Resterò

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Toni's pov
Quelle parole non abbandonano la mia testa, continuando ad echeggiare per la mia mente, facendomi battere il cuore ad una velocità impressionante. Un significato che va oltre le solite parole, oltre addirittura al suo atteggiamento stronzo che spesso assume nei miei confronti.
Quelle sono state parole di debolezza e disperazione. Parole talmente forti da farti aprire il petto in due, prenderti il cuore e ripulirlo da ogni male che ha accumulato in tutto questo tempo. Ed io sono stata ripulita con la sua debolezza. Ha abbassato quelle dannate barriere catapultandomi nel suo mondo. Arriva un momento in cui ognuno di noi finisce le forze per fingere; un bivio in cui si deve scegliere se precipitare oppure mostrare il proprio lato sensibile, e lei probabilmente era talmente stanca di combattere che ha preferito mostrarsi debole ai miei occhi. So quanto dolore le sia costato fare questo passo. Mi ha raccontato la sua storia, mi ha fatto vivere per qualche minuto nei suoi ricordi. Mi ha invitato ad entrare a far parte della sua tristezza che non fa altro che accompagnarla da tutta la vita. E io potevo mai rifiutare quell'invito? Certo che no.
Spingo piano la testa verso la mano premuta sulla mia guancia, non staccando gli occhi dal suo viso. Dolorante, con le lacrime che gocciolano dal suo volto pallido, ma sempre meravigliosa. Quanto vorrei che il suo dolore ricadesse su di me.
Toni: -non dovevi dimostrarmi niente-
Cheryl: -non dovevo, però lo volevo- non so cosa dire, ormai mi sono abituata alla sua repulsione per i sentimenti, perciò sentire una frase del genere pronunciata da lei mi ha destabilizzato completamente. Ridacchia strizzando gli occhi a causa del dolore.
Cheryl: -so che è da quando ci siamo conosciute che mi hai attribuito il soprannome di diavolo-
quell'affermazione e la facilità con la quale legge la mia mente mi paralizzano.
Toni: -Cheryl cavolo- chiudo gli occhi abbassando il capo.
Toni: -sapevi che questo sarebbe stato il risultato, dio Dio, sei così testarda-
Cheryl: -come se tu non lo fossi- la aiuto a rialzarsi cercando in tutti i modi di non sfiorare la sua mano destra.
Toni: -come va?-
Cheryl: -continuerà a farmi male per almeno una settimana, però fa niente. Il massimo dolore che poteva raggiungere l'ho già sopportato- ecco spiegato perché voleva essere l'ultima a battere durante la partita così sarebbe resistita più a lungo.
Toni: -non puoi guidare adesso, sei in stato di shock a causa del dolore-
Cheryl: -sto bene- dal suo tono capisco che le sue barriere saranno aperte ancora per poco.
Toni: -non guiderai- dico fermandomi a guardarla mentre si erge in tutta la sua statura, facendomi capire di essere infastidita da questa mia testardaggine.
Cheryl: -vuoi tornare a casa oppure rimanere qui?-
Toni: -dammi le chiavi- scoppia a ridere.
Cheryl: -vorresti dirmi che ora sai guidare?- la guardo seria.
Toni: -mi ha insegnato mia madre, non ho la patente però so come far camminare una macchina- le prendo le chiavi di mano con movimento veloce e dopo aver preso la mia borsa, esco dallo spogliatoio con lei dietro che mi segue borbottando. Le sue guance sono leggermente arrossate a causa del pianto. Si muove velocemente sorpassandomi ed uscendo all'aria aperta. Probabilmente è appena uscita da quella che le sembrava una gabbia. Mi sembra un animale selvatico, debole ma comunque orgoglioso. Talmente orgogliosa da farmi andare letteralmente fuori di testa.
Toni: -sicura di non voler andare al pronto soccorso? Se continui a sforzare il braccio peggiorerai-
Cheryl: -non lo farò- decido che insistere sarà come parlare con un muro e pretendere che risponda. Metto in moto mentre segue ogni mio movimento, in allerta nel caso sbagli qualcosa.
Toni: -rilassati, non andrò a sbattere-
Cheryl: -se fai anche solo un graffio-
Toni: -che cosa?- mi giro verso di lei mentre il semaforo è rosso. continua a fissare la strada davanti a sé, non prestandomi attenzione.
Toni: -allora?- sono decisa a portare avanti questa discussione.
Cheryl: -le domande stupide non meritano una risposta-
Toni: -è una domanda stupida?- do un'altra occhiata al semaforo che continua ad essere rosso e mi volto di nuovo verso di lei.
Toni: -niente da ribattere Blossom?- si volta di scatto e senza che io abbia la possibilità di tirarmi indietro, mi ritrovo con le sue labbra premute possessivamente contro le mie, mentre una sua mano si posa sul mio fianco. Questo bacio dura poco, è stato semplicemente una sfida, però il giramento di testa me l'ha causato comunque. Si stacca da me con aria compiaciuta pulendosi la bocca con la manica della felpa. Rimango un attimo intontita finché un clacson non prorompe nel silenzio della vettura facendomi sobbalzare. Rimetto in moto guardando la strada e leccandomi le labbra. A quanto pare con lei non avrò mai il comando della situazione, qualsiasi essa sia. Deve avere sempre tutto sotto controllo, nel giusto equilibrio e non uscire mai dagli schemi.
Toni: -va meglio la mano?-
Cheryl: -me l'hai già chiesto-
Toni: -e ora te lo sto richiedendo-
Cheryl: -è stabile- credo che appena arriveremo a casa, la prima cosa che farò sarà metterle del ghiaccio. Lancio qualche occhiata alla ragazza seduta accanto a me mentre si guarda la mano. So per certo che le fa un male indescrivibile, anche se lo maschera perfettamente. Parcheggio nel vialetto di casa.
Toni: -vedi? Neanche un graffio- non risponde scendendo dalla macchina ed entrando verso casa a passo svelto. La seguo con la stessa velocità. Si toglie le scarpe e si mette seduta sul divano inspirando grandi boccate d'aria. Mi ci siedo accanto. Credo che il dolore sia tornato.
Subito i suoi occhi si riempiono di lacrime che cerca invano di ricacciare indietro. Abbassa la testa che viene coperta dai suoi capelli ramati, come a nascondersi dal mondo con quel gesto.
Toni: -hey- non mi guarda, resta immobile a fissare il pavimento mentre viene scossa da dei brividi.
Cheryl: -sto bene, puoi andare-
Toni: -non stai bene, ma ti senti mentre parli?-
Cheryl: -va' via- dice con tono gelido, ma al posto di ascoltarla, la faccio voltare con forza verso di me e la abbraccio, cercando di infonderle un po' di positività, cercando di farle dimenticare anche per un secondo il dolore che la affligge. Le accarezzo la schiena. Sentire i suoi leggeri singhiozzi che cerca di soffocare mi spezza il cuore sempre di più. Avrei dovuto fermarla quando ha detto che voleva giocare, avrei dovuto impedirle di fare quel cosiddetto sacrificio solo per farmi vincere uno stupido torneo e dimostrarmi che anche lei in realtà ha un cuore. Eppure io lo sapevo già. Sento il suo respiro sul mio collo mentre rimane, come sempre, rigida nell'abbraccio. Si schiarisce leggermente la gola.
Cheryl: -almeno il mio intento di farti cambiare idea su di me è riuscito?- si stacca da me guardandomi negli occhi e incurvando le labbra in un piccolo sorriso. Il mio cuore riprende a martellare nel petto.
Toni: -sì, me l'hai fatta cambiare anche se non ho mai pensato che fossi una cattiva persona, ma ti prego, non farlo più. Io non, non posso vederti così- stacca gli occhi dai miei leccandosi le labbra secche a causa del pianto. Vado velocemente in cucina e prendo un impacco di ghiaccio.
Toni: -siediti di fronte a me- fa come le dico senza dire parola. Mi siedo sulle sue gambe prendendole delicatamente la mano e poggiandoci sopra il ghiaccio. Vedo i suoi muscoli irrigidirsi però rimane in silenzio. Guardo la coppa di questo torneo che ha messo sullo stesso mobile di tutte le altre, in bella vista.
Toni: -sei stata fantastica oggi-
Cheryl: -non ho fatto niente di che- continua a fissare qualcosa dietro la mia spalla.
Toni: -io invece credo che tu abbia fatto tanto. Se non troppo- odio vederla così, odio sapere che si sente male o che qualcosa la preoccupa. Voglio che sia serena e tranquilla per qualche volta, mettendo da parte tutto e concentrandosi solo su sé stessa.
Cheryl: -sì può sempre fare di più nella vita- rimane in silenzio per qualche secondo.
Cheryl: -posso fare benissimo da sola- mi prende il ghiaccio dalle mani continuando a tenerlo premuto sul polso. Bene, le sue barriere si sono definitivamente chiuse buttandomi fuori. La guardo per un'ultima volta prima di scendere dalle sue gambe e guardare un punto indefinito della stanza. Dovrei fare qualcos'altro? Dire qualcosa? Sono immersa nella completa ignoranza. Pensavo di conoscerla almeno un minimo invece ora non so neanche come comportarmi con lei.
Forse non devo fare nulla e lasciarla semplicemente stare per il momento. Il silenzio. Quel silenzio teso, con la tensione che potrebbe spezzarsi da un momento all'altro e separarci per sempre facendoci cadere su due lati opposti di un fiume in piena, impossibile da attraversare. Ma forse è già così. Lei cammina lungo il fiume, ed io cerco in ogni modo di costruire ponti per raggiungerla e spezzare la distanza che ci separa. Ma ha davvero importanza? Tutto questo potrebbe mai cambiare quello che provo? No. Alzo lo sguardo, squadrandola, mentre stabilisco un nuovo giuramento. Forse è troppo presto, forse sto facendo dei passi più lunghi della gamba, magari tutto questo sarà una causa persa, ma finché mi sento di dirlo, o perlomeno di pensarlo, voglio essere convinta che tutto tra di noi andrà bene.
"Ed è proprio oggi, che sono qui per prometterti di esserci sempre. Sempre? Sempre quando, ti chiederai. Sempre per me raccoglie talmente tante cose che non riuscirei neanche a descriverle tutte in una volta. Sempre, quando mi terrai distante. Sempre, quando cercherai di ferirmi solo per allontanarmi e non mostrarti debole. Sempre, quando qualche volta mi urlerai di andare via. Sempre, quando magari dire un ti amo ti sembrerà la cosa più difficile di questo mondo. Io sarò lì a proteggerti in tutti i tuoi giorni bui, e a renderti ancora più felice nei tuoi giorni solari. Ti porterò nel mondo dei sogni e ti terrò lontano dalla cruda realtà. Ti abbraccerò quando parlare ti sarà difficile e mi sdraierò accanto a te quando i tuoi problemi prenderanno il sopravvento. Ciò che importa è che nel tuo sguardo continui a brillare quella scintilla che hai ogni volta che le tue labbra sfiorano le mie. Quella scintilla che ti dice di restare, ti fa credere che ne valga la pena, nonostante tutto. Io ci sarò quando tu non me lo chiederai, sopraffatta dall'orgoglio. Soprattutto quando non me lo chiederai"

How she saved meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora