Tilt - 53

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Monaco

Una settimana che è con la sua migliore amica e io sono solo qui a Monaco. Una fottuta settimana durante la quale l'ho sentita al telefono un paio di volte e poi solo messaggi. La sento distante, fredda, nelle poche parole scambiate al cellulare ho stentato a riconoscere la sua voce. Sembrava triste, distrutta e quella dannata sensazione che avevo avuto si era fatta più una certezza, c'è qualcosa che non va. Sono in partenza per Milton Keynes ora, ho appena chiuso casa e ho in mano una busta che ho preso al volo nella cassetta della posta. La leggerò sul volo, ora non ho tempo, sono in ritardo, senza lei che mi guida sono perso, maledettamente perso, mi manca come l'aria.
Provo a chiamarla ma come al solito ormai, non mi risponde, mi arriva un messaggio

Da: Bex ❤️
Max non posso rispondere ora. Che c'è?

Ecco di nuovo quella freddezza.

A: Bex ❤️
Niente piccola, volevo sentirti. Sto partendo per MK. Non vedo l'ora di vederti! Quando arrivi?

Da: Bex ❤️
Martedì. Buon viaggio

Ma che cazzo le prende? Non ho fatto nulla per farla arrabbiare. Sono in totale ansia e anche se mi sto sforzando di capire cosa può esserle capitato, non riesco proprio a capire. Daniel l'aveva chiamata al telefono e ovviamente le aveva chiesto se fosse successo qualcosa. Lei gli aveva risposto che non voleva parlarne al telefono e che alla prossima gara a Sochi avrebbero cenato insieme e parlato. Il mio amico aveva cercato di tranquillizzarmi ma io ovviamente, per niente tranquillo, avevo cercato di indagare sia con Pierre che con Charles ma erano due tombe, non avevano detto nulla, se non di stare calmo e di darle tempo. Ma tempo per cosa? Cazzo sto impazzendo.
Mentre il mio cervello lavora freneticamente arrivo a Nizza e una volta seduto sul volo, di nuovo da solo, mi allaccio la cintura e apro quella busta gialla. Studio legale Connors, Londra, UK.
E ora che diavolo è?
La apro nervosamente e alle prime parole che leggo sul primo foglio caccio un urlo talmente forte da richiamare l'attenzione della hostess del nostro volo, fortuna che è un volo privato.
Non ci posso credere! Che cazzo stai facendo Bex???
Perché? Percheeeeeee?

RICHIESTA DI SCIOGLIMENTO VINCOLO MATRIMONIALE - RICHIESTA CONSENSUALE

mi sento morire, mi tremano le mani e sento la testa pesante.
"signor Verstappen si sente bene?" mi chiede la hostess
"a-acqua per favore" le dico sussurrando
Vorrei chiamarla ma non riesco a parlare, vorrei chiedere al pilota di cambiare rotta e correre da lei ma non ho ancora capito dove cazzo si trova di preciso. E se ci fosse di mezzo Armstrong? Lo ammazzo stavolta.
Bevo tutto d'un fiato l'acqua che mi hanno portato e facendomi coraggio sfoglio quel plico di fogli fino all'ultima pagina dove ci sono le firme da apporre.
Devo assolutamente vedere se lei ha firmato per prima.
Tiro un respiro di sollievo, la casella con il suo nome è vuota, non ha firmato.
Che significa? Vuole che io lo faccia per primo?
Col cazzo! Non lo firmero' mai, maiiiiiii.
Non ho ancora spento il cellulare così la chiamo. Devi rispondermi Bex! Squilla ma la prima chiamata non ha risposta.
Insisto
Seconda chiamata, nessuna risposta.
Non mollo
Terza chiamata
"Max" la sua debole voce mi arriva all'orecchio
"che cazzo vuoi fare harley?" urlo fregandomene di chi sta ascoltando
"Max è la cosa giusta da fare. Per te, ti lascio libero"
Le cose sono due, o l'hanno drogata oppure al momento non è in sé.
"ascoltami bene! Io non firmero' mai questa merda! Mai! Chiaro? Io non voglio essere libero, io voglio te! Non so cosa cazzo è successo ma ora tu prendi il primo volo da dove cazzo ti trovi e vieni a Milton Keynes"
"Max" insiste e la sento piangere
"Max un cazzo! Vieni a Milton! Io non ti lascio scappare da me"
Non la faccio più parlare e chiudo la chiamata.
Deve essere successo qualcosa, ne sono certo. Chiudo gli occhi cercando di calmarmi, cosa? Cosa cazzo può essere? Dio mio, Qualcuno mi aiuti!

Londra

Ero scesa dall'aereo come un automa, camminavo con lo sguardo perso nel vuoto sentendomi assolutamente morta dentro. Mi mancava, mi mancava da morire. Ero corsa tra le braccia di Stuart completamente distrutta e in lacrime. E così avevo passato tutta la settimana, morta dentro, vuota e buttata o sul divano di casa mia o sul letto alternando gli abbracci di stuart, Liam, Kevin e dellaia Helene che girava per casa borbottando e lanciando insulti continui a Max. L'unica cosa che ero riuscita a fare era stata chiamare l'avvocato di famiglia e far mandare a Max i documenti per il divorzio. Non li avrei mai firmati per prima, lui doveva farlo, doveva prendersi la responsabilità di porre fine al nostro matrimonio visto che non era uno da relazione. Le parole che aveva detto a Erica mi rimbombavano nella testa come martelli.
Neanche la mia adorata Londra mi faceva sentire meglio. Lui continuava a chiamarmi e scrivermi e gli rispondevo si ma ogni volta era come se qualcuno mi infilasse una mano nel petto e mi strappasse il cuore a forza. Sto malissimo, mi sento annientata, un vero cesso, un'anima in pena.
L'ultima telefonata che mi ha fatto è stata devastante. Dal tono e dal fatto che mi ha chiamato Harley ho capito che la busta dell'avvocato è arrivata.
Le sue urla e le sue parole mi hanno confuso ancora di più.
Non voglio essere libero, voglio te!
Ma come può dirmi questo se solo una settimana fa ha detto l'esatto contrario?
Come diavolo può dire che non firmerà mai i documenti se ha espressamente detto che non è innamorato e che non cambierà mai?
Dio mi scoppia la testa!
Devo andare a Milton Keynes, so che devo farlo, so che è arrivato il momento della resa dei conti ma ho una fottuta paura.
"baby non devi andare per forza" mi dice Stuart
I miei amici hanno assistito alla telefonata e ovviamente mi sono vicini.
Helene è rimasta sorpresa dalle parole di Max e ora è stranamente in silenzio.
"ragazzi devo farlo, devo vederlo e sistemare la cosa, una volta per tutte"
"Bea prenditi un altro giorno, hai ancora tempo, l'abbiamo sentito tutti, è furioso e se vai ora è siete entrambi in queste condizioni, vi ucciderete" ovviamente il consiglio di Helene è giusto
"hai ragione Hel. Martedì dovevo andare e martedì andrò. Non cambierà nulla purtroppo"
"piccola, noi dobbiamo tornare a Southampton" sta dicendo Liam
"lo so ragazzi, è giusto che tornate a casa, starò bene"
"resto io con te B, tornerò da Kevin quando tu andrai a Milton" mi dice Helene e io l'abbraccio forte.
"grazie Hel"
"ti voglio bene pazza" mi dice e io scoppio di nuovo a piangere.
Mi alza il viso e mi guarda in modo strano
"che c'è Hel?"
"niente tesoro, niente. Sta tranquilla ora. Una cosa per volta"
Non capisco cosa intenda ma non ho modo di indagare oltre, il mio pensiero è totalmente rivolto a lui e al nostro incontro di lì a due giorni.

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