Mi svegliai ancora in quel letto, fra le lenzuola che, fino alla notte prima, avevano avvolto il corpo di Yoongi e Taehyung.
Guardai l'orologio sul comodino: erano le nove del mattino e avevo dormito più del mio solito.Mi alzai di soppiatto, controllando la camera di Aria; la piccola stava ancora dormendo. Socchiusi la porta e, cercando di non svegliarla, recuperai il mio telefono dalla scrivania.
Trovai alcune notifiche da parte di alcuni numeri che non avevo in memoria.
Aprii la prima.
"Ciao, sono Jimin, questo è il mio numero coreano. Un abbraccio."
Scorsi in basso, fino ad aprire quella più vecchia, la prima ad essere arrivata.
"Siamo atterrati. Tutto a posto. Già mi manchi. Bogo sipeoyo, saranghae. Yoongi."
Erano arrivati in Corea diverse ore prima, ma io stavo ancora dormendo.Diedi un rapido scorcio alle altre notifiche, erano tutte dei ragazzi, che mi lasciavano i loro numeri di telefono. Che sciocchi, tutti noi, a non averci pensato prima. In Italia avevamo attivato delle sim locali, per avere tariffe migliori ma, in Corea, tutti sarebbero tornati ai loro numeri originari.
Li memorizzai, per custodirli gelosamente nel mio telefono.
"Yoongi 남자 친구" suonava bene. Stava divinamente nella mia rubrica, constatai."Sono contenta di sentirti. Scusa il ritardo, ma mi sono svegliata adesso. Come stai? Sei già a casa?" gli scrissi.
Nel frattempo andai in bagno e scesi a preparami la colazione. Era tremendo avere la consapevolezza che, oltre ad Aria, nessuno sarebbe sceso dalle scale o entrato dalla porta sul retro.
"Buongiorno, 내 사랑. Siamo tutti al dormitorio. Oggi ci rilassiamo un po' perché domani avremo già una riunione coi boss. Tu cosa stai facendo?"
Gli mandai una foto della mia tazza di tè, con scritto che stavo aspettando Aria e che per il resto della giornata non avevamo programmi.
"Dalle un bacio da parte mia, quando si sveglierà. Se vuoi, più tardi, ci facciamo una video chiamata."Poco dopo, ricevetti una chiamata dalla Corea. Era Choe Doyoon, il mio amico del managment.
«Buongiorno signora Quadrari. Com'è stato il primo risveglio con la casa vuota?» mi chiese, quasi festante.
«Terribile» risposi.
«Ah. Mi dispiace. Volevo farle sapere che è stato versato l'ultimo bonifico sul suo conto e confermarle che, l'otto di gennaio, arriverà la troupe per registrare le interviste e fare le riprese esterne e interne.»
«L'otto di gennaio? Ma è quando devo lasciare entrare Ascanio!» esclamai.
«Cosa?» Doyoon era perplesso.
«Niente, lasci stare. È una cosa che solo alcuni italiani potrebbero capire. Va bene, la ringrazio. Ah, senta, un'ultima cosa.»
«Mi dica.»
«Mi conferma che Aria non apparirà in video, vero?»
«Certo. Il volto della minore verrà sempre oscurato, così come eventuali fotografie riprese. Sarà tutelata al massimo. Il suo volto, ed eventualmente quello di suoi compaesani che firmeranno la liberatoria, sarà l'unico ad apparire» mi rassicurò.
«Grazie.»
«Per qualsiasi problema, sa dove trovarmi.»Aria scese le scale mesta. Anche per lei, vedere il tavolo così spoglio, era pesante.
«Buongiorno, tesorino. I ragazzi sono atterrati qualche ora fa. Più tardi faccio una video chiamata con Yoongi, se vorrai salutarlo.»
Annuì, assonnata. Si era messa il pigiama regalatole da Jin, quello per i "bad day". Le stava un po' grande, ma ci si sentiva coccolata, così come io mi ero sentita coccolata fra quelle lenzuola, che sapevano ancora di Bangtan.Andai in saletta; i ragazzi, prima della partenza, avevano sgonfiato il materassone gonfiabile dove, per mesi, avevano dormito Jin e Jungkook. Il divano, occupato da Namjoon, era tornato a rivestire il suo ruolo. La stanza era così vuota! Sembrava quasi più grande. La panca e gli attrezzi da palestra erano sistemati in modo ordinato. Li stavo osservando, quando la mia attenzione venne catturata da un post-it, incollato sulla seduta.
"Non fargli prendere la polvere! JK." Feci una risatina. Mi sembrò di sentire ancora la risata da foca di Jin riempire la stanzetta. Purtroppo, però, era solo un eco della mia memoria.
Diedi un'occhiata alle chitarre e ne sfiorai le corde. "Dovresti ricominciare a fare musica..." mi aveva detto Yoongi, quella sera in cui l'avevo quasi sbranato.
Presi l'acustica e me la poggiai sulle gambe. Strimpellai qualche accordo a caso, un Sol, un Si, un Mi minore, un Fa diesis... poi, cominciai a dare un senso a quegli accordi e a mugugnare qualcosa con la voce.
Senza Yoongi accanto a me mi sentivo incapace. Poggiai la chitarra sul suo supporto e tornai in casa.
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7 in più sotto il tetto
FanfictionAccetteresti di ospitare a casa tua un'intera boy-band? È l'offerta che viene fatta a Chiara, un'italiana che, poche settimane prima, si trovava in Corea per lavoro e ha passato alcune serate spensierate in compagnia della sua amica Elsa e di due mi...