Avevo invitato anche la mia amica Marta. Aveva bisogno di evadere un po' dalla sua routine. Le nostre figlie erano entrambe a casa di Elena per un pigiama party. Sì, Elena. Ogni tanto le prendeva quel guizzo di generosità e tutte mettevano da parte l'ascia di guerra.
«Questa canzone non è quella della pubblicità del Samsung? È carina» commentò Marta, mentre dalle casse dell'auto sparava a tutto volume Dynamite. Hobi e Jimin la cantavano a squarciagola ma la mia amica non ebbe il minimo sospetto.
Ci eravamo suddivisi in tre auto: la mia, quella a noleggio e quella di Elsa. Nessuno voleva salire con lei e RM - «Non starò a guardarli sbaciucchiarsi dal sedile posteriore!» - così, gli altri quattro, viaggiarono per conto loro.
Io ed Elsa eravamo già state diverse volte al Drowing Milk; era un locale rock storico della nostra città. Situato nella zona industriale, poteva fare musica fino a tarda notte senza problemi. Avevamo assistito a diversi concerti lì: da quelli delle cover band a quelli di gruppi piuttosto conosciuti nel circuito indipendente.
Dopo i live, un deejay concludeva la serata mettendo un po' di musica e facendo ballare quel che rimaneva del pubblico.
Mi mancava frequentare quel posto in modo costante come un tempo. Ci avevo anche suonato, tanti anni prima, quando aveva appena aperto.
Arrivammo poco dopo le dieci, una ventina di minuti prima dell'inizio del live. Ero inquieta. Per me, quella serata, significava molto. Dovevo capire e concludere qualcosa.Nel pomeriggio mi ero confidata con Elsa; non potevo continuare a impazzire e tenere tutto per me.
«Mi sembrava strano che non ti fossi presa una cotta per qualcuno!»
«Stai dicendo che sono un'adolescente che si innamora alla velocità della luce?» mi risentii.
«No. Non dico che ti innamori. Dico che, chiunque, se avesse per casa sette ragazzi così, come minimo si prenderebbe una sbandata per qualcuno di loro. Sono felice che questo qualcuno non sia proprio Nam.» Elsa rise, dandomi una scrollata alla spalla.
«Sì ma non capisco Jimin. Flirta, flirta, ma non fa niente di più.»
«Magari aspetta che sia tu a fare la prima mossa» suggerì, senza troppa convinzione.
«Ho paura di rovinare tutto. Ci sono contratti e tanti, tanti soldi di mezzo.» Avevo l'ansia alla sola idea. Non solo per i soldi, ma anche per il mio stramaledetto senso del dovere. Se prendevo un impegno, facevo di tutto per mantenere la parola data. Non potevo permettermi alcun errore.
«Nel contratto non c'è scritto che tu non possa, ecco, intrattenerti con Jimin o qualcun altro...» Mi fece l'occhiolino.
«Oh. Beh, però deluderei gli altri. No?»
«Namjoon non potrebbe proprio accusarti di niente.» Incrociò le braccia, soddisfatta. «Piuttosto, sei sicura di volere Jimin? Di Hobi che mi dici? C'è stato un certo contatto.»
«Ho fatto pensieri sconci su tutti, se è per quello. Sì, anche sul tuo RM. Prova tu ad averli per casa tutto il giorno! L'altra mattina sono entrata in saletta per portare della biancheria pulita e mi sono ritrovata JK, a dorso nudo, che sollevava pesi. Per poco non mi veniva un infarto! Hai idea?»
Elsa scoppiò a ridere. «Conoscendoti, avrai gli ormoni a mille!»
«Vaffanculo! Tu non li avresti?»
«Oh, sì. Pure io.»
«Tu, però, adesso ti ripassi il Kamasutra con un figo da paura pieno di muscoli. Io? Io sono in astinenza da più di un anno e ho questo esserino dall'aria angelica che mi provoca da mattina a sera. Stanotte sarà la prova del nove. Giuro, devo fare qualcosa, fosse anche prendere un due di picche.»Quindi eccoci lì, al Drowing Milk, in mezzo ad un altro centinaio di persone, già coi nostri drink in mano in attesa del concerto dei Violent Clouds.
«Fanno pezzi loro o cover?» chiese Yoongi.
«Per lo più cover, sai, ti fanno suonare più volentieri perché si attira più gente ma, qua e là, fanno anche qualche brano loro.»
«Sanno che sei qui?» chiese RM.
«Sì, li ho avvisati. Dopo ve li faccio conoscere, se volete. Ah, ecco, stanno salendo sul palco» indicai con un braccio.
Era strano vedere lì coloro che erano stati, per qualche anno, i miei compagni di avventure, come i BTS lo erano fra di loro.
Erano cambiate tante cose, in quel lungo periodo, ma l'affetto che provavo per la mia vecchia band era rimasto immutato.
«Il chitarrista è Alberto, al basso c'è Lucrezia e alla batteria Giorgio. Loro suonavano con me. Il cantante si chiama Andy e l'altro chitarrista Pietro; sono entrati a far parte della band quando io ho abbandonato.»
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7 in più sotto il tetto
FanfictionAccetteresti di ospitare a casa tua un'intera boy-band? È l'offerta che viene fatta a Chiara, un'italiana che, poche settimane prima, si trovava in Corea per lavoro e ha passato alcune serate spensierate in compagnia della sua amica Elsa e di due mi...