La nuova comparsa della mia vita

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Toni's pov
Se prima i miei ricordi erano incentrati su mio nonno e i miei problemi, ora sono completamente incatenati a quella ragazza e questa cosa mi fa sentire strana. Chi si crede di essere ad origliare la mia conversazione e uscirsene con frasi poetiche del cazzo? Non ho avuto modo di squadrarla perfettamente a causa degli occhi lucidi, però i dettagli che ho captato subito sono stati i capelli e il suo sguardo. Dei capelli rossi perfetti, acconciati in dei boccoli che emanavano una morbidezza stupenda e degli occhi castani che erano estremamente espressivi, come se dentro di loro fossero racchiuse tutte le emozioni possibili del mondo. È proprio da quegli occhi che ho notato che volesse aiutarmi in qualche modo, però ho preferito nascondere come sempre la verità. Chissà qual è la sua storia. Ci penso spesso. Ogni volto che vedo, in qualche modo mi resta impresso nella testa, tanto da chiedermi, cosa sogna questa persona, ha mai pianto, e se si, per cosa? Ha mai avuto così tanta paura da non riuscire a muoversi? Spesso sono domande alle quali noi stessi per primi non riusciamo a rispondere, forse perché non si soffermano su cose ovvie, come il nome o l'età, ma sul nostro interiore, che alla fine, è più difficile da comprendere di qualsiasi altra cosa. Certo, ora se n'è andata, e la sua storia con lei, forse domani si sarà già dimenticata di quella pazza che piangeva alla fermata, mentre io, insomma, credo che conserverò questo ricordo con un sorriso. Più che altro, riuscirò a dimenticare quella frase che ogni volta mi viene in mente e prontamente mi mette i brividi? Non credo. Hai un bel sorriso. Chissà se un giorno diventerà la ragione di vita di qualcuno. Sarà davvero così? Oppure è una delle tipiche frasette come vissero per sempre felici e contentiPerò lei sembrava così sincera. Scuoto la testa intimandomi di pensare ad altro. Finalmente l'autobus si ferma davanti a me e ci metto qualche secondo a riscuotermi prima di sedermi al posto accanto la cabina del guidatore e rimettere la musica che in breve tempo mi teletrasporta in un mondo fatto di melodie e ritmi che seguono quelli del mio cuore. Questa è la mia solita routine. Mi alzo, mi preparo, corro fino alla fermata dell'autobus, vado a scuola, torno da scuola e così via. Non c'è niente di speciale. L'unica cosa che mi fa uscire dagli schemi è la pallavolo. Potrei dire che sia la mia cura e la mia distruzione allo stesso tempo. Non riesco a dire di no a questo sport, ormai abbiamo stretto un legame indissolubile che non riuscirei a tagliare neanche se volessi. Tossico, come lo definisco io. Arrivo finalmente nel cortile della scuola e decido di andare nel posto dove di solito si trova Peach. Cosa dire di quest'ultima? Ecco, non siamo proprio amiche, nessuna racconta i propri problemi all'altra, non usciamo quasi mai insieme e non facciamo le tipiche cose che fanno le vere amiche. È la solita ragazza popolare della scuola, autostima a mille, una casa enorme, decine di amici e un profilo social pieno zeppo di foto. Siamo due persone opposte, però devo dire che a volte chiacchierare con lei, dire due stupidaggini, non è poi così male. La vedo tra l'infinità di persone che sono all'ingresso in attesa di entrare.
Peach: -Toni ciao, come va?-
Toni: -bene bene, hai già fumato la tua solita sigaretta mattutina?-
Alza gli occhi al cielo.
Peach: -non fumo quasi più ormai- a quanto pare nota che la sua affermazione non è abbastanza credibile, infatti sbuffa mettendosi una mano sul fianco.
Peach: -bene, forse qualche sigaretta piccola dopo scuola. Dopo quella volta che mi sono fumata una canna prima di entrare, ero talmente fatta che non riuscivo neanche a stare seduta e i prof hanno chiamato i miei. Ora ogni volta che devo uscire mi controllano tutto lo zaino, come se non potessi chiedere le sigarette a qualcuno-
La campanella suona e noi aspettiamo qualche minuto prima che tutta la folla entri per evitare di guadagnare qualche gomitata ben piazzata.
Peach: -preparati, perché oggi c'è ginnastica e quello ci spreme per bene-
Fangs: -a quanto pare oggi è il tuo giorno fortunato-
Mi giro e vedo i nostri amici che vengono verso di noi. Sweet Pea e Fangs, il tipico duo di amici completamente diversi che però si completano a vicenda. Peach inclina la testa guardandoli confusa.
Fangs: -quello di ginnastica se n'è andato-
Peach: -come fai a saperlo? Venerdì c'era-
Fangs: -l'ho incontrato per caso al supermercato, ha detto che cambia scuola. Vi saluta, pensate un po'- ridacchia.
Toni: -quindi non allenerà più la nostra squadra di pallavolo?- chiedo. Fa spallucce sorpassandoci ed entrando nell'edificio scolastico. La mia amica mi dà una leggera spintarella.
Peach: -chissà chi verrà al posto di quel pazzoide-
Seguiamo tutti gli altri salendo le scale per raggiungere l'aula di letteratura.
Peach: -oggi fai qualcosa?-
Toni: -niente di che, starò a casa-
Peach: -puoi venire da me- dice salutando talvolta qualche insegnante che ci passa accanto.
Toni: -come mai tutta questa premura?- non riesce a rispondere che immediatamente viene inghiottita dalle sue amiche che la circondano scambiandosi baci sulla guancia. La osservo per qualche istante prima di girarmi percorrendo il corridoio e guardando le coppie di fidanzati che si baciano appoggiati contro gli armadietti, i terzetti di amiche che discutono della prossima uscita; anche i secchioni sono riuniti in gruppo parlando di verifiche e progetti. L'unica anima solitaria sono io. Cammino con la testa alta, guardando negli occhi coloro che mi si presentano davanti, osservando tutto, attenta a non perdermi nessun dettaglio. Vorrei che nei miei occhi fosse installata una macchina fotografica capace di catturare ogni paesaggio, tramonto, ogni paio di occhi che vedo, perché quest'ultimi sono il nostro unico modo di vedere il mondo, così precisi, mentre ci offrono dettagli che ci lasciano a bocca aperta ogni singolo giorno. Possiamo manipolarli, intimandoli di non tradirci, eppure comunicano al nostro posto, raccontandoci, narrando la nostra storia. Mi sono sempre innamorata degli occhi, al di fuori di tutto. Così puri, ricchi di talmente tante sfumature da non riuscire a non guardarli. Gli occhi, il nostro secondo cuore.
Toni: -buongiorno- dico al prof di letteratura che è già seduto davanti alla cattedra. Non arriva mai in ritardo e quando c'è lui, cerco di arrivare sempre puntuale perché ormai abbiamo un appuntamento fisso, quello di arrivare puntualmente in classe e godersi quel silenzio di pochi minuti prima dell'inizio delle lezioni.
: -buongiorno Topaz, puntuale come sempre- dice sorridendo. Gli sorrido di rimando iniziando a prendere un foglio e guardando i miei compagni entrare in classe chiacchierando.
: -bene ragazzi, iniziamo-
La prima lezione sarà un tema. Mi è sempre piaciuto scrivere, però col tempo ho abbandonato questo hobby perché non mi sentivo più all'altezza. Molti dicevano che ero brava ma è bastato un cos'è questa roba? per farmi mettere il mio lato di scrittrice da parte. Guardo per qualche minuto dalla finestra in cerca di idee. Un qualsiasi altro prof mi avrebbe già ripresa dicendo di concentrarmi sul compito, ma lui ormai sa come sono fatta, perciò mi lascia fare. Prendo la penna e la mia mano inizia a scrivere sul foglio, parole su parole, un testo interminabile che non ha fretta di finire. Sposto lo sguardo dal foglio alla finestra e viceversa, seguendo con lo sguardo le macchine e le lettere che insieme formano una storia; assurdo come un ammasso di parole possa generare qualcosa di così bello. Scrivo, non staccando gli occhi da quel pezzo bianco che sta iniziando a ricoprirsi completamente d'inchiostro. Scrivo talmente tanto, i miei pensieri vogliono così tanto uscire da me, che i muscoli del braccio iniziano a bruciare leggermente. Scrivo finché non si sente il suono della campanella. Guardo il mio lavoro terminato. Ben due fogli protocollo pieni. Tutti si alzano, chi deluso, chi indifferente, chi speranzoso di prendere almeno un voto sufficiente. Consegno il mio tema e anche questa volta il prof mi guarda orgoglioso.
: -ottimo lavoro- mi strizza l'occhio. Esco dal corridoio e mi ricongiungo a Peach.
Peach: -pronta ad incontrare questa nuova bestia che ci farà sgobbare come dei cavalli?-
Prendiamo le nostre tute dagli armadietti e scendiamo negli spogliatoi. Del nuovo prof nessuna traccia.
Peach: -comunque Fangs mi ha detto che sarà anche il vostro nuovo allenatore di pallavolo-
Annuisco. Un po' mi dispiace che il prof di prima se ne sia andato, era un po' burbero e ci allenava come dei militari, però era un bravo allenatore. Ci ha portato fino alla finale dei regionali che abbiamo pure vinto, perciò mi mancherà vederlo urlare in panchina. Mi cambio riluttante al pensiero che questo sarà un altro cambiamento. Odio quando quella che un tempo era la normalità, debba essere occupata da un qualcosa di nuovo. Finisco di allacciarmi le scarpe e seguo le altre in palestra. Non c'è ancora nessuno il che è strano visto che la lezione sarebbe dovuta iniziare già cinque minuti fa. Inizio a domandarmi se non sia tutto una farsa e se l'amico di Peach non ci abbia solamente preso in giro. Mi appoggio contro il muro con le braccia incrociate sul petto. Trascorrono altri minuti e finalmente la porta si apre.
Entra la preside. Ecco, ora ci dirà che il nuovo prof non c'è ancora e dovremmo tornare in classe per un'ora di supplenza. Eppure non mandano la preside per delle cose di così poca importanza.
: -ragazzi, buongiorno. Come forse alcuni di voi sanno, il vostro vecchio prof di educazione fisica non insegna più in questa scuola. Al suo posto, abbiamo chiamato una nuova insegnante, che sarà sia la vostra professoressa qui a scuola che la nuova allenatrice della squadra di pallavolo. Vi prego di accogliere Cheryl Blossom-

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