Puzzle incompleto

1.1K 45 48
                                    

Toni's pov
Trascorrono così due settimane, nelle quali ho visto Cheryl forse troppe volte. Insomma, chi vede la propria professoressa almeno quattro volte al giorno e trascorre la maggior parte del tempo con lei? Nessuno. La vedo a scuola, davanti a casa mia, nella sua auto, in palestra. Occupa il novanta per cento della mia giornata. Neanche con Peach ho mai avuto questo rapporto, figuriamoci con un'insegnante. La qualità degli allenamenti con lei si è alzata di almeno il venti percento, tanto che in sole due settimane Midge ha iniziato a muoversi più velocemente, Melody ha migliorato le ricezioni, così da potermele passare con più facilità, e Betty è riuscita ad acquisire fiducia nel tuffarsi a terra visto che l'ultima volta che ha eseguito un recupero si è slogata il polso ed è dovuta stare a casa per un mese. Ha messo al proprio posto tutti. In sole due settimane. In un anno cosa succederà? Diventeremo campionesse olimpiche? Sogni a parte, oggi abbiamo la prima partita della stagione, quindi le distrazioni non sono ammesse. Ieri sono andata a letto alle dieci e mezza, evento che succede solo e soltanto quando incombe una partita. Ho ricontrollato il borsone almeno due volte, pulito le scarpe, piegato la divisa e controllato ogni singolo particolare. Ora l'unica cosa che manca è Cheryl che dovrebbe venire a prendermi a breve. La partita inizia alle tre e ora sono le due, però ha detto che doveva andare in un posto prima di arrivare in palestra e preferisce essere in anticipo. Mi arriva un messaggio da mia madre.
: -in bocca al lupo!-
La nostra squadra avversaria è la più forte delle squadre qualificate, ho visto qualche partita e non sarà facile sbarazzarsi di loro. Mi arriva una seconda notifica e questa è della persona che sto aspettando. Un vocale.
Cheryl: - sto arrivando, mi è capitato un vecchio imbecille all'incrocio. A questi dovrebbero levare la patente. Comunque cinque minuti e sono da te- questa è una novità dell'altro ieri.
I suoi vocali dove inveisce contro i vecchi che guidano. Diciamo che riescono a farmi sorridere anche in un momento del genere, quando ho l'ansia da prestazione. È la persona più estroversa che io abbia mai conosciuto, dannazione. Penso che a volte si scordi di essere un'insegnante, perlomeno con noi della squadra. Dopo cinque minuti esatti sento il solito rumore del clacson davanti alla porta di casa. Un orologio svizzero. Esco di corsa prendendo il borsone e sorridendo alla ragazza che è appena uscita dalla macchina per aprire il bagagliaio e, a sua insaputa, evitarmi una figuraccia. Non so, ho sempre avuto problemi con i bagagliai. O non li so aprire o non li so richiudere, perciò l'altra persona deve sempre scendere dalla macchina ed aiutarmi, cosa che mi fa sentire letteralmente un'idiota.
Cheryl: -pronta per la partita?- 
Toni: -come sempre-
Cheryl: -prima di andare in palestra facciamo un salto al supermercato che devo comprare l'acqua per le altre nel caso finiscano la loro- ci sediamo in macchina e partiamo per le strade soleggiate della città.
Cheryl: -hai per caso visto delle partite della nostra squadra avversaria?-
Toni: -hanno una tattica interessante. La palleggiatrice alza quasi sempre al centrale, quando invece stanno perdendo inizia ad alzare una palla all'opposto e una al centrale, non tralasciando il posto quattro che ha un ruolo fondamentale nel momento più delicato. Poi il libero è molto veloce, recupera quasi tutto, però se fallisce anche solo una volta va in tilt- si mette a ridere.
Cheryl: -una stratega, immaginavo. Sei stata tutta la notte a studiarle?-
Toni: -come se tu non le avessi studiate alla perfezione in questi giorni- fa spallucce.
Cheryl: -forse sì, forse no- sto iniziando a prendere confidenza con lei, del resto è la mia coach, perciò è necessario che io ci abbia un buon rapporto.
Cheryl: -la tattica che ci aiuterà è quella di fare più veloci possibili e far andare in panico il libero. Se lei cade, cade tutta la squadra- dice seriamente. Annuisco iniziando a giocare con le dita delle mani. Si ferma ad un semaforo rosso e mi guarda.
Cheryl: -posso contare su di te?- mi appoggia una mano sulla spalla. Il primo contatto fisico che ho con lei da quando ci conosciamo. Il calore della sua mano sulla mia spalla, si diffonde in tutto il corpo, probabilmente arrossendomi di poco le guance. Ricambio lo sguardo scrutandola.
Toni: -sì-
Cheryl: -e smettila di torturarti le dita che sennò te le stacchi da sola- distolgo lo sguardo e continuando a guardare fuori dal finestrino, mentre la sua mano si sposta sul volante non appena il semaforo cambia colore. La prima persona in vita mia che mi trasmette tranquillità. Se prima mi irritasse, adesso è un piacere parlarle. Riesce a calmarmi anche se sto scoppiando d'ansia. Forse pian piano sto iniziando a capire perché non mollo la pallavolo. Perché è una delle poche cose che mi riesce meglio. Se mollassi mi ritroverei in una landa desolata, dove tutti sono portati per qualcosa e io invece non so fare niente perché ho abbandonato l'unica cosa che sapevo fare decentemente.
Cheryl: -sinceramente, di cosa ti preoccupi?-
Toni: -semplicemente non voglio sbagliare- fortunatamente ad interrompere quella conversazione c'è il supermercato con la sua insegna colorata come a dire corri Toni, entra qui per sfuggire da questa situazione imbarazzanteCheryl tira il freno a mano ed esce dalla macchina avviandosi verso l'entrata senza neanche aspettarmi.
"Non aspetti mai nessuno, vero?"
La raggiungo ed insieme entriamo. Sono stata spesso qui, di solito con mia madre, però ogni volta che ci torno mi sembra diverso, forse perché ci vengo una volta all'anno e mi scordo sempre come sia fatto. Va al reparto dell'acqua spingendo il carrello. Non avrei mai immaginato di vederla fare la spesa ed eccomi qui a vederla in diretta. Non che sia una cosa particolarmente interessante, però sapere che la stessa persona che ti fa sgobbare agli allenamenti ora è la stessa che sta esaminando le bottiglie una ad una.
"Aspetta, sta davvero controllando le bottiglie?" mi avvicino a lei.
Toni: -non puoi prenderne una qualsiasi?-
Cheryl: -sto cercando la mia preferita- dice non staccando gli occhi dalle confezioni davanti a lei.
Toni: -ma se non devi berla tu-
Cheryl: -le bottiglie saranno comunque vicino a me, non voglio vedere quelle con le solite etichette schifose- alzo gli occhi al cielo trattenendo una risata. Questo suo lato infantile mi mancava alla completa collezione. Adocchia un commesso.
Cheryl: -senta, non ha per caso un'altra marca di bottiglie d'acqua, quella con l'etichetta rossa?-
: -purtroppo no, però ci sono tante altre marche-
Cheryl: -se mi fossero andate bene non starei qui a parlare con lei- il commesso la guarda sgomento.
: -non so come aiutarla, qui non vendiamo quella marca d'acqua, anche perché costa troppo per importarla in questo supermercato-
Cheryl: -giustamente, facciamo bere alle persone dell'acqua schifosa per risparmiare- apre bocca per dire qualcos'altro e continuare quella discussione, ma mi intrometto allontanandola da quel poveretto che si è visto scagliare addosso l'ira del diavolo.
Toni: -ci scusi- prendo sei bottiglie di una marca completamente a caso, le butto nel carrello e mi dirigo alla cassa con Cheryl dietro che continua a borbottare. Mentre metto le bottiglie sul nastro trasportatore vedo che si guarda attorno accigliata. Menomale che dovrei essere io l'alunna e lei la professoressa. Chi è una semplice adolescente adesso? Ricomincia a parlare solo quando arriva il momento di pagare. Prende le buste e senza minima fatica esce dal supermercato tornando alla macchina. Ci risediamo di nuovo, dopo aver caricato tutte le bottiglie nel bagagliaio, e per qualche secondo rimaniamo in silenzio. Scoppio a ridere.
Toni: -non ci credo che hai seriamente litigato con quel tipo solo perché non aveva la tua acqua preferita-
Cheryl: -non vendono la mia acqua preferita, non quella di qualcun altro, ma la mia-
Toni: -che tragedia- dico sarcastica. Arriviamo alla palestra dopo dieci minuti. C'è un sacco di gente, ragazze e ragazzi di altre squadre, persone venute a fare il tifo per i propri figli.
Cheryl: -e comunque era l'acqua che aveva l'etichetta del mio colore preferito- dice come se fosse una questione di stato. Il colore rosso. Tipico del diavolo. Detto ciò riprende il suo solito atteggiamento menefreghista che ha il novantanove percento delle volte che la vedo, e si incammina verso il flusso di persone che stanno entrando. Scruta tutte le altre giocatrici dalla testa ai piedi, probabilmente chiedendosi come giochino e che ruolo abbiano. Io invece sto con le mani in tasca e lo sguardo basso, cercando di evitare gli sguardi da parte delle altre persone.
Andiamo negli spogliatoi dove si sono già riunite le altre della nostra squadra.
Cheryl: -avete cinque minuti, poi andate al campo due che iniziamo a riscaldarci. Se farete tardi peggio per voi che non potrete riscaldarvi per bene- detto questo esce dallo spogliatoio.
Betty: -come sempre la solita. Neanche un forza ragazze, facciamo vedere chi siamo- inizio a cambiarmi silenziosamente, cercando di ripassare gli schemi fatti il giorno prima. Giocheremo con due liberi, Midge che vestirà la maglia diversa e Lisa che entrerà al posto di Betty quando ruoteremo. Con due liberi sarà molto più semplice anche perché la squadra avversaria è molto forte nella difesa, perciò tutti gli attacchi dovranno essere perfetti e cosa serve per un buon attacco? Un'alzata perfetta. Anche una mia minima esitazione farebbe capire al libero dove andrò ad alzare, perciò devo essere letteralmente di ghiaccio.
Veronica: -andiamo, meglio non farla incazzare- dice iniziando ad uscire dallo spogliatoio-
Finisco di allacciarmi le scarpe e seguo le altre verso il campo. Alcune squadre hanno già iniziato a riscaldarsi, altre ancora a giocare. Iniziamo a correre intorno al campo, poi prendiamo i palloni ed iniziamo a provare le battute e gli attacchi. Io mi isolo dalle per andare a riscaldarmi con Melody.
Toni: -così va bene?-dico riferendomi ad un'alzata che la mia compagna schiaccia con facilità.
Melody: -perfetta- Cheryl segue tutto il riscaldamento finché non viene chiamata da Veronica.
Veronica: -potresti farmi un paio di alzate? Tutte le altre sono occupate-
Cheryl: -prova con Zoe, non sarà da meno- risponde con freddezza. Questo suo particolare l'ho già visto da qualche parte. Ma dove? Non riesco a rifletterci abbastanza che il suono della mano di Melody contro la palla, mi riporta alla realtà. Mi giro velocemente e le alzo la palla. Un'altra schiacciata perfetta. L'arbitro fischia la fine del riscaldamento e tutte le giocatrici si mettono sulle rispettive righe. Vengono spiegate le solite regole che ormai sappiamo a memoria e dopo aver lanciato la moneta per decidere chi inizierà a battere, l'arbitro fischia l'inizio. Il sorteggio lo hanno vinto loro, perciò sono già in vantaggio. La ragazza batte e Midge riesce a ricevere con un bagher abbastanza buono. La palla viene verso di me. Scruto un attimo il campo e vedo che il muro avversario si accinge a murare Veronica. Faccio una finta e poi alzo a Melody che ha solo una ragazza davanti. Schiaccia una parallela perfetta sulla riga. Butto un'occhiata su Cheryl che guarda le altre soddisfatta. La battuta passa a Rachel. Lancia la palla e dopo aver saltato, batte sul centrale della squadra. Deve aver capito che battere sul libero è inutile visto che ha delle percentuali altissime, perciò si è limitata ad eliminare il centrale impedendogli di schiacciare.
Il punto continua con una ricezione sporca di Midge che oltrepassa la rete. Il loro alzatore salta con le mani pronte per passare la palla.
"Aspetta, il suo salto è troppo alto per un passaggio"
Pallonetto. Faccio un passo indietro facendo capire a Midge e Rachel di avvicinarsi. Come pensavo. Midge si butta e con una mano riesce a recuperare la palla prima che tocchi terra, alzandola in aria. Mi preparo per un passaggio all'indietro verso Veronica. Salto e dopo aver controllato la mia compagna, le alzo la palla che colpisce contro la mano del muro avversario.
Usa spesso questa tattica per far irritare le avversarie e come sempre ci riesce benissimo. La palla va out e noi ci aggiudichiamo anche il secondo punto. Continuiamo così fino a quando non vinciamo il primo set. Cheryl ha preferito non chiamare il time-out perché ha visto che stavamo andando bene mentre invece la squadra avversaria ne ha chiamati addirittura tre. Ci dirigiamo verso le panchine.
Cheryl: -state andando bene, il loro libero sta impazzendo ed era proprio questo il nostro obiettivo. Provate ora a tirare sempre su di lei, quasi sicuramente inizierà ad alzare ricezioni poco precise e voi avrete la possibilità di attaccare- torniamo alla partita. Il primo set è finito 25 a 20, un buon punteggio sia per noi che per loro nonostante il loro libero stia andando in crisi. Fanno un cambio e nella squadra entra il loro secondo libero. Bene, ora hanno due liberi, come pensavo. Do un'occhiata a Cheryl che annuisce. Batte Melody, perciò mi risulterà difficile passare la palla a lei in caso Betty e Veronica vengano marcate dal muro. Il loro secondo libero riceve la palla e la passa alla palleggiatrice che alza al centrale. Betty e Veronica si mettono a muro e riescono con successo a murare la palla che viene ripresa dal primo libero. La palla viene verso di me e per questa volta scelgo Betty come attaccante. Mi guarda per un secondo e le faccio capire che le andrò ad alzare una veloce. Appena la palla viene verso di me, mi alzo sulle punte e gliela alzo. La mia compagna salta e mentre cerca di colpire la palla in diagonale, verso il libero del primo set, viene murata. Midge cerca di riprendere la palla però arriva con un secondo di ritardo.
Toni: -colpa mia, era troppo veloce- dico morendomi l'interno della guancia. Mi dà una leggera pacca sulla schiena e torna alla propria posizione. Non mi azzardo a guardare Cheryl per non ricevere occhiate furiose. Questa partita è al meglio dei cinque set. Continua il medesimo punto, con il secondo libero che recupera letteralmente tutto, buttandosi a destra e a sinistra, alzando ogni palla in maniera perfetta e pareggiando il fatto che la sua compagna stia giocando molto peggio. Certo, Midge non è male come libero, però il livello di quella ragazza è assurdo. Peccato però che abbia una mentalità spenta e si irrita facilmente, perciò devo pensare a qualcosa il più presto. Il loro secondo libero recupera un'altra palla che supera la rete e viene verso di noi.
Una chance. Alzo le mani ed inarco la schiena come per tirare verso Veronica, però all'ultimo allungo la mano e faccio un pallonetto proprio verso il libero, che si ritrova a terra con la palla vicino al viso. Punto per noi.
Betty: -grande Toni- tutti mi rivolgono occhiate esaltate ed io non posso fare a meno di sorridere.
Guardo il libero e noto che ha gli occhi pieni di rabbia.
"Avanti, smetti di resistere"
Come pensavo, dopo quel pallonetto il libero perde completamente fiducia in sé e anche se c'è la sua compagna, la squadra precipita e la partita finisce con tutti e tre i set vinti da noi.
Ci raduniamo tutte in cerchio dandoci il cinque.
Midge: -quel pallonetto l'ha completamente distrutta-
Melody: -tutto merito di Toni- forse è per questo che ho scelto il ruolo della palleggiatrice ai tempi. Perché ogni volta, dopo la fine di una partita, è proprio l'alzatore che viene elogiato per aver portato la squadra alla vittoria e con i miei complessi di inferiorità i complimenti non possono far altro che migliorare il mio umore. La nostra allenatrice si avvicina a noi.
Cheryl: -ottima partita, sia in attacco che in difesa- torniamo nello spogliatoio felici di aver vinto la nostra prima partita del mese.
Veronica: -domani contro chi giocheremo? tutte fanno spallucce.
Toni: -contro la squadra con la quale abbiamo perso ad aprile- prendo l'accappatoio e vado in doccia lavandomi i capelli. Devo dire che in questi anni la mia tattica è cambiata abbastanza. Prima mi concentravo esclusivamente sul passare la palla agli altri, partecipando raramente agli attacchi, ora invece i miei pallonetti salvano la squadra. La caratteristica della prossima squadra è la velocità. Fanno quasi sempre veloci e anche se l'alzatore spesso alza la palla troppo velocemente, riescono comunque a rimandarla in campo. In difesa hanno percentuali medie e il servizio non è un granché. Il nostro muro però dovrà leggere bene ogni attacco, sennò sarà dura. Mi massaggio le tempie.
"Smettila di pensare già al domani, oggi hai vinto, rilassati"
Finisco di lavarmi e dopo essermi vestita inizio ad asciugarmi i capelli. Ormai penso talmente tanto che spesso non mi accorgo delle altre persone, infatti anche questa volta mi giro e noto che sono completamente sola nello spogliatoio. Di sicuro mi hanno salutata ma io come sempre non ho sentito. Inizio a vestirmi togliendomi l'accappatoio e rimanendo solo in intimo. Sento dei passi vicino alla porta. Compare la faccia di Cheryl che mi guarda con attenzione.
Cheryl: -tutto bene?- mi chiede.
Toni: -sì, finisco di vestirmi e ho fatto- probabilmente non intendeva questo, però la mia risposta sembra convincerla, infatti la vedo annuire.
Cheryl: -va bene, ti aspetto fuori- la felicità di aver vinto si diffonde piacevolmente nel mio corpo, facendomi sorridere. Una volta che i capelli sono completamente asciutti la trovo seduta su una sedia a smanettare con il telefono.
Toni: -andiamo?- annuisce e dopo aver scritto un'ultima cosa sul dispositivo, prende il suo di borsone ed insieme usciamo dalla palestra rientrando in macchina. Scrivo a mia madre che abbiamo vinto.
Cheryl: -è stata una bella partita, alla fine hanno messo il secondo libero come hai detto tu-
Toni: -già, se non si fosse incavolata probabilmente il secondo set lo avrebbero vinto loro, recuperava tutto-
Cheryl: -a questo hai pensato tu, no?- ridacchia. Sorrido giocherellando con i lacci della felpa.
Guardo l'orario e sono le cinque e mezza, abbiamo giocato due ore. Tra un'ora mia madre sarà a casa e devo prepararmi a raccontarle tutta la partita perché sennò non si darà pace e continuerà a chiedermi cose fino allo sfinimento. Com'è andata? Erano forti le altre? Come hai giocato? Preso a pallate qualcuno? A quanto pare non ha ancora capito che il mio ruolo è quello di alzare la palla, non di schiacciarla. Il viaggio di ritorno dura mezz'ora a causa del traffico che ogni volta verso sera inizia a diffondersi sempre di più. Ed eccoci arrivate. Guardo il cancello di casa quasi con malinconia. Scendo dalla macchina, Cheryl mi aiuta a riprendere il borsone e mi avvio verso casa. Apro la tasca laterale alla ricerca delle chiavi. Esamino ogni singolo centimetro del tessuto.
"No ti prego"
Non ci sono. Rimango a fissare il cancello, come se per magia potesse aprirsi.
Cheryl: -aspetti che il maggiordomo ti apra?- sobbalzo.
Toni: -mi controlli per caso?- strizzo gli occhi ripensando alla cosa appena detta, però questa situazione con le chiavi mi sta infastidendo e non poco. Da quando faccio queste domande alle persone? E poi, chi sono io per essere controllata da lei? Nessuno. Scende dalla macchina venendo verso di me.
Cheryl: -mh?-
Toni: -il maggiordomo è in ritardo-
Cheryl: -e ha scordato le chiavi suppongo- annuisco.
"Che bella scenetta"
Cheryl: -tua madre tra quanto arriva?-
Toni: -mezz'ora-
Cheryl: -vieni-
Toni: -posso rimanere qui, non è un-
Cheryl: -vieni- ripete alzandosi la zip della felpa. Torna alla macchina ed io la seguo riluttante.
Proprio oggi dovevo scordarmi le chiavi? Fantastico, ora dovrò in qualche modo conversare con lei. Rientriamo nel veicolo e scoppia a ridere.
Cheryl: -ok io che litigo con i commessi, ma anche tu non scherzi-
Toni: -le avrò scordate per la prima volta dopo anni- oggi ero così di corsa che non ho neanche controllato se ci fossero o no. Ma che mi succede? Non me le scordavo da un sacco.
Cheryl: -a quanto pare dovremo passare tanto tempo insieme- dice allungando le gambe e accoccolandosi nella felpa. In questa posizione sembra addirittura innocua.
Toni: -solo mezz'ora-
Cheryl: -la solita noiosa- sbuffa. Alzo gli occhi al cielo, ormai l'estroversione dei coach non mi sorprende più di tanto. Dopo qualche minuto riprende il suo atteggiamento serio.
Cheryl: -comunque, visto che siamo qui, volevo chiederti una cosa- mi volto a guardarla curiosa. Le interessa qualcosa? Riguardo me?
Cheryl: -puoi anche non rispondere, ok?- il suo tono è cambiato leggermente, sembra più pacato, forse anche apprensivo. Anche il diavolo ha un cuore a quanto pare.
Cheryl: -ho notato più volte che credi di non essere abbastanza, anche su quella veloce che hai alzato a Betty, quando è stata murata, sapevi che quell'alzata fosse perfetta, eppure ti sei scusata in ogni caso, perché?- abbasso lo sguardo. Non me l'aspettavo. Insomma, ci sono state persone che mi hanno chiesto come mi sentissi, se fossi triste e cose così, ma mai così direttamente. Mi giro dall'altro lato guardando fuori dal finestrino, come se potessi trovare una risposta nelle case di fronte.
Toni: -non so. Semplicemente sento come se dovessi dimostrare sempre qualcosa a tutti. Se fallisco in qualcosa mi sento uno schifo, perché so che ci sono persone migliori di me, eppure voglio negarlo, anche a me stessa- non so come ma dopo anni ho avuto il coraggio di buttare fuori almeno una parte di me e a chi poi? Ad una persona che conosco da solo tre settimane.
Lentamente mi volto a guardarla per vedere la sua reazione. Di sicuro sta pensando al fatto che sia ridicola e che ingigantisco sempre tutto.
Cheryl: -anche io prima ero così. Poi ho capito che non devo dimostrare niente a nessuno, per il semplice motivo che alla gente non importa di te e a te non deve importare di loro. Devi fregartene di quello che dicono e di quello che fanno, perché se continui così puoi anche non vivere, devi vivere per te capisci? Non per qualcun altro- nessuna frase di conforto. Nessun ti capisco e ti sono vicinaMi ha buttato letteralmente addosso la verità, la verità che non sono mai riuscita ad accettare, quando in realtà era così. Rimango in silenzio perché ogni cosa che potrei dire in questo momento, sarebbe ridicola dopo quelle parole. Quella ragazza è una continua scoperta, un puzzle che componi pezzo dopo pezzo, un puzzle che quando ti sembra di averlo completato, si ingrandisce rivelando altri pezzi che credevi non esistessero neanche. Sembra essere comandata dalle sue emozioni più di quanto lei comandi loro, però non è così. Cambia il suo umore in base all'occasione. Vuole che le persone la vedano sempre in modo diverso così da non poterla leggere facilmente. Però, in questo momento, sento di doverle fare una domanda anche io. Una domanda che mi preme da quando mi ha chiesto il mio ruolo nella squadra. Una domanda che ho lasciato perdere, credendo che fosse impertinente. Però questa conversazione deve pur essere un cinquanta e cinquanta, no? Prendo coraggio cercando di formulare nella mia testa le parole più adatte.
Toni: -ad essere sincera, anche io volevo chiederti una cosa- mi guarda in modo strano. Che nessuno le abbia mai chiesto niente?
Toni: -perché quando qualcuno menziona il ruolo di alzatore diventi assente?- il suo sguardo cambia non appena pronuncio l'ultima parola. Diventa di ghiaccio. Si volta verso il volante senza spiccicare parola. Io continuo a guardarla, guardare quella ragazza che per la prima volta si mostra debole, o meglio, cerca di nascondere la sua debolezza, in parte riuscendoci. Aspetto qualche minuto.
Toni: -Cheryl- alza la testa di scatto guardando nello specchietto retrovisore.
Cheryl: -è arrivata tua madre- dice sbrigativamente. Si volta a guardarmi e i suoi occhi sono vuoti. Capisco che quello è un invito più o meno gentile per farmi uscire dalla macchina.
Prendo il borsone e chiudo la portiera, guardando la macchina che acquisisce velocità e sparisce tra le strade. Mi volto verso mia madre che mi viene incontro sorridendo.
: -era la tua allenatrice?-
Toni: -sì, andava di fretta, siamo appena tornate dalla partita- mi dispiace mentirle però non posso di certo dirle che sono stata mezz'ora a raccontare dei miei problemi alla mia professoressa che è rimasta con me perché avevo dimenticato le chiavi. Qualsiasi persona la riterrebbe una cosa strana.
: -ci avete messo tanto vero?-
Toni: -sì, c'era un sacco di traffico sull'autostrada-
: -devi aver fame, andiamo- si avvia verso casa mentre io rimango ancora qualche secondo ad osservare la direzione in cui è partita. A quanto pare il suo puzzle si è appena infranto.

How she saved meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora