La notte del silenzio

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Toni's pov
Cheryl: -bene, potete andare a cambiarvi- eanche per oggi l'allenamento è finito. Visto che è venerdì, Cheryl ci ha spremute per bene, facendoci tornare nello spogliatoio grondanti di sudore e stanchissime. Seguo le altre guardando per un secondo il diavolo che squadra le mie compagne mentre si lamentano della stanchezza. Mentre si toglie la maglietta zuppa, Veronica si schiarisce la voce.
Veronica: -ragazze, oggi inaugurano una nuova discoteca. Ho sentito dire che è il locale più alla moda in città. Dobbiamo andarci- alzo gli occhi al cielo. È sempre la solita.
Betty: -oggi? Sei seria? Non so neanche se riesco a tornare a casa a piedi-
Veronica: -andiamo, non fare la noiosa. Chi viene?-
Lucy: -per me va bene, non ho altro da fare- risponde entrando successivamente in doccia.
Veronica: -ottimo, tu Toni?- mi coglie completamente alla sprovvista. Non credo di volerci andare, ma d'altra parte divertirmi per qualche ora non sarebbe male. Stare continuamente in quella casa con lei mi sta mandando letteralmente fuori di testa.
Toni: -non so, io-
Cheryl: -cosa stai pianificando Veronica?- ed eccola lì che ogni volta fiuta un tentativo da parte degli altri di sabotarmi. Entra nello spogliatoio sedendosi sulla sedia. Veronica la guarda per un attimo spaventata prima di poggiare la propria maglietta sulla panca.
Veronica: -un mio amico inaugura una nuova discoteca oggi, ci invita tutte. Ovviamente anche la coach è invitata- dice sorridendo. Cheryl ci guarda una ad una mentre incrocia le braccia sul petto.
Cheryl: -ci sarò. Betty, quando finite chiudi la palestra- esce dallo spogliatoio lasciandoci tutte sbigottite.
Veronica: -vedi? Anche lei prende iniziativa-
Toni: -allora suppongo che ci sarò anche io- dico poco convinta. Veronica emette un urletto entusiasta prima di dirigersi in doccia. La mia ultima serata in discoteca non è stata il massimo, ho incontrato Cheryl, sono scappata, un tipo stava per violentarmi. Certo, alla fine è finita abbastanza bene, sono stata con lei in macchina mentre mi ha consolata, però non voglio cacciarmi in altri guai. Sembra che sia io a cercare loro e non viceversa. Odio essere nei guai, insomma, a chi piace fuggire ogni volta dai problemi e dalle persone che ti odiano? Scuoto la testa sorridendo. Cheryl. Le importa? No, fa sempre quello che si sente di fare e spesso non so se ragiona troppo oppure non ragiona affatto. Ogni cosa sembra essere programmata a lungo così come sembra pensata all'ultimo momento. Entro in doccia e mi lavo velocemente.
Betty: -Ronnie, a che ora dobbiamo stare lì?- urla dalla doccia accanto.
Veronica: -nove e mezza. È una festa privata solo per gli amici, quindi più tardi vi manderò il vostro pass- già posso sentire la musica a palla e l'odore di alcolici. Interrompo il getto d'acqua calda sulla mia schiena ed esco avvolta in un asciugamano. Cerco velocemente le mutande nel borsone e me le infilo mentre le altre sono ancora tutte dentro. Passo poi ai calzini ed infine ai jeans. Mi guardo allo specchio, pettinandomi i capelli gocciolanti. Mentre le altre chiacchierano nelle docce, prendo il phon iniziando a passarlo lentamente sui capelli. L'idea di andare in quella discoteca non mi piace per niente, però non posso sempre restare in casa e non fare niente. Devo imparare a vivere. 
Toni: -ragazze, io vado, ci vediamo più tardi- dico una volta che i miei capelli mi ricadono morbidi sulle spalle, perfettamente asciutti. Tutte mi salutano in coro. Per una volta sono io la prima ad uscire dallo spogliatoio. In poco tempo mi ritrovo a fianco a Cheryl, mentre guida verso casa.
Toni: -quindi andrai anche tu alla festa- una frase completamente a caso, uscita dalla mia bocca per chissà quale motivo, ma ormai ho capito che quando sono in sua compagnia i miei pensieri vengono liberati nel mondo senza che io possa fermarli.
Cheryl: -perché non dovrei?-
Toni: -credevo non ti piacessero le discoteche e cose del genere-
Cheryl: -sicura di non confondermi con te stessa?- mi sistemo una ciocca dietro l'orecchio.
Toni: -molto divertente, però la mia domanda è rimasta comunque senza risposta-
Cheryl: -cosa ti metterai?- sospiro esasperata. Cambiare argomento è sempre la tattica migliore vero?
Toni: -non lo so. Forse dei jeans, forse un vestito, non ne ho la più pallida idea-
Cheryl: -jeans? Sul serio?- ridacchia.
Toni: -perché no?-
Cheryl: -mettiti un vestito, no?-
Toni: -odio i vestiti- scoppia a ridere, sussurrando poi un "che personaggio".
Toni: -ti ho sentita- si ferma ad un semaforo rosso voltandosi verso di me e guardandomi.
Cheryl: -non mi stavo nascondendo- decido di starmene per i fatti miei e non risponderle per il resto del tragitto. La sue risposte pronte, il suo modo di pronunciarle, il suo sguardo che vaga su di me, mi fanno sentire diversa. Mi fanno sentire debole ma allo stesso tempo forte, protetta ed esposta, amata e tralasciata. A volte il pensiero che tutto questo non sia possibile, che sia solo una mia fantasia ed una storia che ho letto tantissime volte nei libri e che adesso voglio ricreare nella vita reale, mi perfora facendomi aprire gli occhi ed aiutandomi a svegliarmi da quell'autunno contenuto negli occhi della ragazza seduta accanto a me. Con lei sento di essere scalza, su un fitto strato di filo spinato che continua a graffiarmi; vedo il mio sangue, paragonato alla mia felicità, cadere in basso, radunandosi in pozze rosse che ritraggono il mio volto. Sono felice di tutto questo? Ma mettiamola così. Se il filo spinato si trovasse in un luogo stupendo, ricco di alberi colorati, fiori che ricoprono pianure intere e davanti a te la persona che ami più di ogni altra cosa? La persona con la quale si provano sentimenti mai provati prima, la persona per la quale vuoi solo il meglio, continuando ad averla vicina. Continueresti a stare sul filo spinato anche a costo di prosciugarti della tua felicità? Una domanda inutile direbbe Cheryl, e le domande inutili non meritano risposta. Immagazzino questo pensiero in un remoto angolo della mia mente, uscendo automaticamente dalla macchina non appena sento che il freno a mano viene tirato. Salgo i gradini fino ad arrivare alla mia camera, l'unico spiraglio fuori dalla magia BlossomTre ore e mi ritroverò nell'inferno di alcolici e musica. Cerco di risolvere il problema di come vestirmi. Spalanco con fare teatrale le ante dell'armadio restando a guardare i vestiti per almeno cinque minuti. L'unica cosa elegante è un vestito che mia madre non ha voluto buttare solo perché dice che con esso addosso sto benissimo e una gonna di jeans nera. La scelta non è un granché. Prendo la gonna visto che il vestito non lo prendo neanche in considerazione e la appoggio sul letto. Perché ho accettato? Potevo benissimo restare a casa da sola mentre Cheryl si sarebbe divertita senza avermi intorno. Forse però, è proprio per questo che ho accettato.
La voglia di vedere Cheryl vestita con qualcosa che non sia la solita tuta da coach, mi divora.
Prendo un top bianco e continuo ad osservare quel look creato al momento, senza nessun preavviso.
Cheryl: -bene, bene, vedo che alla fine ce l'hai fatta-
Toni: -mi spii per caso?-
Cheryl: -credevo ti servisse una mano- per scegliermi un outfit?
Toni: -tu cosa metterai piuttosto?- ad un tratto si fa pensierosa.
Cheryl: -chissà- detto questo mi lascia sola con la curiosità a mille. Tanto in ogni caso sarà perfetta. Dopo mezz'ora mi guardo allo specchio. Trucco fatto, vestiti indossati, capelli piastrati.
Ripasso la solita routine prima di avere la conferma di aver fatto tutto. I miei occhi però non si staccano dalla figura di quella ragazza dai capelli scuri che sta ricambiando il mio sguardo. Sono davvero io? Non mi vestivo così da un sacco. Non avevo la motivazione e neanche nessuno con cui uscire, visto che evitavo le feste ed ogni tipo di uscita che coinvolgesse più di due persone.
Toni: -sono pronta- alzo leggermente la voce per farmi sentire dalla ragazza nella stanza accanto.
Non ci vuole tanto che la solita energia del diavolo mi colpisca in pieno nell'esatto momento in cui i miei occhi si posano su di lei. Se prima ho reputato me stessa carina, lei è letteralmente da togliere il fiato. Un tubino rosso ricoperto di brillantini e che arriva fino alla coscia. I capelli boccolosi che ricadono morbidi sulle spalle nude, gli occhi castani che si posano sui miei.
Continuo a fissarla per secondi, forse minuti, prima che la sua risata mi riporti alla realtà.
Cheryl: -prenderò questo silenzio come un complimento- deglutisco seguendola fuori di casa.
Sono le nove e venti, arriveremo in perfetto orario. Mentre ha gli occhi fissi sulla strada, non riesco a smettere di guardarla. Potrei guardarla allo stesso modo per mesi, anni, senza mai stancarmi di guardare i suoi capelli rossi e la sua pelle pallida. Ma sarà davvero così? Per anni? Anni che continuerò a trascorrere al suo fianco? Le fantasie finiscono presto. Ci si stanca e poi una storia del genere non ha motivo di continuare. Ma davvero una storia del genere non ha motivo di essere scritta? Davvero va lasciata a metà, con poche parole scritte e molte pagine ancora bianche? Davvero i lettori di questa storia non sarebbero interessati di conoscere il finale? Ma forse la domanda è un'altra. C'è davvero una storia oppure è tutto nella mia dannata fantasia, come un'oasi nel deserto che è soltanto un miraggio? Però non si ha mai la certezza se un qualcosa sia una storia finché non ha una fine, che sia felice o meno. Niente rende le cose più chiare come il tempo. Un giudice imparziale che segue ognuno di noi. Un giudice dal quale non si può sfuggire.
Cheryl: -eccoci- vedo il suo solito sorriso furbo di quando ha in mente qualcosa. Scendo a malincuore dalla macchina strascicando i piedi e guardandomi intorno. Ci sono alcune macchine, però mi aspettavo più gente. Facciamo vedere il pass al butta fuori, un uomo massiccio vestito con uno smoking nero ed entriamo nel locale. La musica è abbastanza bassa, non ci sono le solite urla delle persone ubriache che non riescono a reggersi in piedi. A quanto pare l'inferno che mi ero immaginata si è trasformato in un paradiso. Riesco a trovare abbastanza velocemente Veronica e mi allontano da Cheryl dirigendomi dalla corvina che sta bevendo già il suo primo drink.
Veronica: -Topaz, hey. Visto che bel locale? E tu non volevi venire-
Toni: -a quanto pare-
Veronica: -comunque non allontanarti troppo, abbiamo già programmato delle attività interessanti-
Toni: -ti prego, dimmi che non è il solito obbligo e verità che ti piace tanto- ridacchia bevendo l'ultimo sorso dal suo bicchiere.
Veronica: -mi sottovaluti. Hai presente quel film che ti ho consigliato di vedere qualche mese fa?-
Toni: -si, e?- quella ragazza mi mette sempre un'ansia insopportabile.
Veronica: -ricordi la scena della festa a casa di lui?- annuisco. Faccio due più due e spalanco gli occhi.
Toni: -quella roba della tequila? Dio mio, Ronnie- poggia il bicchiere.
Veronica: -oggi ci sarà il divertimento puro- mi fa l'occhiolino acchiappando Betty e portandola in pista a ballare. Mi siedo al bancone chiedendo un bicchiere d'acqua e come sempre in cambio ottengo un'occhiata sorpresa del barista. Appoggio la testa sulla mano guardando gli altri presenti. Siamo venti in tutto. Dopo qualche minuto Cheryl si siede accanto a me chiedendo un Hugo; a quanto pare è il suo preferito.
Cheryl: -ho sentito che tra poco inizierà quel gioco della tequila-
Toni: -a quanto pare- beve il suo drink lentamente.
Cheryl: -rilassati- mi dà una leggera spinta e raggiunge gli altri in una stanza con un enorme divano e cuscini sparsi dappertutto. Un ragazzo moro con i capelli che sfiorano di poco le spalle si alza schiarendosi la voce.
: -bene, visto che ci siamo tutti, possiamo anche iniziare- solo ora la mia attenzione viene attirata da un tavolino di media grandezza sul quale sono esposti almeno trenta bicchierini riempiti di tequila, piattini con delle fette di limone e bustine di sale. Sposto subito lo sguardo da quello scenario. Non voglio neanche immaginare cosa succederà in questa stanza tra qualche minuto.
: -credo che tutti conosciate questo gioco, perciò posso anche risparmiarmi le spiegazioni-
si vede proprio che sei un amico di Veronica.
: -bene, passiamo ora alla creazione delle coppie. Mi serve un volontario che rimanga lucido per tutta la partita. Qualcuno?- alzo la mano. A quanto pare tutti stasera vogliono essere tutt'altro che lucidi mentre io preferisco tirarmi indietro ora che essere buttata a capofitto in questo gioco alcolico. Butto un'occhiata a Cheryl che segue tutto il discorso attentamente.
: -ottimo tieni, questa è la scatola con tutti i nomi, la sorte è nelle tue mani- mi strizza l'occhio andando a sedersi vicino alla sua amica. Tutta quest'eccitazione per uno stupido gioco mi infastidisce. Ci sono persone che hanno ormai superato i vent'anni di età, eppure, in questo momento, tutti mi sembrano dei ragazzini che vogliono soltanto ubriacarsi. Sospiro, infilando la mano nella scatola e tirando fuori i primi due nomi. Apro il primo biglietto e non vedere il nome Cheryl scritto sopra mi fa rilassare.
Toni: -Melody e Midge- le due chiamate si guardano a vicenda. Dalle guance arrossate di tutti capisco che la maggior parte è già brilla. Melody si alza prendendo tutti e tre gli oggetti necessari. Si siede di fronte ad Midge e con tutti gli occhi dei presenti addosso, si abbassa sul suo collo, passandoci lentamente la lingua. Apre la bustina di sale, la svuota sulla zona inumidita prima e le passa la fetta di limone che non tarda a prendere tra i denti. Il resto si sapeva già, Melody che lecca il sale dal collo di Midge, butta giù il liquido dal bicchiere e completa il tutto con la fetta di limone. Scuoto la testa continuando ad estrarre un foglietto dopo l'altro, sospirando ogni volta che non appare il nome del diavolo. Alla fine, nella scatola rimangono due nomi. Cheryl. Leggo l'altro nome che mi suona completamente sconosciuto e guardo la ragazza che non ho neanche notato, alzarsi e ripetere il procedimento che hanno fatto tutti gli altri prima di lei. Cheryl però le prende le cose di mano e in fretta si china sul suo collo passandoci velocemente la lingua, cospargendo poi il sale mentre l'altra sorride soddisfatta. Le passa il limone che prontamente stringe tra i denti e dopo aver marchiato di nuovo il collo con la propria lingua ed aver bevuto l'alcolico, le prende il limone dalle labbra, sfiorandole leggermente. Rimango a fissarle con un'espressione probabilmente sconvolta. Tutte le altre manche non mi sono interessate particolarmente, ma vedere lei baciare qualcuno che non sia io, mi lascia ferita. So che è solo un gioco e probabilmente non è neanche cosciente di quello che fa eppure...Ma chi cerco di ingannare? Lei è sempre cosciente, sa quello che fa, e se due secondi fa ha baciato quella tizia, è perché voleva farlo. del resto io sono solo un oggetto per lei.  Stringo i pugni sentendo le unghie che mi affondano nella pelle. Non so esattamente cosa sia a provocarmi tale fastidio, del resto non stiamo insieme. Stacco lo sguardo concentrandomi sulle strade deserte che vedo dalla finestra. Noto però che anche un altro ragazzo non ha giocato.
Mi giro verso di lui e noto che mi sta guardando.
: -a quanto pare mancano Ayden ed Toni- decido che forse questa è una piccola possibilità per vendicarmi, provare finalmente che non sono la solita sfigata che sta in disparte.
Toni: -facciamolo allora- dico guadagnandomi dei vai Toni da parte delle mie compagne di squadra. Mi siedo più comodamente mentre il ragazzo prende tutto il necessario per quel gioco che si è letteralmente trasformato in una sfida a chi resiste di più. Delicatamente mi appoggia il limone tra le labbra, che schiudo per facilitargli il tutto. Si abbassa poi sul mio collo, facendo quello che ognuno in questa stanza ha fatto precedentemente. Sento le sue labbra sul mio collo, però non mi dà fastidio, anzi, a dirla tutta non sento letteralmente niente. Qualche volta guardo Cheryl che non ricambia il mio sguardo, tanto concentrata a guardare qualcosa sul telefono. Quando quello spettacolo finisce, tutti iniziano a fare battutine che vengono accompagnate da risate ed applausi. Veronica mi dà una leggera spintarella rivolgendomi un sorrisetto malizioso al quale rispondo roteando gli occhi. Continuiamo così per un'altra mezz'ora, finché gli altri decidono che è arrivato il momento di andarsene. Cheryl ha bevuto almeno altri tre shot di tequila, però mi sembra decisamente cosciente visto che si regge in piedi alla perfezione.
Cheryl: -andiamo- non spiccico parola, semplicemente mi accodo dietro di lei, condividendo il silenzio che ha imposto. Sento che le mie compagne di squadra mi salutano, però non ci faccio caso. L'immagine di lei attaccata al collo di quella donna non si vuole cancellare dalla mia mente. Devo pensare a qualcosa altro. Neanche il rumore dello sportello che si chiude riesce a farmi distrarre dai miei pensieri.
Cheryl: -ti hanno mangiato la lingua?- continuo il mio silenzio tombale, non voglio dargliela vinta; non di nuovo, non oggi. Lei dal canto suo sembra non voler iniziare questa battaglia, perciò mi abbandono al silenzio che pian piano avvolge tutta la macchina. Mi sembra di percepire le cose in maniera raddoppiata. Le curve della macchina, l'odore degli alberi, le voci deboli delle persone che passeggiano per i viali. La distanza tra casa sua diminuisce sempre di più fino a quando non entriamo nel vialetto e lei tira di nuovo il freno a mano. Compio sempre le stesse azioni del giorno prima, ma quando cerco di sgattaiolare ed andare a ripararmi in camera, una mano mi prende per il polso immobilizzandomi all'istante. La sua presa è leggera, per niente possessiva, però la mia mente ormai reagisce agli stimoli che Cheryl le dà. Cerco di fare l'espressione più fredda che mi riesca, cerco di imitarla, probabilmente fallendo miseramente visto che ridacchia alzando gli occhi al cielo.
Cheryl: -qualcuno qui ci è rimasto male-
Toni: -il tuo intuito perde colpi, sto una favola- il mio tono freddo mi spaventa. Lei invece resta sul posto.
Cheryl: -lo hai fatto anche tu se non sbaglio-
Toni: -infatti, e non rimpiango di averlo fatto, perciò posso benissimo andare in camera-
Cheryl: -lo avresti fatto se io non lo avessi fatto?-
Toni: -se ho deciso di essere io quella ad estrarre le coppie, penso sia ovvio, no?- la vedo pensierosa, mentre toglie la mano dal mio polso.
Cheryl: -siediti sul divano- dice dandomi le spalle.
Toni: -perché mai?- non mi dà il tempo di finire la frase che sparisce in cucina lasciandomi in soggiorno. Lasciandomi ad una scelta. Sbuffo sedendomi e guardando dritto davanti a me. Dalla cucina sento credenze e scaffali aprirsi e chiudersi. Trascorre qualche secondo e la vedo uscire dalla stanza venendomi incontro con in mano...La guardo negli occhi sperando di cogliere ilarità oppure un indizio che indichi che tutto questo sia uno scherzo, invece è più seria del solito.
Poggia sul tavolino il limone e il piccolo bicchiere. Si volta a guardarmi e un brivido mi attraversa il corpo mentre il mio stomaco ha un sussulto. Senza preavviso si abbassa su di me, chinandosi sul mio collo scoperto e passandoci sopra la lingua. Chiudo istintivamente gli occhi aggrappandomi con una mano alla coperta poggiata sul divano. Guarda soddisfatta la mia reazione, passandomi il limone. Rimango a fissarla, schiudendo di poco le labbra. Mi guarda per poi poggiare dolcemente la fetta dell'agrume sulle mie labbra. Il liquido aspro mi invade il palato. Sparpaglia i cristalli di sale sulla zona assaporata prima. Non riesco a staccarle gli occhi di dosso. Certo, forse avrei voluto essere io al posto di quella ragazza stasera, però ora ho uno strano timore. Lo stesso che appare ogni volta che mi bacia oppure mi sfiora, anche per sbaglio.
La paura di essere un oggetto. La paura di essere una riserva a cui attingere soltanto nei momenti di bisogno. Mi fissa con il suo solito sguardo calmo e un secondo più tardi si china di nuovo sulla mia spalla. Sento le sue labbra succhiare la mia pelle, percependo tutte le vibrazioni possibili. Beve poi il liquido contenuto nel bicchiere e si avvicina alle mie labbra per l'ultimo passaggio. Quando le nostre labbra sono distanti solo di qualche centimetro ingoio completamente il limone lasciandola completamente sbigottita.
Toni: -a quanto pare la parte finale si può risparmiare- dico imitando il suo solito sorriso furbo.
Cheryl: -peggio per te- a quella frase scoppio a ridere, stupita dal fatto che io abbia davvero rovinato il suo piano.
Toni: -perdi colpi Blossom, te l'ho già detto- mi guarda con un'espressione come a dire ma davvero? Prima di avvicinarsi a me. Lenta, imprevedibile, come un animale ferito ed orgoglioso. Non saprai mai cosa ha in mente. Si avvicina lentamente, misurando ogni centimetro, studiando la sua preda. Accetta la mia sfida, fermando gli occhi sulle mie labbra e fissandole intensamente. Le sue solite sfide silenziose che inaugura nei momenti più casuali. Restiamo così per qualche secondo, finché non decido di prendere l'iniziativa passandole la lingua sul labbro inferiore. Rimane neutrale a quel gesto, limitandosi ad appoggiare la fronte sulla mia e mordicchiarmi il labbro. Ad un tratto prende completamente il mio labbro tra i denti tirando leggermente indietro la testa. 
"Andiamo, quanto resisterai ancora diavolo?"
Si aggrappa al mio fianco stringendolo. Con l'ultima briciola di coraggio che mi rimane pronuncio la frase "devo aspettare ancora molto"? Guadagnandomi un suo sorriso soddisfatto.
Prende contatto con le mie labbra appoggiando una mano sulla mia guancia. Mi aggrappo ai suoi capelli, assaporando quel bacio che entrambe abbiamo aspettato fin troppo. Quando si stacca da me sorrido cinicamente.
Toni: -cambi idea nel giro di due secondi?- si alza dal divano e mi dà le spalle.
Cheryl: -la gente di notte si trasforma-
La notte, consigliera immancabile che fa impazzire, fa perdere la testa. La notte degli amori e dell'odio. Dell'amore mancato e dell'odio esagerato. La notte che fa restare in silenzio quando invece si vorrebbe urlare, sussurrare, amare.

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