Perfetta

965 46 28
                                    

Toni's pov
La porta del bagno si apre rivelando una Cheryl che se prima aveva un'espressione abbastanza neutra, ora ha un velo di preoccupazione dipinto sul volto. Cliché del cavolo. È la prima volta che vedo il suo volto essere percorso da una qualsiasi emozione, seppur minima. Davvero le mie guance arrossate e rigate di lacrime sono riuscite a sciogliere anche di poco il ghiaccio che ha dentro? Forse non è completamente menefreghista verso le persone, oppure lo fa solo per gentilezza anche perché non ci sono persone in giro e può mostrare leggermente il suo lato dolce. Rimaniamo a fissarci per qualche secondo, io con le lacrime che continuano a scendere lungo le guance e lei che giocherella con le dita delle mani, probabilmente indecisa sul da farsi. Alla fine sospira e mi porge la mano.
Cheryl: -andiamo, alzati- scuoto la testa. Non voglio alzarmi, non voglio di nuovo fronteggiare i miei problemi. Voglio rimanere in questo bagno finché non sarà tutto finito, finché non avrò nuove forze. Nessuno mi salverà, perciò che mi venga dato almeno il tempo di riprendermi. Sbuffa leggermente prima di sedersi accanto a me. Rimaniamo in silenzio.
"Ti prego, non dire nulla, non ridere anche tu della mia debolezza"
Ho paura che possa reputarmi debole. Non piango davanti a qualcuno da mesi. Odio che la gente possa assaporare le mie lacrime, soprattutto se quella persona è Cheryl, la freddezza in persona. Perché proprio lei tra tutti doveva entrare in questo fottuto spogliatoio? Perché deve sempre cogliermi nei momenti più inopportuni? Tiro su col naso cercando di calmarmi.
Cheryl: -hey-
Toni: -puoi andare, stavo bene anche senza la tua presenza- il mio tono risulta più freddo di quanto volessi, ma forse è meglio così. Non riesco ad alzare lo sguardo, non riesco a guardarla. Voglio che se ne vada. Voglio che mi lasci sola a combattere con i miei pensieri. E invece lei ridacchia.
Cheryl: -se questo è star bene allora io sono un angelo-
"Diavolo"
Nota che non sto ridendo perciò torna seria e poggia la mano sulla mia spalla. So che questo gesto le causa tanta fatica, credo che non sia abituata al contatto fisico.
Cheryl: -che succede?- il suo tono è dolce, oppure è semplicemente forzato per farmi calmare.
Scuoto di nuovo la testa.
Cheryl: -va bene, ho capito, però sappi che se ti nascondi, tutti i tuoi problemi non andranno via-
Toni: -parli proprio tu- dico con un sorriso amaro. Voglio cambiare argomento, non voglio parlare di me. Odio parlare di me. Rimane in silenzio, probabilmente ammutolita dalla mia frase.
Non voglio che se ne vada, non lo voglio per niente, ma ora è meglio così. Non voglio crederle e poi rimanere delusa come sempre, come da ogni persona che ho creduto anche solo per un giorno nella mia vita. Voglio che rimanga però so che questa cosa mi farebbe soffrire solo di più, perché nel profondo sento che c'è qualcosa di sbagliato quando siamo insieme.
La guardo con la punta dell'occhio e noto che si sta mettendo più comoda appoggiandosi contro il muro freddo. Perché si abbassa a tanto solo per stare con me?
Toni: -non hai proprio di meglio da fare vero?- silenzio totale. Si sentono solo i nostri respiri; i miei, irregolari che mi fanno bruciare le narici e i suoi, calmi e contenuti come sempre. Si direbbe che è un silenzio teso, dove nessuno dei due sa cosa dire però non è così. È un silenzio che sottintende molte parole. Parole che non si ha il coraggio di pronunciare o perché è l'orgoglio ad impedirlo. Si passa una mano tra i capelli leccandosi le labbra. Non so dire se è irritata oppure neutra come sempre. Forse vuole che io mi alzi, mi asciughi le lacrime e vada a casa, così che non abbia la coscienza sporca per non aver aiutato una sua allieva.
Cheryl: -decidi, o me ne vado da questo bagno oppure smetti di piangere e mi dici cosa c'è che non va- povera illusa, ho davvero creduto che ora mi avrebbe detto quello che le è successo pur di cambiare argomento. E invece niente, davvero è una cosa talmente grave da non poter neanche menzionarla un minimo? A volte questa ragazza mi fa paura con la sua misteriosità.
Alla fine decido di prendere coraggio, anche perché se continuiamo così rimarremo qui per sempre, perché lei non sembra voler mollare.
Toni: -va bene, in poche parole ancor prima di nascere mio padre mi ha rifiutata e mio nonno, lui continua a chiamarmi ogni fottuta volta e tutte le chiamate finiscono con lui che dà della fallita a me e mia madre e cose del genere. Però credo che ci siano problemi più gravi e dubito ti interessi davvero stare qui ad ascoltarmi, perciò credo che ora tu possa anche tornare a casa-
Cheryl: -non sono una persona così cattiva- si alza porgendomi di nuovo la mano che guardo riluttante.
Toni: -se vuoi cercare di aiutarmi, perdi già in partenza- dico sempre con quel dannato sorriso amaro stampato in faccia che sembra non volersene andare. Non so da dove io prenda il coraggio per dirle cose del genere e rischiando che il suo umore peggiori ad ogni mia frase; forse è il mio orgoglio a comandarmi per non farmi risultare ancora più debole.
Cheryl: -non ho detto di volerti aiutare. Nessuno può aiutarci tranne noi stessi, ti sto solo porgendo una banale mano- la sua onestà colpisce come una folata di vento gelido in estate. Ha mai provato pietà per qualcuno? Afferro la sua mano alzandomi davanti a lei che si china leggermente per guardarmi meglio negli occhi. Nonostante io stia lottando con tutte le mie forze, non riesco a fare a meno di non guardare al loro interno. Semplici occhi castani che però sembrano essere segnati da molte cicatrici del passato.
Cheryl: -abbiamo vinto oggi, dovresti essere felice- davvero sta paragonando tutti i miei problemi ad una banale vittoria? Si allontana, come se la mia vicinanza emanasse troppo calore e rischiasse di bruciarla. Prende il suo borsone e si dirige verso la porta, fermandosi sulla soglia.
Cheryl: -dovresti seriamente smettere di ascoltare la gente. La perfezione non è per gli occhi di tutti-

How she saved meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora