Felicità impercettibile

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Toni's pov
Non era forse ovvio? Dopo quella frase il mio cervello è letteralmente andato in tilt. È la prima volta che qualcuno mi dice così direttamente che io sia forte a pallavolo. Tutti sono soliti a dire bell'alzata, wow e frasi che non suscitano in me chissà quali emozioni. Però quella frase, detta soprattutto da lei che è un'ex giocatrice professionista, aumenta di almeno cento volte il suo significato. Se lo ha detto è perché lo pensa realmente. Almeno credo, però inizio a capire questo diavolo e raramente fa dei complimenti, perciò quando li fa è sincera al cento per cento.
Se Peach o mia madre mi avessero detto una cosa del genere mi sarei messa a ridere dicendo che fossero ridicole, però a lei ho creduto. Ho pensato cavolo, allora sono davvero brava in questo sportHo visto la mia voglia di smettere di giocare, allontanarsi di miglia e miglia. Tutto grazie ad una sola frase che sembrerebbe altamente banale, però per me ha un valore enorme, un valore che non ho mai attribuito a niente. La mia risposta a tutto ciò è stata un semplice sorriso, poi ho ripreso il mio borsone e dopo averla salutata sono entrata in casa, rimanendo per almeno dieci minuti immobile all'ingresso, guardando un punto indefinito sul pavimento. Non so letteralmente cosa fare, quella frase ha preso completamente controllo di me, come del resto anche quella che mi ha detto alla fermata, nonostante non mi fossi lasciata realmente. È così dannatamente poetica, nonostante quasi tutto il resto del tempo usi parole tutt'altro che carine.
Se gli altri miei compagni fossero stati al mio posto quel giorno alla fermata, non avrebbero creduto ai loro occhi che quella ragazza che ogni giorno li allena urlando di muoversi e correre più veloce, possa dire cose così commoventi. Sì, piango per le serie tv e i film però non mi è mai capitato di commuovermi in una situazione reale, soprattutto con una semplice frase.
"Dannata coach"
Vado in bagno per farmi una doccia. Ho dimenticato quanto sia bello tornare da un allenamento con il sorriso stampato in faccia. Di solito torno sempre con le lacrime agli occhi perché non sono riuscita a dare il meglio di me. Invece è così bello essere soddisfatti di sé stessi, vivere e pensare sono davvero bravaSono le sei e tra poco dovrebbe arrivare mia madre. Mi siedo sulla scrivania iniziando a fare gli esercizi per domani. Sbaglio a scrivere l'espressione almeno tre volte perché, inutile dire, non riesco a concentrarmi. È tutto così incentrato sulla pallavolo, sulla nuova coach, sulla partita, che la scuola ormai è stata catapultata fuori dalla mia testa.
"Hai gli esami a breve, concentrati"
Se solo mi sentisse mia madre inizierebbe già a farmi tutta la morale su quanto sia importante studiare e che non potrò giocare a pallavolo tutta la vita nel caso diventassi una giocatrice professionista, perciò devo garantirmi un buon lavoro. Vado bene a scuola, non sono una secchiona come Betty che a mio parare può andare già all'università per quante cosa sappia, però me la cavo. Alla fine prendo in mano la mia testa e riesco a finire questi esercizi. Non voglio stare tutta la serata chiusa in camera a studiare, voglio vedere le qualificazioni del nostro campionato, soprattutto contro quale squadra dovremo giocare. Sono fissata con l'imparare a memoria i punti deboli delle squadre per poi usarli in partita. Ho saputo che nessuno usa questa tattica di riguardare le partite delle squadre avversarie, perciò mi piace essere un passo avanti agli altri. Sento il rumore della serratura ed esco dalla camera per andare incontro a mia madre.
: -hey tesoro, com'è andata?-
Toni: -tutto bene-
: -com'è la nuova allenatrice?-
Toni: -normale- non voglio iniziare a descrivere Cheryl in tutto e per tutto, voglio che la mia vita sportiva sia solo tra me e me. Conosco mia madre e non ci mette nulla a buttarsi a capofitto nei fatti miei. Mi siedo a tavola mentre lei inizia ad accendere il fornello, tagliare verdure ed estrarre fuori dal frigo mezzo mondo, che probabilmente non mangerò neanche, però la lascio fare.
: -che avete fatto?-
Toni: -le solite cose. Corsa, poi ci ha fatto fare una partita per decidere chi far giocare nella prossima partita-
: -tu ci sarai?-
Toni: -sì-
: -ero sicura che ti avrebbe messo- mi sorride riprendendo poi a cucinare. Io invece continuo a fissare il tavolo pensando all'allenamento di domani. Probabilmente faremo un'altra partita. Prima, una cosa del genere mi avrebbe messo letteralmente i brividi. Una partita. Dover essere per forza la migliore per soddisfare i propri complessi di inferiorità. Un altro attacco di panico, pianti negli spogliatoi, vocine nella testa che dicono che faccio schifo e tanti altri problemi che sarebbero venuti a galla. Ora invece, sono quasi felice di dover giocare. Mia madre si siede di fronte a me iniziando a mangiare. Mastico velocemente perché voglio vedere la partita, quindi non stacco gli occhi dal piatto neanche un attimo.
: -sai, ti vedo diversa, di solito tornavi dagli allenamenti non so, più spenta- faccio spallucce ma so che ha perfettamente ragione.
: -l'allenatrice cosa ha detto?-
Toni: -che sono forte, perlomeno me lo ha fatto intendere- mia madre sorride orgogliosa. Ha sempre creduto in me come giocatrice.
Toni: -vado, voglio vedere una partita- mi alzo e sto per andarmene ma la sua voce mi trattiene.
: -Toni- mi volto.
Toni: -sì?-
: -guardandoti mi sembra di capire che sei felice di averla come allenatrice- sorrido ritornando alla solita frase.
Toni: -è una coach come tante altre- ma è davvero così? Forse, però quel dannato sorriso in faccia non me lo sono tolta per tutta la notte.

How she saved meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora