Jungkook aveva cominciato a piangere due giorni prima.
Il giorno della partenza era arrivato e nessuno era davvero pronto.
Se per loro voleva dire tornare a casa, voleva anche dire addio alla routine che si erano costruiti negli ultimi quattro mesi. Significava chiudere un capitolo che, quasi di certo, non sarebbe più stato riaperto.
Li aspettava un anno ricco di impegni: l'uscita della serie basata su questa esperienza e, subito dopo, il nuovo album col conseguente tour mondiale ed eventi promozionali. Forse, loro, non avrebbero nemmeno avuto il tempo di sentire la mancanza della vita ordinaria vissuta in Italia. Avrei potuto dire lo stesso di me?
Io, di tempo per pensare, ne avrei avuto a vagonate.Fin dal risveglio del primo gennaio, tutti ci eravamo sentiti diversi. Sapevamo che l'addio era ormai imminente e, seppur cercassimo di non pensarci, era inevitabile avere la testa sempre lì.
Cercammo di divertirci e distrarci, ma non ci riuscimmo; la malinconia la faceva da padrone.
Come già detto, Kookie scoppiava a piangere all'improvviso, di continuo. «Voglio tornare a casa, ma anche questa è casa mia, adesso...»
Gli amici cercavano di consolarlo, ma si sentivano allo stesso modo, quindi non erano di grande aiuto, anzi, il più delle volte finivano in lacrime con lui.
Io ero confusa e spaventata. Il momento che tanto temevo era arrivato ed era inevitabile. Se avessi potuto avrei fermato il tempo, ma non avevo questo potere.Cercammo di passare più tempo possibile tutti insieme, per non sprecarne neanche un secondo. Anche Aria era agitata, non voleva perdere la sua nuova famiglia.
Sì, eravamo diventati una vera e propria famiglia allargata che stava per sfasciarsi. Ci saremmo ritrovati agli antipodi del globo.
Non eravamo le uniche, però, a dover fare una grossa rinuncia.Il pomeriggio prima della partenza, Namjoon era tornato a casa scuro in volto. Gli occhiali da sole gli coprivano gli occhi, ma aveva l'aria tirata. Era corso diretto in saletta e si era buttato sul divano, cuffie in testa e musica a tutto volume.
Io, Jin e Jimin, che stavamo giocando a Uno in sala da pranzo, ci guardammo perplessi.
Sapevo che doveva andare da Elsa, per poterla salutare come si deve, ma qualcosa doveva essere andato storto.
Presi il telefonino e scrissi alla mia amica: "Tutto bene? Joonie è tornato con una faccia..."
La mia amica seguitò a scrivere, senza inviare nulla, per un po'.
"No. Doveva essere il nostro ultimo appuntamento, ma non è andato come speravamo. Credo che Namjoon mi odi, ora."
"Perché? Che è successo?"
"Ho tenuto fede al nostro patto. Lui no."
"Cioè?" le scrissi, seguito da una serie di emoji scioccate.
"Non mi va di scriverlo, adesso. Scusa, ma sto malissimo. Ti chiamo più tardi."
Ero basita. Cosa aveva combinato Namjoon?Attraversai l'orto e mi fiondai in saletta, dove il rapper era ancora sdraiato, con gli occhiali scuri e il volto rigato di lacrime.
«Ehi...» Nessuna risposta. Forse non mi sentiva. Mi accovacciai vicino al divano, asciugandogli una lacrima col dorso della mano.
Namjoon si riscosse, quasi con violenza. Si abbassò le cuffie e borbottò: «Ah, sei tu. Mi hai fatto prendere un colpo.»
«Vuoi parlarne?»
«Che cazzo c'è da dire?»
«Nervosetto...»
Sospirò e si mise a sedere. «Scusa, non ce l'ho con te. Siediti qua vicino, che messa lì così devi essere davvero scomoda» mi invitò.
Avevano già cominciato a mettere in valigia le loro cose e la stanza sembrava già spoglia.
«L'hai sentita?» mi chiese, rigirandosi il telefonino fra le mani.
«Sì, ma non mi ha detto un granché» ammisi.
Namjoon stava trattenendo la rabbia. Se avessi avuto un sacco da boxe, di certo lo avrebbe sfondato di pugni.
«Sai, Chiara, ci ho provato. Le ho detto che non era necessario chiudere la nostra storia, che potevamo tentare, come state facendo tu e Yoongi. Se lo fate voi, perché non provare? Alla fine, io e lei stavamo bene insieme. Perché non darci una possibilità?» Potevo percepire con chiarezza la sua frustrazione.
«... e lei ti ha detto di no» supposi.
«Già. Ha detto che avevamo un patto, che la nostra storia aveva una data di scadenza e che dovevo mantenere la parola. Ha aggiunto che non è fatta per le storie a distanza e che, di certo, non avrebbe funzionato.»
«Che testona, la mia amica! Speravo con tutto il cuore che nessuno dei due soffrisse invece, a quanto sembra, state male entrambi.»
«Ah, perché lei starebbe male?» ribatté il rapper.
«Sì, certo. Non credere che sia facile per lei.»
Namjoon scosse la testa con espressione sdegnata. «È stata dura come un blocco di granito. Irremovibile. So che avevamo un patto e che avevamo soppesato tutte le questioni, però... Vedere te e Yoongi mi ha fatto riflettere.»
Me e Yoongi. Io ero in alto mare, terrificata dal futuro, altro che "oh, che bello, proviamoci!".
«Ah, Namjoon, non credo dovresti prendere esempio da noi.» Gli poggiai una mano sulla spalla, forse per consolare più me stessa che lui.
«E perché mai? Io vi stimo. Ci vuole coraggio per imbarcarsi in una storia così.» RM si sistemò gli occhiali sul naso, mentre annuiva col capo.
«Coraggio? Forse sconsideratezza...» Mi lasciai ricadere sullo schienale del divano.
«Chiamalo come ti pare. Se Yoongi fa tutto questo, deve essere davvero cotto a puntino, credimi. Erano anni che non lo vedevo così coinvolto. Sta mettendo in gioco tutto. Forse lo avrei fatto anche io, ma Elsa ha deciso che resteremo buoni amici.»
Sapere che Yoongi stava stravolgendo la sua vita per me mi fece emozionare. Davvero era così innamorato? Di me?
«Tu hai accettato? Sei disposto ad averla come amica?» Mi alzai e presi due birre dal mini frigo.
«Non le ho ancora risposto. Ci devo pensare» rispose, prendendo la bottiglia dalle mie mani.
«Ecco perché era così turbata. Beh, domani la devi vedere per forza, spero riuscirete a trovare un accordo.»
«Già.» Si perse con lo sguardo. Mi spiaceva per lui, si era illuso di portare avanti quella storia che, fin dall'inizio, aveva una data di scadenza. Conoscevo Elsa: sapevo che per lei una storia a distanza era impensabile, soprattutto dopo la lunga relazione che si era trascinata per anni.
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7 in più sotto il tetto
Hayran KurguAccetteresti di ospitare a casa tua un'intera boy-band? È l'offerta che viene fatta a Chiara, un'italiana che, poche settimane prima, si trovava in Corea per lavoro e ha passato alcune serate spensierate in compagnia della sua amica Elsa e di due mi...