Voli - 24

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Busso alla sua porta emozionata, è la mia prima gara con la squadra e non so cosa aspettarmi dal suo atteggiamento. Ho dormito malissimo in queste due notti, non riesco a gestire tutti i ricordi dolorosi che la vicinanza di Max mi provoca.
Quando mi apre la porta, sento un forte odore di caffè.
"ciao, sei pronto?" gli chiedo sbirciando dentro
"ciao, no assolutamente no"
"che significa scusa? Dobbiamo fare colazione e poi andare alla riunione"
Già mi preparo a una litigata storica
Mi prende per un braccio e mi tira dentro, chiudendo la porta. Sul tavolo della sua camera c'è un vassoio enorme con la colazione
"spiegami" gli ordino
"faccio sempre colazione in camera mia il giorno della gara"
"e perché?"
"Non lo so, è sempre così, mi concentro, ormai è diventato un rito"
"e non ti è saltato in mente di dirmelo magari?"
"te lo sto dicendo mi sembra"
Non voglio farlo incazzare, deve correre e anche se ora ho voglia di strozzarlo, lascio cadere la cosa.
"va bene, dai fammi vedere cosa mangi per colazione prima della gara così ci penso io dalla prossima"
Guardo nel vassoio e prendo appunti mentali, ok è semplice.
Vado verso la porta per uscire
"ci vediamo giù allora, fai con comodo"
"dove vai?"
"vorrei mangiare anch'io sai com'è"
"fai colazione con me?" mi chiede e io vorrei solo dire di no ma quando apro la bocca mi esce un
"ok"
Il mio cervello deve essersi sconnesso
A distanza di sicurezza, lui seduto al tavolo io sul suo letto, facciamo colazione in silenzio.

Dopo un po' riprende a parlare facendomi di nuovo rimpiangere il silenzio di poco prima
"perché mi hai chiamato Maxie sui kart?"
Per poco non faccio rovesciare il caffè sul letto, non lo so perché, era l'euforia forse, o i troppi ricordi o la sua presenza talmente vicino.
"Non ci pensare ora ok? Concentrati sulla gara, andrà bene"
"dimmelo"
"piantala immediatamente non fare il bambino" gli dico stizzita
"senti harley sopporto a mala pena il fatto di dover lavorare con te, ancora meno il fatto di non ricevere risposte, quindi ora me lo spieghi!"
Mi Alzo dal letto come una furia, facendo rovesciare il caffè sul pavimento
"ascoltami bene brutto orso maleducato, non lo so ok? Non lo so e non mi interessa neanche capirlo! Mi è uscito e basta, me lo rimangio va bene?"
"te lo ricordi quando mi hai chiamato così vero???" urla davanti a me
"no" mento
"ammettilo cristo!"
"Non me lo ricordo! È passato tanto tempo"
"14 mesi harley! 14 fottuti mesi! Te lo dico io!"
Me lo ricordo perfettamente invece, mi ricordo tutto, mi ricordo perfettamente quella notte, ricordo di aver dato a lui, a Max Verstappen, tutto il mio amore, tutto il mio cuore, di aver sentito lui in ogni fibra del mio corpo, di aver impresso indelebile nella mia testa e nel mio cuore la sua immagine, del ragazzo di cui ero follemente innamorata prima che tutto venisse spazzato via sempre da lui.

"non ha contato niente Max, niente! È solo un nomignolo del cazzo"
"no invece non lo è"
"si!"
Resta in silenzio andando verso la finestra e mettendosi le mani nei capelli. Che ci sta succedendo?
Deve correre, devo fargli togliere dalla testa qualunque cosa stia pensando, qualunque cosa lo sconcentri. Mi avvicino a lui, mettendomi al suo fianco

"pensi mai a quella notte?" mi chiede quasi sussurrando
Con uno sforzo estremo gli rispondo
"a volte si"
"e?"
"e niente Max, è passato punto. È stata una notte. Tante cose sono successe e sono cambiate"
"due volte hai pianto, per Pierre?"
Chiudo gli occhi tremando, ecco cosa pensa! Ancora una volta mi trovo a pensare che in fondo io non lo conosco davvero, che c'è dietro alla maschera che indossa?
"no" ammetto. So che è arrivato il momento di dirglielo, ma non oggi. Ho paura, è una ferita che mi fa un male terribile e ogni volta che sto con lui e non litighiamo si riapre e sanguina.
"perché non vuoi dirmelo?"
"perché non siamo amici Max e lo sai anche tu, te l'ho già detto siamo solo due colleghi che hanno condiviso un passato"
"ne ho bisogno harley, devo sapere, so che è una cosa che ti fa soffrire, tu non piangi mai e se lo fai è perché ti fa male, tanto"
"perché ne hai bisogno Max? Cosa ti cambia?"
"non lo so ma mi toglierebbe un pensiero"
"ne hai molti di pensieri eh" cerco di sdrammatizzare la situazione
Lui ride sempre con lo sguardo fisso sul vetro della finestra
"da quando sei arrivata si" mi dice
"te lo farò vedere ok? Ma ti avverto, non dirò una parola. D'accordo?"
Lui mi guarda
"non capisco" mi dice

Mi Alzo la maglietta sollevandola per il mio fianco destro fino All'altezza delle costole. Mi giro di lato e aspetto che lui capisca.
Chiudo gli occhi perché dal caldo del suo respiro sento che ha abbassato la testa e si è avvicinato alla mia pelle.
Cerco di pensare ad altro finché le sue dita non passano sopra al tatuaggio in questione.
Quello che ho imparato oggi ed è una lezione importante è che non dovrò mai più entrare in camera sua la mattina delle gare.

~~~~~~~
"te lo farò vedere ok? Ma ti avverto, non dirò una parola. D'accordo?"
La guardo
"non capisco" le dico

Poi vedo che si alza la maglietta della squadra, si volta di lato.
È un tatuaggio, è piccolo.
Mi avvicino per guardarlo meglio e come se fosse in rilievo lo accarezzo con le dita. È un Angelo, si tiene le gambe strette con le braccia e ha le ali spiegate.
Che senso ha? So che i tatuaggi hanno un significato, o almeno molti di essi, che collegamento c'è tra questo Angelo e il pianto di Bea?
Ha detto che non dirà una parola ma ovviamente io ci provo lo stesso

"Harley che significa?"
Si tira giù la maglietta infilandosela nei pantaloni velocemente.
"ti aspetto giù Max. Forza devi correre oggi"

La guardo uscire ancora cercando di capire. C'è solo un esperto di queste cose e prima di scendere lo chiamo

"sei pronto?"
"si si, senti Dan. Che cazzo può significare un piccolo Angelo con le ginocchia strette e le Ali spiegate?"
"ma di che parli?"
"un tatuaggio Daniel! Una ragazza che non ti dice niente perché piange, ti dice che te lo fa vedere e vedi un Angelo così. Che può significare?"
"è stata la risposta di Bea?"
"si ma non capisco"
Resta un po' in silenzio tanto da farmi pensare che è caduta la linea
"Daniel?"
"eh si si, stavo pensando. Non lo so Max davvero, i tatuaggi sono molto personali, ognuno è diverso dall'altro, non c'è una cosa fissa"
"Dio quanto mi da fastidio quando fa la misteriosa così!"
"ma scusa ma poi a te che te ne frega se piange e ha quel tatuaggio?"
"non lo so Dan, avevo pensato che fosse legato a quello che è successo un anno fa, invece non deve essere così. Meglio così! Un pensiero in meno"
"meno male, ora scendi?"
"si arrivo"

Daniel's Pov.

Chiudo il telefono giusto in tempo.
"Daniel!" mi chiama sorridendo
"buongiorno baby. Tutto ok?"
"si diciamo di sì, una mattinata iniziata un po' strana"
"come mai?"
"Max e la sua voglia di sapere"
"si mi ha chiamato adesso"
Mi guarda sorpresa
"che voleva?"
"Non ha capito Bea. Chiedeva a me perché sa della mia passione per i tatuaggi"
Lei abbassa la testa, le prendo il viso tra le mani e la guardo
"quando?" le chiedo
"due mesi e mezzo dopo quella sera" mi confessa
"stai bene?"
Non mi risponde
"come hai fatto a capire?"
"Max me l'ha descritto e una mia carissima amica ha lo stesso tatuaggio fatto dopo la stessa cosa. Due più due..."
"sapevo che non avrebbe capito, almeno ora si è tolto un pensiero"
"volontario o casuale?"
"casuale Dan, è successo mentre scendevo in metropolitana"
"eri sola?"
"no, ero con la mia amica Helene"
"chi lo sa Bea?"
"Helene, Christian, Stuart un mio caro amico e ora tu"
"vuoi dirglielo?"
"ci ho pensato prima, ma che senso ha? Cambierebbe l'odio che proviamo? Non credo"
Questi due sono proprio sicuri di odiarsi eh?
"vieni qui baby"
La abbraccio più forte che posso, deve essersi sentita terribilmente sola.
Mentre lei si sfoga un po' piangendo sulla mia spalla, alzo lo sguardo e vedo Max impietrito sulla porta.
Oh no! Ora non la smetterà più di chiedere e forse ha ragione Bea, che senso ha dirglielo ora?

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