Quei tre giorni lontano da tutto e da tutti furono magici.
Mi sembrò di vivere in una realtà parallela, in una sorta di mondo fatato dove esistevamo solo io e Yoongi.Aveva prenotato in un hotel stupendo; si trovava su una collina e, nella nostra stanza, c'era anche una vasca idromassaggio rotonda, con vista sul lago.
«Come ti sei potuto permettere tutto questo?» gli avevo chiesto, consapevole che non aveva accesso al suo conto corrente.
Fece spallucce. «In questi mesi ho lavorato. Non ho speso tutto. Allora? Ti piace il posto?»
«È stupendo!» risposi, guardandomi attorno meravigliata.
«Sono contento. Vieni qua» disse, attirandomi in un abbraccio. «Manca così poco...»
«Lo so.» Immersi il naso dietro il suo orecchio, dove il profumo della sua pelle sembrava concentrarsi in un'essenza che mi dava dipendenza.
«Godiamoci questi giorni. Siamo qui per questo» mi esortò, dandomi un bacio sul collo.Pranzammo in un ristorantino in riva al lago, dove mangiammo pietanze a base di pesce locale. Essendo pieno inverno, i turisti erano pochi. Avevamo il ristorante quasi tutto per noi.
Adoravo il suo sorriso gengivale e le smorfie che faceva quando faceva il finto contrariato. Ero innamorata del modo in cui corrugava il mento e del taglio dei suoi occhi. Le mani, poi... quelle mani avrebbero anche potuto uccidermi che non mi sarei lamentata. Erano sexy da morire; mi avevano toccata più volte e lo avrebbero fatto ancora e, questo, mi eccitava.
«Che c'è?» mi chiese, vedendo che mi ero persa.
«Niente.» Arrossii.
Sorrise. «Dai, dimmelo!»
«Guardavo le tue mani...»
«Le mie mani?» Me le mise davanti al viso, muovendo le dita. «Che cos'hanno?»
«Sono», deglutii, «sexy.»
«Sì?» Mi rivolse uno sguardo malizioso. Con l'indice raccolse un residuo di panna dal piattino e si leccò il dito.
«Stronzo... sei sadico, vuoi farmi male, vero?» gli dissi, scherzando.
«Vado a pagare il conto.» Si alzò di scatto, dirigendosi alla cassa, dove lo seguii.«Adesso dove andiamo? In hotel?»
«Vuoi già andare in hotel?» mi chiese, passandosi la lingua sulle labbra. Non lo faceva apposta, era un gesto che gli veniva spontaneo, ma che era così sensuale!
«Dopo che hai fatto quel giochino con la panna, direi di sì.»
Mi scoccò un bacio a stampo. «Allora andiamo!» Mi prese per mano e cominciò a correre per le stradine del paese, trascinandomi con sé. «Forza, forza!» rideva.
Fu divertente. Agli occhi dei pochi passanti dovevamo essere sembrati due pazzi che correvano goffi e a zigzag.
Arrivammo all'auto e poi, su per la collina fino all'hotel. Scesi dalla vettura, mi prese di nuovo per mano e cominciò a correre come prima.
«Yoongi, ahaha! Non ce la faccio più!»
«Forza, forza! Siamo quasi arrivati!» Passammo, sempre correndo, davanti alla receptionist, che si mise a ridere.
«Prego» mi aprì la porta, poi, mi prese per mano, correndo, e mi trascinò fino al letto.
Mi lasciai cadere all'indietro, fra le morbide lenzuola, scoppiando a ridere. «Mi hai fatta morire! Ahahah!» Avevo le lacrime agli occhi.«Oh, no. Non morire adesso; abbiamo ancora molte belle cose da fare» disse, aprendo i rubinetti della vasca e slacciandosi i pantaloni.
«Okay. Sono resuscitata» dissi, mettendomi a sedere sul letto come se mi avessero dato la scossa.
«Wow, ho fatto un miracolo!» esclamò, continuando a spogliarsi.
«My own personal Jesus» canticchiai, parafrasando la nota canzone dei Depeche Mode.
Feci volare le scarpe, che mi avevano dilaniato i piedi grazie ai loro tacchi, e anche tutto il resto.
«È così bella, la mia Chiara.» Mi guardò con intensità negli occhi, accarezzandomi un braccio. «Aspetta.» Aprì il frigobar e ne estrasse una bottiglia di Prosecco. «L'ho fatto portare in camera prima.» Lo osservai mentre, completamente nudo, lo stappava con un rapido gesto e ne versò in due calici.
Se ne fregò dell'erezione in bella vista e mi raggiunse a bordo vasca, facendo tintinnare i nostri bicchieri. «A noi...»
Ci rilassammo per un po' fra le bolle dell'idromassaggio, contemplando la bellezza del paesaggio lacustre.
«È davvero bellissimo qui. Non conoscevo questa zona dell'Italia. Sai, si sente sempre parlare di Roma, Milano, Venezia, Napoli... Quest'area è quasi come se non esistesse. Anche la tua città e Cremona sono bellissime. Beh, ora per me Cremona è la città più romantica del mondo» sorrise.
Poggiai la testa nell'incavo fra il suo viso e spalla, ricordandomi di come, mesi prima, al Creek, avessi pensato che la mia testa fosse fatta apposta per essere adagiata lì. Avevo ragione.
Facemmo l'amore, proprio lì, nella vasca e, più tardi anche nel letto.

STAI LEGGENDO
7 in più sotto il tetto
FanfictionAccetteresti di ospitare a casa tua un'intera boy-band? È l'offerta che viene fatta a Chiara, un'italiana che, poche settimane prima, si trovava in Corea per lavoro e ha passato alcune serate spensierate in compagnia della sua amica Elsa e di due mi...