ma a prendermi c'era Kyle, come al solito.
<Zoe stai bene?> chiese subito preoccupato
annuì spaventata e lui mi strinse forte a se
<dai alzati, togliamoci da qua, ti accompagno a lavoro> disse come se non fosse successo niente
lo guardai un'ultima volta prima di uscire dalla via, era sdraiato per terra in posizione supina con il sangue che gli usciva dalla testa.
<è morto?> chiesi tremando
<no, non muore mai quel bastardo.> rispose contraendo la sua mascella.
una volta arrivati al bar, Kyle se ne andò senza dire niente, ed io cercai di far finta di nulla per tutta la giornata, persino alla fatilica domanda di Tom "zoe come stai?" riuscì a rispondere "bene" quando in realtà in testa mi frullavano una miriade di cose.
guardavo spesso il cellulare, con la speranza che Ky rispondesse ai miei numerosi messaggi, ma niente, nessuna notifica.
i miei pensieri si allegerirono leggermente solo quando da quella porta entrò Dyl, sorrisi debolmente e guardai il solito sguardo di Tom nervoso non appena lo vede, ma ormai ci stava facendo l'abitudine.
si appoggiò al bancone e dopo aver salutato Tom scherzosamente, si rivolse a me con un sorriso.
<ciao Zoe, mi fai il solito?>
dovrebbe smettere di usare la scusa del cappuccino solo per venire qua ogni giorno.
controllai per un'ultima volta il telefono e poi mi girai per fargli il caffè.
<sei di buon umore oggi> dissi prendendo parola
<non si può dire lo stesso di te, che succede Zoe?> chiese
sbarrai gli occhi per un'attimo, ma lui non poteva vedermi grazie a dio.
mi girai verso di lui e gli poggiai la tazzina sul bancone forzando un sorriso e cercando di apparire il più normale possibile.
<va tutto bene, sono solo un po' stanca> risposi
lui annuì, bevve il suo caffè, oltrepassò il bancone e mi prese per mano portandomi in cucina
<che fai dyl? che stai facendo?> continuai a chiedere
<dai su, ora dimmi cosa c'è che non va> mi sorprese, sa leggere nel pensiero?
<ma nulla, ti ho detto che è tutto apposto> continuai a dire
<se non vuoi parlarmene va bene, però non mi mentire perché ti conosco abbastanza da poter dire che non stai bene. Se sai che è una cosa grave ti converrebbe parlarne> disse voltandosi per dirigersi verso l'uscita della cucina
sapete che c'è? sono stanca di tenermi tutto dentro, perché mi ostino a non parlarne? mi fa solo del male.
lo bloccai da un polso e lui si voltò verso di me, pronto ad ascoltare.
<è Kyle, non mi convince per niente ultimamente, sta sempre attaccato a me e non mi lascia spazio libero, oggi l'ho convito e sono venuta a lavoro da sola ma...> mi bloccai ripensando alla scena
<ma?> mi spinse a liberarmi del peso
<ma un ragazzo, un suo vecchio amico forse, ha cercato di stordirmi e voleva portarmi con sé probabilmente, ha detto "peccato che Kyle non ti rivedrà più", non so quali fossero le sue intenzioni, sicuramente non belle ma se non fosse stato per Kyle io non sarei ancora-> non mi fece finire la frase
<il nome del ragazzo.> lo guardai nei suoi bei occhi color nocciola e li vidi quasi prendere fuoco.
la rabbia gli scorreva nel sangue ed era visibilmente preoccupato, preoccupazione assalita dal nervoso.
La mascella contratta ed i pugni serrati, se avessi solo provato a cercare scuse per fermarlo sarebbe finita peggio perciò sputai subito il rospo.
<...Diego>
detto quel nome lui si voltò velocemente ed uscì a passo svelto.
perfetto, ora si che va tutto di merda.
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sexy drug
Fanfic[completa] Dopo un grave lutto, Zoe Davis si rifugia in se stessa cambiando radicalmente, odiando se stessa e tutto ciò che la circonda, a farle tornare il sorriso ci penserà il famoso attore Dylan O'Brien, che incontrerà per caso in un parco, litig...