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Suga allungò il collo, attratto dalla mia reazione.

«Aspetta, aspetta... Cosa?»
«Già...» sorrise, imbarazzata.
«Tu sei pazza, tu vuoi mandarmi in malora!» gridai, alzandomi dal divanetto.

«Tutto okay?» chiese Suga dalla sua postazione.
Gli feci cenno di fare silenzio e ricominciai ad attaccare la mia amica.

«Sai quanto mi impegna questa cosa?» con un gesto abbracciai tutto ciò che mi circondava. «Ci ho messo la faccia, ho firmato un contratto, ho la casa piena di gente che fa casino da mattina a sera, sono sempre tiratissima e tu pensi a limonarti RM?»
«Mi dispiace, non era programmato» disse, abbassando lo sguardo sulle sue ginocchia.
«Anche lui, eh, fa tanto il leader saggio e poi guarda che cazzata combina! Dov'è? Dov'è, che lo strozzo?» Ero nervosa a mille.

Elsa si alzò, alla ricerca di Namjoon e, alle mie spalle, notai che Yoongi era stato raggiunto da Hoseok.
Il ballerino era serissimo e se ne stava seduto sul divanetto a fissare la pista.
«Hobi che c'è? Non stai bene?» gli chiesi, sedendomi di fronte a loro.
Il giovane uomo mi guardò con sguardo assente. «Sì, va bene.»
Yoongi ridacchiò: «Quando è ubriaco diventa così.»
«Ah. Ti preferisco sobrio, Hobi» gli sorrisi.
«Che succede con Elsa? Ti ho vista arrabbiata e ho sentito nominare RM» mi chiese Yoongi.
Sospirai. «Un casino che non so come gestire se non ammazzando il vostro leader.»

Un capogiro improvviso mi fece quasi svenire. Fu una sensazione orribile. Non mi riducevo così da tempo. Mi appoggiai allo schienale del divanetto, prendendo respiri profondi. «Ho bevuto troppo anche io» ammisi.
Poco dopo fummo raggiunti da Jimin e Taehyung, che si sedettero vicino a noi.
«Chi guida per tornare a casa?» chiese Tae, guardandoci preoccupato.
«Chiara e Hoseok sono ko» osservò Jimin.

«Un'auto la posso guidare io,» rispose Yoongi, «non ho bevuto troppo.»
Namjoon ci raggiunse, accompagnato da Elsa.
«Eccomi.»
«Tu... tu... » gli dissi, puntandogli il dito, «ti uccido domani. Adesso non ce la faccio» affermai, sfinita.
Yoongi disse al leader qualcosa nella loro lingua, poi mi riferirono che saremmo tornati a casa, non appena avessimo recuperato anche Jin e Jungkook.

Il momento in cui ci rialzammo dal divanetto fu tragico.
Persi l'equilibrio e caddi in avanti, finendo in ginocchio sul tavolino, per poi aggrapparmi alla vita di Hoseok a cui, barcollante, cedettero le gambe. Ci ritrovammo per terra, aggrovigliati, nel piccolo spazio fra tavolino e divanetto.
Gli altri ridevano come pazzi, mentre noi cercavamo di capire dove fossimo finiti.
«Scusa, Hobi, scusa...» sussurrai. Non so chi, fra i due, fosse messo peggio.
Le risate alle nostre spalle non cessavano. Riconobbi l'inconfondibile risata di Jin.
Hobi si lamentava in coreano, ovviamente non capii cosa disse.
Poi sentii delle braccia che tentavano di spostarmi.
«Collabora, però!» Era Yoongi, aiutato da Tae.
Non so come, ma riuscirono a rimettermi in piedi.
Jin mi offrì il braccio ma io risposi che ce la facevo. Sì, come no? Non avevo ancora terminato la frase che dondolai, aggrappandomi proprio al braccio che mi aveva offerto.
Vidi Yoongi tirare su anche un Hobi imbronciatissimo.
Riuscimmo ad arrivare alle macchine incolumi. La mia fu guidata da Yoongi e l'altra da Jin.
Riaccompagnarono a casa Elsa, dicendole che le avrebbero riportato l'auto il giorno dopo, poi tornammo a casa nostra.

Non ricordo molto, solo che feci una fatica tremenda a struccarmi, cambiarmi e buttarmi a letto. Non riuscivo a chiudere gli occhi; ogni volta che ci provavo girava tutto. Rimasi con le pupille fisse su un punto a caso della stanza fino a che quell'ondata di malessere andò scemando, permettendomi di cadere fra le braccia di Morfeo.

Mi svegliai di soprassalto, di nuovo con la sensazione che in stanza con me ci fosse qualcuno. Mi misi a sedere e mi guardai attorno; ero sola. Guardai la sveglia, che segnava le 4:35. Stavo dormendo da solo un paio d'ore. La testa mi pulsava e mi sentivo la bocca impastata, così mi alzai, con l'intento di bere un po' di acqua dal lavandino del bagno.
In corridoio tenevo sempre accesa una lucina notturna, di quelle che si usano per i bambini, così che, se qualcuno doveva alzarsi di notte, non avrebbe svegliato nessuno accendendo la luce.
Sbirciai nella camera di Hobi e Jimin. Intravidi il rapper, che dormiva sul lato sinistro del letto, ma la porta socchiusa mi impedì di vedere se, al suo fianco, c'era anche il cantante.
Poi guardai in quella di Yoongi e Tae. La loro porta era quasi spalancata e vidi entrambe le sagome. Scossi la testa, forse le mie erano solo allucinazioni ipnagogiche.
Bevvi e tornai a letto, sfinita.

7 in più sotto il tettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora