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«Cosa leggi?» mi chiese, in pratica appiccicato a me.
Gli risposi facendogli vedere la copertina del libro.
«Scusa, non capisco l'italiano» sorrise. «Di cosa parla?»
«È un thriller. Non so se conosci Dan Brown. Ecco, è più o meno di quel genere. Misteri a sfondo storico-religioso, segreti svelati poco a poco, colpi di scena...»
«Ti sta piacendo?» domandò, toccandone le pagine.
«Sì, è avvincente.»
«Come mai non dormi?»
«Perché voglio smaltire bene tutto il vino che abbiamo bevuto» ridacchiai e chiusi il libro. «Ora che sei qui non ha più senso leggere, no?»
«No, tranquilla. Se vuoi leggere, fallo. Io ti guardo.»
Gli rivolsi un'occhiata perplessa. «Non sto a leggere con uno che mi fissa. È inquietante.»

Mi sdraiai accanto a lui.
«Sai, una volta ero ad una mostra in un castello. Un castello medievale bellissimo con fantasma.»
«Con fantasma? C'era un fantasma? Io ne ho il terrore!»
«Sì, dicono sia infestato, ma io non ho visto niente. Comunque, c'era una mostra fotografica con le prove raccolte da questi ghost-hunters. Ero lì, che guardavo le foto, quando dall'altra stanza vedo un tizio di mezza età che mi fissa» raccontai.
«Era il fantasma?» suppose, quasi pigolando.
«Fammi finire! Dunque, vedo che quest'uomo non mi toglie gli occhi di dosso. Ovunque mi spostassi, lui mi seguiva con lo sguardo, la macchina fotografica al collo e lo sguardo da maniaco.»
«Cosa voleva da te?»
«Niente. Era una sagoma di cartone.»
«Eh?»
«Era la sagoma di cartone, a grandezza naturale, di uno dei ricercatori.»
Jimin mi fissò perplesso.
«Pensavo fosse una persona vera, invece era un cartonato e io, per tutto il tempo, ho pensato di avere uno stalker.»
ChimChim scoppiò a ridere. «Immagino la tua faccia.»
«Eh, già. Bella figura di merda, ma mai quanto la tua.»
«Quale?» chiese, all'improvviso serio.
«Quando volevi fare il figo a sederti sullo sgabello e ti sei dato un calcio in testa da solo, per poi cadere a terra di fronte a decine di migliaia di persone... una cosuccia, proprio.» Mi morsi il labbro per non ridere troppo forte.
«Ooooh! L'hai visto?»
«Aria lo metteva in loop su YouTube.»
Si spostò indietro i capelli, un po' imbarazzato.
Era un gesto che faceva spesso e che trovavo irresistibile.

«Sai, sono un po' geloso» esordì, fissandomi negli occhi e cominciando ad accarezzarmi un braccio.
«Di cosa?»
«Di Hope.» Il tocco delle sue dita sulla mia pelle mi stava mandando in tilt. «Lui ti ha baciata.»
Mi sentii avvampare. «Era ubriaco marcio, l'hai visto. Di certo non se ne è neanche reso conto, non voleva farlo.»
«Appunto, l'ho visto.» Si umettò le labbra. Il cuore mi stava esplodendo. Sarei morta d'infarto a trentasei anni, me lo sentivo. Non potevo stare in un letto a una piazza con uno così.
«Ve ne state sempre insieme e ora vi siete pure baciati... mi dà un po' fastidio.» Con le dita cominciò a "camminare" lungo il mio braccio, fino al collo.
«Siamo buoni amici, tutto qua. Perché ti dà fastidio?» chiesi, con voce incerta.
«Così...»
I nostri visi, così come i nostri corpi, erano molto vicini. Potevo sentire il suo respiro caldo sulle mie labbra.
"Vuole baciarmi?" pensai, ma niente, non fece niente se non accarezzarmi quel cazzo di braccio. Così pensai che avrei potuto prendere l'iniziativa ma, il terrore di destabilizzare l'equilibrio casalingo e venire meno al mio ruolo, mi frenò.
Stavo ribollendo. Avrei voluto azzerare quei pochi centimetri fra di noi e leccare quelle labbra perfettamente disegnate; sarebbe stato solo l'inizio.
Quel suo modo di flirtare mi stava facendo impazzire. Avevo sempre preferito metodi più diretti: ti interesso? Provaci. Se mi piaci, ci sto. Poteva addirittura capitare che prendessi io l'iniziativa, se capivo di avere campo libero dall'altra parte. Con lui era tutto più complicato e stavo andando fuori di testa.
«Mettiamoci più comodi» disse, invitandomi a dargli le spalle.
"Le spalle ti devo dare? Cosa stai facendo Park Jimin?" pensai. Non sapevo se ucciderlo o saltargli addosso.
Mi abbracciò, facendo aderire il suo corpo al mio e spostandomi i capelli dalla nuca, per poi cominciare a darmi tanti piccoli baci sul collo.
"Mi vuole morta. Senz'altro. È un serial killer."

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