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«Ma tu guarda se mi devo truccare in camera perché in bagno c'è la ressa...» borbottai mentre mi passavo il mascara davanti allo specchio sulla scrivania di Aria.

Sentivo ridere e sbraitare in coreano. Onestamente non capivo mezza parola. Passavano in corridoio di continuo con capi d'abbigliamento in mano. A un certo punto, Jimin apparve sulla soglia della camera di Aria, con in mano due camice. «Quale metto?»
«Vuoi il mio parere?»
Annuì.
«Quella bianca» indicai alla mia sinistra.
«Okay. Grazie.»

Io non avevo ancora deciso cosa mettere. Se volevo ballare non potevo osare tacchi troppo vertiginosi o mi sarei sfracellata. Scelsi un paio di stivaletti col tacco quadrato, più stabile, da abbinare a un tubino elasticizzato nero con inserti in lurex. Non lo indossavo da secoli e, anche se tirava un po' sui fianchi, ci entravo ancora.
Lasciai i capelli liberi sulla schiena e mi misi il mio rossetto rosso preferito.

«Ragazzi, siete pronti? Elsa mi ha scritto che è partita, sarà qui fra dieci minuti» chiesi, uscendo dalla camera mentre mi spruzzavo il profumo sui polsi e dietro le orecchie.
«Sono nato pronto» rispose Jimin, sbucando dalla sua stanza. Si stava allacciando i polsini della camicia e si bloccò, quando mi vide.
«Wow. Stai bene.»
«Vedere, vedere!» Hoseok spuntò alle sue spalle. «Wooow!»
«Mi pettino e arrivo» disse Tae infilandosi in bagno. Indossava una camicia borgogna con una piccola stampa dorata molto elegante. Hobi, invece, sembrava uscito da una sfilata di alta moda: aveva uno stile casual ma molto ricercato e studiato.
«Yoongi?» chiesi.
«Lui è pronto da mezz'ora, sta riposando sul letto» mi rispose Tae.
Feci capolino nella loro stanza, verificando ciò che mi era appena stato detto. Suga era davvero sdraiato sul letto.
«Yoongi? Visto che sei pronto, andresti a controllare se gli altri sono pronti?» gli domandai.
«Devo?» sbuffò, come se avessi interrotto il suo pisolino.
«Per favore» lo implorai, giungendo le mani.
Sospirando, si alzò e scese al piano inferiore.

Nel momento in cui Elsa ci raggiunse, mancava all'appello solo Jungkook.
Quando il giovane arrivò, sgranò gli occhi e mi disse: «Non ti ho mai vista vestita così...» Non sapendo dove volgere lo sguardo, mi fissò i piedi.
Era così timido!
Anche la mia amica si era messa in tiro, con un abito corto che lasciava tutta la schiena tatuata scoperta, attirando gli sguardi di tutti.

Ci dividemmo sulle auto come quando eravamo andati a prenderli in aeroporto e, nel giro di una decina di minuti, eravamo di fronte all'ingresso del locale.
Si trovava fuori dal centro abitato, a ridosso del fiume che segnava il confine fra due province. In estate aveva una grossa area scoperta, con tanto di piscine decorative; nel resto dell'anno invece, venivano sfruttate solo le aree interne che, comunque, erano piuttosto spaziose.
Erano le dieci e mezza di sera e, considerato che di solito a quell'ora già dormivo, mi ero fatta il pieno di caffeina a casa.
«Dunque, ricordate le regole base. Non date troppo nell'occhio. Se volete ballare, fatelo, ma non fate coreografie o cose del genere. Cercate di non stare troppo insieme in pista. Un gruppo numeroso viene notato più facilmente rispetto a uno più piccolo» ribadii.
«Sì, mamma» rispose Taehyung, guadagnandosi un'occhiataccia di rimprovero.
Namjoon mi rivolse uno sguardo comprensivo.
«Bene, non ci resta che divertirci! Ah, un'ultima cosa: qualcuno cerchi di rimanere sobrio per il rientro.»

Yoongi, Namjoon, Elsa, Jin e Jimin si fiondarono subito al bancone del bar; io e rimanenti facemmo un giro del locale, per ambientarci un po'.
Era già piuttosto pieno, ma la maggior parte della gente sarebbe arrivata più tardi. L'età dei presenti era varia: c'erano ventenni ma anche quarantenni, così come uomini e donne.
La musica era quel che era, a parer mio: un'accozzaglia di dance moderna e qualche "perla" dagli anni '90 se non '80. Io ed Elsa avevamo pensato a quella metà poiché vicino a casa e non troppo di nicchia.

Hobi non riusciva a stare fermo; anche camminando, seguiva il ritmo della musica.
«Balli?» mi chiese, muovendo le braccia a tempo.
«Io? Nooo! È troppo presto, ancora. Fammi bere, prima. Poi ne riparliamo.» Non riuscivo a gettarmi in pista se non avevo un po' di benzina in corpo.
Il ballerino decise di gettarsi nelle danze, mentre io, Tae e Jungkook ci dirigemmo al bancone del bar.
«Cosa bevete?» chiese il barista.

7 in più sotto il tettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora