Perse

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Toni's pov
Prendo qualche foglio e lo appoggio sulle gambe, esaminando attentamente. Sono perlopiù articoli di giornale, evidenziati con vari colori. Parole sottolineate soprattutto col rosso, ma anche con il blu e il verde. Probabilmente ogni colore rappresenta qualcosa. Ci passo sopra le dita quasi fossero un tesoro prezioso. Risalgono solo qualche anno o mese fa. Leggo il primo.
La nostra stella nascente Cheryl Blossom non giocherà più per un brutto incidente o meglio, questo è quello che dicono i medici. Sarà la verità? Oppure stanno mentendo anche loro così come l'atleta? Corrugo la fronte. Un articolo alquanto invadente però ci potrebbe essere una scia di verità in queste parole. Magari c'è qualcosa di più profondo. Qualcosa che quasi nessuno sa. Metto il foglio in disparte prendendone un altro: ed ecco qui nuove notizie sull'atleta Cheryl Blossom che come sappiamo ha abbandonato la pallavolo, una notizia che ha lasciato tutti davvero sconcertati, ma andiamo a scoprire cos'è successo esattamente. Devo dire che di notizie succulente non ne abbiamo, però possiamo dire che tutto non è come sembra. Mi spiego, tutti dicono che sia stata colpa di quel famoso infortunio, annunciato dalla giocatrice stessa, però indagando attentamente, siamo arrivati alla conclusione che non è realmente così. Alcuni nostri colleghi hanno provato a scoprire qualcosa in più ma questo mistero è davvero ben celato, pare che ci sia addirittura un conflitto tra l'ex giocatore e altri soggetti dei quali non siamo a conoscenza. Proveremo ad avere più notizie nei prossimi giorni. Tutte le righe di questo foglio sono sottolineate con il rosso. Do un'occhiata all'altro articolo che non ha proprio sottolineato.
In base a cosa ha scelto i colori e se sottolineare o meno le frasi? Avrà scelto il rosso per gli articoli che si sono avvicinati maggiormente alla verità oppure c'è un altro criterio?
Evito tutte le altre pagine  di giornale, tanto sono tutte più o meno uguali. Passo invece a dei piccoli cartoncini di carta colorati. Riprenditi Cher, ti vogliamo benePer la migliore alzatrice. Ci mancano le tue alzateTutti firmati da nomi differenti e senza esclusione di cuoricini disegnati qua e là. I suoi fan. Chissà come ci si sente essere amati da così tante persone che ti stimano e ti supportano. Se già io ho provato una gioia enorme ieri in palestra a giocare con quei ragazzini che non facevano altro che elogiarmi, posso immaginare come si sentiva lei, in quelle palestre piene di persone che facevano il tifo per lei. Ed ha abbandonato tutto questo? Quella sensazione di quando si percepisce la palla sulle proprie dita, la felicità di una buona alzata, le serate trascorse a guardare le partite con la propria squadra. Assurdo di come una persona che vedi ogni giorno, che vive con te e ti accompagna ovunque, possa nascondere un tale segreto che quasi nessuno sa. Ma del resto tutti abbiamo dei segreti. Segreti che spesso non raccontiamo neanche a noi stessi, per paura di risultare ridicoli, quindi li lasciamo stare, tanto da dimenticarcene ed andare avanti. Ognuno di noi ha qualcosa da nascondere al mondo intero.
E spesso questo nascondiglio persiste per anni, celato da tutti e, in fondo, voglioso di essere scoperto, tra tutte le sue nebbie e i suoi misteri. Credo che in tutta la mia vita non ho mai incontrato una persona così misteriosa e chiusa come Cheryl. Però c'è sempre un motivo a tutto.
Chi l'ha resa così? Chi ha distrutto quella ragazza così bella facendola diventare un'apatica verso tutto? Chi ha rovinato le sue emozioni? Chi l'ha cambiata? So che prima non era così. Ho visto le sue partite ed era completamente un'altra persona. Il sorriso, la luce negli occhi erano diversi, tutto in lei lo era. Parlava ai compagni con dolcezza, motivandoli come più poteva. Ora probabilmente non ci parlerebbe neanche. Quanto vorrei vedere anche per un secondo com'era prima, sapere quanto le ha fatto male tutto questo mondo crudele. In quanti l'hanno abbandonata e quanti sono rimasti come avevano promesso. Chi l'ha fatta piangere e chi invece sorridere. Voglio essere catapultata nel suo mondo e non uscirne più, voglio che mi avvolga completamente. Vederla ridere e sentire il suono della sua risata sarebbe, non so neanche come spiegarlo, so solo che mi renderebbe felice. Una felicità vera, la felicità di un bambino quando gli viene regalato un nuovo giocattolo. Quella felicità genuina, derivata da cose così semplici, perché nel suo sorriso c'è un mondo intero, un mondo che viene colorato dalla sua gioia, che rende la mia vita perfetta. Guardo meglio i fogli che ho scartato, quelli con le linee rosse. Il suo colore preferito è il rosso e qui praticamente ogni cosa è sottolineata dello stesso colore, è per caso tutto collegato? Non so neanche se parlarle di questo o no, chiederle spiegazioni oppure restare in silenzio. Credo che a volte, se si desidera la felicità di una persona, bisogna semplicemente restare in disparte, darle spazio, non pressarla. Rimetto attentamente ogni cosa nel cassetto, dando un'ultima occhiata alle foto con la sua squadra e i coach. Esco dalla mia camera che alla fine si è mi rivelata una delle tante stanze del suo castello interiore. Ecco perché quella stanza non è stata arredata come il resto della casa. I ricordi le impediscono di voltare pagina completamente. Ecco spiegato il perché del suo lavoro come allenatrice, quel cassetto e chissà cos'altro. Anche oggi non ho scoperto un granché e credo di finirla con gioco della detective. Forse sto rinunciando perché la verità spaventa anche me.

Sono già le dieci, Cheryl dovrebbe essere qui a momenti. Mi siedo sul divano ed accendo la TV.
Ora pranzeremo in completo silenzio come sempre, e andremo alla partita. La solita routine di quando c'è un torneo in corso: andare a letto presto, mangiare cose leggere, non rilassarsi troppo, fare sempre qualche esercizio per restare in forma. La porta d'ingresso si apre. Mi volto verso il diavolo che si sta togliendo le scarpe rimanendo con addosso i calzini.
Toni: -com'è andata?-
Cheryl: -normale, i soliti ragazzini fastidiosi-
Toni: -per te ogni persona è fastidiosa-
Cheryl: -probabile- appende la giacca sull'appendiabiti venendo verso di me. Roteo gli occhi scuotendo la testa.
Cheryl: -mangiamo e poi andiamo, hanno detto che il riscaldamento inizierà prima-
Toni: -ti serve una mano? Così facciamo prima- cerco di trovare una scusa per farmi fare almeno qualcosa in questa casa.
Cheryl: -saresti capace di tagliare dei pomodori?-
Toni: -mi sottovaluti Blossom- sparisce nella cucina seguita da me che inizio a lavare i pomodori. Ogni tanto le lancio qualche occhiata, stando attenta a non tagliarmi per non ricevere uno dei suoi soliti commenti sarcastici.
Toni: -va tutto bene?- vedo che rimane leggermente stupita dalla mia domanda.
Cheryl: -perché non dovrebbe?-
Toni: -non so, così. A volte vorrei sapere cosa pensi- con lei mi sento coraggiosa, parole che non avrei mai pensato di dire, escono da sole.
Cheryl: -a niente, mi sembra che ne abbiamo già parlato- sospiro tornando a fare il mio lavoro. È appena arrivata ed ha già eretto le sue barriere. Ci sediamo al tavolo, in silenzio,  mentre ognuno guarda il proprio piatto, senza che i nostri occhi si incontrino. Anche oggi è vestita con la solita felpa rossa.
Toni: -perché ti piace così tanto il rosso?- alza lo sguardo studiandomi attentamente.
Cheryl: -perché credi che mi piaccia?- poggio la forchetta sul bordo del piatto. L'ultimo tentativo, poi lascerò il suo segreto nel proprio nascondiglio.
Toni: -lo indossi sempre-
Cheryl: -e?- mi maledico mentalmente per essere partita con una domanda diretta e non con dei giri di parole.
Toni: -non so, la tua macchina è rossa, le pareti della tua stanza sono rosse- deve aver notato che sto cercando di arrampicarmi sugli specchi, infatti posa anche lei la forchetta raddrizzando la schiena, guardandomi dall'alto.
Cheryl: -gli articoli di giornale erano interessanti?- nonostante il suo tono sia neutro e non furioso come mi ero aspettata, rabbrividisco comunque, deglutendo con fatica. La guardo mentre ricomincia a mangiare dal suo piatto ormai quasi vuoto. Decido di arrendermi, tanto prima o poi avrebbe scoperto, sempre se non lo sa già.
Toni: -va bene, li ho letti e non nego di aver cercato qualcosa che potesse dirmi il perché tu abbia mollato tutto. Quindi ora che ne ho l'opportunità te lo chiedo, in base a cosa hai sottolineato le frasi?- la paura che avevo prima è completamente sparita. Riprende a guardarmi, acchiappando con forza i miei occhi. Le sue pupille si ingrandiscono leggermente, iniziando a tremare. La vedo in seria difficoltà e mi dispiace essere la causa di questa situazione. Non so dire se sia triste oppure delusa o anche arrabbiata, però sono sicura che parlare in questo momento le risulta difficile.
Cheryl: -in base al dolore- detto questo si alza e va al piano di sopra. Rimango sul posto, con lo sguardo fisso sul tavolo e il ricordo di quegli occhi che mi lampeggia in testa. Occhi spenti, persi, smarriti. Lei si era persa nei suoi pensieri. Io mi ero persa in lei.

How she saved meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora