In ginocchio

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Toni's pov
Un nuovo giorno, tutto dovrebbe cambiare no? Nuove emozioni, nuove esperienze, eppure in questa casa tutto resta sempre uguale. La solita atmosfera fredda e vuota che sembra schiacciarti, sempre di più. E vorresti evadere, scappare, tornare alla tua comfort zone, però c'è sempre qualcosa che ti trattiene, qualcosa che ti riporta indietro, più e più volte, finché non perdi la voglia di elaborare infiniti piani per fuggire. Il patto col diavolo è stato ormai stretto, perciò per questi tre mesi, continuerò a farmi schiacciare. Non che mi dispiaccia stare con Cheryl, però guardarla e vedere sempre quel volto vuoto, senza nessuna emozione mi fa letteralmente perdere la voglia di farla aprire con me. Però ho fatto una promessa, e alla fine potrà anche odiarmi, però voglio che mi parli veramente, anche solo una volta, di sua volontà e non quando è con le spalle contro il muro.
Toni: -hey-
Cheryl: -ciao- mi sono svegliata qualche minuto fa, fatico a tenere gli occhi aperti, perciò li riduco a due fessure e mi siedo di fronte a lei bevendo il solito succo di frutta.
Toni: -come va la mano?- sbadiglio grattandomi la nuca. Oggi fa abbastanza freddo nonostante sia già metà maggio. Le vacanze estive si avvicinano sempre di più. Serate in spiaggia coi falò, uscite in discoteca, shopping con le amiche; questa sarà l'estate di tutte le ragazze della scuola, tranne me che mi limiterò a restare in casa ed uscire solo a correre per non perdere completamente la forma fisica. Mia madre tornerà a luglio, perciò dovrò passare l'inizio delle vacanze con Cheryl standomene da sola mentre lei probabilmente uscirà con i suoi amici a divertirsi.
Cheryl: -meglio- probabilmente non è la verità, però non voglio iniziare a pressarla già di prima mattina.
Toni: -so che forse è affrettato, ma cosa farai quest'estate?- mi guarda per un attimo sorpresa.
Cheryl: -non lo so-
Toni: -andiamo, avrai qualche piano, non so, andare dalla tua famiglia, magari uscire con qualche amico-
Cheryl: -i miei vivono dall'altra parte del mondo e non credo che sarebbero felici di vedermi- dice con un sorriso amaro. Non sarebbero felici di vederla?
Toni: -perché?-
Cheryl: -fai troppe domande ragazzina, muoviti sennò faremo tardi- sempre la solita fuga. Torno al piano di sopra cercando di vestirmi il più in fretta possibile. Betty e Veronica mi hanno avvisato che probabilmente Peach ha organizzato un piano per vendicarsi di quel giorno in cui mi sono finalmente ribellata a lei, perciò prima entrerò nella struttura scolastica dove ci sono tutti gli insegnati, prima mi sbarazzerò di lei senza correre rischi. Passo la piastra sui capelli guardandomi allo specchio. Non sono mai stata una ragazza popolare a scuola. Ho sempre evitato tutti e gli altri non hanno mai provato a parlarmi. Diciamo che non faccio mai il primo passo proprio per questione di timidezza oppure per paura di essere giudicata. Sono una persona facilmente sostituibile, una persona che non viene mai notata e che non fa nessuna differenza. Un minuscolo puntino nel mondo che se dovesse spegnersi, nessuno se ne accorgerebbe. Tranne per la pallavolo, lì a quanto pare sono davvero qualcuno. Sto finendo di lisciare l'ultima ciocca quando sento Cheryl parlare con qualcuno al telefono. Poggio l'aggeggio sul pavimento e cerco di ascoltare almeno in parte la conversazione.
Cheryl: -ho molto da fare, non ho tempo- sento che sbuffa scocciata.
Cheryl: -perché mai dovresti farmi un'intervista? Per far vedere a tutti quella che ha smesso di giocare?- trascorre qualche secondo in cui non dice nulla, ascoltando probabilmente la persona dall'altra parte del telefono.
Cheryl: -va bene, ci sarò, e non chiamarmi con quel soprannome, non siamo più al liceo- esco dalla stanza con lo zaino in spalla. Sbircio nella sua stanza mentre mette il telefono in tasca. Con chi stava parlando? Chi dovrebbe farle un'intervista?
Toni: -andiamo?-
Cheryl: -sono solo le sette e mezza, perché tutta questa fretta?-
Toni: -hai detto tu che avremmo fatto tardi-
Cheryl: -c'è qualcosa che devi dirmi?- ribalta subito la conversazione lasciandomi un attimo spaesata. Decido di fare anche io per una volta la vaga.
Toni: -nulla- faccio spallucce. Sinceramente vorrei dirle talmente tante cose che un giorno non mi basterebbe. Voglio dirle che mi rende felice, anche quando non mi parla ed evita le mie domande, che nonostante questa casa sia triste, voglio rimanerci per più tempo possibile, parlarle del fatto che voglio andare alle nazionali di pallavolo, cosa che significherebbe andare addirittura in un'altra squadra, con un altro coach, ma probabilmente non le importerebbe.
Si gira mettendosi la giacca ed esce dalla stanza.
Cheryl: -se vuoi arrivare in anticipo prego, ti aspetto in macchina- la seguo giù per le scale prendendo al volo la giacca ed alzando completamente la zip. In un silenzio tombale ci sediamo in macchina mentre mette in moto. Anche se sto guardando il finestrino, percepisco a volte i suoi occhi su di me, probabilmente si sta chiedendo il perché di questa mia voglia di arrivare in anticipo. Conosco Peach e può letteralmente fare di tutto. Prima non la consideravo una grande nemica, ci parlavamo a volte, spesso mi invitava a casa sua, però ora si è letteralmente rivoltata contro di me, quindi non so cosa aspettarmi. Mi torturo le dita delle mani cercando di placare la mia ansia. 
"Respira, non essere ridicola. Peach forse è una stronza ma non si spingerà oltre più di tanto"
Sospiro per un'ultima volta prima di guardare la scuola che pian piano si avvicina. Ci sono già alcuni studenti, chi ripassa per un imminente compito, chi parla con il proprio gruppo di amici, chi ancora si isola dagli altri ascoltando musica con le cuffie e tenendo lo sguardo abbassato sul cellulare. Guardo tutti attentamente non trovando nessuna faccia amica, o meglio, nemica.
Di solito tutti arrivano negli ultimi due minuti prima che suoni la campanella.
Cheryl: -te lo chiedo per l'ultima volta, cosa succede?-
Toni: -te l'ho già detto, nulla, sto bene- scende dalla macchina.
Cheryl: -anche oggi finisco all'una, vieni in palestra dopo- annuisco. Dato che è un'insegnante, può entrare prima, perciò mi lascia da sola accanto alla macchina, incamminandosi verso l'entrata. Mancano ancora cinque minuti prima di entrare. Mi dirigo il più vicino possibile al cancello per poter entrare non appena la campanella sarà suonata. Mi fa incazzare il fatto che io mi nasconda da una ragazza che ha letteralmente la mia età, però non voglio problemi e se per questo devo mettermi in posizione difensiva ed evitarla, lo farò. Certo, non posso vivere tutto l'anno scolastico scappando e cercando di evitarla, però almeno per oggi voglio vivere in pace.
Guardo il display del telefono pregando che il suono della campanella suoni puntuale. Mi giro verso il parcheggio e vedo che stanno arrivando sempre più macchine. Scorgo la macchina nera di Peach mentre parcheggia con la musica a tutto volume.
"Dannazione, suona" come se le mie parole fossero state udite, il silenzio della mattina viene rotto da quel solito suono squillante che fa voltare tutti gli studenti verso l'ingresso della scuola.
Come un'orda di zombie, tutti iniziano ad accalcarsi mentre io riesco agilmente ad entrare per prima precipitandomi verso la mia classe. Salgo le scale due a due, entrando nell'aula e salutando il prof. La situazione sembra tranquilla, forse mi sto preoccupando per nulla e Peach ha deciso semplicemente di ignorarmi e non perdere tempo con una sfigata. La lezione inizia e mentre gli altri prendono appunti, io come al solito guardo fuori dalla finestra, arricciando una ciocca di capelli intorno alla penna. Le parole del professore non mi arrivano neanche, sono talmente concentrata su Cheryl, Peach e tutto il resto, che ogni cosa che dice mi sembra un mugugno sommesso di lettere che formano frasi incomprensibili. Mi sento grigia, come le nuvole oggi. Nuvole che aspettano un segnale che li dica se piovere o meno. Nuvole incerte, nel limbo del cielo che è il loro sovrano onnipotente. Pioverà oppure no? Non lo sapremo finché non succederà. E così mi sento io, incapace di capire se qualcosa succederà oppure bisogna farlo accadere, perché si sa, rimanendo su un posto fisso non si va da nessuna parte. O forse sono io che non voglio muovermi. Muovere passi per continuare a camminare sulla mia strada. Forse la situazione in cui sto ora mi va bene, però prima o poi tutti dobbiamo muoverci, anche se siamo felici, felicissimi della nostra vita. Perché l'importante non è quando o come camminiamo, ma con chi. Chi ci accompagna lungo la nostra strada e chi si perde tra le curve non tornando più. Perdiamo di vista persone su persone, che sono solo comparse nelle nostre vite, e a volte non prestiamo attenzione a chi ci circonda, a chi realmente importa di noi. Ma è mai possibile non riuscire a concentrarsi su quel diavolo dai capelli rossi che ti attira così tanto come un magnete? Lei è il mio diavolo, ed io la peccatrice sottoposta alle sue torture. E con questi pensieri che possono venire solo in una giornata del genere, l'ora finisce, zittendo il prof che ci sorride leggermente e mette il libro nella sua cartella di pelle. Ci alziamo tutti uscendo dalla classe.
Forse mi concentro su cose sbagliate e devo semplicemente lasciar scorrere. Arrivo al piano di sotto, aprendo il mio armadietto che è il più vicino al bagno. Non c'è quasi nessuno in giro, qualche studente che sparisce andando alla prossima lezione. Prendo il libro di biologia in mano ma ben presto quest'ultimo viene scaraventato dalla parte opposta del corridoio.
Non faccio in tempo a girarmi e metabolizzare tutta la situazione che due braccia possenti mi sollevano da terra facendomi entrare nel bagno e mettendomi con le spalle al muro.
Apro gli occhi che per tutto questo tempo sono stati serrati e mi ritrovo davanti Sweet Pea e Fangs. Li guardo confusa mentre l'artefice di tutto questo piano esce allo scoperto.
Peach: -bene, bene, chi abbiamo qui?- si mette davanti a me sogghignando.
Toni: -Peach- sibilo mentre i ragazzi mi trattengono.
Peach: -pensavi davvero di fare la dura con me? La ragazza sfigata in cerca di potere, ma guardatela- protrae la mano verso la mia guancia tracciandone i confini con l'unghia.
Toni: -cosa vuoi?- so che non andrà molto oltre, però non so neanche fino a dove si spingerà, perciò resto comunque in allerta. Tutti in questo momento sono a lezione, perciò dovrò uscire da questa situazione solo con le mie forze.
Peach: -cosa voglio? Questa è una bella domanda. Sai, quello schiaffo ha fatto male- fa una faccia triste e delusa, palesemente falsa.
Peach: -non me lo sarei mai aspettata da te Toni, credevo fossimo amiche-
Toni: -credevi male a quanto pare- i due ragazzi stringono la presa sulle mie braccia.
Peach: -credo che delle scuse saranno sufficienti-
Toni: -davvero, tutto qui? Pensavo fossi più originale. Se è quello che vuoi, scusami Peach. Contenta?- scuote la testa continuando ad avere stampato in faccia quel ghigno che mi mette ansia ogni secondo che passa. Se vuole delle scuse sincere, ha sbagliato persona.
Peach: -ragazzi, prego- fanno pressione sulle mie spalle mettendomi in ginocchio.
Toni: -lasciatemi, Fangs!- non mi guarda neanche negli occhi. Ma cosa dico, è sempre stato innamorato perso di Peach, e lei lo sa bene. Posso essere coraggiosa quanto voglio, ma ha lei il potere qui. Prende il telefono con la sua inimitabile cover brillantinata e lo rivolge verso di me.
Peach: -prego, la diretta è avviata e tra qualche secondo tutta la scuola ti vedrà in questo bagno mentre ti scuserai con me. Chissà cosa penseranno- abbasso la testa. Tutto questo sta succedendo perché ho difeso Cheryl. Cosa che non è servita a molto visto che si sarebbe potuta benissimo difendere da sola, però quello che mi chiedo è, né è valsa la pena? È giusto che io sopporti tutto questo per una persona che non mostra mai dei sentimenti nei miei confronti?
La amo davvero? Non so neanche cosa sia l'amore, non l'ho mai provato. Forse sono troppo giovane per provare un sentimento che riesce a distruggere persone e farne rinascere altre. È una cosa talmente strana. Cambia, dà, toglie. Senza criterio, senza logica, come una ruota panoramica. Ti fa arrivare al paesaggio più bello e poi inizia a scendere. Poi torna in alto e così via, poi sta a te decidere se scendere oppure continuare a cercare cose nuove in quel panorama che ti si staglia davanti. Quel panorama che ha così tanto da scoprire per chi ha gli occhi giusti. Ed io voglio scoprirlo, vederlo, perché ormai sono in questa sciagura. Questa sciagura chiamata amore.
Cheryl: -vedo che l'istruzione non è proprio il vostro forte- e come i girasoli si voltano verso il sole, tutti e quattro ci voltiamo verso la voce che ha parlato. Una voce che conosco alla perfezione ma che ascolterei per ore ed ore. Peach subito cambia espressione, non perché ha paura di Cheryl, probabilmente vuole solo assumere una faccia innocente per non essere mandata dal preside.
Peach: -prof, noi-
Cheryl: -voi cosa?- il suo ghigno abbandona le sue labbra e scocciato sospira mettendo via il telefono.
Peach: -ce ne stavamo andando- cerca di uscire dal bagno ma Cheryl si mette davanti a lei.
Cheryl: -prova ad avvicinarti di nuovo a lei e giuro che venire sospesa sembrerà una benedizione- sibila a denti stretti, mantenendo però un atteggiamento calmo. Peach abbassa lo sguardo davanti a quell'affermazione ed esce seguita dagli altri due che vengono fermati allo stesso modo.
Cheryl: -seguite sul serio l'ape regina? Patetici- credo che a volte si scordi di essere una prof, però non credo le importi molto. Quando finalmente escono mi porge una mano e mi aiuta a rialzarmi.
Cheryl: -quindi era questo quello che nascondevi-
Toni: -lascia stare-
Cheryl: -stai bene?- ignora completamente la mia risposta.
Toni: -sì, non preoccuparti- mi squadra attentamente. Il mio cuore riprende a battere ad un ritmo normale.
Cheryl: -non sarò sempre accanto a te a salvarti dai problemi, fa' attenzione-
Toni -perché lo fai allora? A volte vorrei essere capace di difendermi anche da sola, sai?- mi guarda con il suo sguardo penetrante.
Cheryl: -ciò che ci appartiene, va sempre difeso-

How she saved meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora