Quella notte avevo dormito poco. L'idea che le stanze di casa mia fossero sovrappopolate mi aveva messo ansia e mi ero addormentata alle tre del mattino.
Avevo sentito gente rigirarsi nel letto, sbuffare, tossire, qualcuno aveva riso.
Non feci nemmeno suonare la sveglia alle 6:50, tanto ero già con gli occhi sbarrati da una ventina di minuti.Mi alzai e andai in bagno, poi mi lavai la faccia e chiamai Aria che, al risveglio, non ricordava di avere ospiti.
Camminò, trascinandosi i piedi, fino al bagno. «I vestiti sono sulla sedia della scrivania. Fai piano che gli altri dormono ancora...» le dissi, conscia che mi aveva a malapena sentita.
La capivo. Appena sveglia parlavo il meno possibile; mi ci voleva un bel po' per riprendermi.
Scesi le scale, in attesa che Aria mi raggiungesse, così le avrei preparato la colazione.Mi vene un mezzo infarto quando vidi qualcuno seduto sul divano, con Millie sulle gambe.
«Oddio, non ti avevo visto, che spavento!» bisbigliai, con una mano sul cuore. «Che ci fai già in piedi?»
«Non riuscivo più a dormire e, quando sono sceso, ho sentito Millie che grattava dietro la porta così, eccomi qua» rispose Taehyung. Se erano tutti così belli anche dopo aver dormito poche ore, io dovevo andare farmi un lifting o andare in giro con un sacchetto in faccia.
«Mi spiace. Se può consolarti, anche io non ho quasi chiuso occhio. Le crocchette di Millie sono nell'armadietto in garage, il primo sportello alla tua destra» gli indicai. Il giovane si alzò per sfamare la gatta, che non aspettava altro. «Vuoi qualcosa? Sto preparando latte e biscotti per Aria, io invece preferisco il tè. Se vuoi posso farti un caffè, quello che preferisci.» Accesi il bollitore e preparai la mia tazza.«Il tè va bene anche per me, grazie» rispose, tornando in cucina e squadrandomi.
Indossava ancora il pigiama... e anche io. La famosa sottoveste bianca. Mi ripromisi di vestirmi prima di scendere in cucina, anche se non era mia abitudine.Quando Aria si sedette in soggiorno, ancora in coma e, a portarle il latte non fui io, ma Taehyung, spalancò gli occhi.
«Non ti ricordavi, eh?» le dissi.«No» rispose, arrossendo e appiattendosi i capelli mossi che, a suo gusto, erano sempre troppo gonfi. Io, invece, coi miei capelli lisci che tenevano la piega mezz'ora per poi ricadermi in testa come erba morta, la invidiavo un sacco.
Sorseggiò il suo latte con timidezza, in soggezione per la presenza alla sua destra.
Tae, dal canto suo, sembrava avere una dote innata per interagire con i più giovani. Le sorrise, le porse i biscotti, mangiandone uno e dicendo che erano buoni. Le fece qualche domanda sulla scuola, su quali fossero le sue materie preferite.
Li guardavo incantata. Per fortuna, una delle materie in cui Aria riusciva meglio era proprio l'inglese. Anche se non era al livello di poter sostenere lunghe conversazioni, riusciva a spiegarsi e a capire ciò che le veniva detto.
«Mi piacciono: inglese, musica e arte. Odio storia e geografia.»
«Come mai?»
«Perché c'è troppo da studiare.»
«Come darti torto? Alla tua età avevo solo voglia di divertirmi» le sorrise.
Non mi avrebbe sorpreso se Aria si fosse presa una cotta proprio per lui. «Che ne dici? Quando torni da scuola se vuoi possiamo fare qualche gioco... tipo giochi in scatola o videogiochi...»«Dipende da quanti compiti ha per domani» interruppi il momento idilliaco, ricevendo un'occhiataccia da mia figlia. «Dai, va' a lavarti i denti che fra dieci minuti passa lo scuolabus.»
Spiegai a Taehyung che la fermata era a pochi metri da casa, proprio di fronte alla pizzeria.Trenta secondi dopo, Aria apparve sulle scale, trattenendo a stento una risata. «Mamma... in bagno c'è Suga che si guarda allo specchio.»
«Vado a dirgli di liberare il bagno, o Aria perderà lo scuolabus» disse Tae, salendo le scale due gradini alla volta. Sentii blaterare in coreano poi, fece capolino, invitando Aria a lavarsi i denti.
Mia figlia uscì da casa di malavoglia. L'idea di abbandonare i suoi idoli per seguire cinque ore di lezione proprio non la entusiasmava, così come il fatto di non poter raccontare niente a nessuno. «Se ti scappa, puoi solo dire che ospito degli studenti coreani, per via del mio lavoro. Fine. Mi raccomando.»
«Vuoi che ti accompagni alla fermata?» si propose Taehyung. Aria si fermò per un attimo. Le piaceva percorrere quei pochi passi da sola, la facevano sentire indipendente ma, arrivare lì con un ragazzo bellissimo e più grande, avrebbe fatto schiattare d'invidia le sue compagne, soprattutto Elena, che detestava. «Magari nei prossimi giorni. Oggi è un po' presto» disse Aria, sorprendendomi.
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7 in più sotto il tetto
FanfictionAccetteresti di ospitare a casa tua un'intera boy-band? È l'offerta che viene fatta a Chiara, un'italiana che, poche settimane prima, si trovava in Corea per lavoro e ha passato alcune serate spensierate in compagnia della sua amica Elsa e di due mi...