capitolo 7

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la chiamata di kylian...
ora cosa faccio, non posso rispondergli, proprio ora che mi sono prefissata di doverlo dimenticare, senza nemmeno pensarci rifiuto la chiamata e butto giù, me ne pentirò di sicuro e questo lo so, so anche che quello che sto facendo è assolutamente sbagliato e che la cosa migliore sarebbe parlargli e poi vedere come va a finire questo interesse, ma ho bisogno di pensare veramente se ne potesse valere la
pena.

KYLIAN MBAPPÉ

sono tornato a casa mia dopo essere stato da neymar ed è inutile dirvi che ci sono rimasto male, molto male, non mi aspettavo da lynda un comportamento del genere, avrebbe potuto dirmi anche di no, avrei cercato di accettarlo; ma non mi ha dato nemmeno una risposta e nonostante l'abbia chiamata più di una volta mi ha rifiutato la chiamata.
sono quasi intento ad andare sotto casa sua così almeno dovrà rispondere, ma non so neanche dove abiti, e poi nonostante tutto non credo lei tenga così tanto a me quindi non so se ne varrebbe la pena.
lynda mi piace, anche solo dopo un giorno ho capito che è lei quella giusta per me e ne sono convinto, desidererei tantissimo poterla conoscere bene e diventare più di amici, ma non credo sia possibile ed è anche per questo che non voglio insistere troppo, mi illuderei per una cosa che non sta succedendo.
meglio che vada a dormire e mi dimentichi tutto, anche il sorriso di lynda che ahimè non riesco a toglierlo dalla mia testa.
riprovo un ultima volta a chiamarla con la speranza di non ricevere ancora un rifiuto, sta squillando da un po' ma ancora voglio aspettare, so che lo sta sentendo e so anche che sa che sono io a volerle parlare...

dopo poco sento finalmente una voce un po' fioca, quasi come se avesse appena smesso di piangere.

"dimmi" dice lynda in modo freddo.
"perché non mi hai risposto?"
"non lo so kylian, mi hai chiamato per questo o devi chiedermi altro?" esclama tagliando corto senza voglia di parlare.
"voglio parlarti, dal vivo, ora"
"va bene, dove ci vediamo?"
"ti passo a prendere io tra dieci minuti tu preparati e mandami l'indirizzo"
"ok, ciao" dice asciugandosi il naso, ora ho la conferma che abbia appena finito di piangere, spero stia meglio e sono felice che abbia accettato di chiarire e poter parlare, la porterò agli champs élysées, se la portassi in un ristorante sicuramente non le farebbe piacere dato che oggi non mi ha risposto, siamo rimasti d'accordo che sarebbe stato un momento dove parlavano di quello che era successo e potrebbe pensare che approfitti della situazione se la portassi al ristorante proprio sta sera.

mi ha appena mandato l'indirizzo ed ho scoperto che abita a cinque minuti da casa mia, sono agitato perché ho paura che questa cosa possa finire solo in peggio.

la vedo scendere dalle scale, con passo abbastanza veloce e si guarda intorno, non so se per cercarmi o per altro, so solo che quando incrocia il mio sguardo non mi sorride come faceva le altre volte, provo a sorriderle io e l'unica cosa che fa è ...

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la vedo scendere dalle scale, con passo abbastanza veloce e si guarda intorno, non so se per cercarmi o per altro, so solo che quando incrocia il mio sguardo non mi sorride come faceva le altre volte, provo a sorriderle io e l'unica cosa che fa è dire "ciao" in modo veramente freddo.
in macchina non parliamo, stiamo zitti tutto il tempo e lei guarda fuori dal finestrino con la testa appoggiata alla mano, ogni tanto guarda il telefono e vedo che si scrive con maurice, non so cosa ma ne sarei curioso.
ogni tanto provo a girarmi verso di lei ma non vedo niente apparte i suoi capelli, è vestita con dei jeans, una maglia e sostiene una piccola borsetta nera.

arriviamo ai giardini e anche se avrei voluto aprirle la portiera io se la apre da sola, scende dallamacchina e si mette a posto i capelli, io non esito a cogliere il momento per prenderla dal polso delicatamente e portarla a sedersi in una panchina

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arriviamo ai giardini e anche se avrei voluto aprirle la portiera io se la apre da sola, scende dalla
macchina e si mette a posto i capelli, io non esito a cogliere il momento per prenderla dal polso delicatamente e portarla a sedersi in una panchina.

"lynda mi dispiace per quello che sia successo, forse sono stato un po' affrettato ma avevo solo
il desiderio di conoscerti e mi sembrava che portarti a pranzo fuori sarebbe stata la scelta migliore"
"tranquillo, lo so ed ho anche apprezzato il gesto, avrei accettato con tantissimo piacere ma dall'ansia sono andata via. scusami"
"perché poi non mi hai più risposto alla
chiamata?"
"perché non so cosa voglio fare, ho paura che se ti conoscerò bene mi affezionerò di sicuro a te e tu sei un calciatore di fama internazionale, sei imprevedibile e so che sarebbe solo una sofferenza affezionarmi a te."
"magari potrebbe essere l'incontrario, non puoi dire delle cose se prima non le provi, mi conosci da un giorno e già sai che io ti farei soffrire? mi sembra un po' affrettata come prima impressione"
dico con tono deluso misto a nervoso, se c'è una cosa che mi da fastidio è proprio chi mi giudica in base al mio lavoro, non per forza essere un calciatore significa essere insensibile e pensare solo alla fama.
"non innervosirti però kylian, ho detto quello che temo non ho detto che tu sei così, anzi, di prima
impressione mi sei piaciuto tantissimo, stavo bene a ridere con te mentre mi stuzzicavi ed è per questo che ho paura, mi sono trovata bene dopo un giorno, mano a mano che il tempo passa io mi troverò sempre meglio fino a non riuscire a fare a meno di te, non me lo posso permettere capisci? sono qui solo per un anno e affezionarmi a te non riuscirei a sopportarlo, oggi facevo fatica a non pensarti, immaginati se continuerò a vederti"
wow, non me lo aspettavo, lynda ha detto che si è trovata bene con me e che oggi ha fatto fatica a non pensarmi, ora è un bel casino perché quello che ha descritto lei l'ho provato anche io, e sono il primo ad avere paura di questo.

"anche io ho paura lynda, oggi dopo che tu te ne sei andata riuscivo a stento a pensare ad altro, mi sono trovato bene con te e so che anche io mi troverò sempre meglio con il passare del tempo, temo io stesso di perderti quando te ne andrai però non voglio vivere con il rimpianto di non averci neanche provato"

finalmente mi sorride, mi guarda e infine si asciuga una lacrima, mi fa sentire bene anche solo il fatto che ora non mi odi, mi abbraccia e appoggia la sua testa nelle mie spalle per poi stare lì per più di cinque minuti senza dire niente, solo a sentire il suo petto fare avanti ed indietro dai singhiozzi che si diminuiscono sempre di più con il passare del tempo.

mon amour | kylian mbappèDove le storie prendono vita. Scoprilo ora