Toni's pov
Credo di essere arrossita violentemente dopo quell'affermazione, però cerco di mascherarlo scuotendo leggermente la testa e continuando a guardarla mentre ridacchia.
Toni: -non dovresti avere lezione tu?-
Cheryl: -Topaz, sono la tua professoressa, non una tua amica- alzo gli occhi al cielo. Molto divertente Blossom.
Toni: -mi scusi, vado immediatamente- dico sarcastica.
Cheryl: -all'una in palestra-
Ton: -mi ricorderò- esco dal bagno, con tutti i pensieri rivolti a quella ragazza che come sempre riesce a salvarmi da ogni situazione possibile. Sembra che percepisca quando intorno a me inizia a stagliarsi il pericolo. O semplicemente mi legge talmente bene che capisce ogni mia menzogna. Mi legge come un libro. Come un libro di poesie, delicato, fragile. Tiene tra le mani il manoscritto, dettando il mio respiro, osserva la copertina, annusa la carta stampata assaporandone l'odore. Sfoglia delicatamente le pagine, osservandole attentamente e venendo a conoscenza dei miei pensieri ad ogni sfogliata. Tutti noi quando nasciamo abbiamo un libro; il nostro libro. Bianco, nuovo, con pagine che attendono solo di essere scritte. Siamo noi a scegliere il titolo, i personaggi, la nostra storia. Siamo noi a decidere se essere amati o meno, se vivere di rischio oppure precipitarsi nella monotonia della vita. Ma soprattutto, decideremo chi occuperà la maggior parte della nostra storia, che verrà scritta minuziosamente, con un inchiostro indelebile che rimarrà impresso su quella carta candida per l'eternità. Quella carta che verrà sfogliata dalle sue dolci mani, cullandomi nel loro tiepido torpore. A volte mi chiedo come fa ad avere tutta quest'esperienza con le persone, insomma, non mi sembra una di quelle che fa amicizia con tutti, anzi, è chiusa, introversa, al primo impatto addirittura stronza, quindi come fa a sapere tutte queste cose? Spirito d'osservazione probabilmente. Ho pensato più di una volta a quest'opzione. Noto sempre che squadra tutto con uno sguardo critico ed interessato. Tutto il mondo le interessa. Come ho già detto, i suoi occhi la tradiscono. Vuole sapere tutto, la sua sete di conoscenza non ha pace, vuole sempre essere sfamata con nuovi studi ed informazioni. Anche nelle piccole cose è così. Mentre guarda i pancake che cambiano colore passando da un colore più chiaro ad uno più scuro, mentre guarda la palla durante un'alzata. Tutta la sua mente è composta da ma e perché, alcuni risolti ed altri che aspettano una risposta. Chissà qual è la più grande domanda che si è mai posta. Le ore scolastiche trascorrono lentamente, l'orologio sembra essersi fermato del tutto, se non fosse per la lancetta dei secondi che tintinna leggermente, facendo rilassare gli studenti visto che manca poco alla fine della giornata. Peach durante gli altri cambi d'ora non ha cercato di nuovo di mettere in atto uno dei suoi piani diabolici, nonostante non si sia risparmiata delle occhiatacce da far gelare il sangue. Sweet Pea ha cercato di parlarmi, forse addirittura spiegarmi il tutto, però l'ho liquidato senza mezzi termini. È stata colpa mia ad essermi fidata di lui ed averlo considerato un amico.
Sto iniziando a pensare che l'unica persona che tenga realmente a me sia Cheryl, arrivata così all'improvviso ed eppure continua a migliorarmi la vita giorno dopo giorno. Vado in palestra partecipando come sempre alla lezione con i soliti ragazzi. Tutti mi fanno i complimenti per il torneo vinto da poco ed io non posso far altro che guardare la mia allenatrice con il polso fasciato mentre è seduta sulla panchina a dare istruzioni fischiando. Oggi ho notato che guidava con difficoltà, però sembra cavarsela bene, nonostante stia cercando di mascherare il dolore. A volte mi sembra di perderla. Come in un sogno, ce l'ho così vicina ed un secondo dopo è già sparita tra la foschia. E allora io la cerco con tutte le mio forze, tra le sue barriere immense che mi sbarrano il passaggio, cerco di arrampicarmi, eppure ogni volta cado sbucciandomi le ginocchia. Giuro che provo a cercarla, ma ormai non so più chi è, non so più chi sono io. La cerco chiamandola con il suo nome, che riecheggia in un'eco continua che mi rimbomba per la mente. La cerco, però lei non vuole farsi trovare, non ancora.
Cheryl: -bene, per oggi abbiamo finito, potete andare negli spogliatoi e cambiarvi- mi avvicino a lei.
Cheryl: -devo andare da una parte adesso, ti lascio a casa e torno stasera-
Toni: -dove devi andare?-
Cheryl: -se mi hanno permesso di giocare in quel torneo, è stato grazie a Minerva. È la figlia del giudice, perciò è riuscita a convincerlo. Devo fare un'intervista. Me lo ha chiesto e ho pensato che fosse un modo per sdebitarmi con lei, nonostante non ho la minima voglia di parlare con tutti quei giornalisti- alla fine decido di venire con lei perciò entriamo in macchina e andiamo direttamente alla palestra dei Marble. Già da dentro la macchina vedo che l'edificio è enorme.
Cheryl si appoggia completamente al sedile, guardando la palestra con sguardo vacuo.
Toni: -andiamo?- chiedo voltandomi verso di lei, sorridendo per infonderle sicurezza. Lei non risponde, passandosi una mano tra i capelli.
Toni -non vuoi andare, vero?-
Cheryl: -non parlarmi come se fossi una bambina che ha paura di andare a scuola-
Toni: -ti sto parlando perché sei una persona che sta per fare qualcosa che non vuole-
Cheryl: -mettiamola così-
Toni: -non vuoi vedere Minerva?-
Cheryl: -non voglio sentire le sue solite storie più che altro. Ogni volta cerca di cambiare le cose-
Toni: -che genere di cose?-
Cheryl: -vuoi davvero saperlo?- senza aspettare annuisco. Se posso sapere qualcosa di lei, anche la minima, voglio saperla.
Cheryl: -non riesce ancora a superare la nostra rottura- il mio corpo combatte tra il rimpianto di aver chiesto la verità. Questo combattimento però dura poco visto che la sento ridacchiare.
Cheryl: -è stato anni fa, andavamo ancora al liceo-
Toni: -puoi anche non darmi spiegazioni, non sono fatti miei- sempre il solito sorriso furbo che le appare sul viso.
Toni: -cosa c'è adesso?-
Cheryl: -la gelosia non è una buona cosa- non mi stacca gli occhi di dosso. Prima che riesco ad aprire bocca per ribattere, vengo zittita dalle sue labbra, come sempre. Poggia la fronte sulla mia non staccandosi dal mio labbro inferiore che continua a succhiare leggermente. Prendo coraggio e le metto una mano tra i capelli, attorcigliando alcune ciocche intorno alle dita mentre lei prende possesso del mio fianco stringendolo come sempre con il suo tocco dolce ma deciso. Appoggia l'altra mano sulla mia guancia riprendendo pieno contatto con le mie labbra. Quando le mie unghie le accarezzano la nuca sorride nel bacio passando la lingua sul mio labbro inferiore. Sono nuova a tutte queste emozioni, però cerco di seguirla in tutti i suoi movimenti. Consento l'accesso mentre anche la sua lingua arriva al comando della mia, dopo una breve lotta per la supremazia che non ho né la voglia né la forza di vincere. Continuiamo ad assaporare l'altra finché non si stacca interrompendo ogni sorta di nostro contatto. Subito le sue mani abbandonano il mio fianco e la mia guancia, ed io rimango isolata dal suo tocco che mi fa sentire completa. Riprendo fiato cercando di formulare una frase sensata.
Toni: - e questo?-
Cheryl: -una conferma- restiamo per qualche secondo in silenzio prima che io decida di parlare di nuovo.
Toni: -vuoi ancora andarci?-
Cheryl: -devo- risponde semplicemente. Alla fine decido di venire con lei perciò entriamo in macchina ed andiamo direttamente alla palestra dei Marble. È uno spazio enorme, ci sta anche la piscina e più campi di allenamento. Minerva viene subito verso di noi schioccando due baci sulla guancia a Cheryl.
Minerva: -Cher, sono così felice che tu sia venuta- a me non rivolge neanche un'occhiata, al contrario di me che la scruto molto attentamente. Devo dire che Cheryl ha buon gusto.
Cheryl: -ci metteremo tanto?-
Minerva: -non credo, al massimo un'oretta-
Cheryl: -ci sono anche le altre?-
Minerva: -no, i giornalisti hanno voluto intervistare solo te come special guest di questo torneo-
annuisce.
Minerva: -prego, da questa parte- ci scorta fino al primo campo dove si è radunata una piccola folla. Al centro ci sono due sedie con un tavolino, mentre le tribune sono già occupate da gente con telecamere e foglietti di carta dove probabilmente sono appuntate tutte le domande.
Cheryl e Minerva si siedono vicine e il primo giornalista prende in mano il microfono.
: -salve Cheryl, siamo molto felici che lei abbia accettato di partecipare a questa conferenza. Abbiamo preparato alcune domande che volevamo farle da molto tempo. Ovviamente è libera di rispondere o meno, così da non sentirsi pressata-
Minerva: -andiamo Robert, non dobbiamo mica giocare la finale dei nazionali- tutti scoppiano a ridere ma io sono concentrata su Cheryl che resta con lo sguardo fisso sul suo pubblico.
: -bene, iniziamo. La prima domanda è, perché ha voluto tornare nella pallavolo con una finale di un torneo regionale?- prende il microfono.
Cheryl: -non sono tornata nella pallavolo, quella è stata solo un'emergenza visto che alcune giocatrici erano assenti-
: -quindi non tornerà a giocare?-
Cheryl: -questa è già un'altra domanda-
Minerva: -signor Robinson, vada avanti con la sua domanda- dice con un sorriso in modo tale da spezzare subito la tensione che stava per nascere. Minerva poggia per un secondo la propria mano su quella di Cheryl. È evidente che tutta questa situazione la sta mettendo a disagio.
: -bene, io invece volevo chiederle del perché lei abbia mollato così improvvisamente la pallavolo. Aveva un elevato successo da quanto abbiamo potuto vedere-
Cheryl: -non è stata una scelta mia, ma dalle circostanze-
: -quindi se le così dette circostanze non ci fossero state lei ora continuerebbe a giocare a pallavolo?-
Cheryl: -esattamente- una donna prende la parola.
: -abbiamo sentito che adesso lavora nella Riverdale High, come mai questa scelta?-
Cheryl: -volevo insegnare qualcosa ad altre persone che possono ancora realizzare degli obiettivi nella loro vita- le domande vanno avanti per un tempo lunghissimo tanto che alla fine usciamo dalla palestra alle quattro.
Toni: -stai bene?-
Cheryl: -avrei dovuto capirlo subito, voleva solo espormi- rimango confusa però preferisco non entrare nella discussione, continuando ad essere circondata dal suo odore e dal sapore del suo rossetto alla ciliegia che mette sempre. Torniamo a casa alle quattro e mentre vado a farmi una doccia, lei resta in salotto a guardare la tv. Non riesco a smettere di leccarmi le labbra, il sapore di quel bacio è impresso nella mia memoria talmente a fondo, che neanche scavando con tutte le mie forze riuscirei a cancellarlo. La guardo prendere il possesso su di me con una facilità spaventosa ma al tempo stesso affascinante. Sfuggo da chiunque ma non da lei. Mi ha in pugno. Mi ha trovata, ed io invece la sto ancora cercando. La sto cercando nel caos della vita. Il caos che crea lei. Se mi parlasse di lei, forse la troverò. Minuto dopo minuto, ora dopo ora, arriva la sera e Cheryl non tarda ad ordinare delle pizze. È una serata calda, a quanto pare il meteo ha riservato un po' di calore per la parte finale della giornata. Quando il fattorino consegna i nostri cartoni fumanti, ci sediamo al tavolino nel giardino, guardando le stelle che pian piano compaiono nel cielo buio. Mi sento così calma, vorrei che tutta la mia vita fosse così, come questa serata. Cheryl non stacca gli occhi dal cielo, mangiando la sua pizza. È così bella, illuminata dalla tenue luce della luna. Seguo il suo sguardo incantandomi a vedere quei puntini luminosi nel cielo. Sorrido; ho sempre prestato un'attenzione particolare alle stelle, le decisioni migliori le ho prese sotto quest'ultime e nonostante appaiano di rado, ogni volta che vedo una di loro nel cielo, il mio cuore ha un sussulto.
Cheryl: -perché sorridi?- è la prima volta che fa una domanda non elaborata e non fredda. Faccio spallucce.
Toni: -non lo so. Le stelle sono così belle. Ho sentito parlare di molte persone che hanno dedicato poesie scritte sotto le stelle alle persone che amano. Sinceramente non so a chi penso mentre le guardo. Mi attraversano la mente così tante persone mentre le fisso che non so a chi dedicare queste stelle, tutto questo cielo stupendo ed infinito che porta sotto di sé anime su anime. Il cielo ci lega tutti. Dà un tetto unico per ognuno. Qualcuno è lontano da te? Alza lo sguardo, siete pur sempre sotto lo stesso cielo, no? Ti manca qualcuno? Forse sta guardando il cielo pensando a te, insomma, al mondo non si è mai del tutto soli, però le cose belle si dovrebbero dedicare ad una persona sola- le parole escono dalla mia bocca da sole. Mi focalizzo su due stelle vicine. E forse è vero, il mio libro della vita ha tante pagine bianche, è incompleto e forse in parte vuoto, però c'è sempre un motivo per tutto. E il mio motivo è lei. Dedico quelle pagine bianche a lei, purché ci scriva delle parole e disegni dei cuori, così come disegna stelle intorno alle cicatrici che la vita mi ha lasciato.
Toni: -Cher- si volta verso di me guardandomi con attenzione.
Toni: -te le dedico- non ne sono sicura, però credo che i suoi occhi si siano spalancati leggermente. Mi guarda con un'espressione dolce, come se mi volesse proteggere dal mondo intero. Le sue dita sfiorano le mie gote leggermente arrossate. Si china verso di me. E mi bacia, con solo la Luna come testimone di quell'amore strano, appena sbocciato, ma che avrà tutto il tempo per crescere.
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How she saved me
FanfictionÈ difficile vivere quando nessuno ti conosce realmente. Sì insomma, neanche noi ci conosciamo perfettamente, però chi non vorrebbe accanto una persona che solo guardandoti riesce a capire quello che stai provando? Ne ho viste di persone del genere...