Squadra in declino

999 50 44
                                    

Toni's pov
Il dolore. Quindi ogni articolo sottolineato con il rosso rappresenta il massimo dolore. Un dolore talmente forte che le ha lacerato il cuore, più e più volte, creando cicatrici indelebili. Ecco perché porta sempre il rosso, per mostrare a tutti il proprio dolore ma senza mostrarlo. Parlando ma senza parlare, come sempre. Mi immagino i suoi occhi che si spegnevano ogni secondo di più mentre leggeva quelle parole. Gente che la critica, che cerca di rompere le sue barriere per avere solo qualche notizia da scrivere su dei fogli di carta. L'hanno trattata come un oggetto, ignorando di completamente i suoi sentimenti. Per tutto questo tempo ha mostrato a me il suo dolore ed io non me ne sono minimamente accorta. Lascio il piatto sul tavolo salendo velocemente le scale. Non so cosa sia realmente successo, se la storia dell'infortunio sia realmente una copertura o meno, però mi interessa solo di come lei si senta adesso. Arrivo al secondo piano aprendo la porta della sua stanza. La fisso per un secondo mentre si volta verso di me guardandomi sorpresa. Metto da parte tutte le ansie e le paranoie e compio gli ultimi passi che mi separano da lei, prima di circondarle la vita con le braccia stringendola a me in quell'abbraccio disperato, per farla rimanere a galla e non farla precipitare nel dolore costante che l'accompagna. Subito il suo profumo si mischia col mio, in una miscela perfetta. Sento che rimane rigida in un primo momento, però non ho paura di aver sbagliato qualcosa. Volevo fare questo e l'ho fatto. Dopo qualche istante ricambia l'abbraccio. La stringo a me, sentendo la necessità di averla vicino, di sentirla, di percepirla. Poggio la testa sulla sua spalla non volendo staccarmi da lei. Voglio rimanere in questo istante per sempre. Come sempre lei è la prima a staccarsi, mentre io cerco in ogni modo di mantenere il contatto fisico, seppur minimo, prendendole delicatamente il volto tra le mani. Fa una smorfia leggermente contrariata, a quanto pare il contatto fisico con è proprio il suo forte, però non si oppone. Sta facendo questo sforzo per me. Guardo i suoi occhi. Nessuna traccia di lacrime, sono solo spenti. Più spenti del solito. Lo sguardo mi cade sulle sue labbra carnose che non assaggio da ieri ma che ho bramato per tutta la notte. Mentre continuo a fissarla, ridacchia.
Cheryl: -dobbiamo prepararci, sennò faremo tardi-
Toni: -quindi quando mi baci tu va bene, quando voglio essere io a fare il primo passo mi fermi. Maniaca del controllo- sto iniziando a prendere coraggio con lei. Spesso odio il fatto che abbia tutto questo controllo su di me. Le do un'ultima occhiata prima di allontanarmi. O meglio, cerco di farlo però non appena muovo un passo la mia mano viene afferrata e mi ritrovo di nuovo davanti al diavolo, questa volta però con le labbra premute sulle sue. Appoggia le mani sui miei fianchi stringendoli leggermente, sensazione che mi fa letteralmente impazzire. Alla fine non riesco a resistere ed emetto un lieve sospiro, facendola sorridere diabolicamente nel bacio.
"Che potere che hai su di me Blossom"
Cheryl: -ti aspetto in macchina tra dieci minuti, se non ci sarai, me ne andrò senza di te- alzo gli occhi al cielo tornando in camera. Ogni volta che ci baciamo, nei minuti a venire, non menziona mai quello che è successo, va subito oltre. Non so se questa cosa permette di evitare situazioni imbarazzanti oppure mi rende ancora più confusa. Sospiro scuotendo la testa ed iniziando a vestirmi, tastandomi di tanto in tanto le labbra ancora ricoperte da un leggero strato del suo lucidalabbra alla ciliegia. Con lei tutto è un'incertezza e mai una certezza. È fatta così. Non risponde subito alle domande perché deve pensarci, elaborare tutto ed ideare una risposta che non la esponga troppo. Metto la mia divisa sportiva nel borsone e dopo aver controllato almeno cinque volte di aver preso tutto, esco di casa raggiungendo Cheryl in macchina che ha già messo in moto ed acceso l'aria condizionata.
Toni: -precisa come un orologio-
Cheryl: -qualcuno deve pur esserlo qui- esce dal vialetto svoltando l'angolo e partendo verso la palestra. Noto che non ha messo niente di rosso. È felice per qualcosa in questo momento? Oppure è semplicemente uno dei miei tanti tentativi ridicoli per cercare di capirla? Guardo dal finestrino mentre le curve della macchina mi trasportano in un piacevole stato di torpore. Ho un po' di ansia prima della partita, com'è normale che sia, però l'ansia che ho in questi giorni è minore rispetto a quella che ho avuto gli anni passati. Qualcosa mi sta cambiando ogni giorno, se in meglio o in peggio non so dirlo, però vedo i cambiamenti molto chiaramente. Sto iniziando a dire quello che penso e non solo qualche frase per non attirare troppo l'attenzione. Mi comporto diversamente, del resto chi avrebbe mai pensato che un giorno avrei avuto il coraggio di andare dalla mia professoressa e cercare di baciarla? Mi sono sempre imposta di non cambiare per nessuno, però qui non sono sotto il controllo  di me stessa, ma del diavolo che sta guidando accanto a me inveendo come sempre contro i pensionati che si scordano di mettere la freccia.
Toni: -andiamo, sono solo dei vecchietti, che cattiveria- dico prendendola in giro.
Cheryl: -se sono così vecchi da non saper guidare, che andassero in giro a piedi, magari qualcuno li mette sotto- rimango un po' stupita da questo suo commento.
Toni: -non ti importa proprio nulla vero?- il mio tono di voce risulta serio. Più serio di quanto volessi effettivamente infondere alla frase.
Cheryl: -basta che non intralcino la mia vita, per il resto possono fare quello che vogliono-annuisco mestamente. Intralciare la sua vita. Io sono una di quelle persone? Che la intralciano e la infastidiscono?
"Smettila di pensare certe cose, se ti odiasse, non ti avrebbe portata in casa sua e non ti bacerebbe continuamente" per la prima volta la vocina nella mia testa dice qualcosa a mio favore, perciò riprendo a guardare i pali della luce che passano veloci dal finestrino.

La palestra è piena di gente, chi veste le magliette della propria squadra, chi è venuto a fare il tifo per i propri figli, chi ancora va a prendersi qualcosa da mangiare durante le partite.
Toni: -vado nello spogliatoio, le altre dovrebbero già essere arrivate- lei annuisce mentre continua a fissare un ragazzo che prova delle schiacciate sul campo. Mentre mi allontano la sento bisbigliare un che schiacciate storte, però non ci faccio caso. Apro la porta e subito mi ritrovo circondata dalle mie compagne che mi chiedono già consigli su questa squadra.
Toni: -dobbiamo essere veloci, tutto qui, cercherò di fare qualche alzata più rapida del solito, però tranquille, tutte palle attaccabili-
Melody: -guarda, ormai ci fidiamo di te anche con una benda sugli occhi- sorrido mettendomi i pantaloncini e la maglietta.
Betty: -meglio andare, sennò Cheryl ci spaccherà al posto delle nostre avversarie-
Toni: -non penso si scomoderebbe così tanto- entriamo sul campo prendendo i palloni ed iniziando con il riscaldamento.
Toni: -a proposito, perché Rachel è così giù?-
Betty: -non l'hai saputo? Suo zio è morto ieri sera, domani ci sarà il funerale, perciò nel caso dovessimo vincere, domani non ci sarà- mi dice tra una schiacciata e l'altra. Corrugo la fronte imprecando. Le partite di questo campionato dovevamo giocarle con due alzatori in squadra.
Alzo qualche palla a Veronica e alle altre, finché l'arbitro non fischia la fine del riscaldamento.
Facciamo il sorteggio e vinciamo subito il privilegio di battere. Inizia Melody con il servizio, mentre Ronnie e Betty sono a fianco a me, in prima linea. Midge sembra essersi finalmente lasciata l'ansia da prestazione alle spalle, infatti la vedo sicura mentre segue il gioco. La palla viene verso di noi e mi preparo ad alzarla a Betty, facendo una finta verso Melody. La mia compagna salta e con facilità segna il punto con una diagonale stretta. Continua così il secondo set, nel quale però un altro problema viene a bussare alle nostre porte. Durante un recupero, Ronnie calcola male le distanze e prende una brutta storta alla caviglia.
Toni: -Ronnie!- corro verso di lei cingendole la vita con un braccio ed aiutandola ad alzarsi. Le chiedo se riesce a poggiare il piede e lei  scuote la testa con le lacrime agli occhi. Guardo Cheryl che intanto sta parlando con Donna, seduta in panchina. Viene poi verso di me aiutandomi a portare Veronica sulla panchina. Chiede del ghiaccio in infermeria e il gioco riprende. Fantastico, se dovessimo vincere, domani si giocherà senza un alzatore e senza uno schiacciatore. Sospiro continuando a seguire il gioco. È entrata Donna al posto di Veronica che con le sue battute, ci permette di vincere anche il terzo set. Ci dirigiamo tutte verso la nostra compagna che è una maschera di dolore.
Cheryl: -Toni, aiutami a portarla in infermeria- annuisco mentre Veronica mi mette un braccio intorno alla vita ed inizia a zoppicare verso l'uscita. È un membro che non può mancare. Mi appoggio sempre a lei nei punti decisivi e le sue parallele sono le migliori. Senza di lei sarà davvero dura. Bussiamo alla porta dell'infermeria e subito il fisioterapista accorre preoccupato, aiutandoci con Veronica.
: -che le è successo?-
Cheryl: -una storta mentre saltava-
: -riesci a camminare?- Veronica prova a poggiare il piede ma subito dopo lo ritrae con una smorfia di dolore e le lacrime agli occhi. Scuote la testa.
: -prova a muovere le dita, ti fa male?-
Veronica: -no- si rivolge di nuovo a Cheryl.
: -non credo ci sia qualcosa di rotto, penso sia una semplice distorsione che passerà entro due settimane o qualcosa del genere, per sicurezza però meglio fare delle lastre e magari anche una risonanza-
Cheryl: -va bene, dobbiamo rimanere oppure-
Veronica: -c'è mio padre fuori, lo chiamo dopo-
Toni: -fammi sapere dopo allora- annuisce sorridendo leggermente. Cheryl ed io usciamo dalla stanza andando verso il parcheggio.
Toni: -dannazione-
Cheryl: -di cosa ti preoccupi?-
Toni: -fai sul serio? Rachel domani non c'è e adesso neanche Veronica. Dovevamo giocare con due alzatori ed ora non abbiamo neanche lo schiacciatore-
Cheryl: -non è un problema-
Toni: -no? Chi giocherà allora?- mi fermo fissandola. Davvero non le importa?
Cheryl: -io-

How she saved meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora