A casa del diavolo

948 52 105
                                    

Toni's pov
Toni: -mamma, sei per caso impazzita? Si può sapere perché lo hai fatto? Stavo benissimo da sola, senza la mia allenatrice nei paraggi-
: -dai Toni, non farne un dramma, almeno non sarai sola-
Toni: -mio dio, mamma, ma poi come hai fatto ad avere il suo numero?-
: -ho chiesto al preside-
Toni: -andiamo, dov'è finito il tuo sospetto verso tutti?- a quanto pare deve fidarsi davvero tanto di Cheryl se mi ha addirittura lasciata trasferire da lei. Scuoto la testa continuando a camminare per tutta casa con il cuore che batte a mille.
: -vedo come torni da ogni allenamento e credo che abbia dei risvolti positivi su di te e poi pensavo che non ti sarebbe dispiaciuto. Stai sempre da sola nella tua stanza-
Toni: -sempre meglio di stare in compagnia della propria prof- dico sottolineando l'ultima parola. Probabilmente se l'avessi saputo in anticipo non avrei reagito così drasticamente, ma comunicarmelo così, un quarto d'ora prima di arrivare, mi ha mandato il cervello fuori di testa.
: -Toni devo andare ora, è il mio turno per il check-in, ti scrivo un messaggio dopo-
Toni: -buon volo- attacco la chiamata. Cheryl maledetta, chi glielo fa fare? Va bene darmi dei passaggi, però questo è troppo, contando che odia le persone. Inizio a fare la valigia, gettando vestiti a caso, senza pensare troppo a quando e se li indosserò. Ne ho presa una abbastanza grande, non so per quanto tempo rimarrò lì, se tutti e tre i mesi oppure qualche giorno finché non si stuferà e deciderà di buttarmi fuori. Dovrei aver preso tutto, però se scordo qualcosa posso sempre tornare. Se già prima vedevo Cheryl spesso, ora la vedrò tutti i giorni, dalla mattina alla sera e dopo quello che è successo nello spogliatoio ieri non credo che la nostra convivenza sarà facile. Più che altro non capisco perché l'abbia fatto. Non poteva dire a mia madre scusi signora ma sta esagerando oppure mi spiace ma non posso prendermi tale responsabilitàPerché deve sempre avere il controllo su tutto? Che fastidio. Tanto abitiamo nella stessa città e ci saremmo viste a scuola e agli allenamenti, quindi perché addirittura farmi trasferire da lei?
"Dannazione mamma"
Forse però questo mi permetterà di entrare ancora di più nella sua vita. Vederla appena sveglia, mentre mangia e tutti quei piccoli dettagli che però mi suscitano molta curiosità. Spero però che non abbia solo una stanza, perché dormire in uno stesso letto con lei non se ne parla. Anzi, lei dormirà, io probabilmente starò immobile come un tronco cercando di non sfiorarla e non darle fastidio. Mi appoggio al muro sospirando. A volte vorrei farmi meno problemi per tutto, però non riesco a cambiare il mio carattere e il mio essere introversa, a volte anche troppo, però ho le mie ragioni per essere così, del resto chi è che ha questo rapporto con la propria allenatrice?
Nessuno. Dopo minuti di attesa che mi sembrano ore se non anni, sento il solito clacson prorompere nel silenzio della via. Bene, che il mio tragico trasferimento abbia inizio. Esco con la valigia in mano mentre Cheryl scende dalla macchina venendomi incontro.
Mi prende la valigia dalla mano con un movimento rapido e delicato e con una facilità assurda la mette nel bagagliaio. Ci sediamo e lei mette in moto togliendo il freno a mano.
Toni: -potevo benissimo restare da sola- dico per ormai la decima volta. Voglio capire il perché di tutta questa iniziativa. Mia madre le ha pagato? La scuola le pagherà? Non voleva rifiutare la proposta di mia madre per non sembrare scortese?
Cheryl: -potevi- mi volto verso di lei che è concentrata sulla strada. Potevi? È tutto quello che sa dire in questo momento?
Toni: -mia madre ti ha pagato?- scoppia a ridere, dipingendo sul volto il suo solito sorriso da menefreghista.
Cheryl: -mi ha semplicemente chiesto se potessi tenerti d'occhio durante la sua assenza-
Toni: -e tu hai accettato. Perché?-
Cheryl: -perché no? Mi ha detto che sei una frana a cucinare- sprofondo nel sedile.
Toni: -non posso crederci- borbotto chinando la testa all'indietro. So che con lei posso dire tutto quello che voglio, tanto non si offende. Ha una protezione dalle parole della gente.
Cheryl: -posso sempre fare marcia indietro- non rispondo. Ormai mi sono buttata a capofitto in questa situazione.
Cheryl: -come pensavo- dopo questa non mi trattengo più. Ha il completo possesso delle parole che vagano per la mia mente, trasformandole in realtà.
Toni: -sì? E cosa pensavi?- ormai sono abituata a questa confidenza con lei.
Cheryl: -che non avresti rifiutato quest'offerta- colpita ed affondata. Il suo modo di dire le cose direttamente in faccia mi lascia sbigottita ogni volta.
Toni: -lo faccio solo per mia madre, così non si preoccuperà- non risponde, continuando ad avere quel sorrisetto stampato in faccia. Sbuffo accoccolandomi sul sedile, mentre lei riprende il silenzio continuando a prendere curve e fermarsi ai semafori. Da oggi inizierà la mia convivenza con il diavolo. Nell'inferno. Nel silenzio che sicuramente è sovrano nella sua casa. Nelle tenebre che mi avvolgeranno completamente. Dopo dieci minuti arriviamo nella zona abbastanza ricca della città, con villette a schiera. Cheryl riprende la mia valigia senza darmi neanche il tempo di avvicinarmi al bagagliaio. Vuole fare proprio tutto lei... Apre la porta e subito i miei occhi vedono un salone enorme e perfettamente arredato. Nessuna cosa fuori posto, nessun colore che non si intoni con i mobili. Tutto si sposa in maniera perfetta con tutto. L'unica cosa fuori posto sono io.
Cheryl: -la nostra camera è al piano di sopra- la guardo con una faccia talmente sconvolta che ridacchia leggermente.
Cheryl: -rilassati, sto scherzando la tua camera è in fondo al corridoio- le lancio un'occhiataccia. Ormai deve aver capito come sono fatta.
Cheryl: -scusa, non sono una fan dei letti condivisi- la sua espressione divertita ed innocente tradisce il suo tono menefreghista.
Toni: -ed io lo sono ancora meno- rispondo sfornando la mia migliore espressione strafottente. Fa spallucce portando la mia valigia su per le scale, seguita a ruota da me. La mia camera si affaccia sul parco, arredata con bei colori.
Cheryl: -fa' come se fossi a casa tua- dice con tono divertito.
Toni: -e se dovessi rompere qualcosa?- chiedo stuzzicandola. Non mi risponde uscendo dalla camera. Come sempre di tante parole. Probabilmente nel caso io rompessi qualcosa, mi ammazzerebbe, perciò meglio non metterla alla prova. Inizio a mettere i vestiti nei vari cassetti, dividendo i pantaloni dalle magliette e l'intimo dai calzini. Devo combaciare con tutta questa perfezione e anche se sarà difficile, non voglio che Cheryl pensi che sia una buona a nulla. Visto che è sabato e non devo fare niente, posso rilassarmi ed iniziare ad ambientarmi in tutto questo ambiente infernale. Mentre mi accingo a scendere al piano di sotto, guardo meglio la casa. Nessun riferimento alla pallavolo per ora. Davvero ha messo un punto a tutto? Oltrepasso la sua camera e lo sento chiamarmi.
Cheryl: -hai fame?-
Faccio marcia indietro fermandomi sulla soglia e perdendo un battito. Si è cambiata, mettendosi dei pantaloncini rossi ed una maglietta attillata nera. Vedo il suo petto muoversi ad ogni respiro.
Toni: -sì, credo di sì- dico cercando di non balbettare a causa di quella vista.
Cheryl: -non avrei mai detto che una come te andasse pazza per il petto di pollo- sospiro esasperata.
Toni: -ti ha detto qualcos'altro?- chiedo incredula. Davvero mia madre le ha detto tutte queste cose oppure se le sta inventando?
Cheryl: -faresti prima a chiedermi cosa non mi ha detto-
Toni: -non è divertente- a volte non riesco proprio a capire se stia scherzando o è seria, la sua espressione non cambia e poi ha sempre quel sorrisetto stampato in faccia. Rimango sulla soglia della porta aspettando. Si lega i capelli ed entriamo in cucina.
Toni: -posso anche cucinare io-
Cheryl: -non voglio un incendio in casa, ma grazie dell'offerta-
Toni: -mi sottovalutate tutti a quanto pare- si gira verso di me inclinando la testa divertita. Prende un coltello e lo rivolge verso di me. Lo guardo stranita. Ecco, iniziamo subito con un omicidio.
Cheryl: -ecco il coltello, ecco il petto, prego- si siede sulla sedia, accavallando una gamba sopra l'altra e poggiando il mento sulla mano guardandomi con attenzione. La fregatura? Non ho mai cucinato un petto di pollo in vita mia. Però non posso dargliela vinta.
Cheryl: -lo voglio ben cotto- dice sfottendomi. Inizio a tagliare il petto di pollo sentendo il suo sguardo bruciarmi addosso. Se mi taglio farò una figuraccia impressionante. Procedo con attenzione, il coltello è davvero affilato. So bene che per lei questa è semplicemente una sua scommessa interiore. Prendo le fettine e gliele faccio vedere alzando il sopracciglio.
Toni: -pensavi vero?- mi guarda facendo un'espressione sorpresa, palesemente sarcastica. Alzo gli occhi al cielo girandomi e riprendendo il mio lavoro. Noto che non c'è il sale.
Toni: -il sale?- mi fa un cenno con la testa verso la credenza più alta. Ecco perché era così tranquilla. Sapeva già in precedenza che non ci sarei arrivata.  È solo il primo giorno e già siamo così. Non mi arrendo comunque. Mi metto sulle punte allungando la mano il più possibile. Niente, non ci arrivo. All'improvviso sento una presenza dietro di me. Cheryl si appoggia a me mettendomi una mano sulla spalla riuscendo a prendere facilmente il sale. Il respiro mi si mozza per un istante.
Cheryl: -meglio che continui io. Non credo che i nani sappiano cucinare decentemente- non rispondo neanche alla sua palese provocazione, perché la mia spalla vibra ancora del suo tocco. Mi siedo sulla sedia. Saranno tre mesi davvero lunghi.

How she saved meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora