Toni's pov
Si può essere felice e triste allo stesso tempo? Si può ridere fino alle lacrime e l'istante dopo guardare il vuoto sentendosi perso nell'immensità di questo mondo che sembra correrti davanti, imprendibile, abile e scaltro. È possibile guardare il soffitto e pensare cavolo, quanto va veloce il tempo, non riesco proprio a stargli dietro e cadere in quella malinconia tanto fastidiosa che sembra consumarti? Si può guardare fuori dalla finestra e dirsi di star rimanendo indietro a tutto? A tutta l'esistenza che non si capisce ma con la quale invece si convive ogni giorno? È possibile sentire battere il cuore all'impazzata e dopo non sentirlo proprio, zittito da chissà quali pensieri? Si può amare qualcuno che non si dovrebbe amare? Qualcuno che forse non è destinato ad amare, oppure semplicemente non vuole? Si può salvare qualcuno che non vuole essere salvato? Guardi quella persona, le tendi la mano, la guardi con occhi rassicuranti intimandole dolcemente di afferrarla, però lei rimane a fissarti impassibile, facendo un passo indietro, poi un altro e un altro ancora, finché non si allontana completamente da te. Inseguire quel turbine di dolore e diffidenza, circondandosi delle stesse emozioni che nutre quella persona. Ed è qui che arriva la domanda più importante tra tutte quelle che mi sono posta prima. Ne vale la pena? Vale la pena vivere con un dolore costante che si potrebbe salvare ma che invece diventa impossibile da tirar su? E senti la testa esplodere, le gambe cedere, la mente offuscarsi. Lasciati salvare. Cerchi di dirglielo, di urlarglielo. Vorrà mai essere salvata? Smettere di essere il diavolo e diventare l'angelo del mio paradiso? Un'altra delle tante domande che immagazzino nella mia testa, proseguendo la mia vita, come se niente stesse succedendo, come se tutto andasse alla perfezione.
Cheryl: -a che pensi?- è di fronte a me, seduta al tavolo della cucina mentre mangia come al solito una fetta biscottata ricoperta di uno strato abbondante di marmellata.
Toni: -niente- il mio tono esce più freddo di quanto volessi farlo sembrare. Mi guarda attentamente, come per scovare qualche traccia di una mia possibile menzogna, poi si ritira dai miei occhi nei quali ogni volta entra a suo piacimento, facendoli incontrare con i suoi.
Cheryl: -comunque oggi non ci saranno gli allenamenti, ho dato alle altre il giorno libero dopo ieri- annuisco distrattamente, con ancora qualche tenue spiraglio di luce di quel pensiero messo da parte secondi prima. Si alza mettendo il piatto nel lavandino per poi andare al piano di sopra per prepararsi. Io rimango ancora per qualche minuto in cucina. Non è successo niente di che per farmi avere pensieri talmente profondi da farmi girare la testa, quindi perché mi preoccupo così tanto? Perché sto affidando tutte le mie emozioni a letteralmente una sconosciuta? Una sconosciuta apparsa nella mia vita chissà come. Cos'è che mi attira tanto di lei? Quella frase che mi ha detto alla fermata? Il nostro primo giorno in macchina insieme? Che cosa mi fa continuare ad andare avanti con lei, che cosa mi fa restare al suo fianco, che cosa mi immobilizza quando si china per baciarmi? I suoi occhi che contengono un intero mondo autunnale? I suoi capelli che quando si muovono a causa del vento mi ricordano tanto le fiamme danzanti del fuoco? Le sue labbra che racchiudono alla perfezione le mie? Il suo modo di parlare che ogni volta è come se mi sussurrasse mille ti amo nonostante questa sia la frase che più la spaventa? Oppure il modo che ha di ascoltarmi, non soltanto standomi vicino e sentendo le mie parole, ma rivivendole, a sua volta? Magari è tutto insieme che crea il mio amore verso di lei. Magari è davvero la persona fatta per me. Eppure se lo fosse non avrei tutte queste paranoie. Guardo fuori dalla finestra, osservando le macchine passare. Le macchine. Vanno a tutta velocità, poi rallentano, si fermano, aspettano qualche secondo, poi ripartono, vengono parcheggiate chissà dove e poi riprese e rimesse in moto. Sorrido a quel pensiero ridicolo. E se anche l'amore fosse così? Insomma, pensiamoci. I primi sentimenti sono i più forti, arrivano inaspettatamente, poi passa del tempo ed iniziano a stabilizzarsi, rallentano, però restano sempre in moto, continuando il loro percorso. Passa ancora del tempo e si fermano completamente; è questo il periodo dei litigi, delle discussioni, degli allontanamenti, che spesso sono quelli definitivi e sta solo e soltanto ad una delle due persone riprendere la macchina e ripartire, ancora, ancora e ancora. Perché solo una delle due e non entrambe? Semplicemente in amore è così. Si deve chiedere scusa, anche se non si ha fatto nulla, anche se non si ha nessuna colpa, perché spesso, chiedere scusa equivale ad entrare in garage, premere il pulsante di accensione della macchina e ripartire, per il semplice fatto che l'amore vale di più dell'orgoglio. Dove siamo io e Cheryl? In moto oppure ferme in un garage? Non posso ancora dirlo con certezza. Probabilmente il nostro percorso è fatto di tanti semafori, tutto qui. Do un'ultima occhiata ad una macchina bianca che passa davanti al vialetto e prendo lo zaino aspettando che Cheryl scenda per andare a scuola. Forse riuscirò a salvarla, forse un giorno potrò finalmente vedere i suoi occhi felici e pensare di averla protetta dalle tenebre che la assalivano. Ce la farò sul serio? Riuscirò a farle prendere la mia mano? Riuscirò a portarla in salvo? Sì, penso decisa. Potrebbe sembrare stupido, ma credo che sognare, fare supposizioni che forse non si avvereranno mai, ma che in quel momento sono sembrate così reali, sia una delle fantasticherie più belle che una persona possa fare, perché in quel millesimo di secondo, si ha pensato di potercela fare, e spesso basta solo un ce la farò, pensato anche per un istante, a cambiare tutto. Alzo lo sguardo nello stesso momento in cui sta scendendo le scale, lo sguardo puntato su di me. Fuori rimango impassibile ma dentro sorrido.
Forse, la chiave per la porta del mio amore è stata lei, sin dal principio, e ha saputo trovare quell'apertura da tempo dimenticata che nessuno si è preoccupato di aprire e di controllare al suo interno. E mi ha trovata. Forse troppo tardi, malandata, insicura, però ha aperto quella porta facendo entrare un po' di luce nella mia oscurità. Quest'ultimi si sono mescolati creando una penombra nella quale la prima cosa che ho visto sono stati i suoi occhi che mi guardavano, che cercavano di scorgere nelle mie pupille un'ultima traccia di amore. E ha trovato anche quella. Nascosta tra le macerie delle insicurezze e dell'infelicità. L'ha accudita, portata al di fuori di quell'inferno. Mi ha salvata. E ora, che si lasciasse salvare.
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How she saved me
FanfictionÈ difficile vivere quando nessuno ti conosce realmente. Sì insomma, neanche noi ci conosciamo perfettamente, però chi non vorrebbe accanto una persona che solo guardandoti riesce a capire quello che stai provando? Ne ho viste di persone del genere...