Respirare - 27

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Ecco ci siamo, sto per rivederla e finalmente saprò. Sono arrivato presto in aeroporto dopo due giorni passati a Milton Keynes.
Per messaggio mi aveva scritto che stava arrivando direttamente da Southampton.
Tom e Lindsay sono dentro e io la sto aspettando fuori, sono curioso oltre ogni limite e nervoso, da lei c'è da aspettarsi di tutto.
All'improvviso la vedo arrivare, valigia al seguito e... Accompagnata. Non so chi siano, o meglio uno si, la ragazza anche, la sua amica Helene che mi sta fulminando con gli occhi, gli altri due ragazzi no.
Mi aveva raccontato dei suoi amici d'infanzia, devono essere loro.
Si avvicina a me buttandomi addosso il fumo della sua iqos
"ciao max"
"ciao harley"
Si gira verso gli altri
"ragazzi lui è Max Verstappen" dice ai tre ragazzi mentre io ed Helene non togliamo gli occhi l'uno dall'altro, sembra voglia uccidermi, proprio come la sua amica, ma che le ho fatto? È la tua amica che ha fatto del male a me!
"piacere" dico ai tre dandogli la mano, al calciatore la stringo un po' di più e lui fa lo stesso, facendo guizzare i nostri muscoli come se fosse una sfida.
"allora ci vediamo a Silverstone!" dice lei abbracciando tutti e lasciando Stuart per ultimo.
Lui che ha mollato la presa con me per primo, la abbraccia
"B tranquilla ok? Qualsiasi cosa chiamami a qualunque ora e io correrò da te"
Ma per favore!
"si Stuart lo so! Buona fortuna per la partita, cercherò di guardarla in hotel"
"oh ok! Se segno manderò un bacio e sarà per te"
Ora vomito
"harley dobbiamo andare ora" le dico
Cosa? Si sono ribaltati i ruoli? Beh se così fosse la mazza da baseball la gestirei io!
Lei annuisce e entriamo insieme non prima di prendermi una piccola rivincita sul campione di calcio.
Metto un braccio intorno alla vita di Harley facendola entrare e sperando che lei non faccia troppe scenate.
Mi volto leggermente per sfidarlo ma lo vedo sorridere leggermente. Brutto stronzo! Che significa quel sorrisetto? L'hai usata? Ti sei divertito e basta? Valuto l'idea di tornare sui miei passi e prenderlo a pugni ma lei non mi avrebbe mai perdonato e prima io voglio sapere!
Si volta verso di me con le fiamme negli occhi
"togli immediatamente quel braccio da me!"
"volevo solo essere gentile" provo a dirle
"non toccandomi sarebbe gentile!"
Non le rispondo, per la prima volta da quando ci siamo rivisti non voglio farla incazzare, non voglio che decida di non dirmi più nulla.

La guardo nel sedile davanti a me, da sola immersa nei suoi pensieri, di solito siede con Tom e Lindsay, stavolta è da sola e si sta torturando le mani. Dio che effetto che mi fa! Non l'ho mai vista così nervosa e vorrei tranquillizzarla ma reagirebbe malissimo. Ho visto il nuovo tatuaggio, si era abbassata sulla sua valigia per mettere dentro un libro che aveva comprato poco prima e i capelli le si erano spostati di lato lasciando il collo scoperto. Beh se devo essere completamente sincero prima di risalire con lo sguardo sul collo, avevo guardato un po' più giù, non sono un maniaco ma ha un corpo perfetto, un maledetto corpo perfetto.
Continuo a guardarla cercando di capire dove possa aver fatto il terzo piercing. Deve sentirsi osservata perché si gira e mi guarda
"Dio! Smettila! Mi metti ansia!" mi urla e mentre si volta lo vedo. Delizioso.
Mi Alzo e mi siedo accanto a lei. Siamo distanti dagli altri.
"parliamo?" le chiedo
"ora?"
"perché no? Abbiamo tanto tempo e siamo lontani dagli altri. Solo io e te"
"è proprio questo che mi spaventa" mi dice sorprendendomi
"ti prometto che non dirò nulla, ti lascerò parlare, senza interruzioni"
"ok" acconsente
Ci siamo!

"dopo la sera della festa del nonno..."
"quella sera" puntualizzo mentre lei mi brucia con gli occhi
"ok ok scusa! Continua"

"tre settimane dopo la sera del compleanno del nonno Helene mi ha costretto ad uscire e siamo andate in un pub. Beh ecco io in quel periodo avevo bisogno di non pensare a nulla, così ho bevuto un po' troppo. Arrivata a casa mi sono addormentata subito e la mattina dopo mi sono svegliata correndo al bagno e sono stata male. Era ovvio ti pare? "
Fa una pausa e mi guarda, Annuisco senza parlare.
"beh quel Malessere per i seguenti tre giorni non mi passava e altri se ne stavano aggiungendo. Avevo le lacrime facili, piangevo per tutto, una volta ho anche pianto per delle uova bruciate. Ero emotiva in modo assurdo e altre al fatto che vomitavo e piangevo come una fontana, mi girava spesso la testa.
Quando ho raccontato tutto ad Helene lei mi ha portato immediatamente da un dottore"

Veniamo momentaneamente interrotti da Tom
"ragazzi vi serve qualcosa?" ci chiede
"non adesso!!!!" urlo al povero Tom, sono teso come le corde di un violino
Tom ci lascia di nuovo soli tornando da Lindsay
"per favore Bea continua"

"mi fecero delle analisi e scoprì cosa avevo. Aspettavo un bambino, ero incinta Max. Non so dirti cosa ho provato, ero sola, avevo Helene si ma ero sola in quella cosa, ero sorpresa, impaurita, triste, felice, non so dirti di preciso, ero lì a sentire il dottore che si congratulava con me per la gravidanza e non sapevo cosa sentire in realtà. Tu... Beh... Con te era finita nel peggiore dei modi, ma il bambino era lì con me. Così sono tornata a casa senza fare nulla, continuando a vivere mentre lui o lei cresceva e Continuando ad avere quei malesseri che ora sapevo a cosa erano attribuiti, o meglio a chi. Al mio bambino"
La sto guardando negli occhi, non riesco a parlare, sono completamente scioccato. Lei era incinta, mio figlio! Io e lei avevamo concepito un bambino! Nella mia testa tutta la serata di quella maledetta notte si affaccia prepotente, esce da quel cumulo di macerie dove l'avevo relegata più viva che mai. La suite, noi, la nostra passione, i vestiti lasciati cadere violentemente per terra, i nostri baci, quelle sensazioni che non avevo mai provato prima che mi avevano scosso profondamente e offuscato la mente e la mia lucidità fino a farmi completamente dimenticare di usare precauzioni. Ci eravamo amati così profondamente da avere un rapporto completo.
Vorrei chiederle tante cose, ma solo una mi passa prepotentemente nel cervello. Il bambino è nato? E se si, dov'è? Dov'è mio figlio?
Poi l'illuminazione. Il tatuaggio! L'angelo!!!!
Che cazzo ha fatto?????
"Bea c'è altro vero?"
Annuisce mentre altre lacrime le rigano le guance

"io ti odiavo Max per tutto quello che era successo, ma amavo quel bambino e così decisi di tenerlo. Dopo più di un mese ero felice, lui o lei mi faceva stare bene, avevo già deciso il nome da dargli e tante altre cose che avrei fatto con lui. Il giorno che segnava due mesi e mezzo di gravidanza, io e Helene stavamo scendendo in metropolitana per andare alla prima ecografia. Ero emozionata, lo avrei visto finalmente. Mentre scendevo le scale ho sentito una fitta, un dolore lancinante alla pancia, mi sono aggrappata allo scorrimano piegata su me stessa quando ho sentito un liquido caldo scorrere sulle gambe. Helene mi ha sorretto e quando ha visto il sangue ha cercato aiuto. L'ambulanza ci ha portato in ospedale correndo, ma era tardi, non c'era più Max. Il bambino non c'era più. Settimane dopo quando mi sono sentita leggermente meglio, sempre con Helene sono andata in un centro, lui non c'era più ma avevo bisogno di averlo per sempre, così mi sono fatta il mio primo tatuaggio, un piccolo Angelo con le ali, il mio angelo. Non sapevo che fare, ero distrutta, così sono scappata da Londra e sono corsa a Southampton dove con i miei amici ho cercato di superarlo, ma fa male, tanto e lo farà per sempre. Quel giorno sul volo per l'Australia era un anno esatto ed ecco perché ho pianto, ero vicino a te dopo parecchio tempo, tu volevi parlare, ma non potevo capisci? Tu eri il padre del mio angelo e lui in quel giorno era volato via"

Non so veramente cosa dire, sono paralizzato credo, sconvolto è dire poco, arrabbiato si, dovevo saperlo! Perché non ho mai saputo dell'esistenza di mio figlio? Ho tante cose da dire ma prima devo metabolizzare. Il mio Angelo lo chiama, era anche mio! Mioooo!
Devo metabolizzare, respira Max, respira!

"Max parlami"
"Non ora Bea, non ora ti prego. Lasciami del tempo ok?"
Annuisce e sta per alzarsi quando la fermo e lei si risiede. Ora no Bea, non te ne andare.
Le prendo la mano e gliela stringo, sperando che non la tolga. La sento stringere dalla sua. Cambio velocemente mano riprendendo la sua e con il braccio libero la abbraccio tirandola verso me. Non mi importa se strilla o urla, lei ora hai bisogno di questo e io lo stesso. Appoggia la testa sulla mia spalla e restiamo così abbracciati e tenendoci per mano, legati adesso non solo dall'odio ma anche da un amore per un piccolo Angelo con le ali.

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