Milton Keynes - 54

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Ne è passato di tempo da quando sono venuta qui per quella firma che mi ha cambiato la vita. So che è qui, sta lavorando al simulatore.
Stamattina prima di partire da Londra avevo chiamato Christian e mi aveva confermato che è qui al lavoro, con un nervo per capello. Benissimo, mi aspetta una grandiosa giornata di merda.
Parcheggio la mia macchina è resto con il motore ancora acceso immobile, la tentazione di scappare a gambe levate è grande ma devo essere matura e affrontare la situazione. Spengo il motore della mia Aston Martin e mi guardo nello specchietto. Sono un mostro, dormo poco e male da giorni e si vede, sono nervosa all'inverosimile e sono dimagrita anche se mangio regolarmente. L'amore fa schifo, ecco come mi sono ridotta, uno straccio.
Sto per scendere quando il telefono mi squilla, è Helene.
Stamattina ci eravamo salutate sotto casa abbracciandoci, lei è molto in pensiero per me ma anche se le ho chiesto mille volte se il motivo era solo per Max, non me l'ha voluto dire.
"sei arrivata tesoro?"
"si, sono ancora in macchina e sto cercando il coraggio di scendere"
"come ti senti?"
"nervosa Hel, agitata e stanca"
"cerca di respirare e non ti agitare. La testa?"
"bene, perché?"
"no niente, tranquilla"
"cristo Hel! Sembri un medico. Mi dici che ti prende? Sto bene... Beh oddio fisicamente si almeno"
"bea dopo Sochi devi farmi una promessa"
"tutto quello che vuoi"
"ci vediamo dove vuoi tu, Monaco, Londra, southampton dove vuoi e verrai con me. Senza domande ok?"
"d'accordo mamma" rido
"finalmente ridi amica mia! Ora scendi da quella macchina e fatti valere. Ti voglio bene! Chiamami appena ci hai parlato"
"promesso. Ti voglio bene anch'io"
Forza Beatrix coraggio!
Scendo prendendo la borsa e facendo un grande respiro entro nella porta a vetri del grande centro Red Bull.
Lo avrei visto tra poco ma fortunatamente per il momento non saremmo stati soli. Alla riunione ci sarebbero stati tutti, sono le ultime gare e il briefing di oggi è molto importante. Non so cosa mi aspetta dopo la riunione ma di certo non sarebbe stato facile.
La ragazza che mi aveva accolto tempo indietro mi accompagna nella sala riunioni e dopo una breve esitazione entro decisa.
"buongiorno a tutti" dico entrando
"Beatrix!" esclama mio nonno venendo subito ad abbracciarmi
"stai bene tesoro? Ti Vedo dimagrita" mi dice subito
"abbastanza nonno"
"vieni bambina, siediamoci"
Mi fa sedere tra lui e Christian, davanti a me dall'altra parte del tavolo lui.
Mi fissa senza dire nulla, sento il suo sguardo su di me. Alzo leggermente gli occhi guardando le sue mani che tiene appoggiate al tavolo in cerca di quel qualcosa e la vedo. Non l'ha tolta, istintivamente guardo la mia mano sinistra, mille volte ho avuto la tentazione di toglierla ma non l'ho mai fatto, non ci riesco. Anche se mi ha ferito e distrutto di nuovo, il suo anello è l'unica cosa che mi fa stare bene. Si perché anche se è un dannato controsenso, vedere la fede al mio dito mi fa ricordare tutti i meravigliosi momenti che ho trascorso con lui prima di quella maledetta domenica di gara.
"allora signori, cominciamo" dice Christian iniziando la riunione.
Cerco di concentrarmi su tutti i numerosi appuntamenti che avrà Max prendendo appunti sulla mia agenda ma improvvisamente mi isolo. La voce di christian che sta parlando si fa sempre più lontana, avverto solo un calore addosso, una sensazione di benessere e come se fossi guidata da una forza misteriosa alzo lo sguardo e mi trovo a fissare lui, il ragazzo della mia vita che a sua volta mi fissa.
Gli altri svaniscono, esistiamo solo noi, occhi negli occhi. Dovrei odiarlo e Dio solo sa se ne avrei motivo, ma non ci riesco, una lacrima mi rotola sulla guancia seguita subito da un'altra.
Le sue labbra si muovono in silenzio pronunciando il mio nome, Bex.
Fa male, fa terribilmente male, essere cosciente di amare così tanto e sapere di non essere ricambiata.
Abbasso gli occhi interrompendo il contatto e tornando alla riunione.
Devo uscire da qui il più velocemente possibile.

~~~~~~

Non me ne frega nulla di quello che stanno dicendo, so cosa devo fare, devo correre e lo farò ovviamente, di tutte le altre cose me ne sbatto, smettetela di parlare, andatevene! Farò tutto quello che volete, mi farò intervistare anche dal papa se necessario ma ora fatemi parlare da solo con lei.
Devo capire cosa cazzo è successo, devo capire perché sta piangendo. So che non vuole divorziare da me altrimenti avrebbe firmato, c'è dell'altro e fosse l'ultima cosa che faccio, devo scoprire cosa.
Finalmente la riunione finisce, lei resta seduta e anche io.
Non posso perderla di vista, so che scapperebbe senza parlare e non voglio aspettare di vederla all'aeroporto.
Si alza seguendo suo nonno che è l'ultimo a lasciare la sala riunioni, così mi alzo anch'io e la seguo. So che sa che la sto seguendo, ogni tanto si gira e mi guarda.
Non mi scappi più harley.
Quando sta per uscire dal centro vengo chiamato da Christian, cazzo.
"Max tutto chiaro?"
"si si, chiarissimo" non so neanche a cosa si riferisca
"partirai tra due giorni con Bea, volo da Londra. Ci vediamo a Sochi giovedì"
"perfetto, ora scusami vado a prendere i miei bagagli"
"Non resti a Milton?"
"no ho altri progetti ma tranquillo Christian sarò puntuale" gli dico, il mio intento è seguirla e stare con lei, non so ancora dove ma dove starà lei starò io.
Sapevo, conoscendola, che avrebbe fatto di tutto per evitare il confronto con me così avevo giocato d'anticipo. I miei bagagli erano già pronti nella mia macchina.
Mi giro per vedere dove è e vedo solo Helmut. Cazzo!
Corto fuori passandogli davanti come un uragano e mentre mi guardo intorno vedo la sua Aston alla fine del viale della struttura.
Correrai pure harley ma io sono un pilota, il tuo pilota. Salgo in macchina come una furia e sgommando e alzando una nuvola di polvere mi lancio all'inseguimento.
Eccola, santo semaforo rosso!
Resto un po' indietro memorizzando il numero della sua targa e la seguo.
Dopo circa un'ora e mezza siamo dentro Londra.
Mette la freccia e parcheggia sotto un palazzo in stile vittoriano. Resto un po' indietro e quando la vedo entrare nel portone, ormai sicuro che ho trovato casa sua, parcheggio anch'io. Con lo zaino pronto in spalla mi avvio verso quel portone e entro.
Ci siamo, ecco la sua porta, così è qui che ti sei nascosta per tutti questi giorni eh.
Piccola bugiarda, Helene non aveva bisogno di te!
Suono e aspetto paziente, dentro di me un mix di emozioni Litigano tra di loro, non so se sono più emozionato o arrabbiato.
"si chi è?" le sento chiedere
Se parlo mi riconosce, suono ancora restando in silenzio.
Apre la porta di scatto e resta a bocca aperta
"ciao" le dico
"mi hai seguito?"
"certo, sapevo che mi avresti evitato e così ti ho anticipato"
"vattene"
"no"
"Max vattene ti prego"
"Bex non me ne andrò e lo sai. Almeno finché non avremo parlato e chiarito"
Mi sbatte la porta in faccia.
"resto qui Bex!"
"vattene Max!" mi urla da dietro la porta.
Va bene, organizziamoci. Poso lo zaino per terra e poi mi siedo sul pavimento del corridoio, mi sistemo lo zaino dietro la schiena e aspetto. Dovrà uscire prima o poi.

Tre ore dopo, non mi sento più il sedere, ho un crampo al polpaccio e ho sete.
Cazzo che donna testarda! Ma io lo sono più di lei, non cedo, resto immobile con i miei dolori in attesa che questa porta si apra.
Appoggio la testa al muro e chiudo un attimo gli occhi.
Lì riapro di scatto quando sento aprirsi la porta. Vorrei scattare in piedi ma il crampo e le gambe mezze addormentate me lo impediscono.
È davanti a me e mi fissa
"entra idiota"
"mi aiuti?"
"grande, grosso e hai bisogno di aiuto?"
"ho un crampo e non mi sento più il culo"
Mi offre le sue mani e mi ci appoggio sollevandomi
"grazie Bex"
"solo perché non voglio che tutta la Red Bull dia la colpa a me se il pupillo d'oro avrà dei problemi" mi dice facendo una smorfia
Non raccolgo la sua provocazione ma la seguo in silenzio. Forse sorpresa dalla mia calma apparente, la vedo rilassare le spalle. Quando chiude la porta e io sono ormai al sicuro dentro casa sua esplodo
"perchéeeeeeeeeeeeee?"
Urlo, urlo con tutta la rabbia e il terrore che mi divorano da due giorni.
Lei mi guarda e la cosa che fa mi spezza letteralmente il cuore, piange.
Immediatamente metto da parte la mia rabbia e la abbraccio
"Bex dimmi che succede te ne prego"
Continua a piangere e la lascio sfogare tra le mie braccia.

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