Toni's pov
Rimango qualche secondo sul divano con lo sguardo fisso su un punto indefinito del pavimento. Come sempre la sua corazza è stata più forte di lei. Ed io che pensavo che dopo il mio trasferimento avrebbe iniziato a fidarsi un po' di più, però no, il suo orgoglio o cosa cazzo sia non le permette di farlo e anzi, probabilmente non glielo permetterà mai, perché quelli come lei sono così, preferirebbero morire che raccontare tutto quello che c'è nella loro testa, soprattutto se sono cose che li rendono vulnerabili. Sono persone che quando la verità è scomoda mentono, a tutti, anche a sé stessi, finché non si ricordano neanche se ci fosse una verità o meno. Il problema però è che mi basta guardarla negli occhi per vedere se c'è qualcosa che non va, e magari mi sbaglio, perché so che non si fa conoscere perfettamente da nessuno, però voglio continuare a crederlo, credere di avere qualche speranza di entrare nella sua vita e capirla anche un po'. Sospiro dando un'ultima occhiata a quelle coppe guadagnate con tanta fatica e che ora sono dei semplici pezzi di metallo. Salgo lentamente le scale cercando di sentire un qualsiasi rumore proveniente dalla sua stanza. Niente. Né un sospiro, né un singhiozzo. La porta è aperta leggermente e riesco a vedere che sta sul letto a leggere un libro, con la solita calma. A volte non capisco come riesce a tenersi tutto dentro, davvero non scoppia mai? Se ripudia così tanto la pallavolo perché allora tiene i trofei ancora ben esposti in salotto? Non riesce a lasciare andare questo sport completamente? Se è diventata un'allenatrice a quanto pare no. Lo ripudia però continua ad insegnarlo ogni giorno. Rimango sulla soglia cercando di non farmi vedere e pensando se entrare o meno. No, le devo lasciare i suoi spazi come lei ha fatto con me, tanto ormai sa che se vuole parlare la ascolterò più che volentieri. Entro in camera mia lasciando la porta semi aperta, nel caso dovessi sentire qualcosa.Mi siedo alla scrivania iniziando a fare i compiti nonostante sia già abbastanza tardi. Oggi ho avuto fin troppe distrazioni, perciò almeno adesso devo finire queste dannate materie e vivere in pace fino a domani. Già immagino Peach che domani mi tartasserà di domande sul perché io sia venuta con Cheryl. Non so se dirle che vivo con lei o meno, però credo che prima o poi l'argomento uscirà fuori comunque, quindi meglio dirglielo subito per evitare figuracce. Mentre penso mi guardo intorno. Tutto in questa casa mi ricorda quel diavolo che ora è in camera sua mentre legge tranquilla; ogni parete, ogni mobile, anche le posate, tutto tranne questa camera. Sembra l'unico posto qui dentro che non sia stato contaminato dalla sua energia, chissà perché, non mi sembra una persona che lascia le cose fatte a metà. Riprendo a scrivere. C'è silenzio assordante, come se la casa fosse disabitata. Manca la vita, la tipica luce che illumina tutto, anche le persone. La sola luce di Cheryl non basta. Scuoto la testa a causa di un rumore proveniente dal piano di sotto. La porta d'ingresso che si chiude. Mi alzo di scatto guardando dalla finestra una Cheryl vestita con i pantaloni della tuta e una felpa, che corre fuori dal vialetto di casa. Cosa ha in mente? A quanto pare i miei compiti aspetteranno. Scendo le scale ad una velocità disumana allacciandomi le scarpe ed uscendo nell'aria fredda della sera. È già buio, però tutta la strada è costeggiata da lampioni, perciò riesco a vedere ancora le sue gambe muoversi velocemente, allontanandosi sempre di più. Non so cosa abbia in mente, è completamente imprevedibile, può passare dall'essere più o meno calma, all'odiare tutti in meno di un secondo, perciò non si sa mai. Inizio a correre anche io, non tanto veloce da raggiungerla subito, non voglio sembrare fin troppo preoccupata. La vedo a qualche decina di metro da me. Non sembra di avere l'intenzione di fare qualcosa di pericoloso o strano. Decido di avvicinarmi.
Toni: -fa un po' freddo per una corsetta serale, non credi?- mi lancia una rapida occhiata.
Cheryl: -ah, sei tu- la affianco visto che ha aumentato il ritmo. La guardo mentre corre, le labbra schiuse, lo sguardo concentrato come se stesse gareggiando con chissà quale avversario nella sua testa. Goccioline di sudore le contornano il volto, appiccicando dei ciuffi di capelli sulla fronte, mentre le sue braccia si flettono avanti e indietro, allo stesso ritmo delle gambe che sembrano non voler fermarsi per nessuna ragione al mondo.
Da chi stai scappando? E con chi invece vorresti restare?"
Toni: -certo che potevi scegliere un orario migliore per questa corsetta serale, si muore di freddo-
Cheryl: -potevi prendere una felpa o restare direttamente a casa-
Toni: -potevo, però non l'ho fatto, quindi dovrò scaldarmi- faccio un breve scatto in avanti e guardo indietro. Alzo un sopracciglio ritrovandomi la strada deserta. Preoccupata mi guardo intorno come una forsennata, finché la sua voce non mi richiama da qualche metro più avanti.
Cheryl: -sei lenta ragazzina- come diamine ha fatto a superarmi in così poco tempo?
Toni: -lo vedremo- la raggiungo ed inizio a correre velocemente con lei a fianco a me.
Toni: -sappi che non te la darò vinta- dico con le parole che vengono portate via dal vento serale.
"Se solo anche il tuo passato potesse essere portato via dal vento"
Lei sforna uno dei suoi soliti sorrisi furbi superandomi di qualche passo. Aumento il ritmo, non voglio che abbia la meglio anche qui. Alla fine però dopo metri e metri di corsa il mio corpo mi ordina di fermarmi ed io non posso far altro che soddisfarlo. Mi piego in due respirando a pieni polmoni. Cheryl si ferma trionfante venendo verso di me.
Cheryl: -come pensavo. Sei lenta. Troppo lenta per un alzatrice- mi dà una pacca sulla schiena.
Apro bocca per risponderle ma subito dopo la richiudo a causa del fiatone che ancora non si è fermato del tutto.
Toni: -la prossima vincerò io-
Cheryl: -mh mh- dice incamminandosi verso casa. Scuoto la testa. Dannata Blossom.
Toni: -non hai fiducia in me?-
Cheryl: -sei tu che non ne hai in te stessa- mi fermo di colpo. Ed ecco un altro colpo che mi colpisce con una precisione impressionante. A volte mi spaventa, sembra che sappia tutto.
Toni: -certo, come no- scoppia a ridere guardandomi dall'alto verso il basso. La sua risata. È così, non so neanche descriverla. Si gira riprendendo a camminare. La guardo di spalle, con il suo sorriso impresso nella mente. E pensare che ho sempre detto che l'amore fosse un veleno, un veleno troppo potente che piega in ginocchio e toglie il respiro. A quanto pare le cose cambiano, spesso senza neanche dare il tempo di reagire o accorgersene. E infatti io non me ne sono accorta ed ora è troppo tardi per cambiare qualcosa. Perché a diciassette anni ero ormai avvelenata.
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How she saved me
Fiksi PenggemarÈ difficile vivere quando nessuno ti conosce realmente. Sì insomma, neanche noi ci conosciamo perfettamente, però chi non vorrebbe accanto una persona che solo guardandoti riesce a capire quello che stai provando? Ne ho viste di persone del genere...