Aprendo pian piano il cuore

1K 53 18
                                    

Toni's pov
Credevo che convincerla sarebbe stato impossibile, invece dopo un'occhiata stranita tipica di lei, usciamo dal negozio e torniamo alla macchina.
Cheryl: -guidi tu?- annuisco sperando che non cambi idea da un momento all'altro strappandomi le chiavi di mano e superandomi bruscamente per porre fino a quella situazione dove, per una volta, ho io il controllo. Penso sia un'idea del tutto stramba, di sicuro non le piacerà e io farò solo una figuraccia, però è sempre meglio sperarci e credere che tutto andrà bene. Come se con Cheryl almeno una cosa possa andare secondo i piani. Metto in moto mentre lei ha lo sguardo abbassato sul telefono, fingendosi probabilmente indifferente a tutto quello che ho programmato. Il sole inizia a tramontare, i passanti iniziano a rientrare e la nostra auto si ritrova essere l'unica presente sulla strada deserta. A volte vorrei che fosse sempre così. Tutto il mondo scomparso a parte noi due. Forse non avrebbe più paura di soffrire. Già, penso troppo, però per la prima volta forse mi interessa conoscere qualcuno, e non in modo superficiale come con Peach o Sweet, ma conoscere qualcuno fino in fondo, attraversando il suo cuore e passando in rassegna i difetti, le paure, le cicatrici che segnano tutte le persone. Se solo mi aprisse il suo cuore. Continuo a prendere curve e fermarmi a diversi semafori, fino a quando non parcheggio in quel posto che ha da sempre segnato la mia infanzia. Ci andavamo ogni sabato, solo mia madre ed io, giocavamo a pallavolo facendo passaggi che a quell'epoca erano davvero pessimi e mangiando panini portati da casa; in seguito, con lo sport e la scuola questa tradizione è stata pian piano cancellata dalla nostra vita. Di solito non ci viene nessuno, tutti preferiscono i grandi parchi del centro, con bar e laghetti, noi invece abbiamo sempre preferito il silenzio, che con il tempo è completamente entrato a far parte di me. Silenzio, silenzio, silenzio, finché non ti senti impazzire e vorresti urlare, però no, il silenzio ha sempre vinto dentro di me. Mai un urlo, mai un alzamento di tono, mai un'esclamazione, neanche a pallavolo, no; annuisci, stringi il pugno ma non urlare. Chiudi la bocca e non urlare, non parlare. Questo è sempre stato il mio stile di vita.
Toni: -eccoci qui- dico quasi in un sussurro.
Cheryl: -non sapevo ci fosse un parco qui vicino-
Toni: -in pochi lo conoscono. Ci venivo sempre con mia madre- lei annuisce incamminandosi verso un enorme albero posto al centro del prato. Prendo al volo le buste del fast food e la seguo. Si siede sull'erba senza badare al fatto che potrebbe sporcarsi con il terriccio, accavallando le gambe e fissandomi.
Cheryl: -resti lì impalata?- poggio i sacchetti e mi siedo accanto a lei, abbastanza lontano da non sfiorarla. Dalla sera dove mi ha letto tutto quello che Sweet aveva scritto sul foglio, non ci siamo più sfiorate, neanche in macchina. Lei è sempre rimasta distante ed io ho cercato in tutti i modi di evitare ogni tipo di contatto fisico. Trascorrono alcuni minuti poi mi distendo, guardando il cielo che sta iniziando a riempirsi di piccoli puntini luminosi.
Toni: -di solito, quando venivamo qui, mia madre si sedeva qua, appoggiata all'albero ed io mi sdraiavo sulle sue gambe mentre ci raccontavamo di tutto-
Cheryl: -è un modo per farmi parlare?-
Toni: -è un modo per dialogare- la correggo mettendo un braccio sotto la testa. Inizia a giocherellare con le dita.
Toni: -due domande a testa- dico all'improvviso.
Cheryl: -cosa?-
Toni: -due domande, completa sincerità. Quello che ci diremo questa sera rimarrà qui, in questo parco-
Cheryl: -prevedibile-
Toni: -ti tiri indietro?-
Cheryl: -una sola domanda. A testa- ci metto qualche secondo per decidere. Prima credevo che l'egoismo avrebbe vinto, prendendo possesso del mio cuore solo per sentirsi dire una frase che avrebbe compiaciuto il suo ego. Poi, un'altra luce è penetrata nella mia mente; la voglia di sapere. La voglia di illuminare qualcosa che è rimasto nascosto per fin troppo tempo. La voglia di far illuminare quel cuore ghiacciato. Illuminarlo talmente tanto da farlo sciogliere ma continuando a tenerlo nascosto al mondo intero, in modo tale che solo noi due possiamo vederlo.
Toni: -cosa causa il tuo odio costante verso le persone? Non può essere solo per colpa dell'infortunio- alzo la testa in modo tale da guardarla. Riesco a scorgere il suo volto abbassarsi. Con il buio che sta iniziando a ricoprire tutto non riesco a studiare perfettamente la sua espressione.
Cheryl: -già, non è solo per l'infortunio- si ferma un attimo prima di ricominciare a parlare.
Cheryl: -suppongo di non avere scelta. È iniziato tutto quattro anni fa. Mio padre era morto di cancro l'anno prima. Mia madre è sempre stata una donna fin troppo severa ed egoista. Probabilmente non lo amava. L'ha tradito un'infinità di volte mentre era in ospedale a morire giorno dopo giorno. Qualche mese dopo la sua morte, ha portato in casa un altro uomo, Jackson. Diceva di amarlo, che mi avrebbe fatto da padre e che ben presto sarei riuscita ad andare avanti. Era davvero brava a manipolare la mente delle persone. Io ero ancora in lutto ovviamente, e lui, insomma lui credo avesse in mente ben altro che farmi da padre. Mia madre era uscita, io stavo in stanza, incapace di pensare ed agire e lui ha fatto quello che ci si aspetterebbe da quasi ogni uomo. Comunque, non andrò nei dettagli, ho risposto alla tua  domanda e penso basti. Ha semplicemente segnato la mia vita e il mio odio verso le persone, tutto qui, alla fine non è niente- l'ha violentata e lei ora ne sta parlando come se niente fosse, solo per non mostrarsi completamente indifesa. Mi rialzo a sedere.
Toni: -Cher- protendo una mano per accarezzarle la spalla ma lei si scansa.
Cheryl: -no, non ho bisogno di commiserazione. Dopo quell'episodio ho continuato la mia vita, le mie relazioni, ho fatto sesso con altre persone senza rimuginarci sopra neanche un istante, quindi non credere che sia una sorta di trauma idiota- do poco peso alle parole che dice; cerca in ogni modo di reggere la sua barriera che, dopo il suo racconto, ha iniziato a crollare, perdendo leggermente la difesa.
Toni: -non fare così, non-
Cheryl: -cosa vuoi nella vita?- a quanto pare ha capito fin troppo bene il gioco. Prendo un grande respiro visto che io stessa non mi sono mai fatta questa domanda.
Toni: -sinceramente mi spaventa il domani. Cosa farò, come, dove, con chi? Sono risposte che non posso indovinare, però vorrei andare avanti con la pallavolo, scalare quella classifica che ogni volta mi fa sentire dannatamente inferiore. Voglio sapere di essere riuscita a fare almeno qualcosa di decente. Riguardo a tutto il resto, vorrei rimanere la solita Toni, non vorrei cambiare con l'età. Sì, a volte forse penso troppo, però almeno colgo tutti i dettagli della vita, almeno credo- mi accorgo solo ora di star sorridendo.
Cheryl: -già, non devi-
Toni: -cosa?-
Cheryl: -cambiare-
Toni: -dici?- sento che ridacchia.
Cheryl: -semplicemente non cambiare. Mai-

How she saved meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora