Beatrix - 2

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🎧 Coldplay - higher power

Batto il piede sul pavimento al ritmo di questa canzone che sto ascoltando con le cuffiette a ripetizione da stamattina, mi da una carica pazzesca. Sono qui in questa sala d'attesa da più di mezz'ora e non riesco proprio a capire per quale motivo. Mio padre mi aveva chiamato stamattina buttandomi giù dal letto alle 7.00 chiedendomi di vestirmi e di presentarmi più veloce che potevo alla sede Red Bull di Milton Keynes. fortuna che abito a Londra, più o meno 1 ora e mezza di guida.
Quando gli avevo chiesto il motivo di tutta quella fretta mi aveva soltanto detto che Jos Verstappen aveva urgenza di parlarmi.
Ero rimasta senza parole e gli avvenimenti di un anno prima erano tornati ad affollare la mia mente ma li avevo scacciati immediatamente.
Mio padre aveva sposato mia madre giovanissima, la figlia di Helmut Marko, mio nonno, che io adoro e che è uno dei dirigenti della Red Bull Racing e responsabile dello sviluppo dei piloti.
Jos Verstappen, grande amico di mio padre e di mio nonno è il padre del pupillo della Scuderia che è alla Red Bull fin da giovanissimo.
Penso ancora a cosa può mai volere da me Jos Verstappen ma proprio non riesco a farmi un'idea.

La musica si interrompe nelle cuffiette, schiaccio il pulsante sul filo per accettare la chiamata in arrivo
"allora ti hanno detto cosa vogliono da te?" mi chiede la voce del mio piccolo capo
"no piccolo capo, sono ancora in attesa e mi sto rompendo le palle se devo essere sincera"
"calma Bea, mi fai sapere subito dopo?"
"sei agitato Pierre o sbaglio?"
"si un po' se ti chiama la casa madre c'è qualcosa di grosso sotto"
"keep calm Dopo ti chiamo e comunque ci vediamo domani"
"chiamamiiiiiii non scordarti come al tuo solito"
"promesso piccolo capo"

Pierre Gasly, o piccolo capo come lo chiamo teneramente io, è un pilota della Scuderia Alpha Tauri, di proprietà Della Red Bull. Io Beatrix Van Der Berg sono l'assistente di Pierre Gasly. Inutile dire che amo i motori e che mio nonno Helmut vuole che io, la sua unica nipote, entri a far parte della Red Bull quando sarò pronta. D'accordo con lui e con i miei genitori avevo deciso di accettare l'incarico di essere l'assistente di Pierre all'Alpha Tauri, gavetta l'aveva chiamata mio nonno, un lavoro che amo lo chiamo io, e poi lavorare con Pierre è un piacere. È un ragazzo dolcissimo, eccezionale, oltre che compagni di lavoro siamo veramente molto legati. A volte ci avviciniamo così tanto da scambiarci occhiate cariche di desiderio e battute roventi, ma poi al momento di proseguire ci fermiamo sempre. È divertente si ma anche snervante, ma comunque risolviamo sempre tutto davanti a due cappuccini.

"Beatrix?" mi chiama finalmente una addetta
"si?" le rispondo togliendo le cuffiette e mettendole in borsa
"prego, ti stanno aspettando tutti. Da questa parte" mi fa strada e la seguo, ma tutti chi?

Sulla porta dell'ufficio dove ci fermiamo c'è la targhetta con scritto Christian Horner, team principal.
La ragazza bussa leggermente, apre la porta,
Mi fa entrare e poi la richiude svelta.
Al grande tavolo sono seduti mio nonno, Christian, Jos e Giampiero Lambiase l'ingegnere di pista del pupillo.

"tesoro accomodati" mi dice mio nonno e dopo essere andata da lui per dargli un bacio mi siedo nervosa e tesa.
"buongiorno" dico agli altri e resto in attesa
"Beatrix posso offrirti qualcosa?" mi chiede Christian
"no no grazie, sono apposto e per favore mi chiami Bea, sono più a mio agio così"
Lui annuisce sorridendo mentre io guardo Jos Verstappen, è lui che a detta di mio padre aveva bisogno di parlarmi.
"Bea stai facendo un ottimo lavoro all'Alpha Tauri, Pierre sta andando bene, è sereno" mi dice mio nonno
"si Pierre è eccezionale e lavorare con lui è fantastico" gli rispondo sinceramente omettendo ovviamente che forse mi piace e che forse io piaccio a lui.
"ecco tu sai che qui alla Red Bull abbiamo un pilota dalle indubbie qualità, un vero campione no?" continua lui
Annuisco, il pupillo.
"ecco lui al momento è ancora nella fase diciamo... Di transizione... Ancora non riesce a gestire il suo enorme potenziale con il suo brutto Carattere. Scusami Jos"
Il padre del pupillo finalmente prende la parola e si rivolge a me
"Helmut è stato fin troppo gentile Bea. Mio figlio è tremendo, se vogliamo chiamarlo con un nome appropriato uno stronzetto. E qui entri in gioco tu"
Io? No no no! Conosco il pupillo e un anno prima ho chiuso con lui e i suoi modi primitivi, un troglodita ecco il nome appropriato.
Jos continua
"gli abbiamo affiancato ogni tipo di persona con dei curriculum fantastici, l'ultima persona laureata in psicologia addirittura, ma lui puntualmente li fa scappare tutti a gambe levate. Così a Helmut è venuta un'idea"
Fa una pausa bevendo dell'acqua e io comincio a capire. Mi muovo nervosamente sulla sedia.
"tesoro tu sei in gamba, moltissimo e poi voi due vi conoscete già, se non sbaglio avete passato del tempo insieme molto spesso. Se tu accetti vorremmo farti passare alla Red Bull e diventare la sua assistente"
Boom! Si salvi chi può! Questa non è una esercitazione! Ripeto non è una esercitazione!
Fisso mio nonno a bocca aperta.
"Non devi risponderci subito ovviamente, hai tutto il tempo per pensarci, non devi sentirti obbligata. Siamo solo a gennaio e il mondiale partirà il 19 Marzo. Puoi darci una risposta per i primi di marzo se per te va bene. Nel frattempo Giampiero, il suo ingegnere di pista farà il possibile per sopperire alla mancanza di questo ruolo"mi spiega mio nonno
Devo dire qualcosa e anche se c'è il padre del pupillo decido di sganciare la bomba.
"io vi ringrazio davvero per la fiducia che avete verso di me, ma è giusto che sappiate che tra me e lui ci sono stati dei trascorsi... Ehm... Personali che non sono finiti nel migliore dei modi. Probabilmente quando gli farete il mio nome lui non accetterà mai credetemi. Forse non sono io la persona più adatta al ragazzo in questione"
"Bea non ti chiediamo di darci subito una risposta ma solo di pensarci ok?" mi chiede Christian con uno sguardo disperato
"d'accordo, ci penserò"
Veramente ci ho già pensato ed è un no grande come una casa ma li lascio in sospeso.
Li saluto e esco dalla stanza ancora più confusa di quando sono entrata.

Percorro il corridoio verso l'uscita e prima che le porte scorrevoli si aprano per permettermi di uscire da un corridoio laterale lo vedo, il pupillo sta venendo nella mia direzione e mi vede. Ci guardiamo per un momento.
Sostengo il suo sguardo e vedo che il colorito gli va via dal viso, per un momento credo stia per svenire
"che ci fai tu qui?" mi chiede con quel suo tono sprezzante
"mio nonno" gli rispondo con lo stesso tono
"evita, non voglio vederti mai più"
"tranquillo stronzo egocentrico la cosa è reciproca"
"torna nella serie B"
"che per inciso ha molta più classe e charme di te" gli dico velenosa
Nessuno dei due avrebbe accettato di lasciare all'altro l'ultima parola.
Veniamo interrotti da Christian che ha assistito al nostro scambio di parole al veleno

"Max!" urla
"scusa Bea, sono mortificato"
"Non è colpa sua Christian, non si deve scusare per lui. Arrivederci"
Mentre sto uscendo sento Christian dirgli
"vieni immediatamente in ufficio, c'è anche tuo padre"
Non mi volto più, entro in macchina e parto per Londra più in fretta che posso.

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