Mi possiedi

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Disegnamo infiniti occhi cercandone disperatamente due nei quali sprofondare e trascorrere il resto della nostra vita.
C.B.

Toni's pov
Tre di notte. Una serratura che scatta e passi silenziosi che rimbombano leggermente a causa dei tacchi sul pavimento. Una figura seduta sul divano del salotto, gambe incrociate, con in mano il telefono che manda avanti il video che spezzerebbe il cuore di qualsiasi persona tanto ingenua da farsi controllare da una come Cheryl Blossom. Respiri che sottintendono lacrime che non usciranno mai, perché l'orgoglio non ha ancora abbandonato completamente il proprio posto all'interno della testa. Pensieri che formano un discorso che sarebbe dovuto uscire già da tempo. Le luci si accendono e sento un verso sinceramente sorpreso. Mi volto quel tanto che basta per vederla mettere le chiavi sul mobile all'ingresso e togliersi i tacchi facendoli cadere provocando un rumore assordante. Sento il suo sguardo su di me, mentre si sistema i capelli guardandosi allo specchio, passando il pollice sulle labbra, probabilmente aggiustandosi il rossetto sbavato. Sbavato dalle labbra di un'altra.
Cheryl: -non dormi?- chiede con una tale tranquillità che mi verrebbe voglia di prenderla a schiaffi. Eppure non ci riuscirei, lo ammetto. Parla come se non fosse successo niente. Come una persona sicura che non sarà mai da sola, perché diciamocelo, una come lei può avere il mondo ai suoi piedi, perché accontentarsi di una come me? Il tono che continua a spezzarmi, giorno dopo giorno, facendomi sentire una nullità. Giro il telefono nella sua direzione, facendo ripartire il video che avrò ormai visto centinaia di volte in solo qualche ora.
Toni: -cosa significa?- dico non riuscendo a guardarla negli occhi. Non riuscendo a reggere l'indifferenza che ci troverei.
Cheryl: -che mi sono fatta una ragazza?- un altro pezzo di cuore buttato e calpestato.
Toni: -Minerva-
Cheryl: -vedo che l'hai riconosciuta- si versa da bere dell'acqua e si siede sul divano di fronte a me, una gamba sopra l'altra, mentre mi guarda con la testa inclinata. Stronza.
Cheryl: -sul serio Toni, perché non stai dormendo, domani hai anche-
Toni: -stai scherzando?- dico alzando la voce.
"Resta in silenzio, il silenzio ti ha sempre governata, lascialo assumere il controllo su di te, zitta, lascia perdere, subisci" per una volta le voci dentro la mia testa non hanno nessun potere. Mi guarda infastidita per averla interrotta.
Cheryl: -non capisco dove sia il problema, Antoinette- sputa fuori il mio nome guardandomi con uno sguardo glaciale. Il mio tono l'ha fatta arrabbiare, e anche molto, ma credo che almeno per oggi, me ne fregherò.
Toni: -dopo tutto quello che è successo, fai finta di niente? Sul serio?- la vedo squadrarmi e un ghigno compare sul suo volto perfetto.
Cheryl: -non posso baciare qualcuno ad una festa? E perché mai poi, non ricordo di essere fidanzata, o tantomeno innamorata- se ci fosse una regola che mi imposterei ora è quella di respirare. Banale, lo so, eppure così dannatamente utile. Respira e ricaccia indietro le lacrime. Respira e non fare caso al groppo che ti senti in gola o alla nausea che si sta impossessando di te. Respira e devia il vero senso delle parole. Respira e richiuditi dentro la tua bolla fatta di menzogne e nessuna verità. Serro gli occhi come se mi avessero tirato un pugno nello stomaco.
Le parole provocano un dolore maggiore. Le parole ti radono al suolo, silenziosamente, ti avvolgono come un pitone e finiscono per ucciderti lentamente. Le parole danno il via ad un ciclo talmente potente da cambiare completamente una persona. La prima fase è la tristezza, il dolore, le lacrime che iniziano a voler uscire e scorrere libere lungo il volto per poi non tornare mai più. La seconda fase è il metabolizzare; cosa abbiamo sentito? Perché è così? Poi arriva la parte che fa più paura. La rabbia. Come un fuoco libero che incendia qualsiasi cosa capiti al suo passaggio.
Toni: giusto, baci una persona, e poi vai da tante altre-
Cheryl: -perché no?-
Toni: -non mi ricordo di aver firmato un contratto per farmi usare a tuo piacimento- passa velocemente la lingua sul labbro inferiore, riducendo gli occhi a due fessure. Si porta il bicchiere alle labbra continuando a bere, in modo così lento che mi sembra siano passate ore prima che rimetta il bicchiere vuoto sul tavolino e si alzi voltandosi.
Cheryl: -chi si fa usare ed è consapevole di ciò di solito cerca in ogni modo di non essere più un oggetto. Tu lo fai? No Toni, quindi mi pare che l'essere usata non ti arrechi nessun disturbo- dice con tranquillità come se stessimo avendo una conversazione normalissima. Mi guarda un'ultima volta e fa per andare verso le scale ma la raggiungo strattonandola per una braccio.
Toni: -non ho finito- dico duramente mentre lascio la presa, in parte sconvolta da quel mio gesto fin troppo impulsivo per i miei modi di fare. Si ferma ergendosi in tutta la sua altezza, instaurando come sempre quel rapporto di superiorità.
Toni: -quindi lo ammetti. Ammetti che sono un oggetto, che mi stai solo usando e che alla fine non provi un cazzo-
Cheryl: -se tu per prima pensi di essere un oggetto, come può una mia frase cambiare il modo in cui ti vedi?- spalanco gli occhi. Sempre le fottute risposte pronte. Sempre la sua sicurezza che non vacilla davanti a niente. Resto in silenzio e lei inizia a salire le scale. Abbasso la testa, mandando a quel paese l'orgoglio nello stesso istante in cui le mie lacrime precipitano verso il parquet.
Toni: -wow, per una volta avrei dovuto ascoltare gli altri. Stronza, menefreghista, manipolatrice, mio dio Cheryl, cos'altro sei?- dico sarcasticamente, e in meno di mezzo secondo mi scontro contro quel muro che ormai conosco fin troppo bene. Odia il contatto fisico eppure non si fa scrupoli ad inchiodarmi lì, mentre recupera le ultime briciole del mio autocontrollo e lo trasforma in debolezza che mi schiaffeggia addosso.
Cheryl: -parli troppo, potresti usare quella bocca per altro- è così vicina che sento l'odore dell'alcool penetrarmi le narici. So per certo che non è ubriaca, sennò non avrebbe tutta questa rigidità e sicurezza nel parlare. La sua frase mi lascia sconvolta. La guardo e riesco a vederla solo mentre bacia Minerva. Inspiro l'aria e sento un profumo non suo. Le sue mani sono premute contro il muro, ai lati della mia testa. Mantengo lo sguardo fisso sui suoi occhi.
Toni: -allora? Hai per caso delle altre doti che ti rendono famosa?- spero percepisca il mio tono tagliente. Si avvicina al mio orecchio.
Cheryl: -non immagini quante- la pelle d'oca mi ricopre le braccia ed io maledico il mio corpo per reagire così a lei.
Toni: -peccato che ti conoscono solo per la tua sfacciataggine- sforno l'espressione più dispiaciuta che riesco ad ottenere.
Cheryl: -eppure non la pensavi così fino a qualche giorno fa-
Toni: -cambio idea velocemente- ridacchia strofinando il naso contro la mia guancia e posando le labbra su tutta la lunghezza della mia mandibola, mentre cerco di resistere alla sfida che mi sta imponendo.
Cheryl: -quindi ti starei usando? Prego, puoi sempre andare in stanza- si allontana di qualche centimetro guardandomi con aria di sfida.
Toni: -gentilissima- la supero sfiorandole di proposito la spalla. Non so da dove venga il mio coraggio e queste provocazioni, non sono mai stata così, mai, in tutti i miei diciassette anni di vita. La rossa mi sta cambiando. Mi dirigo verso le scale, sentendo la mancanza delle sue labbra sul mio collo ma soddisfatta di non avergliela data vinta. Apro bocca per dire altro ma vengo interrotta. Ed eccole di nuovo lì, quasi avessero sentito la mia mancanza. E lei che è un cliché vivente, prevedibile e non allo stesso tempo, pronta a disintegrarmi in mille pezzi, che solo lei può ricomporre e distruggere ogni volta che vuole.
"Rossa dannata"
Toni: -quindi sono io a farmi usare o tu a non saper stare senza di me?-
Cheryl: -non importa della persona. Si va con chi si vuole del resto, no?-
Toni: -te la sei scopata?- le mie parole tradiscono gelosia e lei lo nota subito.
Cheryl: -vedo che qua la gelosia non riesce ad essere trattenuta- dice contro il mio collo che continua a baciare. Le mie mani afferrano i suoi capelli e mi sfugge un gemito. Tenendomi sempre per i fianchi mi sposta verso le scale, che saliamo senza che si stacchi da me. Non sta succedendo davvero. Apre la porta della sua camera, e presto la sensazione di stare contro un muro si trasforma in quella di essere poggiata su uno dei letti più morbidi che abbia mai visto. La guardo dal basso, mentre torreggia su di me con quel ghigno che non sembra voler svanire dalle sue labbra.
Toni: -non penso di aver ottenuto risposta-
Cheryl: -probabile. Non sarebbe la prima volta del resto- dice riferendosi a lei e Minerva.
E qui la domanda che ho da tanto conservato, emerge con tutti i dubbi che si porta dietro.
Perché dice tutto questo? Cosa vuole ottenere? Gli occhi mi tornano di nuovo lucidi e metto il volto di lato cercando di non farmi vedere; fallisco miseramente.
Cheryl: -andiamo, è una cosa ovvia, stavamo insieme- il suo tono sembra addolcirsi un po', mentre continua a tenermi per un fianco.
Toni: -non capisco perché mi stai dicendo tutto questo-
Cheryl: -hai detto tu che odi essere illusa. Voglio solo che tu sappia a cosa stai andando incontro- credo che ognuno definirebbe tutto il nostro rapporto estremamente tossico e probabilmente lo è. Cosa dovrei fare? Semplice, mandarla a quel paese oppure darle una risposta tagliente ed uscire da questa fottuta stanza cercando di dormire almeno qualche ora prima di andare a scuola. Il cuore però si allontana sempre dalla mente, parlando al suo posto, rubandole la scena.
Toni: -mi vuoi?- vedo le sue pupille dilatarsi leggermente nella parziale oscurità della stanza.
Cheryl: -in questo momento più di ogni altra cosa- dice fissandomi con un'intensità tale da farmi girare la testa.
Toni: -e in generale?- le sue labbra riprendono la posizione accanto al mio orecchio.
Cheryl: -concentrati sul momento ragazzina, smettila di pensare al futuro per una volta-
Toni: -su cosa dovrei concentrarmi, sentiamo- voglio mostrarle che non sono completamente la ragazzina asociale che ha sempre pensato che fossi e credo che tra poco la stupirò definitivamente. Mi guarda per qualche secondo e per la prima volta la vedo insicura sul da farsi.
Andiamo Blossom, vai al dunque. Probabilmente più tardi mi ricorderò di questa notte con imbarazzo, dato che non è assolutamente il mio modo di pensare, però almeno per una volta voglio mettere da parte la Toni di sempre. Solo per questa volta, lo prometto. Porta la mano sul mio petto e mi stringe il seno sinistro, facendomi sospirare per la sorpresa.
Cheryl: -su questo, per esempio- l'altra mano si deposita sulla mia coscia, andando sempre più verso l'interno. La sensazione nel basso ventre aumenta con ogni suo tocco.
Cheryl: -e su questo- inizia a giocherellare con l'elastico dei miei pantaloncini, schiudendo le labbra in un broncio che definirei magnifico se non sapessi che si tratti di lei.
Toni: -cosa ti ferma?-
Cheryl: -è solo che insomma, tu- scoppio a ridere, e la mia sicurezza mi incute timore.
Toni: -io?- metto la testa di lato, prendendole una ciocca ribelle ed arrotondandola intorno all'indice.
Cheryl: -sei vergine- mi alzo sui gomiti sfiorandole le labbra con le mie.
Toni: -ne sei sicura?- dico alzando un sopracciglio. La vedo sorpresa, forse anche troppo. A quanto pare il ragazzo che in seguito mi ha tradita, ha saputo aiutarmi ad oltrepassare almeno una delle linee della vita. Una prima volta fantastica come la definirebbe chiunque, eppure se avessi saputo che si sarebbe rivelato uno stronzo, avrei di sicuro evitato.
Toni: -che c'è, la ragazzina ti ha sorpreso?-
Cheryl: -decisamente, ma ti ricordo che io non sono quello o quella che ti sei scopata come prima volta-
Toni: -sei meglio?-
Cheryl: -staremo a vedere- terminata questa frase la ritrovo a cavalcioni su di me, mentre le mie gambe circondano la sua vita. Un leggero segnale d'allarme inizia a lampeggiarmi nella testa ma decido di ignorarlo. Voglio dimenticare il dolore che mi ha provocato quel video di loro due attaccate mentre le loro lingue si sfioravano. Voglio vivere questo momento pensando che lei mi voglia davvero, anche se questo potrebbe significare soffrire in seguito. Voglio abbandonarmi a lei oggi. In poco tempo mi ritrovo coperta solo dall'intimo, con i suoi occhi che cercano i miei per una conferma. Una volta iniziato non si potrà più tornare indietro, sembrano dirmi. Con un movimento rapido riesco a sfilarle la maglietta però non appena mi accingo a slacciarle il reggiseno in pizzo rosso che di sicuro avrà fatto impazzire anche Minerva, prende i miei polsi imprigionandomi nella sua morsa.
Cheryl: -ragazzina, dovrai faticare di più per questo, nessuno ci è mai riuscito, figurati se ce la farai tu- dice facendomi un occhiolino bastardo, prima di sganciare il mio reggiseno con un rapido click. Già, sono nuda davanti ai suoi occhi, come se niente fosse, eppure il suo sguardo sembra spogliarmi ancora di più, vagando sulla mia pelle e fin dentro le ossa. Resta ad osservare il mio petto, prima di chinarsi e passare la lingua lungo tutto il perimetro. La mia stretta tra i suoi capelli aumenta, così come i miei gemiti. Afferra un capezzolo tra i denti succhiandolo. Le sue labbra avare scendono in basso fino ad arrivare all'ultimo pezzo di vestiario che mi ricopre.
Toni: -Cher-
Cheryl: -mh?-
Toni: -ti prego- sorride abbassandosi ed iniziando a baciare la zona tra l'ombelico e l'inguine, arrivando fino all'elastico degli slip. Porta la mano verso il mio centro tastando quel territorio che di lì a poco diventerà suo.
Cheryl: -non credevo che l'essere usata ti rendesse così bagnata-
Toni: -zitta- mi afferra una coscia tornando all'altezza del mio viso. Capelli leggermente disordinati, rossetto sbavato, occhi che ardono di desiderio. Lei. In mezzo alle mio gambe. Come farò a guardare in faccia mia madre quando mi chiederà com'è andata con Cheryl? Sto davvero facendo sesso con la mia professoressa nonché allenatrice?
Cheryl: -scusa?- la guardo mentre si abbassa su di me, afferrando il mio labbro inferiore e mordendolo. Urlo di dolore sentendo il sapore familiare del sangue. La guardo furiosa mentre mi fissa con quel ghigno che vorrei toglierle una volta per tutte.
Si concentra di nuovo sul mio centro spostando gli slip da un lato e penetrandomi con la lingua.
Toni: -dio Cher- piccole goccioline di sudore mi marcano la fronte, mentre le spingo la testa tra le gambe, non riuscendo a starle lontana.
Cheryl: -dimmi un po', di chi sei?-
Toni: -non sapevo di essere proprietà di qualcuno- riesco a dire tra un gemito e l'altro.
La lingua ben presto si sostituisce ad un dito, poi ad un altro, facendomi andare completamente in estasi.  Odio ammetterlo ma è dannatamente brava.
Cheryl: -ne sei ancora così convinta?-
Toni: -vorresti dire che ci apparteniamo?-
Cheryl: -sbagli, io non appartengo a nessuno, tu invece, verifichiamo- mentre aumenta il ritmo, torna a torturare il mio capezzolo. Stringo le gambe intorno alla sua vita e quando il piacere mi travolge completamente, mi ritrovo con il suo nome che mi fuoriesce dalle labbra. Quel nome che vorrei dire per il resto della mia vita. Quel nome così magnifico che mentre mi attraversa le labbra assume una melodia perfetta, come quella di un violino suonato dagli angeli e allo stesso tempo dai diavoli.
Toni: -tua- dico senza forze. Senza forze di sfruttare l'orgoglio.
Cheryl: -sì?-
Toni: -sono tua-
Cheryl: -così va meglio- la sento uscire da me leccandosi le dita e chinandosi per baciarmi, accarezzandomi una guancia. La rossa ci sa fare. Non che io abbia sperimentato tante volte il sesso, però credo che con i suoi modi di fare sia riuscita a far venire tantissime donne e uomini.
Cheryl: -tutto bene?- i suoi occhi non sono più avidi di avermi, mi guarda invece con dolcezza mista a trionfo? Annuisco, alzandomi a sedere per baciarla.
Cheryl: -sei stata per così tanto tempo il mio frutto proibito, ragazzina- ci sdraiamo mentre mi accarezza i capelli, quasi a scusarsi di tutto. Quasi a scusarsi di possedere il mio cuore.

How she saved meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora