Toni's pov
Rimango paralizzata davanti a quella domanda, sentendo come se ogni organo mi fosse stato strappato dalle interiora. Il mio cuore perde un battito, forse due oppure addirittura tre. Sento la vista che mi si offusca. Cerco di respirare ma il mio petto inizia a sollevarsi ed abbassarsi ad intervalli irregolari. Le mie mani sudano. Deglutisco.
Toni: -Peach è solo una cogliona, tutto qui-
Cheryl: -non è una risposta alla mia domanda- dio ma perché deve sempre sapere tutto?
Toni: -se dico che è una cogliona significa che dice delle stronzate, come quella che hai sentito- mi squadra per qualche secondo, durante i quali ho paura che possa chiedermi dell'altro, oppure notare il mio leggero tremolio o le mie mani sudate.
Cheryl: -giusto, mai innamorarsi di un coach o professore. Sono persone che devono migliorarti, non farti sprofondare. E l'amore fa proprio questo- esce dopo aver rimesso la bottiglietta dell'acqua ossigenata nel cassetto, superandomi senza dire una parola. Quando la vedo scomparire in una classe, posso finalmente riprendere a respirare. Mi appoggio alla parete mettendomi la mano sul petto ed inspirando a pieni polmoni. Un passo falso e avrebbe scoperto tutto. Dannata Peach. Ripenso alle parole dette da Cheryl. Come pensavo per lei l'amore è solo un sentimento fastidioso, come una mosca che ti ronza attorno senza lasciarti in pace. Esco dall'infermeria correndo in classe visto che ho già fatto cinque minuti di ritardo. Apro la porta e tutti gli occhi si posano su di me.
Toni: -scusi il ritardo-
: -Topaz, come mai in ritardo?-
Toni: -mi sono fatta male e sono dovuta andare in infermeria-
: -ora stai meglio?-
Annuisco prendendo posto vicino a Veronica.
Veronica: -che ti sei fatta?- le faccio vedere il dito fasciato mentre lei mi guarda con espressione dispiaciuta. È il capitano della squadra perciò si accerta sempre che tutte stiano al meglio.
Veronica: -ho visto che discutevi con Peach prima, è stata lei?- faccio di sì con la testa non staccando gli occhi dal professore che sta iniziando a spiegare.
Veronica: -quella ragazza è strana-
Toni: -credo che da oggi sarà sempre così con me. Spero solo che non si metta a stalkerarmi per sputtanarmi davanti a tutta la scuola-
Veronica: -lasciala perdere. Piuttosto, riuscirai a giocare?- annuisco, non è una chissà quale ferita, perciò posso giocare mettendomi un semplice cerotto. Ripensando a Peach e come possa essere vendicativa, meglio tenermi alla larga da lei e non fidarmi più, anche perché mi ha tradita una moltitudine volte. Però ora non è lei la cosa più importante ma Cheryl. Spero con tutta me stessa che non si sia accorta della mia reazione alla sua domanda. Credo che se dovesse scoprire dei miei sentimenti, tutto il nostro rapporto crollerebbe e si allontanerebbe da me ancora di più.
Le voglio dannatamente bene, perciò se dovesse succedere qualcosa di negativo tra noi due, non riuscirei a sopportarlo. Già, credo che dovrò mantenere questo segreto per molto tempo, finché la mia cotta non smetterà di esistere e spero che Cheryl non torni più su questo argomento anche perché è già tanto se non ha capito tutto quando stavamo in infermeria, dato che stavo letteralmente svenendo a causa dell'iperventilazione. Continuo a seguire le ore successive, con lo sguardo fisso sul banco nell'attesa che suoni la campanella di fine giornata, almeno per la mia classe. Finalmente la voce della professoressa viene interrotta dal solito suono squillante, che annuncia prego, la vostra giornata qui è finita, scappate finché potete.
Però io non posso scappare. Devo restare ancora un'ora, però sarò in compagnia di Cheryl, quindi tutte le mie lamentele vengono risucchiate dal pensiero di vederla intenta ad allenare altri ragazzi, bella come sempre, mentre si muove con disinvoltura per la palestra. Anche solo vederla stando seduta in panchina mi mette una gioia che non riesco neanche a spiegarmi. Credo che ormai il pensiero di immaginarla a qualche metro da me, possa migliorarmi la giornata, così come non vederla possa letteralmente distruggermi. Mi incammino verso la palestra, sentendo già i rumori delle corse e i fischi del mio coach che come sempre pretende il meglio da tutti.
Cheryl: -muovetevi, sennò verrò a cercarvi anche nel sonno- vedo il suo sorriso soddisfatto. Credo che si diverta ad apostrofare tutti quanti.
Cheryl: -Kate, muovi quelle gambe che hai, non usarle solo per scopare con il tuo ragazzo- spalanco gli occhi, questa è stata davvero pesante. La Kate in questione le lancia uno sguardo con un misto di rabbia e sorpresa, riprendendo a correre, questa volta con un ritmo più elevato.
Come fa a saperlo? Probabilmente li avrà beccati in bagno durante una delle loro scappatoie. Anche a me è successo di sentirli nei bagni riservati ai professori, soprattutto alla pausa pranzo quando tutti vanno a mangiare. Sono sempre rimasta zitta perché non avrei mai avuto il coraggio di dirli qualcosa, però qui stiamo parlando di Cheryl Blossom, senza peli sulla lingua. Mi immagino la scena di loro due che fanno le loro cose e Cheryl che entra nel bagno ritrovandoseli davanti. Di sicuro avrà fatto una delle sue battute per farli vergognare ancora di più e se ne sarà andata senza dire più niente. Appena chiudo la porta della palestra alle mie spalle, Cheryl si gira verso di me facendomi un cenno con la testa prima di riprendere a dettare i prossimi esercizi. Mi siedo sulla panchina più vicina a lei, guardandola camminare verso le file di studenti, per poi riprendere la propria posizione e rifare quest'azione per più volte.
Stanno giocando una partita di pallavolo, non molto soddisfacente visto che la ragazza nominata come alzatrice della squadra non fa un'alzata che non sia troppo bassa o troppo angolata.
Cheryl: -Ellen, sul serio non hai forza in quelle mani che ti ritrovi?- la ragazza la guarda intimidita, mentre un ragazzo la affianca guardando Cheryl con disappunto.
: -non può farci vedere lei come si alzano queste palle visto che sa meglio di tutti noi come si fa?- noto del sarcasmo nella sua voce e guardo subito Cheryl per cercare di scorgere una qualsiasi emozione che però non si accinge ad apparire sul suo volto.
Cheryl: -ecco il difensore della povera fanciulla. Ti sembro forse un drago da sconfiggere? Torna al tuo posto-
: -non credo che le costi tanto farci vedere- vedo gli occhi di Cheryl ricoprirsi dalla solita ombra di tristezza. Mi alzo dalla panchina.
Toni: -faccio io- tutti si voltano verso di me, probabilmente prima non hanno neanche notato la mia presenza visto che erano tutti concentrati a non far infuriare il diavolo. Sento alcuni che bisbigliano.
: -Antoinette Topaz, lei e la sua squadra hanno vinto i regionali quest'anno- non pensavo di essere così famosa, però apprezzo quei commenti. Il ragazzo mi lancia la palla.
Toni: -chi è lo schiacciatore tra di voi?- chiedo guardandoli uno ad uno. Un altro ragazzo alza la mano.
Toni: -perfetto, mettiti qui- fa come gli dico mentre do la palla ad una ragazza della stessa squadra.
Toni: -lanciamela normalmente da qui- annuisce. Sono del primo anno, perciò questo sport è abbastanza nuovo per loro.
Toni: -vai- mi metto al lato dello schiacciatore. La ragazza lancia la palla che seguo attentamente con lo sguardo finché non arriva ad un'altezza a me accessibile. Faccio un cenno al ragazzo che si prepara a saltare. I miei polpastrelli vengono a contatto con la palla che spingo leggermente in alto direzionandola verso il mio attaccante che la schiaccia con una facilità assurda, facendo il punto con una diagonale un po' imprecisa ma pur sempre efficace. Tutti mi guardano a bocca aperta. Mi sistemo una ciocca ribelle sfuggita dalla mia coda.
: -wow, questa sì che è un'alzata-
: -continua a giocare con noi!-
Toni: -non so se- guardo Cheryl che ha un'espressione indecifrabile sul volto.
: -prof, può?-
Cheryl: -fate come volete- dice sedendosi rassegnata su una sedia, però riesco comunque a vedere il suo sguardo affranto, provocato di sicuro da dei ricordi. Continuiamo così quella partita, mentre entrambe le squadre mi contendono. Non sono mai stata così tanto al centro dell'attenzione, però devo dire che mi piace. Di solito sono gli schiacciatori a ricevere tutte le attenzioni e i complimenti, perciò questa nuova sensazione mi piace molto. Quando finisce l'ora tutti si preparano ad uscire e gli spogliatoi rimangono vuoti visto che ognuno preferisce farsi la doccia a casa. Cheryl abbassa la rete da pallavolo visto che deve chiudere la palestra che per oggi non deve più essere utilizzata e mi viene incontro. La guardo attentamente per vedere sé quella traccia di tristezza le è passata. Sembrerebbe di sì ma so quanto sia brava nel nasconderla.
Cheryl: -ti dispiace se prima di andare mi faccio una doccia veloce? Non ci metterò molto-
Toni: -fa' pure. Ti aspetterò al parcheggio-
Cheryl: -preferirei che venissi con me. Ormai quella ragazza ti ha posato gli occhi addosso e non ti lascerà andare tanto facilmente- si sta per caso preoccupando per me?
Toni: -va bene allora, come vuoi- la seguo nello spogliatoio sedendomi sulla solita panchina e guardando il cellulare, mentre Cheryl si spoglia ed entra in doccia. Resisto all'impulso di guardarla. Non voglio che mi colga in flagrante. Sento l'acqua che scorre e mi concentro sul vedere i compiti che ci sono per domani. Dopo dieci minuti buoni, esce con i capelli zuppi e con addosso solo un asciugamano. Prende una spazzola passandola sulle ciocche ramate. A quella vista non resisto ed alzo lo sguardo. È letteralmente perfetta. Nessun tatuaggio, il corpo perfetto, le mani curatissime con le unghie né troppo lunghe né troppo corte. Le sue braccia sono coperte dalla pelle d'oca, a quanto pare si è fatta una doccia gelida. I suoi occhi castani sembrano ancora più luminosi e i capelli bagnati le si appiccicano sulle spalle. Li sposta indietro con una mano rivelando quel poco di schiena che è lasciata scoperta dall'asciugamano, mentre con l'altra prende il phon. Ogni volta che la guardo è come se fosse la prima. Si accinge a prendere l'olio per capelli dal borsone, però la boccetta le scappa di mano e cade sotto la mia panchina. Stacco gli occhi dal telefono e piego la schiena per prenderlo. Appena le mie dita toccano l'oggetto e rialzo il busto, mi ritrovo davanti il viso di Cheryl che mi guarda con un leggero sorriso di ringraziamento. Rimango immobile. I suoi occhi sono fermi suoi miei. Sento un formicolio lungo tutto il corpo.
"Dalle l'oggetto, deficiente"
Io però non riesco a muovermi, sono completamente paralizzata, con il cuore che batte a mille e la testa che ormai si è rifiutata di pensare. Navigo nei suoi occhi, perdendo quasi subito la strada. Mi perdo in quell'autunno accogliente e allo stesso tempo inquietante. Mi aggiro intorno alle foglie gialle e marroni cadute sul terreno, facendomi risucchiare dall'arancione. Quell'arancione che mi conquistata dal primo istante in cui l'ho guardato. Guardo la sua fronte, il suo naso, le sue guance, soffermandomi con malavoglia sulle labbra. Quelle labbra perfette che non ho mai smesso di guardare. Quelle labbra che si incurvano in un sorriso di rado, ma che quando lo fanno, il mondo diventa un po' più luminoso e felice. Rimango in quella posizione finché la mia guancia non avverte una vibrazione. Le sue dita si posano sulla mia mascella, alzandomi lentamente il volto. Di nuovo i nostri occhi si incontrano, però la loro conversazione dura poco visto che lei chiude i suoi avvicinandosi ancora di più. E forse tutto ciò è un errore, un errore che poi rimpiangerò per sempre, però non mi importa. È l'errore che voglio compiere. Il primo errore del quale non ho paura. Mi abbandono finalmente ai sentimenti e le nostre labbra si sfiorano. Si sfiorano leggermente, incerte, paurose e quell'attimo basta per togliermi tutti i problemi di dosso. E forse ho paura. Paura di quello che succederà dopo. Però voglio vivere l'unica felicità che desidero al momento, lei. E lo ammetto, ho sempre avuto una fobia per l'amore. Ne esistono tante di fobie. La fobia degli spazi stretti, claustrofobia. La fobia delle altezze, acrofobia. La mia era la fobia dell'amore, la vita.
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How she saved me
FanfictionÈ difficile vivere quando nessuno ti conosce realmente. Sì insomma, neanche noi ci conosciamo perfettamente, però chi non vorrebbe accanto una persona che solo guardandoti riesce a capire quello che stai provando? Ne ho viste di persone del genere...