Toni's pov
Rimaniamo in quella posizione tutto il pomeriggio a guardare partite in silenzio, senza dire una parola. I miei occhi sono stati rivolti tutto il tempo su di lei, studiando ogni suo movimento e beandomi di quella tranquillità. Cheryl dal canto suo non mi ha filata per tutta la durata della partita, nonostante io abbia più volte percepito i suoi occhi su di me. La mia confusione non fa altro che aumentare. Voglio avere anche io dell'autocontrollo per spostarmi quando vuole baciarmi oppure risponderle a tono, e invece non riesco, intrappolata nelle grinfie di quel diavolo che ora sta sul letto, giocherellando con un anello argentato. Strizzo gli occhi cercando di placare quella sensazione nello stomaco che provo ogni volta che la vedo. Decido che è il momento di andarmene, sono ormai le nove e mezza e voglio andare a dormire presto per riposarmi prima della partita di domani.
Toni: -io vado a dormire allora-
Cheryl: -notte- la guardo un'ultima volta, mentre fissa il soffitto con aria pensierosa. Vorrei baciarla, accarezzare quei capelli così morbidi e profumati, appoggiare la testa sulla sua spalla ispirando il suo odore. Invece mi limito a darle la buonanotte e ad andare in camera sdraiandomi sul letto. Lei probabilmente non prova niente di tutto ciò. Non so neanche perché stia continuando questa messa in scena. Mi rigiro nel letto. Di sicuro anche oggi non riuscirò a prendere sonno. Troppe emozioni che non mi danno pace. Troppi avvenimenti che mi hanno lasciata stordita. Quel bacio. Il primo che ci siamo date, nello spogliatoio. Non dimenticherò mai il suo sapore. Quell'attimo mi è sembrato interminabile, un attimo in cui tutto il mondo ha smesso di girare. Un istante in cui siamo diventate un bizzarro tutt'uno che nessuno si sarebbe mai aspettato. Io e lei, lei ed io, unite da chissà cosa. In quell'istante mi sono finalmente sentita amata, il vuoto che ha lasciato mio padre ancor prima che nascessi si è riempito di amore. Mi sono sentita piena, per la prima volta, senza niente che mi mancasse, senza avere nessuna ansia, semplicemente sapevo che volevo lei e nessun altro. Ma per lei com'è stato? Avrà provato qualche emozione oppure mi ha baciata così, come ha detto? È questo che mi interessa maggiormente. Vorrei condividere con lei tutte le mie sensazioni, però non riesco, c'è qualcosa che mi blocca. Forse sto sbagliando tutto e non è quella giusta per me. Ma cosa dico? Ovvio che non lo è. Si è mai vista una relazione tra insegnante e studentessa? No, e non saremo di certo noi ad inaugurare questo tipo di relazione. Devo semplicemente arrendermi, smettere di cercarla, di voler assaggiare le sue labbra, ancora e ancora. Sarò travolta dalle macerie di un sogno, però riuscirò a svoltare finalmente l'angolo e continuare la mia vita. Chiudo gli occhi e vedo la sua faccia dietro le palpebre. Li riapro e la vedo nell'oscurità.
"Andiamo, esci dalla mia testa"
Sospiro alzandomi dal letto, poggiando i piedi nudi sul pavimento e rabbrividendo leggermente. Ho sempre avuto quest'abitudine di camminare scalza, sentire la superficie sotto di me, avere quei leggeri brividi di freddo. Inizio a scendere le scale in assoluto silenzio per non svegliarla. Voglio bere qualcosa, andare nella veranda e guardare il cielo notturno cercando di non pensare a nulla. Tutta la casa è immersa in un completo silenzio. Mi verso un bicchiere di succo e vado in veranda. L'aria frizzante di maggio mi scompiglia i capelli, eliminando ogni traccia di torpore.
Cheryl: -non dormi?- quasi mi rovescio il succo addosso. Mi volto di scatto verso la voce e vedo Cheryl seduta sul divanetto, con le gambe accavallate che mi squadra attentamente mentre un angolo della sua bocca si alza mostrandomi un sorriso divertito.
Toni: -non ho sonno- il che è un male visto che domani abbiamo la partita. Guardo il telefono eppure noto che sono solo le dieci. Sono stata davvero mezz'ora a pensare a lei? Ridacchia riprendendo a guardare un punto lontano nel cielo.
Toni: -tu invece?- come mi aspettavo non risponde, continuando ad osservare il paesaggio che ha di fronte. Ormai mi sono abituata a quei silenzi in risposta alle mie domande. È una di quelle persone che devi capire prima di giudicare. Persone che ti mettono sempre alla prova, magari comportandosi da vere stronze solo per vedere se ci tieni abbastanza da rimanere. Quelle persone che dentro sono paranoiche, lunatiche, ansiose, ma che mascherano tutto alla perfezione. Mi siedo accanto a lei sorseggiando la bevanda dal bicchiere. È vestita con una tuta ed una felpa larga rossa. I capelli, questa volta scompigliati dal leggero venticello, le tolgono leggermente l'ordine che è solita mantenere. Poggia il mento sulle ginocchia osservando con attenzione gli alberi rischiarati dai lampioni.
Toni: -a che pensi?- so di essere assillante con tutte queste domande, però mi interessa sul serio.
Mi interessa sapere cosa le fa venire un'aria pensierosa, cosa la sorprende, cosa la fa sorridere.
Cheryl: -nulla-
Toni: -andiamo, è impossibile che neanche un pensiero ti passi per la testa-
Cheryl: -sciocchezze- alzo gli occhi al cielo.
"Negherai fino alla morte vero?"
Cheryl: -tu più che altro perché non stai dormendo? Vuoi stare in panchina domani?-
Toni: -mi ci metteresti?-
Cheryl: -se ostacolerai la squadra certo- sospiro. Continua ad allontanarsi da me ogni volta che cerco di parlarle di un argomento che non sia la scuola o la pallavolo.
"Vorrei che tu mi parlassi. Dei tuoi problemi. Delle tue ansie e delle tue preoccupazioni. Dei tuoi sogni e delle tue paure. Delle tue passioni e delle cose che odi. Della pallavolo e del senso di libertà che ti dà, perché si vede che ci tieni ancora. Parlami del cielo che stai guardando ora, mentre sei accanto a me. Comunica con i baci che mi dai pur di non non dover parlare, perché odi esprimere a parole i tuoi stati d'animo. Raccontami di quello che vuoi e di quello che non vuoi. Baciami finché non mi sarà tutto più chiaro. Disegna te stessa sul mio collo" forse le persone che dicono di vivere appieno la vita hanno ragione. Basta tirarsi indietro, rimandare tutto dicendo lo faccio dopo, ora non è il momento giusto. Si deve creare il momento, la situazione, perché non esiste il destino o cose del genere, siamo i leader della nostra vita e lei si girerà verso di noi in base a come la guideremo. Ed è questo l'amore. Non è facile. Rimette in gioco il cuore e le emozioni. Ti scuote completamente, ti spinge a fare delle scelte, a rischiare. L'amore è aprire una porta senza sapere cosa ci si troverà dentro, ma semplicemente entrarci, con una benda sugli occhi e proseguire in base ai battiti del proprio cuore. E l'amore mi sta spingendo a fare questo. Poggio la mano sulla sua. La sua pelle calda e morbida. Non si volta neanche, probabilmente si aspettava quel gesto da parte mia. Accarezzo ogni dito, uno per uno, percependo la sua pelle sotto i miei polpastrelli. Con lei mi sento sicura ed insicura allo stesso tempo. Da una parte so che mi proteggerebbe da tutto, ma dall'altra ho paura che possa essere proprio lei ad attaccarmi.
Toni: -Cher- sussurro. Pronuncio questo soprannome che non credevo le avrei mai dato, eppure ora mi è sembrata la cosa più normale del mondo. Si gira verso di me. Riesco a vedere i suoi occhi brillare nell'oscurità, come due diamanti. Inclina leggermente la testa di lato, facendomi capire che mi sta ascoltando. Due anime uguali, scritte da persone diverse. Gli opposti si attraggono, questo ormai è provato, ma gli uguali?Due caratteri identici che continuano a scontrarsi e respingersi a causa dell'orgoglio? Riusciranno ad abbassare le guardie e far entrare l'uno nel mondo dell'altro? Non mi importa se siamo uguali o no, l'unica certezza che ho è che quando la vedo, tutti i miei tentativi di lasciar perdere ed allontanarmi, vanno in fumo. Poggio l'altra mano sulla sua guancia, accarezzandola col pollice. Ho sempre la paura che si possa sgretolare a causa del mio tocco. È fragile, anche se a vederla si direbbe tutto il contrario.
Passo il pollice lungo il contorno delle sue labbra, non staccando gli occhi dai suoi. Pensavo che si sarebbe ritratta, invece resta immobile.
Cheryl: -devi dirmi qualcosa?-
"Tantissime cose. Forse troppe" faccio finta di niente, togliendo la mano dal suo volto.
Cheryl: -finirai per consumarmi così. Allora? Perché non riesci a dormire?- il suo tono diventa inaspettatamente interessato. Abbasso per un secondo lo sguardo interrompendo il nostro contatto visivo. Decido di essere sincera con lei, far uscire almeno una piccola parte di tutto ciò che voglio dirle.
Toni: -sono confusa- mi guarda senza un'espressione precisa, mentre io cerco di trovare le parole giuste.
Toni: -io non so cosa sia tutto questo, se provi quello che provo io, e forse mi sto facendo troppi film, però- ho le lacrime agli occhi e non so neanche il motivo. Mi blocco.
Toni: -lascia stare. Probabilmente non ti interessa- faccio per alzarmi ma la sua mano si lega delicatamente al mio polso tirandomi indietro. La guardo mentre si sistema i capelli e con lo sguardo mi indica di avvicinarmi. I nostri corpi si toccano. Appoggio la testa sulla sua spalla.
Sto morendo di freddo e a quanto pare se ne accorge, perché mi circonda la vita con un braccio avvicinandomi ancora di più a sé. Le sue dita attraversano dolcemente il mio fianco, facendomi beare di quella sensazione. Esserle vicino mi fa sentire protetta, come se fossi nelle sue mura, le stesse che mi tengono lontana da lei sempre e comunque. È come se dentro quelle mura ci fosse un villaggio. Un villaggio di pochissime persone, che vagano nella città, mentre nessuno osa varcare la soglia dell'enorme castello, sorvegliato da centinaia di soldati. Tutti vedono quel castello e si domandano cosa ci sia all'interno, ma nessuno ha il coraggio di entrarci. Forse però quel castello non aspetta altro che essere esplorato, in ogni sua stanza e parete. Aspetta che qualcuno ci entri e ne faccia la propria casa, cogliendo la magia al suo interno. Una magia che io ho già colto da tempo. Una magia che mi rende felice. E allora cosa mi frena dall'entrare in questo castello e vivere la felicità? Il coraggio. È sempre così. L'impossibilità di avere coraggio frena il percorso alla felicità. Guardo le nostre mani ancora strette l'una nell'altra. Voglio perdermi nelle sue braccia. Nel ghiaccio che ricopre il suo cuore e cercare di scioglierlo. Perdermi nei suoi occhi profondi e lasciarmi guidare. Alzo la testa dalla sua spalla prendendole delicatamente il volto, facendo incontrare di nuovo i nostri occhi. Sappiamo entrambe quello che vogliamo, sentire le labbra dell'altra sulle proprie. Parlare ma senza parole. E si sa, gli occhi sono sempre i primi a baciarsi.
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How she saved me
FanfictionÈ difficile vivere quando nessuno ti conosce realmente. Sì insomma, neanche noi ci conosciamo perfettamente, però chi non vorrebbe accanto una persona che solo guardandoti riesce a capire quello che stai provando? Ne ho viste di persone del genere...